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Sym.
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ATTENZIONE, IL TESTO SOTTOSTANTE VIENE POSATO PER PORTARE A CONOSCENZA, COME MOLTE ALTRE NOTIZIE POSATE IN QUESTA SEZIONE.
SI PREGA DI SCAMBIARE OPINIONI NEL SEGNO DEL RISPETTO DI TUTTI, POLEMICHE OFFESE E INSULTI LASCIAMOLI ATROVE.
EDITORIALE
Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la
legge 40
di Donatella Poretti
ARTICOLI
- Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali
derivate da aborti
- Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule
di Jose' Maria Sanchez
- Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca
di Redazione
NOTIZIE
- Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto
- Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di
staminali emopoietiche
- Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali
- Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno
del Pd
- Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del
Lazio
- Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali
in Usa
- Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi
- Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla
- Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni
- Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas
- Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera
- Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100
anni
- Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari
- Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute
madre
- Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione
staminali cordonali
- Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso
- Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato
di distrofia
- Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia
- Usa. Ricerca con staminali embrionali l'argomento decisivo per il 35%
degli elettori
- Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm
- Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo
presidenziale su embrioni
- Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche
private del cordone
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EDITORIALE
- Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la
legge 40
Bene il riconoscimento che arriva dalle aule di giustizia in merito alla
possibilita' di ricorrere alla diagnosi preimpianto. Ora il compito
della politica e' quello di assumersi la responsabilita' di modificare
la legge. Il Tribunale di Cagliari ha "ordinato" di eseguire questa
tecnica rispondendo alla richiesta di una donna portatrice di talassemia
che vuole sapere prima di impiantare l'embrione il suo stato di salute.
Dai giudici il via libera dopo una lunga serie di ricorsi e una vicenda
emblematica dello stato attuale della fecondazione assistita in Italia:
chi puo' va all'estero (quadruplicato il numero dei viaggi dall'entrata
in vigore della legge 40), chi resta si sottopone a tecniche e divieti
ideologici e tra questi c'e' ancora chi ha voglia di lottare per una
battaglia su cui sono stati spenti i riflettori dell'informazione.
Possiamo delegare ai magistrati la facolta' di decidere se autorizzare
di volta in volta la diagnosi preimpianto, oppure la politica puo'
rialzare la testa dalla sabbia e decidere di modificare una legge che ha
gia' fatto anche troppi danni?
Il 17 ottobre il ministro della Salute Livia Turco sara' in commissione
Affari Sociali a riferire sulla relazione annuale della legge 40 e ad
illustrare le possibili modifiche sulle linee guida della stessa legge.
In quella occasione il ministro dovra' anche rispondere perche' ha
taciuto sulle richieste del Consiglio Superiore della Sanita' di
modifica della legge proprio in merito alla necessita' di autorizzare la
diagnosi preimpianto e del rivedere l'obbligo di impianto degli embrioni.
di Donatella Poretti
deputata radicale della Rosa nel Pugno
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ARTICOLI
- Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali
derivate da aborti
Lettera. In riferimento all'articolo comparso sul numero 14 del 14
settembre 2007 del notiziario Cellule Staminali : "Italia. Angelo
Vescovi: necessari 200mila euro per sperimentazioni su staminali",
gradirei una precisazione.
Nell'articolo (che non riporta l?autore) si fa riferimento alla
imminente e tanto attesa sperimentazione con cellule staminali adulte:
immagino che si parli di cellule umane, visto che la sperimentazione e'
rivolta a pazienti che soffrono di malattie neurodegenerative. Tuttavia
ad oggi non esistono, che io sappia, linee cellulari staminali neurali
adulte umane disponibili per questo scopo, ne' a Terni ne' altrove.
Quindi, a meno che non si stia parlando di utilizzare cellule adulte
derivate da topi (ma a questo punto immagino creeremmo altre
"mostruosità"), presumo si faccia riferimento alle linee cellulari umane
derivate da tessuto nervoso di feti abortiti (per interruzioni di
gravidanza terapeutiche o volontarie) quindi certamente non definibili
?adulte? e, soprattutto, ottenute dalla distruzione di un feto.
Sarebbe importante che queste differenze fossero meglio chiarite, sia
per una questione di conoscenza ma soprattutto per rispetto verso le
persone che magari contribuiranno alla raccolta fondi senza sapere
esattamente cosa stanno finanziando.
Mi domando infatti come coloro che si scandalizzano per la possibilita?
di utilizzare cellule ES umane, per avere le quali lo sviluppo
dell?embrione viene bloccato allo stadio di poche cellule (sia che si
parla di embrioni esistenti -che non hanno alcuna possibilita' di
svilupparsi, sia che si parli di chimere- che non darebbero in ogni caso
origine a nessun mostro visto che parliamo appunto di poche cellule in
una piastra per colture cellulari), possano invece accettare l?utilizzo
di cellule derivate da un feto gia? formato e poi distrutto, soprattutto
se sono convinti che ?La vita e' sacra sin dal suo concepimento e deve
essere tutelata in ogni momento, non manipolata e ne' tanto meno
distrutta? (on. Bianconi).
Distinti saluti
Angela G.
Questa la risposta fattaci pervenire gentilmente da Angelo Vescovi,
condirettore dell'Istituto di ricerca sulle Staminali del San Raffaele
di Milano
Ringrazio l?ADUC per la richiesta e la possibilità che mi date di
fornire un chiarimento importante anche se, a mio parere, pleonastico.
In tutti i miei interventi ho sempre specificato che, nella banca
Staminali Cerebrali di Terni, le cellule da pochi FETI MORTI
SPONTANEAMENTE verranno utilizzate per curare migliaia di pazienti.
Si tratta quindi di cellule staminali cerebrali fetali umane ma da
ABORTO SPONTANEO. Veri e propri sfortunati esseri umani morti per cause
naturali e che donano i loro organi, in questo caso il tessuto nervoso
immaturo, ai pazienti. Non conosco il contenuto dell?articolo pubblicato
sul notiziario ADUC ma si tratta probabilmente di una imprecisione.**
Purtroppo si tende a raggruppare l?insieme delle staminali come
embrionali o, alternativamente, adulte, quando nel secondo caso, come
spiego sempre in tutti i miei interventi, si dovrebbe parlare di
staminali somatiche sia adulte che fetali.
A prescindere da queste sottigliezze, mi ripeto: si tratta di cellule da
feti morti per cause naturali. Il problema etico non si pone anzi, la
morte di un singolo e sfortunato essere umano per cause naturali ed in
età fetale, diventa fonte di speranza per innumerevoli malati.
Faccio presente comunque che il problema etico non si porrebbe anche nel
caso di utilizzo di materiale da aborto procurato. La decisione di
procurare l?aborto viene presa a priori ed a prescindere da quello che
accadra' agli organi del feto, il quale viene espiantato, morendo
all?istante e ben prima che l?estrazione sia completa. A questo punto il
materiale biologico viene normalmente incenerito o comunque distrutto.
Siamo ancora una volta in presenza di un tessuto che proviene da un
cadavere. Questo può essere incenerito (come avviene) o utilizzato per
cercare una cura per molte malattie. Alla società la scelta. Molti
comitati etici di vario orientamento, forse tutti ma non ne ho contezza,
autorizzano l?uso di questo materiale come altamente etico. Sia ben
chiaro, questo si riferisce all?uso del materiale e non all?atto dell?
borto da cui il tessuto deriva.
Deve infatti esser chiaro che l?eventuale utilizzo ai fini terapeutici
di questo materiale fetale da aborto procurato non puo? venire
considerato come incentivo alcuno ad abortire o come une evento che vada
in alcun modo a nobilitare la distruzione di quella che è una vita umana
a tutti gli effetti.
Angelo Vescovi
Università degli Studi Milano Bicocca
Direttore Centro Cellule Staminali, Terni.
Note:
* L'articolo e' stato tratto da lanci di agenzia che parlavano soltanto
di "staminali adulte". A seguito della lettera di Vescovi abbiamo
provveduto a correggere la notizia in questione, sostituendo "staminali
adulte" con le parole "staminali fetali"
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- Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule
Lo pubblica la Fondazione Bioetica ICEB (Instituto de Consulta y
Especializacion Bioetica), ed e' un documento che mette in chiaro il
tipo di "scienza" a cui mira il Governo socialista nominando Bernat
Soria a ministro della Sanita'.
"Cellule staminali embrionali per il trattamento del diabete:
Indipendentemente dal loro valore morale, esiste un indubbio interesse
scientifico nell'ottenere cellule produttrici di insulina a partire da
cellule staminali embrionali, con la finalita' ultima di trattare i
pazienti diabetici. Finora i risultati non sono stati fruttuosi,
giacche', per una ragione o l'altra, lo scopo non e' stato raggiunto.
Tuttavia, recentemente sono stati pubblicati due articoli su Nature
Biotechnology (23; 1534, 2005 e 24; 1392, 2006) del gruppo Baetge, da
cui pareva che l'obiettivo fosse stato raggiunto.
Nel primo lavoro si sono derivate cellule staminali embrionali
nell'endoderma, e nel secondo gli autori sono riusciti a differenziare
l'endoderma in cellule che producono i cinque ormoni che genera il
pancreas: insulina, glucagone, somatostatina, polipetide pancreatico e
grelina, cosi' come cellule esocrine. La difficolta' e' che le cellule
create non producono insulina prima dello stimolo del glucosio, come
fanno le cellule beta pancreatiche, per cui il loro uso nella clinica
umana non sembra possibile. Cio' allontana l'applicazione per curare il
diabete. Indipendentemente dal fatto scientifico, le due esperienze
possono dare luogo a una riflessione sociale. Recentemente e' stato
nominato ministro della sanita' spagnola il dottor Bernat Soria, che ha
avuto una certa notorieta' sociale quando ha informato i mezzi di
comunicazione sociali d'essere riuscito a generare cellule produttrici
di insulina a partire da cellule staminali embrionali di topo. In
seguito, un gruppo di professionisti dell'Universita' di Harvard,
diretti dal prestigioso ricercatore Dougles Menton, in un articolo
pubblicato su Science, sosteneva che le esperienze di Soria, insieme a
quelle di altri tre gruppi che quasi contemporaneamente avevano
comunicato risultati simili, non erano riusciti a produrre insulina.
Vale a dire, Soria non aveva ottenuto cio' che aveva divulgato in modo
cosi' manifesto. Le sue esperienze non erano valide.
Ora, nel recente articolo di Beagle (Nature Biotechnology 24; 1392,
2006), si nota che non viene citato il lavoro originale di Bernat Soria,
pubblicato su Diabetes e si fa riferimento a un altro posteriore (FAEB
J, 19; 1341, 2005) dello stesso gruppo, ma per riferire le differenze
sperimentali che lo connotano, per affermare che esisteva "inefficienza
nella differenziazione delle cellule, basso contenuto di insulina, una
mancanza di fiducia nella differenziazione diretta delle cellule
staminali embrionali e la produzione di cellule produttrici di
insulina", vale a dire, l'unico riferimento ai lavori di Soria e' per
dare un giudizio negativo delle sue esperienze.
Senza dubbio, questa e' una prova in piu' della mancanza di certezza
delle esperienze del gruppo di Soria, qualcosa di molto lontano
dall'idea che ha trasmesso alla societa' sulle esperienze che potrebbero
essere utilizzate per curare il diabete.
La ricerca sulle cellule staminali e' incominciata nel 1961, quando Till
and McCulloch scoprirono che le cellule staminali del midollo osseo
potevano rigenerare la capacita' di produrre sangue di un topo
precedentemente irradiato. Il grande passo successivo e' avvenuto nel
1988, quando sono state scoperte le cellule staminali embrionali umane
(Nature Reports Stem Cells, DOI: 10.1038/Stemcells.53, 12-VII-2007).
Articolo tratto da Camineo.info (trad. di Rosa a Marca)
di Jose' Maria Sanchez
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- Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca
Un giudice statale del New Jersey ha detto che il referendum per
destinare 450 milioni di dollari alla ricerca con le staminali va bene
cosi' come e' scritto. Un'associazione "pro life" aveva fatto causa la
scorsa settimana al Governo del New Jersey affinche' non venisse ammesso
il quesito referendario alle prossime elezioni di Novembre. Secondo
l'associazione, che aveva depositato presso la Corte superiore di Mercer
County un ricorso di 127 pagine, se il quesito fosse approvato, si
aprirebbero le porte alla clonazione umana e ad un aumento delle tasse.
La citazione chiedeva che venisse quindi bloccata la stampa sulle schede
referendarie, cosi' come previste da una legge approvata dal Parlamento
statale.
Ma il giudice Neil H. Shuster ha respinto la richiesta degli
anti-abortisti spiegando che era fuori tempo massimo e che le
argomentazioni erano comunque poco convincenti.
Il presidente del Senato Richard Codey, primo firmatario della legge in
questione (S1091), ha negato che il finanziamento autorizzerebbe la
clonazione riproduttiva umana, e si era per questo dichiarato ottimista
sull'esito della causa. "Questa causa ha le stesse chance di essere
accolta dal tribunale di quelle che ha l'Universita' di Seton Hall di
vincere il campionato nazionale di football senza avere una squadra",
aveva detto Codey. "Qui si sta parlando di salvare vite e trovare cure
per quelle malattie che affliggono la societa'".
"La ricerca scientifica non dovrebbe essere ostaggio del furore
ideologico di pochi", aveva detto il deputato democratico Neil Cohen,
primo firmatario della proposta di legge alla Camera.
Ma Marie Tasy, direttrice dell'associazione contro la ricerca e l'aborto
New Jersey Right to Life, da sempre oppositrice dell'iniziativa
parlamentare, sostiene che il quesito e' vago e non informa gli elettori
sulle possibili conseguenze del loro voto. Fra i pericoli paventati da
Tasy, un aumento delle tasse, il pericolo che corrono le donne che
donano gli ovuli, ed un via libera alla clonazione umana per estrarre
staminali embrionali. "E' ingannevole", ha detto Tasy.
In particolare, i ricorrenti sostenevano che la definizione di
"clonazione" sul quesito autorizzasse "lo sfruttamento di embrioni che
stanno per nascere" per derivarne cellule staminali embrionali. Una
interpretazione che i promotori dell'iniziativa avevano rigettato in
toto: "La causa e' un insulto all'intelligenza dei cittadini del New
Jersey", aveva detto Cohen, ribadendo che il quesito vieta
esplicitamente la clonazione umana riproduttiva.
Il Governatore Jon Corzine, che ha controfirmato la legge che autorizza
il referendum, ha ribadito di essere pienamente a favore del "si'",
bollando la causa come basata su "una argomentazione politica ed
ideologica piuttosto che legale".
I legali dell'associazione anti-abortista hanno detto di non escludere
un ricorso in appello.
di Redazione
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NOTIZIE
- Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto
Trapianti di cellule staminali del sangue (CSS) possono riparare il
tessuto cardiaco danneggiato dall'infarto, e i test effettuati anche se
sono da verificare nel tempo vengono giudicati comunque 'spettacolari'.
I test degli studi condotti nell' istituto di ematologia e trapianti di
Muhouse in Alsazia saranno presentati in occasione di un congresso
internazionale di specialisti che si apre lunedi' nella citta' francese.
Il direttore dell'istituto Philippe Henon ha detto alla AFP che si
tratta di 'una soluzione alternativa molto interessante al trapianto
cardiaco per pazienti vittime di un infarto del miocardio molto grave
con una speranza di vita inferiore ai tre anni'.
La tecnica consiste nel prelevare dal sangue del malato, dopo l'infarto,
alcune staminali del sangue che vengono purificate in laboratorio prima
di impiantarle direttamente nel cuore.
'Occorre un tempo del genere per provare che questo metodo funziona in
modo durevole' ha aggiunto lo studioso che ha evocato 'risultati
spettacolari'.
E' la prima volta che la ricerca viene presentata nella sua metodologia
completa: le CSS umane sono capaci di differenziarsi in cellule del
muscolo cardiaco ed in cellule rigeneranti i piccoli vasi del cuore,
dice il prof. Henon.
'La grossa discussione in corso tra gli specialisti e' di sapere se le
cellule staminali adulte sono in grado di differenziarsi in cellule
cardiache o no' ha detto l'ematologo che lavora anche al New York
Medical College, che ha aggiunto:' noi abbiamo purificato queste cellule
ed abbiamo messo in evidenza al loro interno una sotto- popolazione di
cellule che indiscutibilmente si trasformano in cellule cardiache'. Al
congresso prenderanno parte 300 specialisti provenienti da Europa, Stati
Uniti, Corea del sud e Giappone che utilizzano le staminali per riparare
organi difettosi.
- Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di
staminali emopoietiche
Il gesto di solidarieta' di un donatore di midollo osseo piemontese,
risultato l'unico compatibile tra i quasi 11 milioni di volontari
iscritti nei registri internazionali, ha consentito di offrire una
speranza di guarigione ad un cittadino residente del nord degli Stati
Uniti affetto da una grave forma di leucemia.
Il prelievo -spiega un comunicato della Regione Piemonte- coincide con
il raggiungimento del ragguardevole traguardo di 200 donazioni di
cellule staminali emopoietiche (CSE) a scopo di trapianto eseguite in
Piemonte in 17 anni di attivita'.
Il dato permette cosi' alla Regione di occupare il terzo posto in Italia
nella graduatoria di donazione, dopo Lombardia e Veneto.
'La procedura di ricerca di un donatore -afferma Eleonora Artesio,
assessore regionale alla Tutela della salute e sanita'- e' molto
complessa e richiede un lavoro in stretta sinergia tra strutture e
operatori fattore determinante per il successo del programma. In questa
direzione e' fondamentale l'impegno delle associazioni di volontariato
che si propongono, attraverso campagne di informazione, di favorire la
cultura della donazione'.
Dei 200 donatori piemontesi, la cui eta' media e' 35 anni, 134 sono
uomini, 66 donne. Le donazioni effettuate a favore di un paziente
italiano sono state 133, mentre le altre 67 hanno raggiunto pazienti
prevalentemente in Europa e, in qualche caso, in America.
Fino al 2004 le cellule staminali emopoietiche venivano prelevate solo
dal midollo osseo; dal gennaio 2005, invece, e' possibile utilizzare CSE
prelevate dal sangue periferico con procedura di aferesi (che separa i
diversi componenti, restituendo al soggetto cio' che non si intende
utilizzare).
In Piemonte il sistema e' costituito dal Registro regionale, che ha sede
presso la struttura complessa di Immunologia dei trapianti dell'ospedale
Molinette e dai centri donatori situati presso gli ospedali di
Alessandria, Cuneo, Ivrea, Verbania, Vercelli e Torino, che hanno il
compito di seguire le procedure necessarie all'iscrizione dei pazienti.
Ad essi si aggiunge il centro della Valle d'Aosta.
Il prelievo di midollo e sangue periferico e' effettuato a Torino,
rispettivamente presso l'OIRM e il Centro trapianti divisione Molinette
e il Servizio trasfusionale Molinette e l'OIRM. Completano la rete i
centri trapianto, situati negli ospedali di Alessandria, Cuneo e Torino.
'E' importante potenziare il Registro -dichiara Antonio Amoroso,
responsabile del Centro regionale trapianti- perche' solo quando il
donatore presenta caratteristiche identiche al paziente e' possibile
eseguire il trapianto con elevata probabilita' di successo. Ci auguriamo
che questo importante traguardo possa portare la nostra regione ad
un'importante crescita del numero di volontari'.
- Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali
Si sono trasformate in vasi sanguini e cellule cardiache, le cellule
staminali di nuovo tipo finora sconosciuto isolate nei testicoli.
Riconoscere queste cellule in grado di autorigenerarsi e' facile, grazie
a un marcatore presente sulla loro superficie. Il risultato,
nell'edizione on line di Nature, e' stato ottenuto nei topi ma, secondo
gli autori della ricerca, apre la possibilita' di avere una nuova fonte
di cellule staminali dalle quali ottenere tessuti e organi, una fonte
probabilmente alternativa alle staminali embrionali.
La ricerca e' stata condotta negli Stati Uniti, in collaborazione tra il
Cornell Medical College di New York, il Memorial Sloan-Kettering Cancer
Center e l'universita' di Harvard. Del gruppo, coordinato da Shahin
Rafii, fa parte l'italiano Pier Paolo Pandolfi, dello Sloan Kettering.
A suscitare l'entusiasmo dei ricercatori sulla possibilita' di avere a
disposizione una fonte di staminali adulte potenzialmente flessibile
quanto le cellule embrionali sono sia la facilita' con cui possono
essere riconosciute, sia la loro grande capacita' di autorigenerarsi. La
chiave e' nel marcatore chiamato GPR125, che si trova sulla loro
superficie e che, come una bandiera, permette di riconoscere molto
facilmente le cellule progenitrici degli spermatozoi (spermatogoni) che
sono in grado di moltiplicarsi rapidamente.
Percio' gli studiosi hanno messo a punto un sistema che sfrutta questo
marcatore per generare un grande numero di cellule staminali. E' cosi'
che sono riusciti a trasformare, in provetta, le cellule di questo tipo
prelevate dai testicoli di topo in cellule di altro tipo, come cellule
del rivestimento interno di arterie e vene (epiteliali) e cellule del
muscolo del cuore. La prospettiva, scrivono i ricercatori, e' quella di
avere a disposizione una nuova fonte di cellule staminali, abbondanti,
facili da riconoscere e da isolare grazie al marcatore e cosi' 'fertili'
da rigenerarsi molto facilmente in modo da cambiare il loro destino e
dare origine a tessuti e organi di tipo diverso. Una fonte cosi'
importante da poter diventare, secondo i ricercatori, una possibile
alternativa alle cellule staminali embrionali.
Se alcuni degli uomini sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e
Nagasaki hanno conservato la fertilita' lo devono a quella stessa
riserva di cellule staminali, una riserva protetta da una sorta di culla
di membrane quasi blindata rispetto all'esterno, che la ricerca
pubblicata oggi su Nature indica come la fonte da cui ottenere cellule
dalle caratteristiche molto simili a quelle embrionali.
Per la prima volta, inoltre, si dimostra che una cellula germinale
immatura puo' trasformarsi in tipi di cellule molto diversi, come quelle
di vasi sanguigni e cuore.
'L'esistenza di questa fonte si sospettava fin dagli anni '40, ma solo
adesso si e' riusciti a vederle', dice il direttore scientifico del
Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Alberto Redi, commentando la
ricerca condotta dal gruppo internazionale. 'Il problema era riuscire a
riconoscerle', e adesso si e' risolto grazie al marcatore scoperto dallo
studio internazionale.
La scoperta finora e' stata fatta nei topi, ma il processo di
maturazione segue meccanismi molto simili nell'uomo: cambiano soltanto i
tempi, dai 30 giorni nel topo ai 70 nell'uomo.
Il marcatore, indicato con la sigla GPR125, e' uno zucchero che si trova
sulla superficie della cellula e che viene utilizzato dalle stesse
cellule staminali di questo tipo per comunicare fra loro. Marcatori come
questo, ossia zuccheri o proteine di superficie, potrebbero trovarsi
sulla superficie di tutte le cellule staminali. 'La sfida dei prossimi
anni e' riconoscerli tutti', osserva Redi. 'Esiste probabilmente un
gruppo condiviso di questi marcatori, ma sicuramente ne esiste anche uno
per ogni tipo di staminale'.
Le cellule staminali scoperte nel testicolo sono le capostipiti degli
spermatozoi, sono cioe' le primissime cellule dalle quali parte il
processo di maturazione degli spermatozoi. Proprio per questa loro
importanza costituiscono una riserva protetta in uno speciale comparto
formato da diversi tipi di membrane. Cosi' protetto che a volte riesce a
salvare queste cellule progenitrici sia dai farmaci chemioterapici
utilizzati nelle cure anticancro sia, come e' accaduto a Hiroshima e
Nagasaki, dalle radiazioni delle bombe atomiche.
E' un esperimento 'interessante' e che 'apre nuove strade, ma non ne
chiude altre': cosi' la direttrice del laboratorio sulle cellule
staminali dell'universita' di Milano, Elena Cattaneo, considera la
scoperta delle cellule progenitrici degli spermatozoi.
Secondo Elena Cattaneo bisogna inoltre considerare che 'l'esperimento
descritto su Nature e' stato fatto nel topo' e di conseguenza bisognera'
andare avanti nella ricerca per dimostrare che lo stesso meccanismo
funziona nell'uomo. In altre parole, e' ancora molto lontana la
possibilita' di trasferire alla clinica questi risultati. Un passaggio
che richiede tempi lunghi, secondo Cattaneo, anche considerando che
'queste cellule sembrano generare tumori come le staminali embrionali'
Il lavoro pubblicato su Nature riguarda inoltre la possibilita' di far
differenziare queste cellule progenitrici degli spermatozoi in cellule
del rivestimento dei vasi sanguigni e del muscolo cardiaco. 'Non c'e'
alcuna dimostrazione che queste cellule siano equivalenti a quelle
embrionali', osserva.
'Se anche lo fossero, questa scoperta non chiuderebbe una via', aggiunge
l'esperta. 'Lasciamo lavorare i ricercatori: la scienza e' un'arena
nella quale ci si confronta e c'e' una competizione fra intelligenze
diverse, sara' l'esito delle ricerche a fare la verita''.
'Fede e scienza possono convergere e trovare soluzioni comuni'. Le
senatrici dell'Ulivo Silvana Amati, Emanuela Baio, Fiorenza Bassoli,
Paola Binetti, Colomba Mongello, Simonetta Rubinato, Albertina Soliani,
Anna Serafini commentano cosi' la scoperta, nei testicoli dell'uomo, di
cellule staminali identiche a quelle embrionali che consentirebbero di
ricavare, ugualmente, una sorgente utile alla rigenerazione degli organi.
'Lavoriamo da un anno insieme, confrontandoci anche in modo acceso ma
sempre analitico, con le nostre culture diverse, nella consapevolezza
che il rispetto della vita e della persona sono una premessa
ineluttabile per la ricerca e per trovare terapie utili a curare
patologie che affliggono milioni di persone'.
'La scoperta della sorgente di cellule staminali nell'uomo - concludono
le senatrici dell'Ulivo - e' rappresentativa del fatto che il progresso
medico e scientifico puo' convivere con il rispetto delle diverse e
anche lontane sensibilita' e coscienze'.
"La notizia e' gia' stata riportata precedentemente in un'altra
pubblicazione, ma l'esperimento ha finora funzionato soltanto con le
cellule di topo. Come avviene spesso con la ricerca che riguarda le
cellule animali, la scoperta potrebbe non applicarsi alle cellule
umane". Stephen Minger, direttore del laboratorio di Biologia delle
cellule staminali del King's College di Londra, commenta cosi', come fa
sapere l'Associazione Coscioni, la ricerca pubblicata da 'Nature' sugli
spermatogoni.
Inoltre, aggiunge Minger, "anche se la pratica dovesse riuscire, le
cellule risultanti potrebbero essere molto differenti da quelle dei
topi. Pertanto, tutti i tipi di cellule vanno esplorate in parallelo,
non esiste qualcosa come la cellula perfetta".
- Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno
del Pd
I cattolici del Partito Democratico chiedono rispetto sulle loro
posizioni in merito ai temi etici.
Fermo restando la posizione unitaria sulla laicita' del nuovo soggetto
politico, il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni ha voluto chiarire
alcuni aspetti e rivendicare le proprie posizioni.
"Quel che non intendo per laicita' e' pretendere che qualcuno taccia.
Che la chiesa taccia. Come non accetto che un vescovo dica ai politici
come comportarsi cosi' non accetto che si dica ad un vescovo come fare
la sua funzione". Fioroni e' andato anche oltre ed ha accostato le
battaglie dei cattolici a quelle dei radicali.
"Nessuno mette in dubbio la buona fede dei Radicali quando fanno le loro
battaglie. Cosi' gradirei quando avanziamo le nostre rivendicazioni che
le facciamo perche' ci crediamo e non perche' ce lo dicono i vescovi".
Eutanasia, ricerche su staminali e quant'altro fanno parte dei possibili
terreni di divergenza tra le varie anime del Pd. Le ricette per
superarle sono anche diverse. Fioroni rimarca che "i temi della vita e
della morte asseriscono alla liberta' di coscienza". "Se svincolati da
questa allora questo genera in me una grande preoccupazione".
Fioroni non avra' comunque da preoccuparsi per eventuali scontri con i
Radicali, almeno all'interno della nuova forza politica. I vertici del
costituendo PD hanno infatti escluso dalle primarie Marco Pannella ed
Emma Bonino, leader storici dei Radicali.
- Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del
Lazio
Si e' insediato lo scorso 20 settembre il comitato scientifico
dell'Agenzia di sanita' pubblica del Lazio. Composto da 12 persone tra
ricercatori ed esperti, sara' un organo consultivo che affianchera'
Laziosanita'-Asp nel suo operato.
Previsto sin dal '99, per problemi tecnici e amministrativi la norma che
ne prevedeva l'istituzione era stata disattesa fino a oggi.
Ma ora il comitato scientifico ha finalmente visto la luce, e vanta la
presidenza di un ricercatore italiano migrato all'estero, negli States:
Pier Paolo Pandolfi, docente di medicina e patologia all'Harvard Medical
School di Boston, tra i ricercatori che ha scoperto una sorgente delle
staminali nei testicoli, uno studio che ha guadagnato gli onori della
cronaca proprio in questi giorni. Il ricercatore si dividera' tra gli
Usa e Roma per dare il proprio contributo alla causa.
"Il mio obiettivo e' quello di portare tutto l'entusiasmo della
comunita' scientifica, che sta vivendo cose inimmaginabili, all'interno
di questo comitato. Noi non dobbiamo seguire il 'carro' della ricerca,
piuttosto dar vita a iniziative che trainino questo carro. Abbiamo la
cultura e l'intelligenza per farlo, e i soldi si trovano sempre se le
idee sono buone. Spero che quest'organo si trasformi presto in un motore
di idee, trascinando dietro di se' non solo la Regione, ma l'intera
Nazione".
- Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali
in Usa
Negli anni '70 l'ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu tento', senza
successo, di vendere negli Stati Uniti la medicina 'miracolosa'
Gerovital, con l'aiuto del medico americano di origine romena Alfred
Sapse, accusato lo scorso mese di truffa dalle autorita' romene e Usa.
Ne da' notizia il quotidiano 'Cotidianul'.
Sapse, 81 anni, ha promesso a centinaia di romeni e americani con
malattie incurabili 'guarigioni miracolose' tramite presunte iniezioni
di cellule staminali. Nel novembre 2006, la Food and Drug Administration
(Fda) ha comunicato a Sapse che le sue pratiche mediche non erano
conformi con le norme di sicurezza pubblica statunitensi. Lo scorso
mese, Victor Zotta, presidente dell'Agenzia romena per i trapianti,
dichiarava che Sapse non era autorizzato a condurre simili pratiche.
Secondo 'Cotidianul' l'onorario di Sapse per un'iniezione sarebbe di
5.000 dollari.
Sapse, ex collaboratore della famosa dottoressa romena Ana Aslan, che
invento' il Gerovital, usato nelle cure geriatriche, si laureo' in
medicina nel 1952 a Bucarest e nel '64 emigro' negli Stati Uniti.
Nel 1970 Ceausescu gli propose di vendere il Gerovital oltreoceano.
Sarebbe stato un affare da miliardi di dollari, ma Sapse non ricevette
l'autorizzazione a vendere negli Usa il farmaco, che fu bocciata dalla
Fda. La medicina fu pero' approvata nel 1977 con una legge locale nel
Nevada.
Contattato da 'Cotidianul' nel suo ufficio a Las Vegas, Sapse ha
rifiutato di commentare le accuse delle autorita' romene e americane.
- Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi
'Raccogliamo e ci uniamo all'appello lanciato da Angelo Vescovi nella
convinzione che il lavoro di ricerca e sperimentazione del Centro IBR
San Valentino per la vita di Terni, da lui diretto, rappresenti una
speranza concreta per tanti malati che soffrono di patologie ancora da
esplorare'. Lo dichiarano i senatori dell'Ulivo Luigi Bobba, Paolo
Giaretta e Luigi Lusi che hanno oggi depositato un'interrogazione
rivolta ai ministri Turco e Mussi in cui chiedono 'di intervenire al
fine di risolvere l'impasse in cui si e' venuto a trovare il mondo della
ricerca scientifica italiana e di attivarsi per rimuovere le cause che
hanno portato all'intervento della Corte dei Conti, al fine di
ripristinare, il prima possibile, le condizioni per favorire una ricerca
possibile'. L'interrogazione, di cui primi firmatari sono Bobba,
Giaretta e Lusi, e' anche sottoscritta da molti senatori dell'Ulivo tra
cui Marco Follini, Emanuela Baio, Egidio Banti, Paola Binetti, Benedetto
Adragna, Nino Papania, Giannicola Sinfisi, Pietro Fuda, Lorenzo Ria,
Daniele Bosone, Paolo Rossi, Giorgio Pasetto, Salvatore Ladu, Giovanni
Procacci e Gianfranco Morgando. 'Il centro diretto da Angelo Vescovi, il
cui promotore del progetto e' monsignor Vincenzo Paglia, potrebbe
diventare una delle realta' italiane piu' importanti per una ricerca dai
risultati incoraggianti. La stessa opinione pubblica italiana e i media
si stanno adoperando per realizzare una campagna di raccolta fondi, cui
aderiamo -dichiarano Bobba, Lusi e Giaretta- nella convinzione che quel
Centro vada sostenuto e aiutato, non certo chiuso'. 'Il governo, che ha
messo nel suo programma la ricerca come priorita' ha il dovere di
sostenerla soprattutto laddove essa e' riconosciuta come autorevole e
all'avanguardia. E' questo il caso della ricerca voluta da Vescovi e dal
suo centro che della sperimentazione sulle cellule staminali adulte ha
fatto un punto forte. La ricerca sulle cellule staminali adulte e'
infatti l'unica, fino ad oggi, ad aprire a delle concrete possibilita'
di riuscita, avendo gia' raggiunto risultati sorprendenti nelle terapie
geniche e epiteliali e per la cura di malattie neurodegenerative'.
- Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla
E' una rara malattia degenerativa del sistema nervoso il morbo di Lou
Gehrig che colpisce le cellule (neuroni) che danno impulsi ai muscoli
del corpo. Cosi' il professor Alberto Albanese, neurologo dell'Istituto
di ricerca neurologico Besta di Milano, spiega cio' che si conosce fino
ad ora della sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la malattia che ha
portato a morte Luca Coscioni e Giovanni Nuvoli e che e' stata al centro
di un incontro lo scorso 18 settembre tra alcune associazioni dei
pazienti e il ministro della salute Livia Turco. I neuroni che vengono
colpiti dalla malattia, continua il neurologo, sono sia quelli che
partono dalla corteccia cerebrale e che vanno al midollo spinale, sia
quelli che da quest'ultimo vanno ad innervare i muscoli del corpo.
'Le cause della malattia non sono note', ha spiegato Albanese, 'ma i due
tipi di motoneuroni coinvolti cominciano a degenerare gradualmente in
eta' adulta. Il risultato e' che i muscoli non ricevono piu' comandi e
diventano atrofici.
Purtroppo la malattia e' progressiva e puo' colpire dapprima una mano,
poi un braccio e una gamba fino ad interessare i muscoli della
respirazione e della deglutizione; e fino ad ora non esistono cure
specifiche'.
I ricercatori non hanno trovato ancora un agente specifico responsabile
della malattia: 'sono stati messi sotto accusa prima i metalli pesanti,
poi alcuni solventi, ma non si e' approdato a nulla.
Probabilmente si tratta di una malattia multifattoriale nella quale
esiste una predisposizione individuale e una componente ambientale che
potrebbe dare l'avvio al processo patologico'.
Del morbo di Lou Gehrig, chiamato cosi' dal nome del giocatore americano
di baseball che ne fu colpito a meta' degli anni '60, esiste una forma
familiare e una sporadica.
La genetica offre nuove chiavi conoscitive dei meccanismi che portano
alla degenerazione dei neuroni. Negli ultimi anni sono stati
identificati 4 geni che causano la malattia e uno che predispone alla
malattia. Tuttavia la maggior parte dei casi che vengono segnalati ha
una forma sporadica della sindrome.
Da qualche anno sono in corso a Torino studi sperimentali su un numero
ristretto di malati di Sla che utilizzano cellule staminali mesenchimali
prelevate dal midollo osseo degli stessi malati; le cellule vengono
coltivate in laboratorio e poi trapiantate. A tutt'oggi non vi sono
evidenze di efficacia del trattamento ma le ricerche di laboratorio e
cliniche continuano con la supervisione dell'Istituto superiore di sanita'.
- Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni
Cellule staminali per 'riparare' polmoni malati. Un obiettivo ancora
lontano per l'uomo, ma una nuova frontiera della lotta alle malattie
respiratorie che da oggi e' un po' piu' concreta. All'European
Respiratory Congress di Stoccolma, che riunisce 17.000 esperti, sono
stati presentati infatti i risultati ottenuti da alcuni ricercatori
inglesi (del London's Imperial College) che sono riusciti a impiantare
nei polmoni di topi cellule di polmone sviluppate da staminali
embrionali, che si sono annidate senza problemi. Il che significa,
secondo i ricercatori, che e' possibile riparare anche un organo per
certi versi unico come il polmone con cellule prodotte in laboratorio
grazie alle staminali. 'Il polmone -spiega Sile Lane, che ha presentato
lo studio al Congresso di Stoccolma- e' un organo estremamente complesso
e contiene una grande varieta' di cellule, alcune delle quali hanno un
tempo di rinnovamento piuttosto lento'. Per questo la capacita' di
rigenerare polmoni danneggiati da malattie o incidenti potrebbe aiutare
decine di milioni di persone: basta pensare che le malattie croniche
ostruttive ai polmoni, le cosiddette Copd, colpiscono attualmente 80
milioni di persone in tutto il mondo. I ricercatori inglesi hanno usato
cellule staminali 'marcate' con nanoparticelle di ossido di ferro in
grado di fornire una fluorescenza verde visibile al microscopio. Quindi
le hanno iniettate in due gruppi di topi: il primo normale, il secondo
trattato con una tossina che ha danneggiato l'epitelio polmonare. Due
giorni dopo i topi sono stati soppressi, e i ricercatori hanno usato il
microscopio a fluorescenza per esaminare i loro polmoni e vedere che
fine avevano fatto le cellule impiantate. Erano li', ben piantate nei
polmoni, e in gran parte dei casi avevano colonizzato le aree
danneggiate dell'epitelio polmonare. E, cosa molto importante, non si
erano sviluppate in altri organi, a conferma dell'alto grado di
specializzazione di queste cellule, che attecchiscono solo nell'organo
obiettivo', in questo caso i polmoni. Il prossimo passo, l'uomo: i
ricercatori tuttavia ammettono che 'le applicazioni mediche sull'uomo
sono ancora lontane'. Restano ancora da studiare la precisa natura, la
longevita' e le funzioni delle nuove cellule, e vanno escluse eventuali
tossicita'. Ma intanto Anne Bishop, anche lei del team di ricercatori
inglesi, non esclude l'uso delle cellule epiteliali prodotte grazie alle
staminali per funzioni extracorporee: in sostanza, potrebbero fornire
una sorta di supporto semi-artificiale ai polmoni, in attesa che la
scienza permetta la creazione di un vero e proprio polmone artificiale
impiantabile'.
- Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas
Ricercatori italiani, insieme a colleghi inglesi, hanno identificato e
moltiplicato cellule staminali in grado di riparare le cellule del
pancreas danneggiate dal diabete, riavviando la fabbrica dell'insulina.
Il progetto, condotto in collaborazione dall'Area di Endocrinologia e
diabetologia dell'universita' Campus Biomedico di Roma e dal Centro di
diabete del Queen Mary College di Londra, e' una delle presentazioni del
43esimo Congresso della Societa' europea per lo studio del diabete
(Easd), in corso ad Amsterdam.
I test sono stati per ora "condotti con successo sui topi", spiega
all'ADNKRONOS SALUTE Paolo Pozzilli, direttore dell'Area di
Endocrinologia e diabetologia del Campus Biomedico, augurandosi che "nel
giro di qualche anno si arrivi all'applicazione sull'uomo. E' un
approccio terapeutico al diabete innovativo: una terapia 'naturale', che
non pone problemi etici e di rigetto". Le staminali in questione sono
cellule progenitrici dell'endotelio, prelevate dal midollo osseo dello
stesso paziente a cui, dopo essere state opportunamente trattate,
vengono ritrapiantate. La loro vocazione naturale e' di migrare verso i
tessuti danneggiati e ripararli. Il problema, afferma lo specialista, e'
che "queste cellule sono poche. Per cui vanno isolate e moltiplicate in
laboratorio, per poi essere ritrapiantate nel pancreas dove le cellule
beta, danneggiate dal diabete, non producono piu' insulina".
Il progetto di ricerca, partito da un anno, andra' avanti per altri due
e ha ricevuto, per la parte italiana, i finanziamenti del ministero
della Ricerca. "E' rivolto a identificare cellule progenitrici che
migrando dal midollo osseo possano andare a ripopolare quella parte del
pancreas dove le cellule beta sono state distrutte dal processo
autoimmune dando origine al diabete di tipo 1, quello insulinodipendente".
Uno degli obiettivi, sottolinea, "e' favorire l'identificazione e la
migrazione di queste staminali per la rigenerazione delle cellule beta
che producono insulina, riattivando la fabbricazione di questo prezioso
ormone. Il vantaggio e' che si tratta di una terapia endogena, senza
alcun farmaco. Si prendono cellule autologhe, cioe' dello stesso
paziente a cui verranno ritrapiantate senza possibilita' di rigetto. Si
preparano in vitro e si reiniettano per favorire lo sviluppo di cellule
beta che producono insulina".
L'esperto la definisce "una terapia naturale, che riproduce una
strategia normalmente messa in atto dall'organismo per riparare tessuti
danneggiati. Questo non puo' avvenire naturalmente, perche' le cellule
progenitrici dell'endotelio sono pochissime. Dunque, vanno ampliate in
laboratorio. Ma l'identificazione e il prelievo di queste cellule sono
procedure molto semplici. Tale semplicita' e l'assenza di tossicita' di
questa terapia potrebbero renderne possibile l'applicazione nell'uomo in
un paio d'anni", conclude Pozzilli.
- Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera
Studi contro la morale? No, tutt'altro.
Ricerche fallimentari perche' nelle cellule 'chimera' i mitocondri,
corresponsabili di malattie come il Parkinson e l'Alzheimer, non sono
umani bensi' animali? Inesatto. Chris Shaw, il ricercatore del King's
College di Londra che ha incassato l'apertura del governo Britannico
alla ricerca sugli 'embrioni chimera' risponde alle obiezioni, morali e
scientifiche, sollevate in Italia.
"Sono d'accordo che la scienza non debba superare i limiti della morale
ne' perdere di vista il bene dell'uomo", spiega il neurologo, in Italia
per il convegno internazionale sulla Sclerosi laterale amiotrofica,
organizzato nel week-end a Milano dall'Istituto Mario Negri in
collaborazione con l'Universita' di Tor Vergata: "Pero' bisogna
intendersi su cosa e' accettabile e accettato. Se non si vuole accettare
nessun tipo di ricerca sugli embrioni, allora si deve bandire anche
qualsiasi tipo di contraccezione".
A proposito dei confini morali entro i quali la scienza deve muoversi,
Chris Shaw si chiede: "Quali sono i limiti etici? Gli embrioni generati
con la fecondazione in vitro spesso sono congelati e inutilizzati. Che
fine fanno? In molti casi vengono buttati via, ma e' giusto
distruggerli? E' meglio utilizzarli per la ricerca allora". Comunque,
continua, "gli embrioni che noi creiamo in ogni caso non possono
superare i 14 giorni di vita. Si tratta, a questo stadio, di un piccolo
gruppo di cellule e non di un corpo umano formato. Comunque la scienza
deve essere regolata, su questo sono d'accordo".
Entrando nel merito scientifico delle sue ricerche, a chi sostiene
l'inefficacia di studiare malattie come l'Alzheimer e il Parkinson,
causate tra l'altro da un problema nella catena mitocondriale, con
cellule i cui mitocondri sono animali mentre il nucleo e' umano, Shaw
chiarisce: "Noi inseriamo un nucleo umano in uova di animali (mucche,
conigli). Le cellule animali fanno da ospite e contengono i propri
mitocondri, che pero' costituiscono una percentuale minima delle
proteine che servono allo sviluppo dell'embrione". Inoltre, continua il
ricercatore britannico, "una parte dei mitocondri vengono trasferiti
dall'uomo e, con il passare dei giorni, questi prendono il sopravvento
su quelli animali, perche' hanno una maggiore omologia con le proteine
formate dal nucleo umano. Alla fine quindi l'embrione e' completamente
umano, perche' le cellule umane hanno il sopravvento su quelle animali".
Se, va avanti Shaw, "si utilizzano cellule uovo animali per sviluppare
l'embrione e' solo perche' quelle umane non sono disponibili, sono
troppo preziose e utilizzate per la fecondazione". Dagli embrioni che si
otterranno, conclude, "si ricavano delle cellule staminali che possono
differenziarsi in cellule neuronali ed essere studiate al fine di curare
le malattie neurodegenerative".
- Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100
anni
Toccato il traguardo di 100 anni di aspettativa di vita. Le bambine nate
nel 2007 raggiungeranno la soglia dei 103 anni, mentre i maschietti
venuti al mondo quest'anno potranno guardare ad un'esistenza lunga 97
anni. A garantire lunga vita e di migliore qualita' sono le nuove
conquiste della ricerca scientifica che stanno aprendo frontiere
inedite, specie sul fronte della prevenzione. Cellule staminali, studio
del Dna, genetica, ingegneria genetica sono tra le branche della scienza
da cui infatti arriveranno risposte a gravi patologie come Alzheimer,
Parkinson's, diabete e tumori. E non e' tutto.
Molte sono anche le nuove metodologie per la lotta e la prevenzione a
tante malattie gravi, metodiche messe a punto negli ultimi anni dai
ricercatori di tutto il mondo e che vedono, tra l'altro, i profili
molecolari, il chip del Dna, lo studio di marcatori tumorali.
L'obiettivo e' agire sempre piu' in anticipo per intercettare malattie
gravi e letali in agguato.
A tracciare il quadro con l'ADNKRONOS della crescita delle aspettative
di vita sono due scienziati del Cnr, Delio Mercanti dell'Istituto di
Neurobiologia e Medicina Molecolare del Cnr di Roma ed esperto di
ricerca sulle cellule staminali, e Andrea Angius, genetista e
responsabile del laboratorio Shardna, spin-off dell'Istituto di Genetica
delle Popolazioni del Cnr di Alghero.
Mercanti e Angius spiegano cosi', come appena annunciato anche dall'ex
ministro della Salute e oncologo di fama internazionale, Umberto
Veronesi, i nuovi traguardi della ricerca che ci stanno rendendo
ultracentenari
In questo inizio di nuovo millennio, infatti, l'aspettativa di vita
della nostra specie e' cresciuta di ben 20 anni, contro quella prevista
appena due anni fa, nel 2005, quando, secondo recenti statistiche,
l'aspettativa di vita per le donne era di 83 anni, mentre quella per gli
uomini era di 77 anni. Si conferma cosi' la corsa alla lunga vita
partita nel secolo scorso, quando all'aspettativa di 47 anni del 1900 si
e' passati, nel 1930 a 59 anni, per arrivare, nel 1975 a 71 anni. Prima
del XX Secolo, invece, era stato necessario lo scorrere di secoli per
vedere crescere di pochi anni appena, la possibilita' di vita dell'uomo.
"Grazie alla ricerca scientifica sicuramente l'aspettativa di vita e'
salita ben sopra i 70 anni in questi ultimi tre decenni e, con gli studi
sulla genetica e sulle componenti ambientali, si sta tagliando il
traguardo dei 103 anni per le donne e dei 97 per gli uomini che nascono
nel 2007" conferma il genetista Angius. Lo scienziato quindi ricorda
come la crescita dell'aspettativa di vita dell'uomo oggi si deve
"soprattutto alla prevenzione clinica scaturita da studi della genetica
che ci consentono di individuare con anticipo rischi di contrarre
malattie gravi tra cui obesita' e diabete".
"Oggi si possono individuare malattie complesse grazie ai profili
molecolari ad alta attendibilita'. Negli ultimi due o tre anni sono
anche nate nuove metodiche, come i chip del Dna, che consentono di fare
lo screening del rischio di contrarre alcune gravi malattie, tra cui
molti tumori".
"Negli ultimi 50-60 anni con il progresso della scienza -prosegue
Angius- si e' registrato il vero balzo di crescita di aspettativa di
vita che riguarda i nati dagli anni '50 in poi. Un balzo dovuto anche
alle migliori condizioni igieniche determinate da nuove tecnologie, a
migliori condizioni alimentari e alla nascita di nuovi farmaci sempre
piu' efficaci che, con i vaccini, hanno migliorato le condizioni di vita
dei bambini, abbattendo in tanti Paesi occidentali la mortalita' della
prima infanzia".
Ed a far migliorare la qualita' e la lunghezza della vita dell'uomo
contribuiranno sempre piu' gli studi sulle cellule staminali, "campi di
studio ancora giovani ma sui quali si deve andare avanti". Ne e'
convinto il ricercatore Delio Mercanti, che esorta a non temere le
paventate distorsioni di 'scienziati pazzi'. E di non avere paura
nemmeno dei cosiddetti 'embrioni chimera' perche', dice, "appartengono
alla mitologia e non alla scienza".
"Per embrioni chimera -ricorda il ricercatore- si intende il processo in
base al quale si svuota un uovo di mucca o di pecora e si inserisce in
esso il Dna del paziente. Cosi' si arriva alle staminali senza alcun
rischio di clonare a fini riproduttivi. Sono d'accordo con Veronesi che
in queste situazioni non ci sono rischi di arrivare a centauri piuttosto
che a minotauri o a sirene perche' e' la natura stessa che farebbe
abortire un eventuale sviluppo di embrione".
"Sono inoltre assolutamente d'accordo con l'ex ministro e oncologo di
fama Veronesi sull'importanza di andare avanti nella ricerca sulle
cellule staminali, su quali proprieta' conservano e su come si possono
utilizzare. E c'e' tutto un filone di ricerca di base che sta
consentendo di capire in maggior dettaglio l'uso e l'utilita' delle
cellule staminali" prosegue Mercanti.
Lo scienziato del Cnr, quindi, si dice "favorevolissimo ad usare cellule
staminali embrionali, ma penso anche alle staminali neurali che aprono
grandi prospettive sulle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o
sui tumori cerebrali". "In realta' -sottolinea- si chiamano a torto
cellule staminali embrionali perche' si prende un ovulo di donna, lo si
svuota del patrimonio genetico e vi si inserisce del Dna del paziente
attivando lo sviluppo di staminali embrionali, ma il processo viene
fermato all'inizio e non si crea un embrione, bensi' cellule staminali
terapeutiche per il paziente stesso".
Mercanti, infine, guarda con positivita' ad una diffusione massiccia di
questo tipo di ricerca sulle cellule staminali perche', dice, "per
accedere a risposte importanti il piu' velocemente possibile e'
necessario lavorare in tanti, in una sorta di network che, inoltre,
servirebbe anche da controllore di eventuali 'ricerche pazze'". "Piu' si
agisce in maniera corale -conclude lo studioso- piu' la comunita'
scientifica e' in grado di controllare il metodo e chi lo applica. Basti
pensare ai tanti step di verifica che devono passare le nostre ricerche
prima di diventare pubblicazioni scientifiche riconosciute, prima di
avere valore di scoperta".
- Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari
Il ministro della Salute Livia Turco propone di adottare gli embrioni in
esubero dalle tecniche di procreazione assistita.
'Io penso -ha spiegato dalle pagine di Grazia - e dicendolo spero di non
suscitare scandali a sinistra, che possiamo pensare a rendere adottabili
gli embrioni in esubero. Io riconosco dignita' umana all'embrione.
Dunque ho l'obbligo di trovare una risposta a chi mi chiede conto del
destino di questa vita potenziale. Offrirla in adozione e' un gesto,
forse puramente simbolico, che attesta una posizione chiara'. Secondo il
ministro 'quella di regalare ad altri un embrione che tu non puoi o non
vuoi utilizzare' sarebbe una 'buona idea, al di la' della sua
fattibilita' reale. E' un gesto forte, e insieme un modo per stabilire
un principio etico: non si possono manipolare, bisogna averne cura'. La
proposta di donazione, ai fini di un altro impianto, riguarderebbe
quegli embrioni che non vengono impiantati per ragioni legate alla
salute delle donne o per rifiuto di utilizzo da parte delle stesse. Il
ministro non risparmia anche alcune critiche alla legge 40 sulla
fecondazione assistita. 'Ha il merito di avere stabilito regole certe in
un ambito in cui, prima, tutto era possibile. Detto questo, se mi si
chiede un giudizio emotivo, dico che non mi piace. Perche' sta rivelando
tutti i suoi limiti. La percentuale di successo degli interventi di
fecondazione e' diminuita e sono aumentati gli aborti spontanei, molti
dovuti agli impianti plurimi. Trovo assolutamente crudele, perche'
rischioso per la salute della donna, l'obbligo dell impianto di tutti
gli embrioni prodotti.
Un obbligo dettato dal divieto di congelarli o eliminarli'. Per quanto
riguarda l'interruzione di gravidanza invece, il ministro spiega di
ritenerlo 'un dilemma tanto drammatico che puo' essere dipanato soltanto
dalla donna che lo sta vivendo. La donna che sceglie ha davanti il
tribunale piu' spietato: se stessa. La sua solitudine e' inevitabile.
Dobbiamo fare in modo che chi e' sola non sia lasciata troppo sola' a
partire da un sostegno psicologico.
'Apprezziamo la presa di posizione del ministro Turco. Non e' una
questione di destra o di sinistra, di maggioranza o opposizione
riconoscere la dignita' dell'embrione e dunque dichiarare che si possono
adottare gli embrioni in esubero'. Lo afferma Wanda Ciaraldi dell'Udeur,
responsabile del dipartimento bioetica del partito. 'Chi riconosce
questo - sottolinea Ciaraldi - non e' certo accecato da culture
integraliste, come invece afferma in modo erroneo Rifondazione
Comunista, ma riconosce un principio che trova ampio sostegno anche in
medicina e oramai sempre piu' nella coscienza comune'.
'Finalmente arriva una buona notizia dal dicastero della Salute: il
ministro Turco ha proposto l' adozione degli embrioni in esubero
crioconservati'. Cosi' l'on. Domenico Di Virgilio, capogruppo in
commissione Affari Sociali e Responsabile Sanita' di Forza Italia
secondo il quale il ministro della Salute 'riconosce che si tratta di
esseri umani che vanno rispettati e non distrutti o utilizzati per
sperimentazioni. Vogliamo pero' ricordare al ministro che questa e' una
vecchia proposta del Movimento per la Vita che va diffusa e sostenuta
con convinzione specialmente dagli esponenti del centrosinistra che
sicuramente la contesteranno'.
Va autorizzata la donazione 'sia per l'impianto che per la ricerca
scientifica'. Cosi' Marco Cappato, Segretario Associazione Luca Coscioni.
Per Cappato 'l'utilizzo della parola adozione, ora anche da parte del
ministro Turco, relativamente agli embrioni non impiantabili, e'
doppiamente fuorviante, sia perche' genera confusione rispetto alla
questione dell'adozione di bambini, sia perche' si deve misurare con gli
ostacoli posti dalla legge 40, rispetto alla quale la donazione di
embrioni si porrebbe come vera e propria doppia eterologa, dunque
vietatisssima'.
'Non si puo' dunque aggirare il problema della modifica di una legge -
afferma Cappato - che preferisce far marcire gli embrioni che
utilizzarli in altro modo. Dal momento poi che la possibilita' di
trovare coppie disposte ad impiantarsi embrioni altrui e' tutta da
verificare, e che spesso tali embrioni sovrannumerari sono assolutamente
non-impiantabili, ci auguriamo che il ministro - conclude Cappato - si
voglia anche porre il problema della donazione di quegli embrioni anche
a fini di ricerca. Come associazione Coscioni siamo a buon punto nell'
organizzazione dell'esportazione di tali embrioni verso centri di
ricerca di altri Paesi, nei quali la ricerca scientifica non e' vietata'.
- Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute
madre
Il diritto alla salute della futura madre e quello all'informazione in
funzione della stessa tutela costituzionalmente garantita prevalgono sul
divieto di diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40. Seguendo questa
impostazione interpretativa, il Tribunale di Cagliari ha condannato
l'Asl numero 8 e il primario di Ginecologia dell'ospedale Microcitemico
del capoluogo sardo ad effettuare l'esame rifiutato nel 2005 ad una
donna affetta da depressione per un precedente aborto. La sentenza
emessa dal giudice Maria Grazia Cabitza, pubblicata lo scorso 24
settembre mattina, e' giunta al termine del ricorso presentato due anni
fa da una coppia di Quartu Sant'Elena. Attraverso il legale Luigi
Concas, la coppia ha impugnato l'articolo 13 della legge 40 -che
consente l'analisi sull'embrione solo per finalita' terapeutiche e non
per l'accertamento di eventuali malattie genetiche come nel caso in
questione- sostenendo il contrasto con il diritto alla salute tutelato
dall'articolo 32 della Carta costituzionale.
Il ricorso della coppia di Quartu Sant'Elena contro il divieto di
diagnosi pre-impianto per tutelare la salute della donna era gia'
passato al vaglio della Corte Costituzionale, con istanza d'urgenza
presentata al Tribunale di Cagliari nel 2005. Alla base del ricorso vi
erano le condizioni di salute dell'aspirante madre, affetta da una forte
depressione e da beta-talassemia. Il giudice aveva trasmesso gli atti
alla Consulta, la quale pero' aveva dichiarato inammissibile la
questione di legittimita' perche' non posta correttamente. Tra le righe,
la Corte aveva lasciato intendere che il caso dovesse essere affrontato
con processo ordinario, facendo scattare un secondo ricorso depositato
la scorsa primavera.
Ora l'Azienda sanitaria numero 8 e il primario del reparto di
Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale Microcitemico di Cagliari,
Giovanni Monni, dovranno effettuare la diagnosi sull'embrione
crioconservato: la donna ha gia' subito la fecondazione medicalmente
assistita e "congelato" l'embrione.
Secondo il legale della coppia Luigi Concas, "la sentenza accoglie una
soluzione interpretativa gia' adottata dalla Corte costituzionale: il
giudice ha ritenuto di privilegiare il diritto della donna alla salute e
all'informazione sulle future condizioni di salute del nascituro, alla
luce dei principi costituzionali". Il legale ha sottolineato come anche
il pubblico ministero si sia affiancato alla coppia nella richiesta di
ordinare la diagnosi pre-impianto sulla base dell'impugnazione
dell'articolo 13 della legge 40/2004. In subordine, la donna aveva
chiesto nuovamente la remissione degli atti alla Corte costituzionale.
Ma il giudice Cabitza ha preferito accogliere la prima istanza e imporre
la diagnosi sull'embrione, per conoscerne eventuali malattie genetiche.
E' 'molto positiva' la sentenza del tribunale di Cagliari che da' il via
libera alla diagnosi pre-impianto su un embrione congelato di una coppia
portatrice di talassemia: il giudizio e' di Andrea Borini, presidente
dei Cecos Italia (Centri italiani di fecondazione assistita).
La sentenza, ha osservato, 'e' decisamente positiva per le coppie
portatrici di patologie gravi, come l'anemia mediterranea o la fibrosi
cistica'. Adesso, secondo l'esperto, bisognera' vedere che cosa
accadra': 'bisognera' capire - ha precisato - se questa sentenza rende
di fatto possibile la diagnosi preimpianto solo a pazienti con embrioni
congelati o anche su embrioni freschi'. La coppia portatrice di
talassemia che aveva richiesto l'autorizzazione due anni fa si trovava
infatti in una situazione di stallo. Resta anche da capire, ha detto
ancora, che cosa accadra' se dalla diagnosi dovesse risultare che
l'embrione e' affetto dalla talassemia: 'in quel caso - si chiede Borini
- dovra' essere ricongelato in attesa che in futuro siano messe a punto
delle cure?'.
Tuttavia, ha concluso, 'e' comunque evidente che la sentenza di oggi e'
un piccolo passo verso la speranza che in futuro questi interventi
possano essere fatti'.
'Nel caso di Cagliari appare evidente la finalita' eugenetica, non si
comprende come il tribunale possa motivare una scelta contra legem. Non
e' vero che in qualche modo la legge 40 prevede la diagnosi genetica
preimpianto sugli embrioni umani, e' vero esattamente il contrario: la
legge 40 vieta la diagnosi genetica preimpianto anche se non la menziona
espressamente'. E' questo il giudizio dall'associazione Scienza & Vita a
margine del dibattito sollevato dalla sentenza del Tribunale di
Cagliari. Quanto affermato dall'Associazione emerge da una lettura
attenta della legge 40, da cui si evince 'il principio di destinazione
alla nascita di ogni embrione generato in provetta'.
Infine l'associazione afferma che 'la pretesa di superare il problema
della legittimita' costituzionale della legge 40 non ha fondamento
alcuno. Anzi, tale pretesa e' in se' incostituzionale, tenendo conto dei
precedenti pronunciamenti della Consulta in materia di tutela della vita
del concepito'.
'A chi oggi canta vittoria dopo la sentenza di Cagliari raccomando
massima prudenza: la diagnosi preimpianto e' proibita dalla legge 40 e
un giudice non puo' certo contraddire una norma dello Stato'. L'ha
sottolineato la responsabile Udc per la Famiglia, Luisa Capitanio Santolini.
'Mi riservo di leggere il testo nella sua interezza - ha spiegato la
deputata Udc - ma faccio notare come, al di la' di quanto possano voler
dire certe sentenze di tipo ideologico, la legge 40 funziona cosi'
com'e' strutturata, come confermano i dati del ministero della Sanita''.
'La genitorialita' consapevole trae un respiro di sollievo dalla
sentenza che riconosce la diagnosi reimpianto. Viene ribadito che i
diritti dei cittadini sono validi sulla base del disposto costituzionale
e non possono essere annullati da una legge con tratti confessionali'.
L'ha sottolienato il consigliere regionale socialista Maria Grazia
Caligaris (Sdi-Rnp, segretaria della Commissione Diritti Civili.
'C'e' voluto un po' di tempo - ha aggiunto Caligaris - ma e' evidente
che quando sono state avanzate critiche e perplessita' sulle limitazioni
imposte ai portatori di malattie genetiche non si trattava di
farneticazioni. Oggi e' stato indicato un percorso. Adesso diventa
urgente una modifica alla legge in modo da garantire pari opportunita'
per tutti'.
'Il ministro della Giustizia verifichi le cause che hanno indotto il
Tribunale di Cagliari ad accogliere una richiesta di selezione degli
embrioni ignorando il fatto che in Italia l'eugenetica e' vietata.
Mastella ci faccia sapere domani al Question Time in Aula se per caso il
sistema giurisprudenziale italiano sia stato sostituito con il Common
Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice'.
Lo ha dichiarato il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', in
relazione alla sentenza di ieri del Tribunale di Cagliari che ha accolto
la richiesta di eseguire la diagnosi preimpianto sugli embrioni ottenuti
con la fecondazione in vitro.
'Premesso che la sentenza e' ancora tutta da verificare - ha
sottolineato l'esponente centrista - rimane la gravita' del dato
politico: siamo di fronte a una sentenza palesemente influenzata
dall'ideologia radicale e sinistroide, in aperta violazione della legge
40 e della Costituzione'.
'I contrasti nella giurisprudenza relativi alla Legge 40 in materia di
procreazione 'dovranno essere certamente seguiti con attenzione allo
scopo di verificare la necessita' o meno di interventi di carattere
legislativo, ma che ad oggi non mi sembra evidenzino, atteggiamenti
abnormi o deliberate elusioni'. Lo ha affermato il ministro della
Giustizia Clemente Mastella rispondendo al question time alla Camera al
deputato Luca Volonte' (Udc) sulla vicenda dei due coniugi di Cagliari
che hanno proceduto ad una diagnosi pre-impianto per la fecondazione
assistita'.
Mastella ha detto di non ritenere possibile, come ministro, di entrare
nel merito della vicenda ma ha ribadito di considerare la decisione del
giudice, illustrata in 26 pagine, come il 'frutto di uno studio
approfondito e sofferto della vicenda e non certo di una sbrigativa
valutazione. La sentenza e' comunque soggetta a impugnazione e non
manchero', nel rispetto delle prerogative della magistratura, di seguire
con attenzione l'ulteriore corso sia nella fase requirente che giudicante'.
La materia 'e' delicatissima', ha ribadito il ministro, assicurando che
seguira' gli sviluppi della vicenda di Cagliari.
Mastella ha, comunque, sottolineato che 'non possono esserci incertezze
sul valore supremo della vita e della dignita' umana in tutte le fasi
del suo sviluppo e la Legge 40 del 2004 rappresenta a tale fine uno
strumento essenziale, sulla cui rigorosa applicazione occorre vigilare
con il piu' assoluto rigore'.
'E' gravissimo che un Tribunale, come quello di Cagliari, bypassi una
legge dello Stato ed una pronuncia della Corte Costituzionale decidendo
di disapplicare la legge 40: il ministro Mastella dovrebbe inviare
subito un'ispezione'. Lo afferma la senatrice Maria Burani Procaccini,
responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia.
La legge 40 'ha superato l'esame della Consulta - ha spiegato Burani -
ma questo evidentemente non vale per i giudici di Cagliari. Sono
indignata per un comportamento procedurale e sostanziale che mortifica
le prerogative del Parlamento e che viola una legge approvata e passata
anche attraverso un referendum abrogativo'.
'Per fortuna, un elemento di buon senso'. Questo il commento di Emma
Bonino, ministro per il Commercio Internazionale, alla sentenza che a
Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto.
'Questa sentenza - ha precisato a Milano il ministro, rispondendo alle
domande dei giornalisti a margine della conferenza inaugurale del
Bioforum - apre pero' la porta ad altre domande: in particolare, quando
la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni
per problemi che il cittadino puo' avere, e' possibile impedire a questo
cittadino l'accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di
qualunque tipo? Io credo che la liberta' del cittadino, in questo caso,
vada salvaguardata. Quindi - ha concluso Emma Bonino - spero che questa
sentenza riapra questo tipo di discussione'.
'L'urgenza di una riforma della legge 40 non puo' essere ulteriormente
rimandata ed e' per questo che chiediamo subito la calendarizzazione
delle proposte di riforma di questa assurda legge proibizionista, anche
attraverso i disegni di legge che gia' da tempo abbiamo depositato in
Parlamento'. Cosi' in una nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo
rispettivamente segretario e vice segretario dell'associazione Luca
Coscioni.
'La notizia della decisione del Giudice di Cagliari - affermano - riapre
un dibattito che molti volevano far sopire'.
'Ribadiamo, come Associazione Coscioni, - concludono gli esponenti
radicali - l'intenzione di proseguire l'accurata informazione alle
coppie con problemi di fertilita' dei centri esteri in cui e' possibile
ricevere un'assistenza oggi vietata in Italia e siamo pronti ad aiutare
legalmente le coppie che volessero sollevare questioni di
costituzionalita' sulla legge 40'.
'Siamo di fronte ad una pericolosissima deriva eugenetica che ci vede
nettamente contrari. Ancora una volta nel nostro Paese la magistratura
tenta di opporsi e sovrapporsi alle decisioni dei rappresentanti del
popolo. Le leggi, in una democrazia parlamentare, si cambiano nelle aule
del parlamento e non nelle aule di giustizia'. Questa e' la
dichiarazione di Isabella Bertolini, presidente dell'associazione
'Valori e Liberta', a seguito della sentenza di Cagliari.
'La sentenza di Cagliari -prosegue l'onorevole - disattendendo le
disposizioni della legge 40, crea un pericoloso precedente. Da oggi non
soltanto una legge votata dal Parlamento e confermata con referendum
dagli italiani viene di fatto aggirata ma, circostanza ancora piu'
grave, si afferma la liceita' di una aberrante selezione artificiale di
embrioni'.
"La sentenza di Cagliari e' veramente senza precedenti, nel senso che
l'interpretazione dei magistrati non puo' prevalere sul divieto di
diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40 sulla fecondazione
assistita. Questo il commento della senatrice Laura Bianconi capo gruppo
di Forza Italia in commissione Igiene e Sanita' a seguito della sentenza
del Tribunale di Cagliari che ha ordinato, di fatto, all'ospedale
Microcitemico del capoluogo sardo di violare palesemente la legge. Mi
auguro che alla luce di quanto e' accaduto - continua Bianconi - il
ministro Turco dia presto risposta alla mia mozione, sottoscritta da
molti senatori della Cdl, in cui tra i vari punti le si chiedeva di
impegnarsi nel dare una piu' opportuna e puntuale informazione che
sgombri il campo da qualsiasi operazione demagogica volta a scavalcare e
a discreditare la legge 40 e quindi a permettere che vi possano essere
altre sentenze di questo tipo che ignorano con assoluta arroganza una
legge dello Stato invece di applicarla."
"Non si possono applicare le leggi in base ai propri convincimenti,
bisogna applicarle in base a quello che la legge dice". Lo afferma il
professor Girolamo Sirchia, ex ministro della salute, autore delle linee
guida della legge 40 sulla procreazione assistita. "Non ho visto la
sentenza e parlarne senza averla davanti puo' essere sorgente di errore,
ma se come pare il magistrato ha concesso lo screening preimpianto
dell'embrione che era congelato (peraltro non so come, perche' dalla
legge 40 congelare gli embrioni e' vietato), evidentemente e' andato
contro quanto prescritto dalla legge 40 e specificato dalle linee guida
previste, e quindi se e' cosi' l'atto non e' ammissibile ed esigerebbe
un intervento da parte del consiglio superiore della magistratura".
"La sentenza, molto importante, conferma le obiezioni principali alla
legge 40: quella di incostituzionalita', perche' per legge non si puo'
imporre o vietare il ricorso ad un intervento medico e, di conseguenza,
quella di inefficacia rispetto alle stesse finalita' terapeutiche che la
legge si propone". Lo afermano dopo la sentenza di cagliari in una
nota,le senatrici Prc-Se Maria Luisa Boccia, Giovanna Capelli, Erminia
Emprin Giardini e Tiziana Valpiana. "Dopo la relazione del Ministro
della Salute dalla quale sono emerse gravi contraddizioni
nell'attuazione della legge - ricordano le senatrici di Rifondazione -
questa sentenza e' uno stimolo a riaprire urgentemente, nel Paese e nel
Parlamento, la questione della modifica della legge 40. Non e' corretto
quanto dichiarato dal Comitato "Scienza e Vita" sull'ordinanza della
Corte Costituzionale del 24 ottobre 2006.
La Corte infatti non si e' pronunciata sul merito della legittimita', ma
sulla inammissibilita' del ricorso, perche' andavano impugnati insieme
all'art.13 sulla diagnosi preimpianto, anche gli altri articoli della
legge coerenti con questo divieto; - concludono le parlamentari - noi
pensiamo, e l'abbiamo gia' sostenuto, che l'ordinanza rinvii a un
problema di impianto costituzionale della legge nel suo complesso".
"Non sono un giurista ne' un teologo, ma tutelare l'embrione col divieto
di diagnosi preimpianto e permettere poi l'aborto anche a me e' parsa
una contraddizione della Legge 40" . Lo dichiara il segretario della
Democrazia Cristiana per le Autonomie, senatore Gianfranco Rotondi.
'La sentenza del Tribunale di Cagliari sulla diagnosi reimpianto in caso
di talassemia e' illegittima, contraria alla legge e apre le porte alla
selezione eugenetica. La legge 40 prevede infatti il divieto di diagnosi
reimpianto per evitare che si arrivi alla selezione eugenetica di
hitleriana memoria'. Lo afferma il senatore della Lega Nord Massimo
Polledri.
'La sinistra che esulta per questa sentenza - continua Polledri - cerca
di reintrodurre la pratica vigente a Sparta, alla faccia della
solidarieta' e del buonismo che spesso sbandiera a favore dei piu'
deboli. Non ci possono essere leggi da applicare ed altre da
interpretare, secondo convenienza. Il ministro Turco deve venire al piu'
presto in Commissione Salute a riferire'.
'Non e' la legge 40 a dover essere riformata bensi' la sentenza del
Tribunale di Cagliari'.
Lo dice il senatore Rocco Buttiglione, presidente dell'UDC, in merito
alla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha consentito la diagnosi
preimpianto su un feto.
'A prescindere da qualunque valutazione di merito, il pronunciamento di
quei giudizi viola chiaramente la separazione dei poteri fra legislativo
e giudiziario, facendo venire meno i fondamenti dell'ordine
democratico. Un giudice non puo' fare un bilanciamento di valori
costituzionali e poi dichiarare incostituzionali alcune disposizioni di
una legge approvata dal Parlamento. Se ritiene che una norma sia
incostituzionale il giudice puo' fare solo una cosa: investire del
problema la Corte Costituzionale'.
'La Corte Costituzionale, peraltro, del problema era gia' stata
investita ed aveva dato un parere diverso da quello del giudice di
Cagliari. Il giudice di Cagliari pone nel nulla tutti i principi che
reggono lo stato di diritto. Cosa fa il ministro della Giustizia? Non si
lasci intimidire, faccia fino in fondo il suo dovere'.
'La politica non puo' essere miope e deve modificare una legge che ogni
giorno dimostra di essere inapplicabile e che e' stata fatta partendo da
un forte pregiudizio ideologico contro le donne'. Lo sostiene Chiara
Moroni, parlamentare di Forza Italia.
'Ancora una volta - prosegue Chiara Moroni - con la sentenza del
tribunale di Cagliari, emergono le incongruenze della legge 40. Bisogna
intervenire per correggere un testo che pone il nostro Paese fuori dalla
comunita' scientifica internazionale'.
'In sostanza si tratta di eugenetica'. Questo e' il commento alla
sentenza del tribunale di Cagliari di Wanda Ciaraldi, responsabile del
dipartimento bioetica dell'Udeur.
'La selezione degli embrioni non e' prevista dalla legge 40 - prosegue
Wanda Ciaraldi - dunque non capiamo come e perche' si sia arrivati ad
una sentenza del genere. Non si puo' scegliere se effettuare un impianto
a seconda se l'individuo e' sano o malato. Se avviene questo si compie
un atto eugenetico'.
'Le coppie che desiderano avere figli in presenza di malattie genetiche
vanno sostenute e aiutate nella realizzazione di questo grande desiderio.
Ma alla legge 40 non si possono chiedere risposte che non puo' dare'.
Cosi' le senatrici dell'Ulivo Emanuela Baio e Paola Binetti, che
aggiungono: 'La presenza delle malattie genetiche richiede a nostro
avviso una legge ad hoc che avvii una ricognizione di questo tipo di
malattie su tutto il territorio nazionale'.
'E' necessario in questo senso - aggiungono Baio e Binetti - avere il
coraggio di calendarizzare in fretta il Disegno di legge che gia' esiste
e che permetterebbe di guardare la questione con la saggezza politica e
intellettuale che un tema tanto delicato richiede. E' solo affrontando
la questione in modo mirato e con un esame approfondito che si potranno
trovare le risposte adeguate'.
'La sentenza di Cagliari che impone ai medici di eseguire la diagnosi
preimpianto a un embrione di genitori ad alto rischio di malattie e' un
atto di civilta' conforme alla Costituzione italiana e nel rispetto
dell'ordinamento'. Cosi' la Consulta di Bioetica Onlus di Milano.
'Il tribunale di Cagliari - continua la nota della Consulta milanese -
ha mostrato coraggio rispondendo alle esigenze della gente e superando
la ritrosia del giudice costituzionale che lo scorso anno ha evitato di
pronunciarsi nel merito con una decisione pilatesca aumentando le
difficolta' di migliaia di cittadini che necessitano di garanzie per la
salute dei propri figli'.
Secondo la Consulta di Bioetica 'la decisione mette a profitto i margini
previsti dall'ordinamento e si pone come esempio per altre sentenze tese
a ricollocare la legge 40 nei suoi confini costituzionali, almeno nei
limiti del possibile'.
L'organismo milanese invita infine la classe politica 'a por mano con
urgenza alla riforma della legge 40 che resta una normativa socialmente
inaccettabile e profondamente lesiva dei diritti umani e costituzionali'.
'Sono ansioso di leggere le motivazioni che hanno spinto un giudice di
Cagliari ad esprimersi in senso contrario ad una legge dello Stato
permettendo la diagnosi preimpianto su un embrione'. Questa e'
l'affermazione di Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza italia alla
Commissione affari sociali della Camera e responsabile nazionale del
dipartimento sanita' di Forza Italia 'E' agghiacciante che si possa
decidere che solo un embrione sano ha il diritto di vivere - prosegue
l'onorevole - gettando via l'embrione che potesse presentare delle
anomalie genetiche, e se questa non e' eugenetica ditemi che cos'e',
visto che il fine e' quello di eliminare dal principio eventuali
embrioni malati a rischio di eliminare anche embrioni sani'. .
'L'articolo 13 della legge 40 proibisce la diagnosi preimpianto sugli
embrioni - conclude Di Virgilio - ma mi chiedo per quale motivo, se si
temeva il rischio di avere un figlio talassemico, non si e' proceduto
prima del processo fecondativo ad una diagnosi sui gameti femminili e
maschili, che la stessa legge 40 consente'.
"Sulla sentenza di Cagliari Mastella non ha nulla da dire?". Lo chiede
Alfredo Mantovano (An) secondo il quale "da tempo una parte della
magistratura italiana interpreta un ruolo militante, di ostilita' verso
leggi dello Stato che ritiene ideologicamente sgradite. E' stato cosi'
per la legge Fini Bossi, sommersa da ordinanze di legittimita'
costituzionale e da decine di concrete disapplicazioni, dopo che in piu'
riunioni gruppi di toghe "impegnate" avevano concordato di sabotarla".
"Mi chiedo se la sentenza di Cagliari non rivela identica attenzione con
riferimento alla legge 40.
Non essendo stato possibile abrogarla con il referendum e in assenza di
interventi della Corte costituzionale, si prova a distorcerla in un caso
specifico, capovolgendo un principio - quello del divieto di selezione
eugenetica - che invece la legge medesima sancisce senza incertezze. Il
ministro della Giustizia, che mostra tanta solerzia nell'esigere il
rispetto della deontologia del magistrato (non dappertutto e non allo
stesso modo, ma certamente in quel di Catanzaro) - conclude Mantovano -
non ha nulla da dire al riguardo?".
"Finalmente si inizia a sgretolare il muro di ipocrisia etica costruito
attorno alla legge 40. Resta l'amarezza nel constatare che a farlo sia
stata una sentenza, di grande spessore civico oltre che giuridico, e non
un intervento del legislatore". Cosi' Michele Bordo, deputato
dell'Ulivo, commenta la notizia che il Tribunale di Cagliari ha
autorizzato la diagnosi preimpianto degli embrioni congelati di una
coppia di talassemici.
Un tema che lo stesso Bordo aveva affrontato, suggerendone la soluzione,
in una proposta di legge, presentata il 14 novembre 2006, recante
'Disposizioni per l'estensione della disciplina della legge 19 febbraio
2004, n. 40, alle coppie afflitte da malattie genetiche'.
'L'obiettivo della proposta era e resta il miglioramento della legge
-aggiunge Bordo- con l'obiettivo di rimuovere il maggior numero degli
ostacoli posti all'utilizzo delle tecniche di procreazione e
fecondazione assistita".
"Nel caso specifico, i beneficiari dell'intervento legislativo sono le
coppie afflitte da gravi malattie genetiche, alle quali e' negato
l'accesso alle tecniche previste dalla legge 40, destinata
esclusivamente alla risoluzione dei problemi riproduttivi derivanti
dalla sterilita' o dalla infertilita'. Queste stesse tecniche, al
contrario, potrebbero essere utilmente utilizzate -prosegue Bordo- per
effettuare le analisi, 'pre-concezionali' sugli ovociti materni cosi' da
individuare ed eliminare quelli in cui si manifesta il danno genetico
che provoca la malattia".
"Cio' consentirebbe, dunque, di fecondare in vitro gli ovociti sani e di
impiantarli seguendo le ordinarie tecniche di procreazione assistita.
L'applicazione delle tecniche di fecondazione assistita garantirebbe
interventi preventivi volti a ridurre l'incidenza di malattie come la
talassemia, la fibrosi cistica, l'anemia falciforme, l'autismo, la
distrofia muscolare, la sordita' ereditaria o un'altra qualsiasi delle
4.000 malattie genetiche individuate da medici e ricercatori".
"Per eseguire le diagnosi preimpianto -continua il deputato dell'Ulivo-
le coppie afflitte da malattie genetiche sono costrette ad andare
all'estero, con il risultato che arrivano a pagare anche 11.000 euro per
questo tipo di analisi. A maggior ragione dopo la sentenza del Tribunale
di Cagliari, Governo e Parlamento non possono rimanere ancora
indifferenti rispetto a questo tema -conclude Michele Bordo- e accettare
passivamente anche la conseguente emarginazione dell'Italia all'interno
della comunita' scientifica e medica europea".
'L'accoglimento da parte del giudice di Cagliari della richiesta di una
coppia portatrice di talassemia di accedere alla diagnosi pre-impianto
afferma quella che dovrebbe essere una ovvieta' gia' riconosciuta in
tutti i Paesi europei: nessuno puo' impedire ad un altro di venire a
conoscenza del proprio stato di salute e nessuno puo' decidere sulla
salute altrui'. Lo afferma una nota dell'associazione onlus Hera di Catania.
'Non possiamo non essere soddisfatti del fatto che dopo tre anni
dall'ordinanza del giudice di Catania, Felice Lima, che negava l'accesso
alla diagnosi pre-impianto alla coppia di Catania - affermano l'avvocato
Maria Paola Costantini e l'avvocato Nello Papandrea, del collegio di
difesa dell'associazione Hera - finalmente un giudice ha avuto il
coraggio di evidenziare una corretta lettura costituzionale del diritto
delle coppie portatrici di malattie genetiche'.
Questo e' avvenuto grazie al coraggio della coppia e a fronte di una
classe politica e di un Parlamento che e' stato totalmente immobile'.
L'associazione annuncia che intende 'riprendere da subito l'iniziativa
per cambiare la legge o almeno per farla attuare nel modo piu' corretto,
tutelando quindi il diritto alla salute' e che valutera' 'l'avvio di
querele nei confronti di coloro che 'continuano ad accusare di volonta'
eugenetica le coppie portatrici di malattie genetiche'.
'La legge 40 va cambiata. E' una legge ipocrita, empia, spietata': lo
afferma il vicepresidente del Senato, Gavino Angius, che chiede al
governo e alla maggioranza di 'non perdere altro tempo e riscriverla'.
'La giusta decisione del Tribunale di Cagliari, di permettere l'analisi
dell'embrione prima del suo impianto per evitare la nascita di un essere
umano con gravissimi danni permanenti, cosi' duramente contestata dalla
Cei - sottolinea Angius - ha messo in evidenza ancora una volta, quanto
disumana e crudele sia questa legge 40'.
Angius la definisce una legge 'non degna di un Paese civile, scritta
ignorando deliberatamente le applicazioni pratiche di scoperte
scientifiche tese a tutelare la vita e la salute della persona umana,
approvata dalla Cdl per compiacere la gerarchia vaticana'. Secondo il
vicepresidente del Senato, 'il giudice anteponendo il diritto alla
salute della persona, la felicita' della coppia e la serenita' della
famiglia, ha preservato valori umani che dovrebbero essere considerati
universali, essenziali e condivisi'.
Angius, che fa ancora parte della Sd ed e' promotore di un appello per
la nascita di un Partito per il socialismo europeo, sostiene che 'c'e'
del sadismo nell'applicare una legge sapendo che essa produrra' dolori e
sofferenze individuali, cosa che nessuna appartenenza di fede puo' in
alcun modo giustificare'.
'Come puo' la Cei ignorare tutto questo?' si chiede Angius, che lamenta
anche il fatto che 'l'approvazione di quella legge e' avvenuta
calpestando la laicita' dello Stato'.
La legge 40 sulla fecondazione artificiale va riscritta, secondo la
parlamentare Rosalba Cesini (Pdci), che in una nota definisce 'gravi' le
critiche mosse dalla Cdl alla sentenza del tribunale di Cagliari che ha
dato il via libera alla diagnosi preimpianto sull'embrione di una coppia
portatrice di talassemia.
'Che il centrodestra attacchi un giorno si' e l'altro pure la
magistratura non e' una novita', ma e' davvero grave - rileva Cesini in
una nota - che esponenti della Cdl arrivino a bollare di 'sovversivismo'
anticostituzionale la sentenza del Tribunale di Cagliari. Questa
sentenza, in verita', pone in evidenza la necessita' di modificare
radicalmente la legge 40'. Secondo Cesini 'la legge 40 e' una norma
crudele e ingiusta poiche' attacca pesantemente il diritto
all'autodeterminazione delle donne. Di fronte a questa realta' il
Governo deve essere conseguente e riscriverla'.
Don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Comunita' Papa Giovanni
XXIII, interviene sulla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha
consentito la diagnosi preimpianto degli embrioni per una coppia di
talassemici e ribadisce che il diritto alla vita di 'un cucciolo d'uomo'
non puo' essere tolto da nessun Tribunale.
'Invitiamo i genitori biologici - esorta don Benzi - ad amare il loro
figlio: qualunque sia il suo stato di salute e' e sara' per loro un dono
stupendo. Tuttavia qualora non si sentissero di accoglierlo diciamo loro
che ci sono gia' un papa' e una mamma pronti a rigenerarlo nell'amore.
Chiediamo quindi allo stesso Tribunale di preservarne la vita rendendolo
adottabile'.
'Mentre l'Italia si fa giustamente paladina della moratoria contro la
pena di morte anche nei confronti di chi compie crimini efferati,
perche' - conclude il presidente dell'associazione - condannare a morte
una vita innocente?'.
Si dovra' aspettare almeno un anno prima di procedere alla diagnosi
preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari sull'embrione di una
coppia portatrice di talassemia. E' questa l'attesa prevista dal biologo
Francesco Fiorentino, del laboratorio Genoma, che ha condotto una prima
diagnosi preimpianto in un centro di Istanbul sull'embrione della stessa
coppia che, risultato sano, nel frattempo e' gia' stato trasferito in
utero e la gravidanza e' in corso.
Alla luce della situazione attuale, non sara' Fiorentino ad eseguire la
diagnosi preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari e 'il centro
che la eseguira' non e' ancora stato individuato', ha aggiunto. La
diagnosi, che richiede 24 ore, potra' comunque essere fatta soltanto
quando la coppia sara' disponibile per una nuova gravidanza. Per
l'analisi, infatti, e' necessario scongelare l'embrione. 'I punti
interrogativi - ha osservato il biologo - sono tanti: dopo lo
scongelamento, bisognera' verificare se l'embrione sopravvivra''. In
caso positivo, e se l'embrione risultera' sano, potra' essere
immediatamente trasferito in utero; se invece risultera' affetto da
talassemia e' difficile prevedere che cosa potrebbe accadere: 'secondo
la legge 40 - ha detto Fiorentino - dovrebbe essere trasferito, ma e'
anche vero che la donna puo' rifiutare l'impianto. In quest'ultimo caso
l'embrione dovra' essere nuovamente congelato'.
Il bambino che la coppia sta aspettando, ha concluso Fiorentino, e' il
risultato della decisione di fare la diagnosi preimpianto all'estero,
dopo avere ricevuto due rifiuti in Italia.
Anche nella Cdl, con il senatore del Pri Antonio Del Pennino, si levano
voci che chiedono di modificare la legge sulla procreazione assistita.
'Con tutto il rispetto per monsignor Betori - osserva Del Pennino -
vorrei preliminarmente osservare che la Corte costituzionale non si era
mai pronunciata sulla legittimita' costituzionale della norma contenuta
nella legge 40 che vieta la ricerca clinica sugli embrioni, ma si era
limitata a dichiarare inammissibile il ricorso per motivi procedurali.
Conseguentemente il tribunale di Cagliari non poteva essere vincolato da
una pronuncia del giudice delle leggi'. 'Essendo state affermate dalle
linee guida che la donna non puo' essere costretta ad un impianto coatto
e' evidente - sottolinea Del Pennino - che non si puo' imporre il
trasferimento in utero dell' embrione malato. Oltretutto per la diversa
previsione esistente qualora si procedesse all' impianto dell' embrione
malato sarebbe sempre possibile il ricorso all'aborto'.
Secondo il senatore della Cdl, che con altri sei esponenti dell'
opposizione ha presentato un ddl di modifica della legge, 'cio'
evidenzia l'assurdita' di questa norma contenuta nella legge 40 al pari
di molte altre previsioni della stessa legge e rende urgente un
intervento correttivo del Parlamento'.
'Si rende quindi urgente un esame del mio ddl insieme ad analoghi
provvedimenti proposti da altre parti politiche' conclude Del Pennino
che dice di voler chiedere al presidente della commissione Sanita'
Ignazio Marino di porre al piu' presto all'ordine del giorno della
Commissione i disegni di legge di revisione della legge 40.
CEI,SENTENZA CAGLIARI CONTRO C.COSTITUZIONALE - La sentenza che a
Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto, per il
segretario della Cei, mons. Giusppe Betori 'e' una sentenza in netto
contrasto con quanto ha disposto la Corte Costituzionale sullo stesso
argomento'.
'Trovo molto strano -ha osservato Betori durante la conferenza sul
consiglio permanente dei vescovi- che un giudice possa emettere una
sentenza che contrasta' con le leggi e con i pronunciamenti della Corte
Costituzionale. La sentenza di Cagliari, ha commentato il vescovo, 'non
fa riferimento a fonti normative, pensavo che i giudici applicassero le
leggi, e che l'interpretazione fosse supportata dall'organo supremo,
cioe' dalla Corte costituzionale'.
LEGALI COPPIA: CONSULTA NON HA BOCCIATO NULLA - La Corte Costituzionale
non ha bocciato nulla'. Ha cosi' replicato alla presa di posizione della
Cei l'avv. Luigi Concas, difensore della donna il cui ricorso e' stato
accolto ('perche' sussistono giusti motivi') dal giudice del Tribunale
civile di Cagliari.
'La Corte Costituzionale, con sentenza n. 369 del 2006, si e' limitata
-ha spiegato il legale, uno dei piu' noti penalisti sardi e docente di
Diritto Penale- a dichiarare l'inammissibilita' della questione proposta
dal tribunale di Cagliari soltanto perche' l'ordinanza di riemissione
conteneva il riferimento anche a norme della legge 40 non impugnate e
pertanto non e' entrata nel merito della questione'.
'Affermare che la Corte Costituzionale si sarebbe pronunciata contro la
richiesta di diagnosi di preimpianto e' frutto di una grossolana bugia,
agevolmente smentibile con la lettura della sentenza pronunciata dalla
Corte il 24 ottobre 2006'.
L'avv. Concas ha osservato che sulla questione la dottrina e' divisa,
con una parte degli studiosi che sostengono la liceita' della diagnosi
di preimpianto e una parte orientata in senso contrario. 'Ho chiesto al
Tribunale civile in primo luogo di privilegiare la soluzione
interpretativa favorevole, come e' poi avvenuto, sollevando, se non
l'avesse accolto, questione incidentale di legittimita' costituzionale'.
Il difensore ha reso noto che la sua assistita -che e' in attesa della
nascita di un figlio dopo essersi sottoposta a fecondazione assistita in
Turchia- gli ha confermato che 'desidera ardentemente' sottoporsi a
diagnosi di preimpianto per un secondo figlio.
'Abbiamo appoggiato la legge 40 e non c'e' alcuna intenzione da parte
nostra di tornarci su'.
'Per fortuna in Italia i giudici non rispondono ancora ai vescovi, ma
solo al diritto. La foga con cui Monsignor Betori condanna la sentenza
di un tribunale a favore di chi vuole un figlio e' del tutto fuori
luogo'. Questa e' la dichiarazione di Gloria Buffo della Sinistra
democratica.
'La normalita' di un paese laico - prosegue l'onorevole - in Italia e'
un miraggio; deve diventare un obiettivo da perseguire seriamente'.
'Con le parole di Monsignor Betori, che riguardo alla legge sulla
procreazione assistita ha dichiarato che 'non c'e' nessuna intenzione da
parte dell'episcopato italiano di ritornare su di essa per una
revisione', abbiamo capito che le leggi le fa la Cei e non il
Parlamento'. Questa la dichiarazione in una nota di Lanfranco Turci,
vice-capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera. 'L'avevamo vagamente
intuito durante l'elaborazione e l'approvazione della legge 40 -
prosegue l'onorevole. Ora ne abbiamo la conferma testuale. A Monsignor
Betori, che richiama il giudice di Cagliari al rispetto delle legge,
vorremmo ricordare l'obbligo anche per l'episcopato italiano di
rispettare la costituzione'.
'L'intervento ufficiale del Vaticano sulla sentenza del Tribunale di
Cagliari attraverso il Segretario generale della Cei Giuseppe Betori
rappresenta di fatto un'istigazione all'aborto'. Lo affermano in una
nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo rispettivamente segretario
e vice segretario dell'associazione Luca Coscioni.
'Se il Vaticano pretende di impedire una diagnosi preimpianto
dell'embrione - sostengono - va da se' che costringe la donna ad una
diagnosi prenatale sul feto e di conseguenza l'ultima scelta possibile,
l'aborto terapeutico'. 'Come sul caso di Piergiorgio Welby - concludono
gli esponenti radicali - in nome di un'astratta idea della Vita
attaccano i Tribunali italiani e pretendono di dettare interpretazioni
Costituzionali, in aperta contraddizione anche con i patti concordatari'.
Eugenetica? Non scherziamo: tra la salute psicologica e fisica della
madre e la salute del Vaticano, io non ho dubbi, scelgo la prima.
Questa l'opinione del 'pioniere' della provetta il ginecologo Carlo
Flamigni per il quale la sentenza del tribunale di Cagliari e' "equa,
s'ispira alla sentenza con cui alla fine degli anni '70 la Corte
Costituzionale riconobbe il diritto alla tutela della salute di chi e'
gia' persona rispetto al diritto alla tutela della salute di chi persona
ancora deve diventarlo". E questa sentenza precedette la legge sull'aborto.
Insomma, nella sentenza del Tribunale di Cagliari non c'e' alcun
riferimento dell'eugenetica? "Per carita': del resto come fa una donna a
conoscere le condizioni di salute dell'embrione se non attraverso
un'indagine genetica pre-impianto? E questa, per me, non e' eugenetica:
e' - conclude Flamigni - scegliere tra la tutela della salute,
psicologica e fisica, della donna oppure la salute del Vaticano, io non
ho dubbi".
- Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione
staminali cordonali
Riceviamo e pubblichiamo
Dal Notiziario ADUC n. 147, 31.08.0 abbiamo appreso che da parte di
SMART Bank, società di origine inglese, a Roma vengono organizzati corsi
gratuiti per genitori sul tema del prelievo, conservazione e utilità
delle cellule staminali cordonali. .
Nella presentazione di questi corsi si fa riferimento alla raccolta del
sangue cordonale da tempo effettuato in molti Ospedali italiani a favore
delle Banche Pubbliche in modo volontario e gratuito, sottolineando però
che manca un?informazione corretta sul tema e che i centri di raccolta
sono insufficienti e infine che la legislazione italiana vigente nega la
?inalienabile libertà di ciascuno di decidere se accedere alla donazione
o alla conservazione privata, oltre che la libertà per i privati di
operare con correttezza accanto al sistema sanitario pubblico,
nell?ambito di un sistema certificativo serio ed efficiente allineato
alla normativa comunitaria?.
Come Associazione delle Donatrici di Sangue di Cordone
Ombelicale(ADISCO), attiva sul territorio nazionale fin dal 1995, da
sempre ci sta a cuore l?informazione corretta e scientificamente fondata
sul tema. A questo scopo abbiamo un sito internet (www.adisco.it) che
informa sulla possibilità di donare in tutte le regioni italiane. Sul
sito si possono inoltre trovare i numeri di telefono con i quali
mettersi in contatto. Alcune regioni , tra cui il Lazio
(www.adiscolazio.it), hanno inoltre un proprio sito dove è possibile
trovare una gran quantità di informazioni e documenti.
ADISCO collabora da sempre, supportandone continuativamente l?attività,
con le società scientifiche più importanti in questo campo e ne segue le
indicazioni per quanto riguarda le modalità di raccolta, trasporto e
conservazione delle cellule staminali del sangue. L? associazione si
adopera per rendere possibile e più estesa la raccolta del sangue
cordonale su tutto il territorio nazionale e collabora a tal fine con le
Banche che le Regioni hanno istituito per conservare le cellule
staminali donate liberamente o raccolte perché ?dedicate? per la
presenza in ambito familiare di malattia suscettibile di beneficiarsi di
un trapianto. Per tutto questo non viene addebitato nessun costo alla
famiglia del piccolo donatore.
Sia le istituzioni scientifiche mediche che le istituzioni europee non
incoraggiano il banking autologo, ossia la conservazione per uso proprio
delle cellule staminali del cordone. (Vedi Dichiarazione pubblica
sull?utilità della conservazione autologa del Sangue di Cordone
Ombelicale del WMDA (World Marrow Donor Association) - 25 maggio 2006, e
l?Opinion Paper 19 ?Ethical Aspects on Cord Blood Banking?) di un gruppo
di esperti dell?Unione Europea - 16 marzo 2004 - facilmente reperibili
in internet).
La posizione di ADISCO ha fondamenti scientifici e etici:
- Al momento non vi è alcuna indicazione per un uso terapeutico autologo
delle cellule staminali cordonali. Ricerche promettenti nel campo della
medicina rigenerativa sono in atto, ma nella maggior parte di queste
vengono utilizzate altre fonti di cellule staminali, in modo particolare
quelle che in ogni momento possono essere prelevate dal paziente stesso.
- Non si conosce la funzionalità delle cellule staminali dopo una
criopreservazione di molti anni o decenni. Ci potrebbero essere problemi
di continuità nel tempo dei programmi di conservazione o riguardo alla
reperibilità del donatore/ricevente. Inoltre si avrebbe bisogno di
enormi magazzini per la criopreservazione di tutto questo materiale.
- Dal punto di vista etico risulta inaccettabile pensare che verrebbe
introdotta una medicina di discriminazione sociale, dato che soltanto
famiglie con adeguata disponibilità finanziaria potrebbero permettersi
la conservazione del sangue cordonale inseguendo ipotetiche possibilità
di cura verso future, potenziali malattie.
Perchè la raccolta di sangue cordonale sia corretta bisogna inoltre
sapere che, come per la raccolta di sangue in generale, esistono criteri
di esclusione. Inoltre, dei prelievi effettuati, soltanto un terzo ha
volume e cellularità sufficienti per essere utilizzato per trapianto.
Gli altri prelievi donati, che non rispondono ai criteri di qualità e di
quantità stabiliti per la conservazione, vengono utilizzati per la
ricerca in istituzioni pubbliche, che aiutano a comprendere sempre
meglio come ?funzionano queste cellule?.
Non è vero che le unità raccolte dalle Banche pubbliche non possano
essere utilizzate dal donatore stesso o dalla sua famiglia.
Infatti, come detto precedentemente, una donazione volontaria a favore
della banca passa subito a ?riservata? qualora nella famiglia del
donatore si manifestasse una patologia che potrebbe essere curata con un
trapianto. Dato il complesso sistema delle compatibilità, è stato
stimato che circa il 97% dei donatori sarebbe in grado di ritrovare il
proprio cordone.
ADISCO continuerà a fare ogni possibile sforzo affinché la raccolta del
sangue cordonale venga inserita in un programma specifico promosso dal
Servizio Sanitario Nazionale e perché la comunità dei cittadini, con le
donne come protagoniste, mantengano e coltivino la cultura della
donazione come atto di solidarietà sociale per il beneficio di tutti ed,
in particolare, per tutti i malati in attesa di trapianto.
Maria Cristina Tirindelli
Presidente ADISCO LAZIO ONLUS
Johanna Preiswrek
Segreteria ADISCO LAZIO ONLUS
- Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso
Una 'pioggia' di critiche, 'pochezza di risultati', 'scarsa
informazione', 'gestione unilaterale' e, tra l'altro, poco 'rispettosa
del regolamento vigente', si abbatte a nove mesi dalla sua nomina sul
Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, il Cnb, Francesco Paolo
Casavola alla vigilia di una riunione di chiarimenti.
Estensori del 'cahier de doleance', raccolto dal settimanale 'Left', in
edicola venerdi', tre componenti il Cnb, Carlo Flamigni, Demetrio Neri,
Gilberto Corbellini e il Presidente della Consulta di Bioetica, il
bioetista Maurizio Mori.
In una lettera indirizzata a Casavola i tre componenti il Cnb mettono
sotto accusa proprio "le modalita' di gestione": il loro timore e' che
"penalizzino valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la
stessa dignita' culturale e politica di quelli che Lei personalmente
tende a privilegiare". E, "con l'auspicio che si possa addivenire a un
chiarimento, Le elenchiamo i fatti che ci hanno indotti a manifestarLe
la nostra insoddisfazione".
Quindi Mori: "sarebbe bello che la politica cominciasse a riannodare i
rapporti con la societa' civile partendo proprio dall'etica con una
profonda riforma del Comitato Nazionale per la Bioetica, la cui azione
sembra rispecchiare la trista situazione della politica: invece di esser
esempio di riflessione intellettuale ai massimi livelli mostra di esser
rivolto alla mera propaganda di tesi precostituite fatta anche a
discapito della correttezza".
Ecco i fatti controversi riportati nella lettera da Flamigni, Neri e
Corbellini.
Il primo: "la nomina del prof. Dallapiccola rappresentante del Comitato
nella commissione incaricata di rivedere le linee guida della legge
40/2004, effettuata senza consultare -come prassi vorrebbe- in alcun
modo il Cnb e senza comunque comunicarne l'avvenuta nomina, come
regolamento prescrive, all'assemblea". I tre si riferiscono alla
Commissione presieduta dal Presidente del CSS, il Consiglio Superiore di
Sanita', Francesco Cuccurullo che ha dato un suo parere sulle
linee-guida della legge 40.
"Al di la' dell'inappropriatezza politica della scelta ovvero di
nominare in quella commissione il presidente del comitato 'Scienza e
Vita', a destare preoccupazione in noi e' stata anche la modalita' con
cui Lei ha gestito in plenaria le richieste di chiarimenti: un goffo
tentativo di negare l'evidenza avallato anche dal prof.Dallapiccola reso
ancor piu' goffo dalla successiva lettera di scuse che Lei ha inviato al
prof. Corbellini, il cui contenuto non lascia altra alternativa che
pensare che l'intera vicenda sia stata gestita con deplorevole
superficialita'".
Prosegue la lettera: "coloro tra i firmatari della presente che sono
stati componenti di precedenti Cnb desiderano anche aggiungere di non
aver mai udito da parte del Presidente i toni minacciosi e intimidatori
che Lei ha usato senza motivo nei riguardi del Professor Corbellini".
Il secondo fatto: "la modalita' piuttosto irrituale con la quale Lei ha
indicato i professori Bompiani Marini Dallapiccola come membri di una
commissione congiunta Cnb-Cnbb dedicata allo stoccaggio delle cellule
staminali. Da sempre e senza che nessuno ne debba sollecitare il
rispetto prassi vuole che in questo tipo di nomine venga rispettato il
pluralismo di idee e posizioni e quindi non si capisce perche' Lei abbia
privilegiato, di nuovo, tre esponenti del Cnb di analogo orientamento (e
sempre afferenti a Scienza e Vita) trascurando di includere - notano i
tre - un esponente di diverso orientamento e che aveva manifestato la
sua disponibilita', la Professoressa Monica Toraldo di Francia".
Il terzo: "la nomina effettuata senza consultare l'assemblea e senza
comunicare alcunche', del prof. Marini come delegato italiano presso il
Forum dei comitati etici dei paesi dell'Unione Europea. Consideriamo del
tutto inopportuna questa nomina perche' la rappresentanza del Cnb presso
organismi internazionali e' uno dei compiti fondamentali del Presidente,
che puo' certo, come talora e' avvenuto in passato, farsi rappresentare
a questa o quella riunione da un delegato ( e non necessariamente uno
dei vice-presidenti) in caso di momentaneo impedimento: ma una delega
"perpetua" alla stessa persona potrebbe essere interpretata, a livello
europeo, come una mancanza di considerazione e di rispetto per
quell'Istituzione, cosi' indebolendo di fatto il prestigio del Cnb nel
consesso europeo".
La lettera cosi' continua: "dopo che Lei aveva garantito che il Cnb non
sarebbe stato strumentalizzato da nessuna parte e aveva sfidato alcuni
di noi a verificare la Sua imparzialita', dobbiamo amaramente constatare
che si sono invece avverate le previsioni di coloro che presagivano un
uso strumentale delle mozioni, volto a far risultare come espressione di
tutto il Cnb alcune posizioni di parte". E cosi' concludono i tre:
"Egregio Presidente, i firmatari della presente lettera ritengono che
non sia piu' dilazionabile un serio dibattito, in seduta plenaria, su
questi fatti che, verificatisi in un cosi' breve arco di tempo, si
stenta davvero a considerare casuali. Cio' che ci muove, le assicuriamo,
e' solo il desiderio di salvaguardare il Cnb da ogni possibile
strumentalizzazione di parte". Ed "e' per questa ragione, tra l'altro, -
concludono i tre - che abbiamo ritenuto inopportuno chiedere
preventivante l'adesione di altri membri del Cnb a questa lettera, che
comunque viene sottoposta all'attenzione di tutti".
Tra i fatti controversi, Mori ne segnala uno: l'opportunita' di una
Mozione che condannasse la compravendita o la cessione di ovuli
annunciata dalla stampa internazionale nel febbraio scorso.
"Il 13 luglio il Cnb ha approvato al riguardo due mozioni a maggioranza
-17 si', 9 no, 4 astenuti e 10 assenti. Nel sito del Governo, pero' non
c'e' alcuna indicazione di questo aspetto cosicche' e' come se si fosse
avuto l'unanimita'.
Possibile che il Cnb non garantisca il rispetto minimo dei diritti della
minoranza di comparire? Che fiducia puo' dare un Comitato che trascura
quest'aspetto di elementare correttezza?".
Ed ancora, "quello esaminato e' solo un esempio: chi osservi l'operato
del Cnb non puo' non rimanere perplesso per la pochezza dei risultati e
l'alto tasso di litigiosita' dovuto all'intransigenza di quei cattolici
che vogliono del Cnb la succursale o l'altoparlante del Sant'Uffizio: il
paese invece ha bisogno di un Cnb che agisca con trasparenza e
dinamicita' per infondere fiducia alla gente.
Aspettiamo un segnale forte in questo senso".
- Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato
di distrofia
Una donna in gravidanza ha chiesto e ottenuto che il cordone ombelicale
della propria figlia fosse conservato e destinato a una ricerca di cura
per il fratello, affetto da distrofia muscolare. E' avvenuto
all'ospedale Sant'Anna di Como nei giorni scorsi e reso noto il 25
settembre dalla Direzione generale della principale struttura
ospedaliera comasca. Appena nata la bambina, le ostetriche e i medici
del reparto di Ostetricia e Ginecologia hanno prelevato e congelato il
cordone ombelicale e inviandolo subito a Milano con dichiarata,
esplicitata finalita': le cellule saranno utilizzate per una ricerca
mirata, destinata alle cure dello zio della bimba. La legge ammette la
donazione dedicata solo in casi particolari, comunque in via eccezionale
rispetto al principio generale che prevede la libera cessione del
cordone ombelicale in forma anonima, generica e non indirizzata (come
nelle donazioni di sangue o di organi: non stabiliamo ne' conosceremo
mai i destinatari). Ma seguendo un percorso normativo specifico (anche
oneroso dal punto di vista burocratico e delle procedure da mettere in
atto), la cui base di partenza e' che un proprio congiunto sia colpito
da malattia genetica, e' possibile finalizzare ad personam la donazione
del cordone. "Da un lato e' la conferma di un ospedale, il nostro,
all'altezza delle nuove aspettative e capace di mantenersi
all'avanguardia scientifica", dice il Direttore generale Roberto
Antinozzi. "Ma cio' che piu' conta e' che episodi del genere possono
contribuire a creare una giusta consapevolezza riguardo al tema delle
donazioni". Si tratta del terzo caso di 'donazione dedicata' al Sant'Anna.
- Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia
Pubblichiamo il seguente articolo di Anna Campaniello, apparso su
Corriere di Como il 25 settembre scorso
Il termometro sul grande contenitore custodito nel laboratorio indica la
temperatura interna, meno 197 gradi centigradi. Visto dall'esterno, non
sembra altro che un congelatore come tanti altri. Sotto il coperchio si
nasconde però quella che potrebbe rivelarsi una speranza di vita per
oltre 4mila bambini. Una speranza che si materializza in centinaia di
piccole sacche di cellule staminali, ciascuna contrassegnata da un
codice a barre che identifica il 'proprietario' di quel prezioso
liquido. Il congelatore è il cuore pulsante della Swiss Steam Cells
Bank, una vera e propria banca delle cellule staminali, aperta dal 2005
a Lugano, all'interno del Cardiocentro Ticino. In meno di due anni, a
questa struttura si sono affidati oltre 4mila genitori, in gran parte
italiani. Di questi, un'ottantina sono comaschi. Coppie che hanno scelto
di varcare il confine per effettuare una procedura vietata dalla legge
italiana, la conservazione del sangue del cordone ombelicale a uso
personale. In pratica, si tratta di crioconservare le cellule staminali,
raccolte al momento del parto, e di metterle a disposizione del paziente
stesso in caso di malattie del sangue, forme tumorali o altre patologie
che potrebbero essere curate con successo con l'ausilio di queste
preziose particelle. Il materiale organico viene conservato dalla Swiss
Steam Cells Bank per almeno vent'anni e il costo dell'operazione è di
circa 1.900 euro.
"I nostri utenti sono nella maggior parte dei casi italiani -spiega
Luciano Gilardoni, della direzione della banca delle staminali di
Lugano- Si rivolgono al nostro centro perché in Italia non è possibile
conservare le staminali a uso personale ma solo fare una donazione
volontaria in forma anonima. Le richieste ci arrivano da ogni parte
della Penisola, ma soprattutto dalla zona di confine e da Milano. A Como
l'adesione è ancora abbastanza contenuta".
I genitori che si rivolgono alla banca delle staminali sono soprattutto
coppie giovani, con un buon livello di istruzione, a volte con casi di
malattie del sangue o altre gravi patologie in famiglia. "Nella maggior
parte dei casi si tratta di nuclei assolutamente normali - dice
Gilardoni - Naturalmente c'è qualche personaggio famoso che ha scelto di
congelare le cellule del figlio, ma perlopiù i nostri clienti sono
coppie della classe media, persone che sono convinte di fare un
investimento importante per il futuro dei propri figli. Molti fanno un
sacrificio per sostenere questa spesa, qualcuno addirittura ci chiede la
possibilità di pagare a rate".
Un sacrificio giustificato, almeno secondo il direttore scientifico
della banca di Lugano, Gianni Soldati. "Innanzitutto ci sono terapie
consolidate effettuate con le cellule staminali per la cura di malattie
del sangue, leucemie e linfomi in particolare - dice l'esperto - La
scienza però in questo senso è in continua evoluzione. In Germania ad
esempio stanno utilizzando queste cellule per la rigenerazione del
muscolo cardiaco, mentre in Austria stanno curando con successo il
problema dell'incontinenza in età adulta e negli Stati Uniti
l'attenzione è concentrata sulle cellule del pancreas che producono
insulina. Non illudiamo nessuno e non vogliamo dare false speranze, ma
sicuramente è un dato di fatto che si stiano aprendo molte porte in
fatto di nuove terapie".
In Italia, la stragrande maggioranza delle cellule staminali contenute
nel cordone ombelicale vengono letteralmente buttate via, smaltite come
rifiuti speciali dagli ospedali. La donazione volontaria, gratuita e
anonima di questo sangue è sempre possibile, ma meno del 10% dei
neogenitori compie questo gesto. Al Sant'Anna, lo scorso anno, su circa
1.800 parti le sacche di sangue raccolte e inviate alla banca
specializzata di Milano sono state una cinquantina.
"Non entro nel merito della scelta tra donazione volontaria oppure
conservazione a uso privato - sottolinea Soldati - Non ho paura a dire
però che mi sembra un'assurdità che oltre il 90% di questo patrimonio di
cellule staminali vada sprecato, buttato via come un rifiuto quando
potrebbe trasformarsi in una speranza di cura, di guarigione, di vita
migliore per tanti pazienti. Penso che si faccia davvero troppo poco per
sensibilizzare su questo tema e che questa possibilità sia ampiamente
sottovalutata".
L'interesse delle coppie italiane verso la conservazione delle cellule
staminali però sta aumentando, tanto che la Swiss Steam Cells Bank sta
ampliando i propri laboratori e guarda già al futuro.
"Il prossimo passo è lo sviluppo di terapie sull'uomo - conclude Soldati
- Abbiamo appena terminato la realizzazione di una 'camera bianca', una
sorta di laboratorio di produzione delle cellule staminali, considerate
in questo caso come veri e propri farmaci. Entro la fine dell'anno
pensiamo di essere in grado di avviare un protocollo specifico riferito
alla cura del cuore".
Nel laboratorio accanto, una biologa ha terminato la preparazione
dell'ennesima sacca della speranza. Milioni di cellule staminali pronte
a essere depositate nel congelatore. Per preservare quel patrimonio, il
sangue viene portato gradatamente alla temperatura finale, quei 197
gradi che possono conservare intatte tutte le caratteristiche uniche di
quelle 'cellule jolly' potenzialmente in grado di riparare i più
svariati tessuti dell'organismo. Un investimento sul futuro, depositato
assieme alla speranza di non averne mai bisogno.
- Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm
Alan O. Trounson, un pioniere australiano della fecondazione artificiale
e della ricerca con le staminali embrionali, e' stato nominato
presidente dell'Istituto per la medicina rigenerativa della California
(Cirm).
Il Cirm, che ha a disposizione 3 miliardi di dollari per la ricerca con
le staminali, e' stato creato nel 2004 con un referendum popolare
(Proposition 71).
Trounson, che ha fondato l'Australian Stem Cell Center presso la Monash
University nel 2003, e' stato nominato all'unanimita' dal consiglio
d'amministrazione del Cirm. Il suo mandato avra' inizio a gennaio 2008.
Nel frattempo dovra' lasciare il suo laboratorio, trasferirsi in
California, per un salario di circa 475-490 mila dollari l'anno.
- Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo
presidenziale su embrioni
L'Istituto nazionale della Salute (Nih) ha cominciato ad applicare
l'ordine esecutivo con cui il presidente George W. Bush ha ordinato ai
suoi scienziati di esplorare nuove fonti di cellule staminali
pluripotenti "senza la creazione di embrioni a fini di ricerca o la
distruzione, lo scarto o danneggiamento di embrioni umani o feti".
L'ordine esecutivo impone al segretario della Salute, Michael Leavitt,
la promozione di quella ricerca che faccia a meno di embrioni umani.
"Il Nih ha sviluppato una strategia solida ed ambiziosa per far avanzare
la ricerca sulle cellule staminali pluripotenti e per generare piu'
opportunita' in questa area critica", ha detto Leavitt. "Spero
sinceramente che queste misure possano accelerare la scoperta di nuove
cure e trattamenti".
- Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche
private del cordone
Dalla Camera giunge una prima apertura alla realizzazione di biobanche
per la conservzaione delle staminali del cordone. Lo evidenzia Donatella
Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno e segretaria della
Commissione Affari Sociali: 'Oggi (ndr, 27 settembre) la Commissione
Affari Sociali ha espresso parere favorevole al decreto ministeriale con
cui e' stata recepita la direttiva europea per uniformare a livello
comunitario gli standard di qualita' e sicurezza delle cellule e dei
tessuti (2004/23/CE). Nel parere oltre a sottolineare favorevolmente la
possibilita' della donazione autologa contemplata dal decreto (fino ad
oggi vietata dalle ordinanze ministeriali prima Sirchia e poi Turco) si
sollecita il Governo perche' 'si preveda di includere tra gli istituti
di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti
privati'. In pratica sono state accolte le obiezioni che all'epoca aveva
sollevato il ministro per le Politiche Comunitarie Emma Bonino. Il
decreto firmato dal ministro della Salute Livia Turco era infatti
formalmente corretto, come aveva sottolineato il ministro Bonino
nell'apporre la sua firma, ma gia' vecchio.
Non cogliendo l'occasione per normare la conservazione autologa delle
cellule e dei tessuti, pratica che sara' il futuro della medicina
rigenerativa da qui a pochi anni, limitando a regolamentare l'atto della
donazione pubblica. Un ulteriore limite politicamente inspiegabile era
quello sulla natura giuridica delle biobanche.
La direttiva europea nulla diceva sulla natura giuridica dell'ente che
effettua il servizio di banca dei tessuti, sia esso pubblico, statale,
privato, profit o noprofit. Il decreto invece contemplava solo il
pubblico e il privato noprofit. Una scelta che appariva non
condivisibile, arbitraria ed eccessiva rispetto alla normativa che si
occupa, come noto, di 'norme di qualita' e sicurezza' per il
funzionamento delle biobanche. La natura giuridica dell'ente non puo'
essere di per se' garanzia di sicurezza, qualita' ed efficienza
nell'erogazione di un servizio all'interno del sistema sanitario
nazionale, mentre il Ministero della Salute e' certamente in grado,
anche con gli strumenti normativi forniti dalla direttiva, di valutare
qualita', efficienza, utilita' e correttezza dell'agire degli istituti
di tessuti, attraverso norme oggettive e condivise a livello europeo.
Pertanto, per aderire alla direttiva europea, evitare di creare
squilibri nel mercato penalizzando aziende italiane, per non precludere
ulteriori possibilita' allo sviluppo del sistema di biobanche italiane,
la Commissione ha invitato il Governo a rivedere questo punto del decreto'.
. -
*alias*.
User deleted
Ciao sym sono tornata +__+
perdonami ma è troppo complicato per me l'argomento però ti volevo tanto salutare che sei sempre gentile con me :-). -
Sym.
User deleted
Bentornata carissima
Come stai?. -
Sym.
User deleted
====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ======
Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica
Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452
URL: http://staminali.aduc.it - Email: [email protected]
Anno 2007 Numero 150
12-10-2007
la prossima edizione: 26-10-2007
EDITORIALE
Nobel a Mario Capecchi e orgoglio tricolore
di Donatella Poretti
ARTICOLI
- Spagna. La nomina di un Comitato di Bioetica dal profilo piu' umanista che
scientifico
di Rosa a Marca
- Italia. Staminali per la cura delle malattie degenerative della colonna
vertebrale
di Gianluca Vadala'
- Usa. California. Al via vendita dei bond per finanziare ricerca con staminali
di Redazione
NOTIZIE
- Italia. VIII Congresso Campano-Siciliano di Nefrologia: a lavoro per banca
dati su staminali
- Italia. Salvatore: evitare facili entusiasmi su ricerca con staminali
- Vaticano. Papa ad ambasciatore sudcoreano: no a staminali embrionali
- Usa. Maria Luisa Brandi nominata nel Board dell'America Society for Bone and
Mineral Research
- Italia. Convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute"
- Usa. Coltivate per la prima volta cellule dei peli interni all'orecchio
- Italia. Neutralizzata resistenza staminali del tumore del colon
- Italia. Ricercatori: non tutte cellule adulte con particolare gene sono
staminali
- Italia. Terzo Research Fellowship Program al Bambino Gesu' di Roma
- Gb. Al via sperimentazione sull'uomo terapia contro sclerosi multipla
- Italia. Trapianto staminali puo' evitare l'amputazione
- Usa. Ricerca: staminali mesenchimali agevolano metastasi cancro del seno
- Italia. Decapitato vertice del Comitato Nazionale di Bioetica. E' polemica
- Usa. Creato cromosoma completamente sintetico
- Usa. Premio Nobel a Mario Capecchi per ricerca su staminali embrionali
- Usa. Dipartimento immigrazione: oltre 13mila i cervelli italiani che operano
qui
- Usa. Buone prospettive per il cuore
- Spagna. Congresso su terapie antinvecchiamento e cellule staminali
- Italia. Milano. Workshop Stem Cell Technology, 25 novembre 2007
- Usa. Michigan. Campagna della Conferenza cattolica contro la ricerca con
staminali embrionali
- Usa. Hillary Clinton: mettero' fine alla guerra di Bush contro la scienza
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EDITORIALE
- Nobel a Mario Capecchi e orgoglio tricolore
Ci deve far riflettere (se ancora ce ne fosse bisogno) il Premio Nobel alla
medicina assegnato all'americano Mario Capecchi e ai britannici Oliver Smithies
e Martin Evans per la loro ricerca con le cellule staminali embrionali. L'enfasi
che da giorni viene posta sulle origini anagrafiche di Capecchi, nato a Verona,
ed il conseguente inorgoglimento da stadio per la sua italianita', oltre che
ridicolo e provinciale e' preoccupante perche' la dice lunga sullo stato della
ricerca nel nostro Paese. Mario Capecchi, che lavora e studia in Usa da mezzo
secolo, e' il tipico cervello nato in Italia e fiorito all'estero. In Italia
sarebbe divenuto al massimo funzionario di un sistema universitario che la
ricerca la conosce poco a causa della mancanza di fondi. E anche quando questi
ci sono, vengono spesso distribuiti secondo leggi di ispirazione vaticana.
In Italia, oltre a nascere, Capecchi non avrebbe potuto far niente per due
motivi:
- la ricerca sulle staminali embrionali e' culturalmente e politicamente
emarginata;
- soldi non ne avrebbe avuti. Secondo una ricerca (1) otto piccole universita'
private degli Usa spendono piu' di tutti gli atenei pubblici italiani. La spesa
per ogni studente nelle otto universita' americane e' di oltre 157 mila euro, a
fronte degli 8 mila spesi per gli studenti italiani. Il risultato e' che queste
otto piccole universita' private hanno piu' volumi nelle loro biblioteche di
tutte le biblioteche universitarie pubbliche italiane. Mentre le nostre
universita' pubbliche sono state premiate con 6 premi Nobel, le otto piccole
universita' statunitensi ne hanno ricevuti ben 105.
Registriamo solo dati negativi? Ma probabilmente non accadra' nulla con
l'attuale Governo. Lo scorso luglio la Camera ha approvato con un voto
trasversale un mio ordine del giorno presentato al disegno di legge "Delega al
Governo in materia di riordino degli enti di ricerca" (C. 2559). Nonostante il
Governo avesse espresso parere contrario, la maggioranza dei deputati aveva
ritenuto importante e utile l'impegno di valutare l'opportunita' di elaborare
strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento dei
nostri atenei, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono
nell'universita' e nella ricerca (2).
Note:
(1) ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori):
http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161289
(2) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=544
di Donatella Poretti
deputata radicale della Rosa nel Pugno
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ARTICOLI
- Spagna. La nomina di un Comitato di Bioetica dal profilo piu' umanista che
scientifico
Il dieci ottobre, il ministro della Sanita' Bernat Soria avviera' la formazione
del Comitato di Bioetica Nazionale con il consenso delle comunita' autonome.
L'organo consultivo per le questioni etiche e sociali della scienza e della
medicina era uno degli aspetti rimasti in sospeso dopo l'approvazione della Ley
de Investigacion approvata a luglio. La nuova normativa, che autorizza la
clonazione terapeutica, prevedeva infatti anche la creazione di quest'organismo.
Il Comitato di Bioetica dovrebbe essere un organo indipendente che consiglia il
Governo in materia di progresso scientifico, come ad esempio i test genetici.
L'ex titolare della Sanita', Elena Salgado, non aveva fatto in tempo a proporlo
alle Comunita'. Ora Soria e' pronto a presentare un elenco di nomi comprendenti
esperti di riconosciuto prestigio nel mondo scientifico, giuridico e bioetico.
Ma l'intenzione del ministero e' che il comitato abbia un alto profilo
umanistico e non puramente tecnico e scientifico. Non punta a un comitato di
nomi altisonanti, ma di esperti che s'impegnino e dove ci sia una presenza
importante di donne ancorche' non paritaria.
Al plenum del Consejo Interterritorial de Salud, Soria presentera' ai
consiglieri della Sanita' la sua proposta con l'indicazione di alcuni nomi .
L'elenco sara' completato con un massimo di dodici membri che dovranno avere il
sostegno del Governo e delle autonomie. Cio' comporta un difficile esercizio
d'equilibrio e di diplomazia nel compilare un elenco che ottenga il consenso di
tutti. Bernat Soria e' consapevole che e' complicato formare un comitato di
consulenza per il Governo in questioni tanto delicate. In un'intervista
radiofonica ha manifestato la sua intenzione d'aver pronta la lista per la
prossima settimana "Se non c'e' consenso, lo sara' probabilmente entro fine
anno" ha detto. Le comunita' possono proporre sei membri, mentre
all'amministrazione centrale ne spettano altri sei, cosi' ripartiti: tre a
carico del ministero della Sanita', uno spettante alla Giustizia e uno al
ministero di Industria, Turismo e Commercio. Una volta raggiunto il consenso tra
amministrazione centrale e autonomie, i membri del comitato dovranno eleggere il
presidente, che poi sara' nominato dal ministero della Sanita'. Il loro mandato
dura quattro anni, con possibile rinnovo. Al massimo gli esperti nominati
potranno esercitare le loro funzioni per otto anni.
Quasi tutte le dichiarazioni del ministro della Sanita' relativamente al nuovo
comitato vertevano intorno al dibattito sull'eutanasia. Tuttavia, il comitato
non avra' la facolta' di giudicare casi al limite della legalita'. Quest'organo
si limitera' a fornire rapporti, proposte e raccomandazioni sull'impatto
dell'eutanasia nella societa' o sulle cure palliative, per esempio. Le sue
decisioni non saranno vincolanti. In realta', il comitato e' stato concepito per
dare risposte ai nuovi dilemmi etici che sorgono con il progresso scientifico.
Come e' successo con i test genetici e il diritto alla riservatezza dei dati
ottenuti, adesso i temi sono la nanomedicina e le buone pratiche di ricerca o la
sicurezza dei pazienti negli esperimenti clinici.
di Rosa a Marca
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- Italia. Staminali per la cura delle malattie degenerative della colonna
vertebrale
Un gruppo di ricercatori Italiani dell'Area di Ortopedia e Traumatologia
dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma (Prof. Vincenzo Denaro e Dr. Gianluca
Vadala') sta sperimentando l'utilizzo delle cellule staminali mesenchimali del
midollo osseo per la cura delle malattie degenerative della colonna vertebrale.
I risultati delle ricerche, condotte in collaborazione con il Dipartimento di
Ortopedia dell'Universita' di Pittsburgh (Dr. James D. Kang), sono stati
presentati nel corso del convegno "Le cellule dei Miracoli: le staminali la
panacea di tutti I mali?" tenutosi a Treviso lo scorso 5 Ottobre.
I risultati degli esperimenti in-vitro ed in-vivo, spiega il Prof. Denaro,
Direttore dell'Area di Ortopedia e Traumatologia del Campus Bio-Medico, hanno
dimostrato la capacita' delle cellule staminali di contrastare la degenerazione
del disco intervertebrale e di avere un effetto rigenerativo su di esso. Le
staminali del midollo si differenziano entrando a contatto con le cellule del
disco intervertebrale, contribuendo cosi a ricreare il tessuto gelatinoso del
disco fondamentale per la sua funzione di ammortizzare le forze di carico.
Nel giro di qualche anno, afferma il Prof. Denaro, si arriverà all'applicazione
sull'uomo, offrendo una soluzione biologica ad un problema che una volta
innescato ha un andamento cronico e progressivo fino ad arrivare ad un
coinvolgimento delle strutture nervose contenute nella colonna vertebrale.
Questo approccio rigenerativo permettera' di prevenire e curare le malattie
degenerative della colonna vertebrale, che rappresentano una delle principali
cause di disabilita' nella popolazione e sono la maggiore voce di spesa
sanitaria nazionale.
Il vantaggio e' che si tratta di una terapia naturale e poco invasiva. Infatti,
le cellule staminali vengono isolate dal sangue del midollo osseo dello stesso
paziente a cui verranno trapiantate. Le cellule in laboratorio vengono isolate
ed espanse per poter poi essere reimpiantate nel disco intervertebrale in via di
degenerazione.
Al convegno di Treviso ha anche partecipato il Prof. Paolo De Coppi, lo
scienziato italiano che ha scoperto le cellule staminali del liquido amniotico.
Si e' parlato inoltre delle prospettive dell'utilizzo delle cellule staminali in
cardiochirurgia, nella terapia cellulare del diabete mellito e della
rigenerazione dell'osso.
di Gianluca Vadala'
medico, Area di Ortopedia e Traumatologia dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma
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- Usa. California. Al via vendita dei bond per finanziare ricerca con staminali
Senza ulteriori ostacoli legali, le autorita' della California hanno fatto
sapere che cominceranno a vendere le obbligazioni per finanziare il programma
statale di ricerca sulle staminali adulte ed embrionali.
Le obbligazioni da 250 milioni di dollari costituiscono una parte dei 3 miliardi
di dollari approvati dagli elettori nel 2004 per finanziare l'Istituto per la
medicina rigenerativa della California. Ma solo ora il tesoriere dello Stato,
Bill Lockyer, ha detto di poter finalmente cominciare il programma di
finanziamento.
"E' un grande passo avanti", ha detto Lochkyer. Se gli elettori sono favorevoli
alla ricerca con le staminali non perderanno questa occasione per investirvi, ha
continuato.
La vendita dei bond e' stata ritardata per alcune cause giudiziarie promosse
dagli oppositori della ricerca. Ma la Corte Suprema ha definitivamente dato il
via al programma lo scorso maggio, dichiarando costituzionalmente legittima la
legge.
Per acquistare i bond, i cui interessi non saranno soggetti a tasse statali, si
dovra' investire almeno 5mila dollari. Secondo la tesoreria, i bond frutteranno
circa 4% ogni anno.
Nonostante il termine di 30 anni, i bond dovranno essere rivenduti allo Stato
nel 2010, dopodiche' saranno riemessi. Questo perche', spiegano alla tesoreria,
sperano di convincere anche il Governo federale ad abolire le tasse federali. In
questo modo, investitori e istituzioni risparmieranno, in quanto i bond esenti
da ogni tassa fruttano interessi minori.
L'Istituto inoltre non dovra' restituire allo Stato i soldi di un prestito di
150 milioni di dollari assegnato a luglio dal governatore Arnold Schwarzenegger,
noto sostenitore della ricerca, per ovviare ai problemi causati dai procedimenti
giudiziari.
di Redazione
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NOTIZIE
- Italia. VIII Congresso Campano-Siciliano di Nefrologia: a lavoro per banca
dati su staminali
Nasce il Registro regionale dei pazienti nefropatici cronici di Campania e
Sicilia e si lavora alla creazione di una Banca dati di cellule staminali.
L'annuncio e' stato dato durante l'VIII Congresso Interregionale
Campano-Siciliano di Nefrologia, che si e' svolto al Seminario arcivescovile di
Benevento.
'Con il Registro regionale dei pazienti neuropatici cronici saremo in grado di
conoscere, con dati aggiornati di continuo, il numero e il tipo di patologia e
quindi gli interventi piu' opportuni -sottolinea Luigi Morrone, primario
nefrologo presso l'ospedale Rummo di Benevento- Si tratta di una banca dati
utile a noi sanitari e ai pazienti, nella quale entrano dializzati e
trapiantati. Non solo facciamo finalmente chiarezza, ma puntiamo ad accorciare i
tempi di attesa per un trapianto che si aggira nelle due regioni intorno ai
15-20 anni.
Decisamente troppi'.
Un altro aspetto affrontato durante l'VIII Congresso Interregionale
Campano-Siciliano di Nefrologia, e' stato quello della ricerca genetica e della
prevenzione. Sono stati esposti i risultati delle ultime ricerche dalle quali
derivano importanti novita': l'utilizzo delle cellule staminali puo' portare,
infatti, a un rallentamento notevole della progressione delle malattie correlate
al rene. L'obiettivo piu' concreto al quale si sta lavorando da un paio di anni
e' la costituzione di una 'banca di cellule staminali renali adulte' da
condividere con tutti i ricercatori del mondo.L'urgenza e' data dai numeri: sono
circa 5 milioni, pari al 10% della popolazione, gli italiani colpiti da
insufficienza renale cronica. Di questi, circa 50.000 sono in dialisi e oltre
13.000 hanno subito un trapianto di rene.. Si tratta ormai di un vero e proprio
fenomeno epidemico.
La progressione della malattia renale cronica preoccupa, soprattutto, perche'
fonte di complicanze cardiovascolari, andando cosi' ad incidere su una delle
principali attuali cause di morte.
In questo scenario, che vede il numero di pazienti con insufficienza renale ed i
costi di dialisi e trapianto in continua espansione, e' necessario
sensibilizzare i cittadini a corretti stili di vita e le istituzioni ad avviare
una politica di salute pubblica specifica, in cui attivita' volte alla
prevenzione, alla diagnosi precoce, allo screening ed alla sorveglianza della
malattia renale cronica, trovino necessario riconoscimento nel Piano Sanitario
Nazionale e nei Piani Sanitari Regionali.
Altro argomento affrontato a Benevento e' stato quello del cosiddetto paziente
fragile. 'Patologie come l'ipertensione e il diabete e l'allungamento della vita
media hanno fatto crescere le patologie legate al rene -sottolinea il professor
Ferdinando Avella, alla guida dell'Interregionale fino allo scorso anno- Di
fronte a un numero sempre maggiore di pazienti anziani, affrontiamo ogni giorno
problemi non solo di carattere clinico ma anche psicologico'.
- Italia. Salvatore: evitare facili entusiasmi su ricerca con staminali
Un dibattito non scientifico sulle cellule staminali e' prematuro e rischia di
portare a un rallentamento o addirittura a un arresto nel progresso delle
conoscenze, cosi' come e' prematuro ingenerare nel pubblico eccessivi ottimismi
e trionfalismi che, a volte, invece di riflettersi in un vantaggio per
l'avanzamento della scienza, ne menomano solo la credibilita'. Lo sostiene il
professor Francesco Salvatore, docente di biochimica umana dell'Universita'
degli Studi di Napoli Federico II, intervenuto al Congresso Internazionale
dell'Ordine nazionale dei Biologi svoltosi ad Abano Terme.
"La scelta delle cellule staminali da utilizzare e' un problema su cui c'e' un
dibattito, piu' che scientifico, giuridico, economico ed etico, mi riferisco al
dibattito sull'uso di cellule staminali provenienti da embrioni o prelevate da
adulti o dal cordone ombelicale".
"Negli ultimi anni e' risultata interessante l'ipotesi dell'importanza che
cellule staminali che diventino cancerose possano rappresentare il primo passo
verso la successiva progressione tumorale, seguita dall'invasivita' e dalle
metastasi".
- Vaticano. Papa ad ambasciatore sudcoreano: no a staminali embrionali
Un appello contro le procedure scientifiche che portino a distruggere embrioni
umani o a sperimentare forme di clonazione e' stato pronunciato l'11 ottobre da
Benedetto XVI durante l'udienza al nuovo ambasciatore coreano presso la Santa
Sede, Ji-Young Francesco Kim, rappresentante diplomatico della Corea del Sud,
ricevuto per la presentazione delle lettere credenziali. Il Papa ha ripetuto il
suo consenso e incoraggiamento alla ricerca che utilizza le cellule staminali
adulte.
'Prego affinche' l'intrinseca sensibilita' morale del popolo coreano, come
evidenziato dal suo rifiuto della clonazione umana e delle relative procedure,
si accordera' con la comunita' internazionale in merito alle profonde
implicazioni etiche e sociali della ricerca scientifica e dei suoi usi'.
Il Pontefice ha ricordato che la nazione coreana 'ha raggiunto notevoli successi
nella ricerca e nello sviluppo scientifico. Preminenti tra questi sono i
progressi nella biotecnologia, con il potenziale di trattare e curare malattie
come pure di migliorare la qualita' della vita nella sua terra e all'estero'.
Secondo il Papa, 'le scoperte in questo campo invitano l'uomo a una piu'
profonda consapevolezza delle pesanti responsabilita' riguardanti le loro
applicazioni. Le speranze dell'uso per la societa' della scienza biomedica
devono costantemente essere misurate rispetto a fermi e robusti principi etici'.
E 'il principale tra questi' e' 'la dignita' della vita umana', perche' 'in
nessuna circostanza un essere umano puo' essere manipolato o trattato come un
semplice strumento di sperimentazione'.
'La distruzione degli embrioni umani, sia per acquisire cellule staminali che
per ogni altra finalita', contraddice l'asserito intento dei ricercatori, dei
legislatori e dei funzionari della salute pubblica di promuovere il benessere
umano'.
'La Chiesa non esita ad approvare e incoraggiare la ricerca sulle cellule
staminali adulte, non solo a causa dei favorevoli risultati ottenuti attraverso
questi metodi alternativi, ma ancora piu' perche' essi si armonizzano con
l'intento di rispettare la vita dell'essere umano in ogni stadio della sua
esistenza'.
"Piena condivisione al richiamo di Papa Benedetto XVI contro chi persegue la
cultura della morte, distruggendo gli embrioni umani per presunti scopi
scientifici. Il premio Nobel assegnato pochi giorni fa al professor Mario
Capecchi conferma che una ricerca incisiva, condotta attraverso le sole
staminali adulte o animali, ma al tempo stesso rispettosa della vita umana, e'
possibile". Lo afferma, in una nota, il capogruppo Udc alla Camera, Luca
Volonte'.
"Tuttavia -fa notare l'esponente cattolico- la strategia anti-vita e
anticattolica promossa dalle associazioni radicali e dalle lobby abortiste non
si limita all'omicidio degli embrioni. Non possiamo lasciare campo libero a chi
vuole introdurre a tutti i costi in Italia la pillola abortiva Ru486 e praticare
l'eutanasia di Stato, in totale violazione della legge e di ogni principio
etico".
"Siamo con il Papa. Si' alla ricerca, ma senza attaccare la vita, in ogni suo
momento, dal concepimento fino alla sua fine naturale". Lo afferma Wanda
Ciaraldi, responsabile del dipartimento bioetica dell'Udeur. "E' chiaro che la
ricerca deve andare avanti, ma questo non puo' avvenire a scapito della vita
umana, anche se essa e' al suo principio.
L'embrione ha piena dignita' di essere umano e questo e' un principio oramai da
molti acquisito. Le staminali adulte offrono ampie possibilita', dunque non c'e'
bisogno di distruggere embrioni".
'L'appello del Papa affinche' un essere umano non sia mai trattato come
strumento di sperimentazione richiama ancora una volta l'intera comunita'
internazionale al rispetto di ogni singolo essere umano, in espresso riferimento
ad un uso improprio ed aberrante della ricerca scientifica, come quello, ad
esempio, che manipola e viviseziona embrioni umani'. Lo dichiara Assuntina
Morresi, docente di chimica, membro del Comitato nazionale di Bioetica, ed
editorialista dell'organo di stampa della Conferenza episcopale italiana.
'Un giudizio che ricorre spesso nel pontificato di Benedetto XVI come in quello
dei suoi predecessori, stavolta pronunciato non a caso all'ambasciatore della
Corea del Sud presso la Santa Sede: un Paese che ha scommesso molto del suo
sviluppo sulla ricerca scientifica e tecnologica, e che accanto a indubbi
successi ha conosciuto anche la piu' grande frode scientifica di tutti i tempi,
quella del veterinario coreano Hwang Woo Suk, che due anni fa annuncio' di
essere riuscito nell'esperimento piu' controverso e piu' ambito: la clonazione
di un embrione umano'. 'Dopo pochi mesi di gloria e notorieta' si scopri' che i
dati erano falsi, e che parte del materiale umano utilizzato in laboratorio era
stato ottenuto ricattando alcune ricercatrici dello stesso gruppo di lavoro'.
'La responsabilita' degli scienziati e' innanzitutto quella dell'onesta'
intellettuale: la vera scienza e' la sfida continua fra la ragione umana e la
possibilita' di comprendere il significato della realta'. Quando un uomo diventa
uno strumento nelle mani di un altro uomo, stiamo parlando di altro'.
- Usa. Maria Luisa Brandi nominata nel Board dell'America Society for Bone and
Mineral Research
La presidente della SIOMMMS Maria Luisa Brandi e' il primo italiano nel Board
direttivo della American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR), la piu'
importante societa' scientifica mondiale per le malattie delle ossa.
Docente di Endocrinologia all'Universita' di Firenze, la professoressa Brandi
presiede sia la SIOMMMS (Societa' Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo
Minerale e delle Malattie dello Scheletro), sia Firmo, la Fondazione Becagli
dedicata alla ricerca sulle malattie ossee. La SIOMMMS terra' peraltro a Firenze
il suo prossimo congresso annuale (14-17 novembre 2007, www.siommms.it) al quale
parteciperanno oltre 1000 specialisti. Esperta di genetica e di malattie del
metabolismo, nel capoluogo toscano la professoressa Brandi dirige il Centro per
lo Studio della Biologia dei Tessuti Calcificati nelle Patologie
Osteoarticolari, struttura di eccellenza che fa capo al Dipartimento di Medicina
Interna dell'ospedale di Careggi.
Il Centro opera in particolare nella sperimentazione di nuovi biomateriali per
una chirurgia intelligente. Tra i risultati piu' brillanti, un sistema per
ottenere dal grasso cellule staminali in quantita' illimitate e la creazione
della stronzioapatite, sostanza capace di stimolare la costruzione di nuovo
osso, determinante per curare l'osteoporosi. Il Centro ha inoltre realizzato un
test d'avanguardia per valutare il rischio di osteoporosi prima dell'insorgere
della malattia e, primo al mondo, ha confrontato il genotipo di una persona
confrontato con la risposta a farmaci particolari (vitamina D, estrogeni,
bifosfonati). Una procedura che consente di stabilire anche eventuali effetti
collaterali.
L'American Society for Bone and Mineral Research conta oltre 4 mila tra i
massimi specialisti internazionali di biomeccanica, biologia cellulare e
molecolare, odontoiatria, biologia dello sviluppo, endocrinologia,
epidemiologia, medicina interna, metabolismo, genetica molecolare, nefrologia,
ostetricia e ginecologia, ortopedia, farmacologia, fisiologia, reumatologia e
altre aree di ricerca clinica.
'L'elezione nel Board dell'ASBMR -commenta la professoressa Brandi- rappresenta
un riconoscimento straordinario della comunita' scientifica internazionale per
il gruppo di lavoro del Centro di Firenze e per tutta la ricerca italiana. E' un
premio all'impegno e, soprattutto, un premio ai risultati'.
- Italia. Convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute"
Si e' concluso il convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute" organizzato
dall'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro) e
INBB (Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi). "Gia' da tempo l'INBB e
l'ISPESL -come ha detto il Presidente dell'INBB, Damiano Gustavo Mita-
collaborano su tematiche di ricerca di interesse congiunto comune, e quella dei
biosensori e' una delle piu' prolifiche. In particolare l'interesse verso i
biosensori per l'INBB e' stato tale che si e' voluto costituire, al suo interno,
uno specifico gruppo di interesse formato da piu' unita' accademiche a livello
nazionale, insieme a quelli costituiti per altre filiere di ricerca come per gli
interferenti endocrini e per le cellule staminali. Questo convegno nato per
esporre i risultati scientifici conseguiti nell'ambito di due progetti
finanziati dal Ministero della Salute con capofila ISPESL sui biosensori, vuole
anche essere una ricognizione su alcune competenze integrative a quelle gia' in
possesso di INBB e ISPESL e una panoramica di aggiornamento su alcuni aspetti
innovativi del settore".
- Usa. Coltivate per la prima volta cellule dei peli interni all'orecchio
Per la prima volta sono state coltivate in laboratorio le cellule che si trovano
nella parte interna dell'orecchio e che svolgono un ruolo di primo piano nel
trasmettere i suoni. Il risultato, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle
scienze degli Stati Uniti, Pnas, e' stato ottenuto in embrioni di uccelli, ma
apre la strada alla possibilita' di ottenere un risultato analogo su cellule
umane.
Le cellule biotech sono quelle dei peli interni dell'orecchio che stimolano le
cellule nervose del nervo acustico in risposta alle vibrazioni sonore. Sono
riusciti a coltivarle, negli Stati Uniti, Zhengqing Hu e Jeffrey Corwin,
dell'universita' della Virginia.
Un risultato analogo sullo stesso tipo di cellule dell'orecchio umano
permetterebbe di studiare molti disturbi dell'udito. Danni o perdite di queste
cellule possono infatti causare sordita', disturbi frequenti negli anziani come
il tinnito, ossia la percezione di un ronzio persistente, e problemi di
equilibrio. Mentre uccelli, pesci e anfibi possono rigenerare le cellule della
parte interna dell'orecchio quando queste sono danneggiate, gli esseri umani e
gli altri mammiferi non riescono a farlo.
- Italia. Neutralizzata resistenza staminali del tumore del colon
Finora le cellule staminali che alimentano e fanno crescere il tumore del colon
sono state invincibili e immortali, resistenti a ogni forma di chemioterapia, ma
adesso il loro tallone d'Achille e' stato finalmente scoperto e potra' essere la
chiave per renderle vulnerabili ai farmaci chemioterapici.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell, si deve al gruppo di
ricerca del Dipartimento di Scienze chirurgiche e oncologiche dell'universita'
di Palermo diretto da Giorgio Stassi. Gli studi fatti finora sugli animali hanno
dimostrato che il segreto che rende le cellule staminali del tumori del colon e'
una sostanza chiamata Interleuchina 4 (Il4). E' questa l'arma principale che
permette alle staminali del tumore di resistere alla chemioterapia. 'E' stata
una sorpresa -dice Stassi- perche' finora si sapeva che l'Il4 e' prodotta dai
globuli bianchi'. In altre parole, questa sostanza era nota per essere una delle
armi del sistema immunitario e il fatto che venga prodotta anche dalle cellule
staminali dei tumori rivela un meccanismo insospettabile: anziche' debilitarle,
la Il4 prodotta dalle cellule immunitarie finisce per rafforzare le staminali
dei tumori.
Il sospetto, fondato, e' che lo stesso trucco sia utilizzato anche da altri tipi
di staminali tumorali: 'per esempio da quelle dei tumori di seno e tiroide,
anche se in quest'ultimo caso viene prodotta l'Interluchina 10', spiega Stassi.
Per neutralizzare questo meccanismo di difesa il gruppo italiano ha individuato
sostanze, chiamate antagonisti dell'Il4, che riescono a eliminare lo scudo
protettivo. Nei topi questa molecola rendendo le staminali del tumore
vulnerabili alla chemioterapia. Il prossimo passo e' quindi la sperimentazione
sull'uomo, alla quale il gruppo italiano sta gia' pensando, in collaborazione
con un'azienda che produce il farmaco in Germania. Gli antagonisti dell'Il4 sono
molecole note e utilizzate in passato per la cura dell'asma, ma non si sa nulla
sulla loro azione combinata con altri farmaci, come quelli chemioterapici. Per
questo nei primi mesi del 2009 si prevede di avviare la prima fase della
sperimentazione clinica su una trentina di pazienti con tumori del colon e del
seno in fase avanzata, ma non terminali. Dopo questa prima verifica sulla
sicurezza, la fase 2 della sperimentazione per avere la risposta sull'efficacia
e' in programma per il 2010 su un centinaio di pazienti e la fase 3, su piu' di
300 pazienti, e' in programma per il 2012. Tutti i test sull'uomo saranno
condotti in collaborazione fra Italia e Germania.
Finanziata da Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e Programma
nazionale cellule staminali coordinato dall'Istituto Superiore di Sanita', la
ricerca e' stata condotta in collaborazione con Gaspare Gulotta e Antonio Russo,
dell' universita' di Palermo, e con Jan Paul Medema, dell'Academic Medical
Center di Amsterdam.
- Italia. Ricercatori: non tutte cellule adulte con particolare gene sono
staminali
Attenzione a considerare come sicuramente staminali tutte le cellule adulte che
contengono un particolare gene, quello indicato con la sigla Otc-4. Un gruppo di
ricercatori milanesi ha dimostrato che questo gene, la cui presenza nelle
cellule embrionali indica la certezza che si e' in presenza di cellule
staminali, viene espresso anche in cellule adulte che, al contrario, non sono
necessariamente staminali.
Questo l'esito dello studio di un gruppo di ricercatori (coordinato da Lorenza
Lazzari) della Cell Factory del Dipartimento di Medicina Rigenerativa della
Fondazione Policlinico di Milano, condotto in collaborazione con ricercatori
dell'Istituto Mario Negri (coordinati da Massimo Broggini), e confermato lo
scorso 10 ottobre, a due anni di distanza, dalla pubblicazione sulla rivista
scientifica 'Cell'.
Oct-4 e' considerato da molti studiosi un marcatore utile a stabilire la
staminalita' di una cellula; in realta', i ricercatori del Policlinico, grazie
all'utilizzo di metodiche sofisticate come la biologia molecolare e
l'immunofluorescenza, hanno dimostrato che Oct-4, viene espresso anche in
cellule adulte non staminali. E servono esami aggiuntivi per evitare conclusioni
e utilizzi impropri.
'Questo risultato -riferisce una nota del Policlinico- porta nuovi elementi di
riflessione al dibattito, da tempo in corso all'interno della comunita'
scientifica, in merito alla differenziazione e conseguente utilizzo di cellule
staminali adulte nei confronti di cellule staminali embrionali'.
Dimostra, infatti, che non e' possibile stabilire l'uguaglianza di questi due
tipi di cellule basandosi sulla sola espressione di Oct-4.
- Italia. Terzo Research Fellowship Program al Bambino Gesu' di Roma
Giovani, motivati, con curriculum di alto profilo e numerose esperienze di
studio e lavoro, dediti ad approfondire linee di ricerca scientifica innovativa
nel campo della salute dei piu' piccoli.
Questo il comune denominatore dei 17 giovani ricercatori che saranno reclutati
sulla scena nazionale ed internazionale, che dall'inizio del prossimo anno, dopo
una attenta e professionale selezione, saranno scelti tra i 587 curricula
presentati al Terzo Research Fellowship Program triennale (2008-2010)
dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma.
Nelle due edizioni precedenti sono stati 91 i giovani, italiani e stranieri
selezionati e poi, gia' coinvolti nelle linee di ricerca dell'Istituto di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di proprieta' della Santa Sede.
I bandi sono stati pubblicizzati su riviste scientifiche internazionali, quali
The Lancet e Nature, e sulla stampa nazionale. Le candidature sono state inviate
tramite il modulo virtuale attivato sul Portale Sanitario Pediatrico
dell'Ospedale (anch'essa una modalita' innovativa) nel periodo compreso tra il
16 luglio e il 5 agosto.
Cinquecentotredici i ricercatori italiani che hanno proposto la propria
candidatura; 28 i giovani scienziati italiani attualmente all'estero e oltre 46
quelli stranieri che hanno inviato la propria richiesta di collaborazione,
aspirando cosi' di affiancarsi ai ricercatori attualmente impegnati in vari
filoni di ricerca dell'Irccs romano.
Dei 587 ricercatori, 448 dei quali donne, 46 sono stranieri (1 albanese, 1
australiano, 3 belgi, 2 bulgari, 1 canadese, 2 colombiani, 1 danese, 1 egiziano,
1 etiope, 1 tedesco, 1 giordano, 7 indiani, 1 iraqeno, 1 irlandese, 1 maltese, 1
nigeriano, 1 norvegese, 1 olandese, 2 pakistani, 1 peruviano, 1 polacco, 1
portoghese, 1 romeno, 1 sudanese, 4 inglesi, 7 americani) e 28 sono ricercatori
italiani che lavoravano all'estero (1 in Australia, 2 in Austria, 2 in Francia,
2 in Germania, 2 in Olanda, 2 in Spagna, 12 in Inghilterra, 5 negli Stati
Uniti).
I nuovi giovani ricercatori saranno impegnati, nei prossimi anni, nella
identificazione delle cause ancora sconosciute delle molte malattie che
colpiscono i bambini, nello sviluppo di metodiche avanzate per la diagnosi
precoce e nell'applicazione di nuove terapie. Non ultimo, l'individuazione di
percorsi terapeutici innovativi con l'utilizzo delle cellule staminali adulte,
coerentemente con le indicazioni bioetiche e scientifiche.
- Gb. Al via sperimentazione sull'uomo terapia contro sclerosi multipla
Per la prima volta al mondo sara' testata su pazienti affetti da sclerosi
multipla una terapia con cellule staminali di midollo osseo. La sperimentazione,
avviata nell'ospedale Frenchay Hospital, vicino Bristol, potrebbe aiutare
milioni di persone a far retrocedere i danni di questa inguaribile malattia
neurodegenerativa. I pazienti, sei in tutti di eta' compresa tra i 30 e i 50
anni, riceveranno iniezioni delle loro stesse cellule staminali prelevate dal
midollo osseo.
Le staminali dovrebbero andare a riparare le lesioni presenti nel cervello e nel
midollo spinale, facendo recuperare le funzionalita' motorie compromesse a causa
della malattia. Il trial clinico e' la prosecuzione di precedenti studi di
laboratorio che avevano dimostrato la capacita' delle cellule staminali di
migrare verso le placche cerebro-spinali. La speranza di Neil Scolding,
professore di neuroscienze cliniche del North Bristol Nhs Trust, che sta
guidando la sperimentazione umana, e' che questo trattamento possa un giorno
rivoluzionare le cure della sclerosi multipla. "Lo scopo e' riparare le lesioni
e guarirle, nel tentativo di riportare indietro la progressione della sclerosi
multipla. Al primo tentativo la tecnica potrebbe non funzionare, forse sara'
necessario perfezionarla, ma e' un gran passo avanti aver iniziato i test
umani", ha detto il ricercatore. Le cellule staminali saranno prelevate ai
pazienti sotto anestesia e poi iniettate per via endovenosa lo stesso giorno. Il
gruppo sara' monitorato per un anno e sottoposto a regolari risonanze magnetiche
cerebrali per seguire gli effetti del trattamento.
"Probabilmente ci vorranno almeno sei mesi per vedere benefici", ha aggiunto
Scolding.
- Italia. Trapianto staminali puo' evitare l'amputazione
Il trapianto di cellule staminali consente di combattere con successo anche
l'arteriopatia ostruttiva periferica, malattia che puo' portare all'amputazione
delle gambe. E' il bilancio di una sperimentazione condotta da una equipe di
ricerca coordinata dal prof. Vincenzo Sica, ordinario di patologia clinica della
seconda universita' di Napoli.
'Dei 74 pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva periferica arruolati nella
nostra sperimentazione, oltre il 70% ha ottenuto notevoli miglioramenti clinici.
I risultati, conseguiti grazie all'infusione di cellule staminali autologhe,
sono confortanti: assenza di dolore a riposo, riduzione delle ulcere e loro
scomparsa, aumento del perimetro di marcia.
Insomma, abbiamo salvato le gambe a parecchie persone', spiega Sica.
Il gruppo coordinato da Sica ha messo a punto, insieme col Presidio Ospedaliero
Pineta Grande di Castelvolturno, un protocollo sperimentale per la cura
dell'arteriopatia ostruttiva periferica, i cui risultati sono stati presentati
nella sede dell'Istituto Banco di Napoli - Fondazione, ente organizzatore
dell'evento assieme alla Fondazione Luigi Califano Onlus, di cui Vincenzo Sica
e' direttore scientifico.
'Nel sostenere l'importante progetto di studio del prof. Sica, l'Istituto Banco
di Napoli-Fondazione - dichiara il suo presidente, il professore Adriano
Giannola- sviluppa e qualifica la scelta strategica di promuovere la
realizzazione di 'esperienze esemplari'.
Esperienze che sono importanti per il loro elevato valore scientifico, ma anche
per il positivo e rilevante impatto sociale che ad esse si accompagna'. Il
contributo finanziario dell'Istituto Banco di Napoli-Fondazione, infatti, e'
stato 'fondamentale per la realizzazione della ricerca', sottolinea Sica.
Contrariamente a quanto si pensi, l'aterosclerosi non e' una malattia della
vecchiaia. 'Studi scientifici testimoniano che il danno vascolare comincia gia'
nel feto, prosegue nella fanciullezza e si conclama dell'eta' adulta'. Al
momento non esistono cure efficaci per contrastare la malattia. Per minimizzare
il progredire della patologia e ridurre la mortalita' per eventi cardiovascolari
concomitanti, il trattamento attuale consiste nel proporre al paziente un
cambiamento dello stile di vita (una sana dieta alimentare, ricca di sostanze
antiossidanti, accompagnata da un modico esercizio fisico) e in una terapia
farmacologia diretta contro i fattori di rischio (fumo, ipertensione, diabete,
sovrappeso, etc.). Molto spesso si deve intervenire anche chirurgicamente, con
trattamenti che non di rado falliscono dopo tempi piu' o meno brevi. Quel che e'
peggio, circa il 30% dei pazienti con ischemia critica non puo' essere trattato:
unica opzione resta l'amputazione, specialmente se il malato e' anche diabetico.
Oggi, grazie al protocollo sperimentale realizzato dal gruppo del professore
Sica, i pazienti affetti da aop possono curarsi attraverso l'infusione (che
avviene due volte a distanza di 45 giorni l'una dall'altra) di cellule staminali
autologhe, cioe' prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. 'Esami
strumentali dimostrano che, a distanza di 4 mesi c'e' neoangiogenesi di arterie,
le ulcere si riducono sino a scomparire e i capillari arteriosi si riformano.
Insomma, il sangue ricomincia a fluire, il paziente e' sollevato dai dolori,
riprende a camminare e, soprattutto, evita l'amputazione della gamba'. Il
trattamento, applicato su settantaquattro pazienti (alcuni dei quali fermi alla
prima infusione) e' altresi' risultato sicuro, non ha evidenziato effetti
collaterali e sembra ben tollerato. Tra tutte le patologie riconducibili al
danno vascolare (tra cui aop, ipertensione, insufficienza renale, ictus,
infarto), l'e'quipe di Sica ha puntato sull'arteriopatia per l'enorme ricaduta
economica e sociale della malattia. 'Oltre a evitare l'amputazione a 150mila
pazienti (tante sono le persone affette da aop in Italia), il nostro protocollo
consentirebbe al Servizio sanitario nazionale un risparmio tra i 100 e i 200mila
euro all'anno nei quattro, cinque anni medi di durata della malattia'.
- Usa. Ricerca: staminali mesenchimali agevolano metastasi cancro del seno
I tumori del seno hanno delle complici all'interno del corpo umano, che li aiuta
a diffondersi per tutto il corpo tramite le metastasi. Lo ha scoperto uno
studio, pubblicato dalla rivista Nature, del Massachussets Institute of
Technology, secondo cui i tumori al seno si diffondono nel corpo con l'aiuto di
un particolare tipo di cellule staminali. Questa scoperta ha anche un risvolto
positivo, perche' il meccanismo sembra essere reversibile per via farmacologica.
Le cellule staminali mesenchimali, che si trovano nel midollo osseo, sono in
grado di differenziarsi, e il corpo umano le 'usa' per riparare o ricostruire
tessuti danneggiati. Da studi precedenti si e' visto che 'accorrono' in gran
numero anche nel caso di tessuti tumorali, ma il loro ruolo nella diffusione del
cancro non era ancora stato chiarito. I ricercatori americani hanno mescolato
cellule umane di tumore al seno con cellule mesenchimali, e le hanno iniettate
nelle cavie. Gli animali hanno sviluppato rapidamente il cancro al seno, che si
e' diffuso in poche settimane anche ai polmoni. In un gruppo di controllo a cui
erano state iniettate solo le cellule tumorali invece il cancro si e' sviluppato
molto piu' lentamente, e la probabilita' di coinvolgimento di altri organi era
un settimo.
'E' molto probabile -spiega nell'articolo Robert Weinberg, coordinatore dello
studio- che le staminali 'insegnino' alle cellule tumorali a crescere piu'
velocemente e a diffondersi, tramite una molecola chiamata citochina CCL5'.
Secondo il modello sviluppato dai ricercatori, la presenza delle staminali
induce dei cambiamenti genetici nelle cellule tumorali, che si espandono
nell'organismo. Una volta insediate in altri organi, queste cellule tornano come
prima, segno che il processo e' reversibile: in particolare gli scienziati
stanno cercando di bloccare l'azione della citochina con un farmaco, che in caso
di risultati positivi impedirebbe sia la crescita del tumore che la formazione
di metastasi.
- Italia. Decapitato vertice del Comitato Nazionale di Bioetica. E' polemica
Lorenzo D'Avack, ordinario di filosofia del diritto all'universita' degli studi
Roma Tre, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e Laura Palazzani, ordinaria
di filosofia del diritto nella Libera universita' Maria Ss.Assunta (Lumsa), sono
i nuovi vicepresidenti del Comitato nazionale di bioetica.
"Il presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, per un piu' funzionale
assetto dell'ufficio di presidenza del Cnb, su proposta del presidente Francesco
Paolo Casavola -spiega una nota dello stesso Cnb- ha nominato i nuovi
vicepresidenti. Per i profili di rappresentativita' si sottolinea che il
professor D'Avack ha dato contributi al lavoro del Comitato con costruttive
posizioni del pensiero laico. Di Segni segnala una etica religiosa diversa da
quella cattolica, cui invece e' ispirata la produzione scientifica della
professoressa Palazzani".
'Appare singolare che, a causa di presunte anomalie di funzionamento del
Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), Palazzo Chigi ritenga di sostituire i
vice presidenti del Comitato, i quali, anche se portatori di idee diverse, hanno
peraltro unanimemente sostenuto fino in fondo il Presidente Casavola'. Cosi'
Luca Marini, vicepresidente del Cnb, docente di diritto internazionale a La
Sapienza di Roma e presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL.
Facendo riferimento alle anomalie di funzionamento del Comitato, attribuite nei
giorni scorsi al presidente Casavola da alcuni componenti del CNB, Marini
aggiunge: 'Delle due l'una: o le critiche sono fondate, e allora responsabile e'
l'intero Ufficio di Presidenza, e in primo luogo il massimo responsabile del
buon funzionamento complessivo del CNB; o le critiche sono infondate, e allora
la decisione di sostituire i vice presidenti assume un significato tutto da
scoprire, anche sotto il profilo del futuro orientamento del CNB'.
'La realta' - prosegue Marini - e' che quelle critiche erano apparse subito
prive di fondamento, perch‚ imputavano al Presidente Casavola l esercizio di
poteri che, secondo il vigente regolamento del Comitato, sono di competenza
presidenziale. E, infatti, sia l'assemblea plenaria del CNB che il Presidente
del Consiglio Prodi avevano espresso a Casavola 'solidarieta' e 'soddisfazione'
per l'attivita' finora svolta dal massimo organo di consulenza del Governo in
materia di bioetica. La questione, quindi, sembrava chiusa gia' venerdi' 28
settembre'.
'Spero che l'annunciata sostituzione dei vice presidenti, se confermata da un
provvedimento amministrativo - prosegue Marini - non finisca per fare
addormentare il Comitato, escludendolo dagli sviluppi piu' significativi del
dibattito bioetico, in linea con l'approccio 'biopoliticamente corretto' che e'
retrivo e del tutto non idoneo al confronto tra valori e principi. Per il
momento - conclude Marini - non mi resta che attendere il provvedimento
amministrativo di sostituzione e di leggerne le motivazioni, per poi decidere le
iniziative piu' opportune da intraprendere non soltanto a tutela della mia
dignita' e professionalita', ma anche per contrastare eventuali derive del CNB'.
"E' una misura sbagliata e vessatoria che non rasserenera' il clima interno", e'
il commento a caldo di Demetrio Neri che con Gilberto Corbellini e Carlo
Flamigni ha pesantemente criticato le modalita' di gestione del Cnb. "Le nostre
critiche, mai discusse, non erano affatto dirette ai tre vice-presidenti ne'
allo stesso Presidente Casavola: al nostra era una richiesta di discussione e
confronto su alcuni episodi e fatti reali".
E Neri aggiunge: "si sono ritenuti colpevoli di cosa i tre vice presidenti
rimossi? Quali le loro colpe? Mistero fitto: una decisione incomprensibile,
senza logica alcuna". Eppure deve pur esserci una ragione se i tre sono stati
cacciati senza neanche la comunicazione ufficiale: forse perche' deboli?.
"Si', forse come sempre accade nella politica italiana, si colpisce l'anello
piu' debole e si tralascia il resto che conta di piu'. E' un modo un po'
meschino di agire".
"L'incapacita' assoluta dell'attuale Comitato nazionale di bioetica (Cnb) di
adempiere le proprie funzioni - in particolare quelle di dibattito e
divulgazione anche pubblica dei temi della bioetica - avrebbe dovuto piuttosto
suggerire una sostituzione del presidente, che ha finora interpretato il proprio
ruolo come quello di esegeta e apologeta delle esternazioni vaticane". E' aspro
il commento di Marco Cappato, eurodeputato radicale e segretario Associazione
Coscioni dopo la sostituzione dei vicepresidenti del Cnb ufficializzata questo
pomeriggio.
"I vicepresidenti - dice Cappato in una nota - sono stati sostituiti come capro
espiatorio di responsabilita' non loro. Sarebbe ora necessario un dibattito
parlamentare per discutere della necessaria riforma del Cnb, per sottrarlo alle
crociate ideologiche dei clericali".
Dichiarazione del 29 settembre di Donatella Poretti (Rnp):
La riunione del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb) investito dalle critiche di
tre suoi componenti: Carlo Flamigni, Demetrio Neri e Gilberto Corbellini che in
una lettera contestavano le modalita' di gestione del Presidente, Francesco
Paolo Casavola, e' emblematica. I tre presenti alla abituale riunione plenaria
del venerdi' di ogni fine mese se ne sono andati attorno alle 14 e solo dopo si
sarebbe discusso della loro lettera con una introduzione di Casavola. La
discussione e' terminata con la riconferma della 'fiducia' piena al Presidente,
che aveva precedentemente minacciato le dimissioni.
Il luogo che doveva essere il punto di incontro di diverse visioni del mondo e
della vita, il luogo in cui scienza, filosofia e religioni avrebbero dovuto
impegnarsi per trovare punti di contatto, rischia di divenire il luogo in cui
imporre "un" pensiero e "una" visione del mondo.
Assicurarsi dell'assenza di alcuni componenti per trovare una maggioranza, un
unanimismo, e' sintomo non di volonta' di confronto, ma di scontro e di
imposizione di una etica.
E' il Comitato nazionale di Bioetica o il Comitato per una Bio-Etica di Stato?
Chi ha a cuore i temi importanti di cui viene investito il Cnb, i temi della
vita e della morte, della malattia e della medicina, deve chiedersi se ha ancora
senso mantenere in vita il Comitato nazionale della Bioetica, cosi' com'e' oggi.
Una interrogazione urgente, in Commissione Affari sociali alla Camera, per
chiedere al Governo di conoscere le ragioni delle modifiche dell'ufficio di
presidenza del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e i criteri seguiti per
designare le tre nuove proposte. A presentarla sono Katia Zanotti e Lalla
Trupia, deputate di Sinistra democratica.
Le due parlamentari della maggioranza sottolineano che "la decisione e' stata
preceduta da alcune circostanze inquietanti. La notizia del cambio dei tre
vicepresidenti, gia' nei giorni precedenti, era stata annunciata da alcuni
giornali e comunicati stampa. Lo scorso 4 ottobre, in un comunicato della
presidenza del Consiglio, si leggeva che Romano Prodi, incontrando il presidente
del Cnb Francesco Paolo Casavola, aveva 'accolto il suggerimento di effettuare
modifiche all'attuale composizione dell'ufficio di presidenza del Cnb', e gli
aveva espresso la sua solidarieta'".
Le anomalie evidenziate da Zanotti e Trupia non finiscono qui.
"All'interno del Cnb - prosegue la nota congiunta - questioni di natura
procedurale avevano portato tre insigni esponenti del Comitato a indirizzare al
presidente Casavola una lettera, anche questa pubblicata sulla stampa, nella
quale accusavano le 'modalita' di gestione' del Cnb e le scelte operate dal
presidente sempre a favore di esponenti del comitato Scienza e vita,
penalizzando valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la stessa
dignita' culturale e politica di quelli che il presidente della Comitato di
bioetica tende a privilegiare".
"Stigmatizziamo le modalita' con cui la presidenza del Consiglio ha provveduto a
destituire i vicepresidenti del Comitato nazionale di bioetica (Cnb)".
Il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', interviene sul cambio di
vicepresidenti ufficializzato ieri con una nota.
"E' un fatto assai grave - dice Volonte' in una nota - perche' se da una parte
questi ultimi sono stati informati della loro rimozione dopo che la notizia era
gia' nota agli organi di stampa, dall'altra da questo Governo giunge un segnale
evidente delle pressioni a cui e' stato sottoposto il medesimo Comitato dal
giorno della nomina dei componenti".
Il parlamentare esprime "totale stima al presidente, Francesco Paolo Casavola,
ma anche al vicepresidente Luca Marini per la correttezza con la quale ha sempre
operato". E allo stesso tempo chiede che "la presidenza del Consiglio renda noti
i criteri seguiti per la nomina dei nuovi componenti. E soprattutto - conclude -
valuti con attenzione i casi di presunta incompatibilita' e conflitto
d'interessi dei professori Elena Cattaneo e Carlo Flamigni".
'Sono sinceramente dispiaciuta e colpita da questa vicenda': e' il commento del
ministro per i diritti e le pari opportunita', Barbara Pollastrini, a proposito
del rimpasto all'interno del Comitato Nazionale di Bioetica.
'Conosco il valore delle due scienziate e dello scienziato rimossi - afferma il
ministro - conosco la loro integrita' e la loro deontologia. Inquieta che in un
luogo che dovrebbe essere una certezza di dialogo e di equilibrio per tutti noi,
possano esserci incomprensioni profonde'.
'Non sono in discussione prosegue le qualita' di coloro che sono stati nominati
vicepresidenti, ma rimane in me il grande rammarico per quanto accaduto'.
Infine, un auspicio: 'mi auguro conclude la Pollastrini che possa intervenire
una chiarificazione utile a tutti'.
In un editoriale sull'Unità dal titolo "Comitato o tribunale?" Carlo Flamigni
entra nel merito dello scontro innescatosi all'interno del Comitato Nazionale di
Bioetica: "Un forte clima di tensione che stenta a stemperarsi per la sola
ragione che nessuno parla direttamente al proprio interlocutore - scrive il
componente del Comitato ed esperto di fecondazione assistita -: ho letto in
questi giorni dichiarazioni villane, accuse bizzarre, solidarietà improprie e
posso solo augurarmi che questo clima piuttosto isterico ceda al buonsenso prima
della prossima plenaria di ottobre". "Come contributo personale - aggiunge -,
non entrerò in merito e aspetterò che il problema venga affrontato e discusso
nella sede appropriata.
A mio personale avviso, però, il nodo che il CNB deve sciogliere non riguarda la
bravura del Presidente nell'affrontare i problemi, i litigi dei vicepresidenti o
il quesito (irrisolvibile) dell'appartenenza mia, di Demetrio Neri e di Gilberto
Corbellini alla sinistra radicale o a quella post-comunista. Il problema, molto
più antico, riguarda il profondo disaccordo che ancora sussiste a proposito dei
reali compiti del Comitato". "Il CBN - continua - non è un una istituzione
elettiva: Presidenti e membri vengono scelti dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, ragione per cui le maggioranze interne che si formano sono del tutto
casuali. Fino ad oggi queste maggioranze sono state tutte cattoliche e sappiamo
tutti il perché. Il comitato ha davanti a sé due scelte: può comportarsi da
'piccolo parlamento' o da tribunale che giudica le scelte in campo etico e alla
fine propone la soluzione giusta. In alternativa può comportarsi come un
laboratorio, prospettando la varie posizioni esistenti sui differenti problemi.
Il 'Comitato tribunale' è costretto a votare perché deve dare alla politica un
parere di maggioranza. Ciò è sbagliato, a mio avviso, per due motivi: perché
crea graduatorie tra le diverse etiche, cosa improbabile in un paese laico; la
seconda ragione per cui è assurdo stabilire la morale giusta a colpi di
maggioranza riguarda la casualità con la quale questa maggioranza si forma,
conseguenza del fatto che la scelta dei membri del CNB non risponde a nessuna
regola di democrazia".
La onlus Consulta di bioetica augura ai tre nuovi vicepresidenti del Comitato
nazionale di bioetica (Cnb) "un lavoro proficuo e costruttivo per ristabilire
una situazione che attualmente è difficile e incrinata".
L'organismo esprime "la propria solidarietà ai tre vicepresidenti che sono stati
defenestrati ingiustamente e senza motivo. In attesa di conoscere le ragioni che
hanno portato il presidente Casavola a chiedere la loro sostituzione - si legge
in un comunicato a firma del presidente Maurizio Mori - la Consulta di bioetica
afferma che questa decisione unilaterale presa dal presidente rivela lo stile
dittatoriale assunto da Casavola stesso, che porta a comportamenti che fanno
credere che il presidente possa usare il Cnb per divulgare le proprie posizioni
cattoliche".
"La Consulta è stupita che il presidente Prodi abbia accolto la richiesta di
Casavola", prosegue la nota: "Avevamo espresso apprezzamento per il nuovo clima
culturale instaurato sui temi della bioetica all'inizio della legislatura, ma
dobbiamo ora rilevare una pericolosa involuzione e sudditanza alle posizioni
vaticane".
- Usa. Creato cromosoma completamente sintetico
Craig Venter, presidente del J. Craig Venter Institute, ha compiuto un altro
passo in avanti verso la vita artificiale: utilizzando la stessa tecnica gia'
resa nota alcuni mesi fa su Science, ha creato un cromosoma completamente
sintetico. Questa la novita' di cui lui stesso ha parlato dalle pagine del
quotidiano britannico Guardian: la prima forma di vita parzialmente artificiale,
sempre prodotta da Venter, era stato un batterio ed era stato il primo essere
vivente ad avere ricevuto un Dna con una componente artificiale di due soli
geni.
Ora invece il nuovo batterio ha un intero cromosoma con 381 geni sintetici.
Venter si era anche 'esercitato' inserendo in un microrganismo, come nelle
scatole cinesi, il dna di un'altra specie.
Si aprono cosi' nuovi scenari nelle sfide della ricerca genetica: batteri
riprogrammati geneticamente in modo da diventare spazzini capaci di
decontaminare terreni invasi da rifiuti tossici, oppure trasformati in fabbriche
di farmaci; ma anche nuove tecniche per ottenere cellule staminali senza passare
per l'embrione; e scenari completamente nuovi nella clonazione animale Il
cromosoma di sintesi che Venter e la sua equipe di una ventina di scienziati
sono riusciti a realizzare replica componenti essenziali del Dna del batterio
Mycoplasma Genitalium, ed e' stato battezzato dai suoi creatori Mycoplasma
Laboratorium. Nella tappa finale del processo, ha spiegato lo stesso scienziato
dalle pagine del Guardian, sara' inserito in una cellula vivente di cui dovrebbe
'assumere il controllo', diventando cosi' in sostanza una nuova forma di vita.
Dalla comprensione di come funzionano i mattoni della vita a nuove tecniche per
la produzione di farmaci, le applicazioni degli studi di Craig Venter sul genoma
artificiale sono fondamentali. Ne e' convinto Giuseppe Novelli, genetista
dell'universita' di Tor Vergata di Roma.
'Gli studi di Venter sono molto importanti - spiega Novelli - il suo obiettivo,
in parte gia' raggiunto a quanto sembra dall'annuncio, e' riuscire trasferire un
po' alla volta il genoma all'interno dei batteri, e vedere come i singoli geni
si attivano. Questo e' fondamentale per capire le funzioni delle singole
porzioni di Dna, e anche per stabilire il minimo genoma necessario ad attivare i
primi processi vitali. Questo tipo di studi si fa tradizionalmente 'spegnendo'
un pezzetto alla volta del genoma, ma e' un procedimento complesso e limitato'.
Secondo Novelli le applicazioni pratiche saranno molte appena la tecnica verra'
messa a punto:'I batteri artificiali prodotti da Venter fanno solo le cose che
'dice loro di fare' il Dna artificiale. Questo significa che possiamo
costringerli a fare quello che vogliamo noi, come ad esempio produrre
determinate sostanze da utilizzare poi come farmaci. Questo gia' si fa ad
esempio con l'insulina, ma quella e' una sostanza prodotta dal batterio insieme
ad altre centinaia. Con i batteri artificiali le possibilita' sono molto
maggiori'.
Il microrganismo risultante non esiste in natura, e per questo viene definito
artificiale.
Sono gia' sorte le prime polemiche da parte di alcune organizzazioni bioetiche,
secondo cui questa tecnica nasconderebbe dei rischi se usata, ad esempio, per
produrre armi batteriologiche:'Sono i soliti signori che hanno paura del futuro
- ribatte Novelli - ricordo che quando vent'anni fa si scoprirono le tecniche
del Dna ricombinante ci furono le stesse polemiche, ma questo metodo ci ha dato
solo dei farmaci che salvano vite umane. C'e' sempre chi grida 'al lupo al
lupo', ma sono le solite persone che vogliono che torniamo al medioevo'.
"Abbiamo in mano una bomba biologica, siamo gia' nel campo della creazione
elementare, con un potenziale altissimo il cui controllo e' pero' ancora tutto
da vedere". Cosi' il professor Bruno Dallapiccola, ordinario di genetica
all'Universita' La Sapienza di Roma, membro del Comitato nazionale di Bioetica,
commenta la creazione in laboratorio della vita artificiale realizzata
dall'equipe di Craig Venter in California attraverso un cromosoma sintetico
basato sul batterio "Mycoplasma genitalium" ribattezzato "Mycoplasma
laboratorium".
"Come ricercatore ne sono ammirato - prosegue Dallapiccola - ma come uomo e
membro del Comitato di Bioetica, ritengo che questa bomba debba essere
assolutamente governata e cio' nell'interesse della nostra stessa civilta'.
Anche se e' utopistico pensare di poter trovare chi stia al di sopra della
scienza e degli interessi commerciali. Possiamo comunque affermare con assoluta
tranquillita' - conclude il genetista - che non avremo neanche in un futuro
lontano una vita umana artificiale perche' ci troviamo di fronte ad una
creazione unicellulare e comunque chimica. Inoltre le ricadute di questa
creazione da laboratorio potranno anche essere molto positive per gli uomini;
infatti attraverso questi genomi si puo' pensare di poter creare ad esempio il
gene dell'insulina o altre proteine di grandissimo interesse farmacologico".
Un atteggiamento di apertura verso le opportunita' innescate dalla realizzazione
in laboratorio di un cromosoma di sintesi, in particolare per il possibile
sviluppo di microrganismi per produrre a basso costo farmaci o fonti di energie
alternative. Ma anche un richiamo ai problemi della sicurezza e un 'altola''
agli scienziati che con le loro scoperte pensano di 'sostituirsi a Dio'.
Questa la posizione del quotidiano dei vescovi italiani, 'Avvenire'.
'Ben vengano fonti di energie alternative, per non parlare della possibilita' di
ottenere farmaci meno costosi!', dice in un editoriale il giornale della Cei
sulle possibilita' aperte da tale risultato, aggiungendo che 'sarebbe sciocco
non augurarsi di raggiungere certi traguardi'.
Per 'Avvenire', pero', 'i problemi sono altri, innanzitutto quelli della
sicurezza', con 'il pericolo di sviluppare nuovi agenti patogeni, o comunque
pericolosi per l'uomo', oltre che di 'moltiplicare per mille il problema posto
attualmente dagli organismi geneticamente modificati, e cioe' la loro intenzione
con l'ambiente'.
'Cosa succedera' - si chiede il quotidiano dei vescovi - quando forme di vita
artificiali, anche semplici come batteri, entreranno in contatto con gli esseri
viventi naturalmente presenti nel nostro pianeta? Quali modifiche potranno
portare negli ecosistemi?'.
I rilievi di 'Avvenire', tuttavia, riguardano soprattutto 'il modo con cui si
parla di certa scienza'. 'Non si capisce - sottolinea a proposito
dell'atteggiamento dei ricercatori - perche' il tono debba essere quello di chi
si mette in concorrenza col Padre Eterno'. 'Come se - conclude il giornale
dell'episcopato - la partita della scienza non fosse l'eterna sfida fra la
ragione umana e la possibilita' di comprendere il significato della realta', ma
il tentativo, finora inutile, di sostituirsi a Chi quella realta' l'ha creata'.
'Il traguardo di Craig Venter aumenta la conoscenza di base ma non da' risultati
applicativi diretti, in piu' e' scorretto che se ne dia annuncio in via
preliminare su un quotidiano, non e' questo il percorso corretto della scienza,
l'annuncio di Venter e' fuori dalla tradizione della comunita' scientifica e mi
sembra che ci sia dietro una volonta' di autopromozione'.
E' il commento scettico di Roberto Defez, biotecnologo all'Istituto di Genetica
e Biofisica Adriano Buzzati Traverso del CNR di Napoli, alla notizia della
creazione di un cromosoma completamente sintetico.
'L'esperimento di Venter e' una grande palestra di esercizi per aumentare le
nostre conoscenze in questo campo - aggiunge Defez - ma assolutamente non si
puo' intravedere un'applicazione diretta di questo lavoro'. Potrebbe forse,
pero' in un futuro lontano, aprire la strada ad altri esperimenti che poi
avranno delle applicazioni: per esempio, spiega Defez, potrebbe spianare la
strada verso applicazioni terapeutiche per malattie complesse che dipendono
dall'azione di numerosi geni come gli scompensi metabolici.
'Ma - ribadisce l'esperto - mi risulta difficile vederne applicazioni dirette,
in quanto non abbiamo la capacita' di gestire una tale quantita' di geni, gia'
e' difficile gestirne 4. E comunque non mi piace che il Guardian dia notizia di
questo traguardo scientifico prima che lo stesso sia riportato su una rivista
scientifica o annunciato nei modi canonici alla comunita' degli scienziati nel
corso di un congresso', conclude Defez, 'tanto piu' che si tratta di un istituto
di ricerca privato che da' la notizia, quindi dietro l'annuncio shock si
potrebbe celare la volonta' di farsi autopromozione'.
Ma quali uomini bionici o artificiali. L'obiettivo finale degli esperimenti di
Craig Venter, che ha annunciato di aver realizzato un cromosoma sintetico, "e'
la creazione di staminali di laboratorio. Cellule totipotenti come quelle
embrionali, ma senza alcun dilemma etico, per avere 'pezzi di ricambio' per
l'uomo". Parola di Edoardo Boncinelli, genetista dell'ospedale San Raffaele di
Milano. "Ma prima di raggiungere quel traguardo - spiega all'ADNKRONOS SALUTE -
potremo ottenere batteri e microrganismi comunque utili. Per esempio capaci di
digerire sostanze tossiche e veleni o in grado di pulire il mare dal petrolio".
Boncinelli non ha dubbi: "E' una conquista conoscitiva importantissima quella
della 'ingegnerizzazione' dei batteri. Di cui - aggiunge - non aver paura. Noi
scienziati lavoriamo per capire la natura e i suoi segreti. Sono gli altri che
vogliono sempre sapere quali possibili applicazioni scaturiscono dalle nostre
scoperte.
Vogliono sapere cosa si puo' fare - dice ironico - ma poi ne hanno paura". Il
problema, per il genetista italiano e' un altro. "Questa scoperta e' stata
compiuta non a caso negli Usa. Oltreoceano infatti ci sono mezzi tecnologici e
finanziamenti in grado di permettere alla scienza di avere delle possibilita'.
Qui in Italia - accusa - nonostante ci siano le capacita' umane, non possiamo
neppure sognarci di seguire il filone di studio aperto da Venter".
Dal punto di vista scientifico, il risultato raggiunto nei laboratori di Craig
Venter (Venter Institute, Rockville, Maryland) è veramente notevole. E non
abbiamo Frankenstein alla porta". E' il commento fatto ad APcom da Angelo
Vescovi, professore di Biologia cellulare all'Università Bicocca di Milano e
Direttore del Centro Cellule Staminali di Terni, che verrà inaugurato il 13
novembre, alla notizia anticipata da "The Guardian", circa la realizzazione, in
laboratorio, di un "cromosoma batterico sintetico" lungo 381 geni e contenente
580.000 coppie di basi, ricostruito un pezzettino alla volta come un grande
puzzle.
"Si tratta - continua Vescovi - di tecniche che se applicate in modo eticamente
accettabile possono veramente aprire porte inaspettate allo sviluppo di nuovi
farmaci, sperimentazioni in ambito biotecnologico sia per la cura di malattie,
che per la produzione di prodotti che per ora non possiamo neppure immaginare".
E' chiaro, ha spiegato ancora Vescovi, che si tratta solo del primo passo verso
lo sviluppo di tecniche di ingegneria genetica che, in futuro, permetteranno,
addirittura, di costruire interi cromosomi umani e di curare una serie di
malattie dovute a fragilità o aberrazioni cromosomiche.
"Si arriverà a creare probabilmente nuove forme di vita elementari - dice
Vescovi - ma vorrei, in questo senso spegnere quelle paure che potrebbero
nascere nel grande pubblico che legge una notizia del genere. Non siamo di
fronte a tecniche di ingegneria genetica che modificheranno la specie umana,
perché esistono regole etiche e morali da rispettare. Dobbiamo, infatti,
ricordare, che la scienza deve svilupparsi in un contesto eticamente
accettabile, ma in questo senso il risultato riportato da Craig Venter, non
viola nessuna regola , né etica, né morale.
Ci troviamo di fronte ad una grande scoperta piena di significato".
Secondo Vescovi la tecnica messa a punto sarà utile anche su altri fonti, come
ad esempio quello della produzione di energia "se si pensa - spiega - che il
modo più efficiente per generare energia dalla luce solare è il ciclo della
fotosintesi, non si può escludere che questa scoperta possa preludere, che
utilizzando le stesse tecniche, non si possano produrre cellule fotosintetiche
per applicazioni industriali".
Ma è sul piano terapeutico che si aprono le speranze: molte patologie genetiche,
come la sindrome di Down sono legate alla perdita o frammentazione dei cromosomi
e con le tecniche usate per realizzare il cromosoma sintetico in un futuro
lontano sarà forse possibile inserire a livello di una singola cellula una copia
sana.
"Non dimentichiamo, però, - spiega ancora Vescovi - che i cromosomi umani hanno
un ordine di grandezza di complessità maggiore dei cromosomi batterici, però
potrebbe essere possibile in futuro fare interventi di chirurgia genetica.
Pensiamo, solo ad un intervento di chirurgia genetica a livello di cellule
staminali adulte, la correzione apportata passerebbe ,successivamente, a tutto
il tessuto. In questo senso questo risultato estende anche il campo della
terapia genica in modo inaspettato fino a qualche tempo fa".
- Usa. Premio Nobel a Mario Capecchi per ricerca su staminali embrionali
L'italo-americano Mario Capecchi e' tra i vincitori del Nobel per la medicina.
Nato a Verona nel 1937, ha compiuto settant'anni appena due giorni fa.
Insieme al collega statunitense Oliver Smithies e al britannico Martin J. Evans
e' stato premiato per le ricerche sulle cellule embrionali.
Renato Capecchi era considerato dalla comunita' scientifica internazionale un
candidato naturale all'assegnazione del Nobel. Emigrato con la famiglia da
Verona negli Stati Uniti quando aveva appena 7 anni, ha ottenuto i piu'
importanti riconoscimenti scientifici. Il 12 maggio scorso l'Universita' di
Bologna lo aveva insignito della Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche.
La sua tesi di dottorato ad Harvard in biologia molecolare, supervisionata dal
premio Nobel James D. Watson, verteva sull'analisi dei meccanismi di iniziazione
e di terminazione della sintesi proteica.
Capecchi e' diventato famoso per il suo lavoro pionieristico sullo sviluppo del
'gene targeting' nelle cellule staminali di embrioni murini (ES cells). Questa
tecnologia e' utilizzata oggi dai ricercatori di tutto il mondo per 'costruire'
topi con mutazioni inserite in un qualsiasi gene.
La potenza di questa tecnologia e' tale che il ricercatore puo' scegliere sia
quale gene mutare che come farlo. In pratica il ricercatore puo' scegliere come
e quali sequenze di Dna del genoma di topo vuole cambiare e cio' permette di
valutare in dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o
nelle fasi successive. Poiche' tutti i fenomeni biologici sono mediati da geni,
il 'gene targeting' sta avendo una ricaduta importante su praticamente tutti gli
aspetti della biologia dei mammiferi, inclusi gli studi sul cancro,
sull'embriogenesi, sull'immunologia, sulla neurobiologia e in pratica su tutte
le malattie umane.
Questa tecnologia ha molte applicazioni per la medicina clinica. Infatti
attraverso di essa si puo' costruire qualsiasi modello di malattia genetica
umana in animali da laboratorio, studiarne l?evoluzione e verificare l?efficacia
di potenziali terapie contro la stessa. In un prossimo futuro, poiche' si puo'
scegliere quale gene modificare e come, nuovi approcci alla terapia genica
basati sul 'gene targeting' potranno essere usati per correggere un gene
endogeno difettoso nel tessuto umano appropriato.
Queste nuove strategie di terapia genica mirate saranno percio' dirette alla
causa prima della malattia piuttosto che ai sintomi.
Tra i vari riconoscimenti avuti da Mario Renato Capecchi -da anni cittadino
statunitense- ci sono il premio Bristol-Myers Squibb (1992); il premio della
Fondazione Gairdner (1993); il premio Alfred P. Sloan Jr. (1994); il premio
tedesco per la Bioanalisi molecolare (1996); il premio Kyoto (1996); la medaglia
Franklin (1997): il premio Rosenblatt (1998); il premio Baxter (1998); il premio
italiano Premio Phoenix-Anni Verdi (2000); il premio spagnolo Jimenez-Diaz
(2001); la National Medal of Science (2001), la medaglia John Scott (2002) e il
premio Wolf Prize (2002/03).
Laureato al college di Antioch nel 1961, prese il Ph.D. in biofisica ad Harvard
nel 1967. Nel 1969 divenne assistente della cattedra di biochimica della Harvard
School of Medicine per passare ad associato due anni dopo. Nel 1973 lascio'
Harvard per la facolta' di medicina dell'Universita' dello Utah dove ancora oggi
lavora.
Capecchi e' dal 1991 membro dell'Accademia nazionale statunitense delle Scienze
e dell'Accademia europea delle Scienze dal 2002.
- Usa. Dipartimento immigrazione: oltre 13mila i cervelli italiani che operano
qui
Le sue scoperte realizzate studiando e lavorando negli Stati Uniti lo hanno
portato al premio Nobel e a tagliare nuovi traguardi nella genetica, ma Mario
Capecchi non e' l'unico 'cervello' nato nel nostro Paese e al lavoro
oltreoceano. Secondo l'Us Immigration e Naturalization Service americano sono
infatti circa 13.368 gli italiani ad altissima qualificazione attualmente
impegnati negli Usa. Di questi 6.179 sono italiani che hanno ottenuto
l'esclusivo e speciale visto di lavoro H-1B, 1.497 hanno il visto O1 concesso
solo ai 'lavoratori con straordinarie capacita' o risultati' e 5.692 sono quadri
industriali di alto livello.
A tracciare con l'ADNKRONOS lo scenario degli italiani ad altissima
qualificazione impegnati negli Usa e' l'esperta del Cnr Maria Carolina Brandi
dell'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del
Consiglio nazionale delle Ricerche, specializzata di studi sulle migrazioni
qualificate e autrice anche di diversi studi, tra cui una ricerca Ue, sul 'brain
drain', quel fenomeno cioe' che indica la perdita di un Paese derivante
dall'avere investito risorse per formare competenze che poi vengono utilizzate
da altri.
Un fenomeno che tocca da vicino l'Italia che, secondo gli ultimi dati Istat, ha
avuto una perdita totale netta di migliaia di laureati durante il periodo
1996-2002, tutti italiani ad alta formazione che hanno lasciato il Bel Paese per
andare a lavorare fuori dai confini nazionali. "Ad oggi, non e' ancora del tutto
chiaro a quale livello si collochi l'Italia in questo processo. L'emigrazione di
personale altamente qualificato dall'Italia e', infatti, ancora relativamente un
fenomeno poco studiato" avverte Brandi. Ma i dati dell'Immigration and
Naturalization Service statunitense relativi al 2006 parlano chiaro.
"Gli ultimi dati disponibili -spiega la ricercatrice del Cnr Brandi- mostrano
che, nel 2006, gli italiani che si trovavano negli Stati Uniti con un visti H-1B
erano 6.179, ovvero in possesso di permessi temporanei per 'Workers with
specialty occupations', rilasciati secondo precise regole proprio allo scopo di
immettere personale qualificato negli Usa su base temporanea, ma che possono
essere poi prorogati per un tempo anche molto lungo".
"Bisogna poi considerare -continua Brandi- che i visti H-1B non sono l'unico
tipo di visto temporaneo che puo' essere utilizzato da lavoratori altamente
qualificati. A coloro che hanno questo tipo di visto vanno ad esempio certamente
aggiunti coloro che si trovano negli Stati Uniti con il visto O1, concesso a
'lavoratori con straordinarie capacita' o risultati'. Ebbene, sempre nel 2006,
usufruivano di questo speciale visto ben 1.497 italiani".
"Nello stesso anno, -prosegue ancora- si trovavano inoltre negli Usa a seguito
di 'trasferimenti interni alle imprese', e quindi con visti L1, altri 5.692
italiani che si puo' ragionevolmente supporre fossero quadri industriali di alto
livello, dato che coloro che si recano in Usa per semplice 'addestramento
industriale', e cioe' in possesso di un visto H3, quell'anno alcune decine".
Sempre piu' 'cervelli' italiani negli Usa, ma perche'?
"Gli Usa -spiega Brandi- sono sempre state una delle destinazioni preferite dai
migranti ad alta qualificazione, che sono attratti in questa nazione sia dalle
buone prospettive di lavoro ad alto livello, che da una specifica politica del
governo statunitense che tende ad incentivare questo tipo di immigrazione per
sopperire alla sempre crescente richiesta, da parte dell'economia del paese, di
lavoro intellettuale, che il sistema universitario americano non riesce ormai a
coprire".
Lavoro ma non solo. Gli italiani vanno anche a studiare all'estero in
percentuale sempre crescente tra gli universitari.
Secondo i dati Ocse pubblicati nel 2006 nel rapporto 'Educational a glance'
(dati 2004), sono infatti 44.892 gli studenti italiani universitarti che
studiavano nel 2006 all'estero, di cui 39.020 si sono trasferiti in Paese Ocse.
Ed e' la Germania il Paese europeo maggiormente scelto dagli studenti
universitari italiani per la propria formazione accademica. A studiare in
Germania nel 2006 erano 8.111 universitari del Bel Paese.
"Dall'analisi delle cancellazioni dalle anagrafi italiane per emigrazione
all'estero risulta che, tra il 1996 ed il 2002, in media hanno lasciato l'Italia
3.300 laureati all'anno. Questa cifra -conclude Brandi- corrisponde all'incirca
alla somma di tutti gli studenti che si sono laureati all'Universita' di Roma
'La Sapienza', all'Universita' di Bologna e all'Universita' di Padova nel 2005.
In altre parole, la situazione attuale e' equivalente al fatto che tre delle
maggiori universita' italiane lavorino solo per formare competenze che poi
vengono utilizzate esclusivamente da paesi stranieri".
- Usa. Buone prospettive per il cuore
Tratto dal quotidiano La Nacion del 23 settembre 2007
"Siamo a cinque o sei anni di distanza dall'approvazione delle terapie cellulari
negli Stati Uniti, che si tratti di un prodotto o di un procedimento. E
probabilmente le prime le avremo per casi di necessita' disperata, per pazienti
con insufficienza cardiaca", ritiene il dottor Marc Penn, direttore del
Laboratorio di Sperimentazione Animale della prestigiosa Cleveland Clinic.
Le terapie cellulari, cui fa riferimento, non sono ne' piu' ne' meno che quelle
che impiegano cellule staminali o stem cells, alle quali s'attribuisce la
capacita' di convertirsi in qualunque tipo di cellule dell'organismo e su cui si
fondono tante promesse, persino temerarie, per curare malattie finora rimaste
senza risposta. Ma qui Penn introduce un chiarimento sulla reale utilita'
terapeutica. "I primi studi suggerivano l'esistenza di vari tipi di cellule
staminali che si trasformavano in cellule cardiache" -nota. "Le informazioni
piu' recenti indicano che non e' la verita', benche' resti assodato che se uno
inserisce delle cellule staminali nel cuore, queste liberano degli elementi nei
tessuti cardiaci che permettono al muscolo e alle cellule del cuore di
sopravvivere a un attacco cardiaco".
"Attualmente esiste una controversia sulla possibilita' di differenziazione
delle cellule staminali progenitrici estratte dal midollo osseo in cellule del
cuore", aggiunge il dottor Mariano Albertal del Dipartimento di Ricerca
dell'Istituto Cardiovascolare di Buenos Aires (ICBA). Resta il fatto che ci sono
alcuni tipi di cellule staminali che hanno mostrato d'agire come era stato
ipotizzato. "Le cellule staminali ematopoietiche, che si trasformano in nuovi
vasi sanguigni e liberano fattori positivi per il cuore, e le cellule staminali
mesenchimali, che si trasformano in cellule strutturali del cuore", elenca Penn.
Quali saranno i primi pazienti che potranno beneficiare di terapie con le
cellule staminali? "Il vero approccio per comprendere il potenziale delle
cellule staminali e' la prevenzione e il trattamento dell'insufficienza
cardiaca", risponde Penn. "Ed e' chiaro che sono i cardiopatici con un danno
significativo al cuore a beneficiarne di piu'". Penn segnala i due ostacoli che
occorre superare prima che i trattamenti possano essere sperimentati. Il primo:
con alcuni tipi di cellule staminali, come i mioblasti del tessuto muscolare
scheletrico, alcuni pazienti sviluppano una certa instabilita' elettrica nel
proprio cuore. Inoltre, Penn segnala la necessita' di elaborare modalita' di
trattamento per cui non sia necessario utilizzare cellule staminali dello stesso
paziente, giacche' cio' richiede anche delle settimane. "Abbiamo bisogno di
qualcosa di semplice, che si possa somministrare a qualunque ora, poiche'
sappiamo che i pazienti colpiti da infarto si presentano nelle 24 ore del
giorno, nei 7 giorni della settimana"- dice. "Per questo e' importante poter
contare su cellule (staminali) di donatori".
Penn prevede d'iniziare presto uno studio che impiega cellule staminali di
donatori nel trattamento dell'infarto. "Abbiamo la speranza d'essere pronti per
l'inizio dell'anno", aggiunge, e ricorda che attualmente la sperimentazione con
le cellule staminali non e' limitata alla cardiologia. "Ci sono studi sulle
lesioni polmonari, le lesioni renali, del fegato, del pancreas, sul diabete e in
neurologia. In realta', tutti gli organi vengono studiati da questa
prospettiva".
(Traduzione di Rosa a Marca)
- Spagna. Congresso su terapie antinvecchiamento e cellule staminali
Il VI Congresso Internazionale di Medicina Antinvecchiamento e Longevita' si e'
svolto a fine settembre a Barcellona, con 350 specialisti di tutto il mondo. Le
novita' piu' significative illustrate dagli esperti sono state le terapie basate
sulle cellule staminali del paziente che si sottopone a trattamenti estetici o
antinvecchiamento. Si tratta di interventi capaci di ripristinare la tonicita'
della pelle e che consentono d'evitare il costante ricorso al lifting o a
operazioni piu' invasive. Il presidente della Societa' venezuelana di medicina
antinvecchiamento, Juan Carlos Mendez, ha spiegato che il trattamento e' in
applicazione da oltre un anno in Venezuela -ma non e' autorizzato in Spagna- e
consiste nell'iniettare collagene e fibre elastiche, reticolari e acido
ialuronico provenienti dallo stesso paziente.
- Italia. Milano. Workshop Stem Cell Technology, 25 novembre 2007
Abbiamo ricevuto la seguente segnalazione:
Workshop StemCell Technology - 25/09/2007
La Voden Medical in collaborazione con la StemCell Technology è lieta di
invitarvi al Workshop che si terrà c/o il Centro Congressi S. Raffaele il 29
Novembre 2007, dal titolo "Stem cells: saggi clonogenici e controlli di
qualità". Il corso è gratuito, scrivi a [email protected] per ricevere il
modulo di iscrizione oppure scaricalo dalla sezione download:
http://www.vodenmedical.com/public/downloa...ndina%20HSR.pdf
- Usa. Michigan. Campagna della Conferenza cattolica contro la ricerca con
staminali embrionali
I cattolici del Michigan riceveranno presto del materiale informativo sulla
ricerca con le staminali, firmato dalla Conferenza cattolica dello Stato, in cui
vi sara' spiegato che la ricerca con le staminali adulte e' etica, mentre quella
con le embrionali distrugge la vita.
La campagna informativa, chiamata "Finanziare le cure e proteggere la vita",
consistera' nella distribuzione di Dvd e pamphlet a oltre mezzo milione di
cattolici. Le 800 parrocchie dello Stato, inoltre, si attiveranno direttamente
con i propri fedeli.
Il Michigan ha vietato la clonazione umana di ogni tipo nel 1998. Da allora
diversi scienziati dello Stato chiedono la legalizzazione della clonazione
terapeutica, anche conosciuta come trasferimento nucleare delle cellule
somatiche. I sostenitori della ricerca con le staminali anche embrionali stanno
anche organizzando un referendum per il 2008 per permettere l'estrazione di
cellule da embrioni sovrannumerari crioconservati.
I Dvd della Conferenza cattolica mostrano due pazienti che soffrono di lesioni
al midollo spinale curati con cellule staminali adulte. Paul Long, responsabile
per le politiche sociali della Conferenza, ha detto che la campagna ha lo scopo
di contrastare "l'entusiasmo per la ricerca con le staminali embrionali che ha
oscurato la vera speranza" riposta nella ricerca con le staminali adulte.
- Usa. Hillary Clinton: mettero' fine alla guerra di Bush contro la scienza
La favorita alla corsa per la Casa Bianca, la democratica Hillary Clinton, ha
giurato che una volta eletta eliminera' le restrizioni sulla ricerca con le
staminali embrionali volute dal presidente George W. Bush nel 2001.
Clinton ha accusato l'Amministrazione Bush di aver "dichiarato guerra alla
scienza", iniettando le sue convinzioni politiche nelle decisioni che riguardano
salute e ambiente, come ad esempio aver limitato il ricorso ai contraccettivi
senza ricetta medica e aver minimizzato l'impatto dei cambiamenti climatici.
"Quando saro' presidente, mettero' fine a questo assalto alla scienza", spiega
il senatore di New York ed ex first lady alla prestigiosa Carnegie Institution
for Science. "L'America sara' nuovamente una nazione per l'innovazione".
A giugno Bush aveva posto il suo secondo veto ad una legge approvata dal
Congresso che avrebbe eliminato i vincoli sul finanziamento federale alla
ricerca con le staminali embrionali. Nonostante il sostegno di molti
repubblicani, il Congresso democratico non ha i numeri per superare il veto -e'
necessaria una maggioranza di due terzi.
"Eliminero' l'attuale divieto sull'etica della ricerca con le cellule
staminali", ha detto Clinton. "Il divieto del presidente sul finanziamento della
ricerca con le staminali e' un divieto sulla speranza. A causa di questo
divieto, "alcune delle nostre menti piu' brillanti vanno all'estero a fare
ricerca".
Anche il candidato repubblicano favorito, l'ex sindaco di New York Rudy
Giuliani, e' da sempre favorevole alla ricerca.
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LARETTA.
User deleted
Bisogna leggerselo con calma ... . -
Sym.
User deleted
laretta potresti per piacere se riesci farmi una cortesie?
Riesci a togliere dal titolo il numero?
cosi senza parire ogno volta un tread poso uno dietro l'altro?
Grazie^^. -
Sym.
User deleted
ARTICOLI
- Conferma Garaci all'Iss. Decisione incomprensibile, ministro faccia luce su
finanziamenti alle staminali
Il Consiglio dei Ministri ha riconfermato per un triennio il professor Enrico
Garaci, di Scienza e Vita (ovviamente) a Presidente dell'Istituto Superiore di
Sanita'. Decisione incomprensibile. Invece di dare un segno di discontinuita'
dai precedenti governi in direzione della laicita' - ricordo che Garaci e'
Presidente dell'ISS dal 2001 ed e' stato confermato per la terza volta - il
Ministro, riconfermandolo, ha dimostrato di non aver minimamente considerato le
critiche politiche e di merito emerse da piu' parti, oltre al parere negativo
espresso dalla commissione Igiene e Sanita' al Senato.
La presidenza di Garaci tutto e' stata meno che trasparente: a 6 anni di
distanza e due interrogazioni (1) presentate, ancora non e' chiaro che fine
hanno fatto i 7,5 milioni di euro alla ricerca con le cellule staminali adulte e
il modo in cui sono stati assegnati i finanziamenti. La commissione e la
"spartizione" di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva
che chi chiedeva i finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli. Una
volta venuta alla luce la vicenda ad opera di ricercatori finanziati da quel
bando, per tutta risposta dal sito Internet dell'ISS venne cancellato qualsiasi
riferimento. Il 13 novembre scorso Garaci, interpellato da una giornalista sulla
vicenda ha risposto dicendo, tra l'altro, che: "Gli altri bandi sono stati
assegnati, ma attendiamo che arrivino i finanziamenti stanziati dalle precedenti
finanziarie". Risposta incredibile se si pensa che alle interrogazioni
presentate mi e' stato risposto che i finanziamenti sono stati chiusi per
esaurimento fondi.
Ma e' da qualche settimana, e la rivista Nature lo conferma, chesi parla di un
vero malcontento diffuso dei ricercatori italiani per il modo con cui sono stati
assegnati e sembra saranno assegnati i finanziamenti per la ricerca sulle
cellule staminali. Garaci, infatti, non sembra intenzionato ad adeguarsi ai
metodi utilizzati a livello internazionale di peer review system, che implicano
il coinvolgimento di revisori terzi e indipendenti. Sono stati proprio tre
illustri ricercatori italiani a livello mondiale -Elena Cattaneo, Paolo Bianco e
Ranieri Cancedda- ad aver inviato una lettera al Ministro della Salute per
denunciare il mancato utilizzo di questo metodo per i finanziamenti di 3 milioni
di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali previsti
nella Finanziaria 2007.
A sostegno delle richieste dei tre ricercatori insieme ai deputati Radicali
della Rosa nel Pugno ho depositato un'interrogazione (2) al ministro della
Salute a cui oggi, vista l'enorme fiducia riposta dal ministro in Garaci,
diventa ancora piu' urgente rispondere per chiarire, una volta per tutte, le
vicende dei finanziamenti alla staminali e la responsabilita' dell'ISS.
(1) l'interrogazione 5-00014: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=18
l'interrogazione 5-01349: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=587
(2) http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=729
di Donatella Poretti
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- Nobel Capecchi sulla ricerca con le staminali embrionali
Lo scienziato dell'Universita' statale dello Utah e premio Nobel per la
Medicina, Mario Capecchi, ha avuto una vita avventurosa. Altrettanto
spettacolare e' il contributo che ha dato alla scienza -oltre che molto
promettente per l'umanita'. Grazie alle sue scoperte, sono stati creati topi
geneticamente modificati con cui e' possibile far luce su numerose malattie.
"Letteralmente ogni malattia puo' avvantaggiarsene, dai complicati disturbi
neuropsichiatrici fino al cancro e al diabete", dice Capecchi. "Il vantaggio dei
topi e' che negli esseri umani non si possono fare analisi retrospettive. Nella
persona non si puo' viaggiare a ritroso, mentre nei topi si', si puo' analizzare
nei dettagli lo sviluppo delle malattie durante il concepimento e dopo la
nascita". Altro vantaggio, sostiene, "e' che una volta capita una malattia si
possono utilizzare i topi per sviluppare delle terapie. Fare esperimenti di
terapie o di medicinali in persone umane e' estremamente caro".
Il futuro delle sue scoperte gli appare brillante. I modelli di topi
geneticamente modificati stanno continuamente migliorando e "saranno utilizzati
nei prossimi cento anni per qualunque malattia". Capecchi e' decisamente
favorevole alla ricerca con le cellule staminali embrionali, un percorso di
studio che il presidente Bush ha neutralizzato con il suo veto presidenziale
perche' lo giudicava "immorale". "Credo che quando cambiera' l'Amministrazione
Bush, in Usa si potra' fare ricerca in questo campo". Anche perche' "c'e' un
dibattito etico dalla prospettiva degli stessi pazienti". Sia il Senato sia la
Camera dei Rappresentanti hanno approvato una norma che e' rimasta nel limbo.
L'ottimismo del ricercatore poggia su tre ragioni. "In primo luogo, esiste un
grande potenziale per questo tipo di terapie: Parkinson, Alzheimer, diabete, e
in generale ne puo' beneficiare qualunque malattia in cui le cellule siano state
distrutte". Nello stesso tempo, "molti embrioni vengono generati tramite la
fertilizzazione in vitro che e' sempre piu' diffusa. E in questi processi si
producono numerosi embrioni, molti dei quali sono condannati a finire nel bidone
della spazzatura". Infine, "la popolazione nordamericana la vede come cosa
positiva: circa il 70% e' favorevole alla ricerca con gli embrioni".
La sperimentazione sugli animali e' materiale infiammabile di questi tempi. Ma
Capecchi la vede come un male minore. "Se ci fossero altri modi di fare
esperimenti, dovremmo utilizzarli. Tutta la vita e' sacra e non la si puo'
banalizzare". Pero', al giorno d'oggi, "non abbiamo le conoscenze per fare
esperimenti virtuali". In 20 o 30 anni si potranno migliorare gli attuali
procedimenti. Al momento si puo' lavorare solo con i mezzi che ci sono. "La
gente deve dire con quali pratiche si sente piu' a suo agio, comunque penso che
la ricerca animale sia una necessita'".
Mario Capecchi non condivide affatto l'affermazione polemica di James Watson,
co-scopritore della doppia elica del Dna, secondo cui i bianchi sarebbero piu'
intelligenti dei neri. Dice Capecchi: "Lui sa che non esiste una base
scientifica per affermarlo". Pero' non vuole rinfocolare le polemiche. "Credo
che stesse cercando di esplorare certe idee e, in qualche modo, le sue opinioni
sono state esagerate dalla stampa". "Quel che e' certo, e' che oggi non abbiamo
gli strumenti per definire quello che vogliamo chiamare intelligenza. Ci sono
diversi tipi d'intelligenza. C'e' gente molto brava nell'arte, altri nella
scienza o nel commercio...". "Dire che una razza e' piu' intelligente di
un'altra non ha fondamento scientifico. Per esempio, quando s'analizzano le
differenze razziali, le disuguaglianze dentro lo stesso gruppo sono molto
maggiori che non tra i gruppi", dichiara. "Se si danno delle opportunita' a un
bambino, indipendentemente dalla sue origini, prosperera'". Capecchi sa quel che
dice. La sua infanzia si trasformo' in un incubo quando i nazisti arrivarono in
Italia. Sua madre, una poetessa che aveva scritto degli opuscoli antifascisti,
fu presa dalla Gestapo e portata in campo di concentramento a Dachau, non in
quanto ebrea, ma per il suo essere ribelle. Capecchi aveva cinque anni e si
ritrovo' solo. Il primo anno lo trascorse con dei contadini, che lo scacciarono
di casa una volta finiti i soldi per il suo mantenimento. In seguito si uni' a
una banda di ragazzini che vagava tra Bolzano e Verona e rubava. Sua madre, che
sopravvisse ai campi di concentamento, lo trovo' e lo porto' negli Stati Uniti.
"Gestisco il problema dell'infanzia cercando di non pensarci troppo. Appartiene
al passato, e non possiamo fare nulla per cambiare il passato". Nonostante
tutto, la sua infanzia l'ha arricchito: "le esperienze dure ti fanno piu'
resistente e fino a un certo punto rendono la mente piu' aperta".
di Juan Llobell
(Tratto dalla rivista online Expansion.com; traduzione di Rosa a Marca)
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NOTIZIE
- Sud Corea. Ricercatore: fra cinque anni cureremo il morbo di Parkinson
Secondo un ricercatore svedese, entro cinque anni sara' possibile curare il
morbo di Parkinson attraverso cellule staminali.
Il quotidiano Korea Times ha riportato che Olle Lindvall, docente presso
l'Universita' di Lund in Svezia, in visita a Seoul lo scorso 15 novembre per un
simposio sulla ricerca con le staminali, avrebbe annoverato il Parkinson fra le
malattie curabili a breve. Entro cinque anni potrebbero infatti partire le prime
sperimentazioni cliniche, a cui stanno gia' lavorando numerosi laboratori. La
questione e' legata alla produzione di cellule di dopamina da diversi tipi di
cellule, anche animali.
Il professore ha detto di aver tentato il trapianto nel cervello di cellule
dopaminiche estratte da feti umani ed aver riscontrato la loro abilita' a
sopravvivere e sostituire le cellule danneggiate.
Secondo il ricercatore, altri studi hanno dimostrato la capacita' delle cellule
staminali di limitare gli effetti della malattia. Ma con la sua ricerca,
l'obiettivo e' la cura totale.
- Usa. California. Ex presentatrice tv a capo della commissione di controllo sui
fondi alla ricerca con le staminali
L'ex presentatrice dello show televisivo "Entertainment Tonight", Leeza Gibbons,
e' stata nominata dal Governatore Arnold Schwarzenegger a capo della commissione
di controllo dell'agenzia californiana sulla ricerca con le cellule staminali.
Gibbons, la cui madre e' malata di Alzheimer, ricoprira' il posto destinato alle
associazioni di malati della stessa malattia nella Independent Citizens
Oversight Committee.
Nel 2002, Gibbons e famiglia avevano fondato la Leeza Gibbons Memory Foundation,
una fondazione no-profit dedicata alla malattia della madre. Il suo nuovo ruolo
non paghera' quanto quello di star televisiva: circa cento euro per diem.
La commissione controllera' l'operato del California Institute for Regenerative
Medicine Institute, l'istituto creato a seguito dell'approvazione della
Proposition 71, sottoposto nel 2004 al voto referendario. L'Istituto ha infatti
il compito di gestire un finanziamento di 3 miliardi di dollari destinato alla
ricerca con le staminali, da stanziare in un periodo di dieci anni.
- San Marino. Al Bioscience Institute sara' gratuita la conservazione del
cordone
Il Congresso di Stato di San Marino, su proposta del segretario di Stato per la
Sanita', Fabio Berardi, ha autorizzato il direttore generale dell'Istituto
superiore di sanita' sanmarinese a stipulare una convenzione con Bioscience
Institute, 'per garantire, senza oneri economici a carico dell'Iss, la
crioconservazione del sangue cordonale per gli assistiti dell'Istituto stesso'.
In pratica Bioscience Institute, il laboratorio di crioconservazione autologa di
cellule staminali provenienti al sangue del cordone ombelicale inaugurato lo
scorso aprile nella Repubblica di San Marino, conservera' gratuitamente le
cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale dei bimbi della
Repubblica del Titano, in presenza di malattie genetiche in famiglia o di
patologie gia' accertate al momento del parto nel nascituro o di un suo
familiare. La decisione sammarinese e' analoga a quella presa in estate dalla
Regione Lombardia, con la differenza che a farsi carico dei costi di
conservazione non saranno le finanze pubbliche, ma sara' direttamente il moderno
laboratorio di crioconservazione diretto da Giuseppe Mucci.
- Italia. Centri di ricerca scrivono a Mussi: siamo senza fondi
A Milano sono otto, ma fanno parte di un network di 55 centri distribuiti su
tutto il territorio italiano: sono i poli di eccellenza scientifica al 100% Made
in Italy.
Centri di ricerca in cui studiosi provenienti da tutto il mondo fanno passi da
gigante nella ricerca bio e nanotecnologica, biochimica, medica ma anche sulle
reti di comunicazione, i problemi climatici e la linguistica. Centri che pero'
fanno fatica ad arrivare alla fine del mese per scarsezza di fondi.
Cosi' "Geo", il mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Fiona Diwan, e' andato
a esplorare quattro di questi centri in cui gli studiosi si applicano con
dedizione e professionalita' non solo alla ricerca di base, ma anche allo studio
delle sue possibili interazioni con il mercato ed ha rivolto un appello al
ministro Fabio Mussi: rinnovate l'invio di fondi.
Per esempio al Cefriel, centro di eccellenza unico in Italia nel suo genere nel
settore dell'Information & Communication Technology (Ict), la ricerca, riferisce
il periodico, si coniuga con le richieste del mercato.
La sua missione e' trasformare le nuovissime tecnologie appena scoperte in
prototipi di nuovi prodotti, cosi' da trasferire l'innovazione alle imprese
garantendo loro l'accesso alle nuove tecnologie. Il centro, pero', non riceve
alcun finanziamento a fondo perduto, ma si regge integrando e valorizzando
esperienze e competenze del mondo dell'universita', della Regione Lombardia e di
15 tra le piu' importanti aziende Ict operanti in Italia.
Il caso del Cefriel non e' isolato: tutti i centri che "Geo" ha visitato,
riferisce ancora il periodico, sono costretti a cavarsela da soli dal momento
che non ricevono alcun aiuto finanziario da parte del Ministero dell'Universita'
e della Ricerca. Il Ministero ha stanziato nel 2000 un finanziamento triennale a
favore delle start up dei centri italiani di ricerca, supportandoli a livello
logistico e nel lancio dei progetti. Alla fine di questo periodo pero', prosegue
il giornale, non sono stati previsti ulteriori aiuti ne' il controllo dei
risultati effettivamente raggiunti con l'impiego di quei fondi. E non finisce
qui.
All'Igier, l'Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research, i "laboratori"
sono i seminari che vedono riuniti membri affiliati e ospiti illustri a
confrontarsi su temi che vanno dalla macroeconomia all'econometria, dalla teoria
dei giochi all'economia di sviluppo. Qui, fare ricerca di eccellenza significa
concentrare le energie su temi singoli di proprio interesse, senza dover
necessariamente seguire dei filoni generali. Un esempio per tutti e' Roberto
Perotti, direttore dell'Igier e professore alla Bocconi, che sta terminando il
report sulle politiche di bilancio di alcuni Paesi in via di sviluppo,
commissionatogli dalla Banca Mondiale. E ancora.
Al Cermac, il Centro di Eccellenza di Risonanza Magnetica ad Alto Campo, gli
scienziati studiano il sistema nervoso centrale: cervello, cervelletto, e
midollo spinale. Qui, grazie a un sofisticatissimo tomografo a tre tesla, il
team di neuroscienziati, psichiatri e cognitivisti fa passi da gigante nel campo
della sclerosi multipla.
Ma il fiore all'occhiello di questo centro e' la ricerca condotta l'anno scorso
sulle cellule staminali, che ha permesso al dottor Politi e altri ricercatori
del San Raffaele di monitorare grazie alla modificazione del loro campo
magnetico il percorso che le cellule staminali compiono quando riconoscono una
lesione.
Non cambia l'ambito di ricerca al Cisi, il Centro Interdisciplinare Studi
Bio-molecolari e Applicazioni Industriali, che appartiene all'Universita'
Statale di Milano. Qui la ricerca si focalizza sulla creazione di molecole
capaci di inibire la proliferazione dei tumori. Anche in questo caso, racconta
il periodico, i direttori dei centri hanno dovuto improvvisarsi imprenditori per
sopperire alla mancanza di investimenti da parte dello stato.
"Eppure -conclude il periodico- la ricerca italiana ha dimostrato grandi
potenzialita': il modello Cefriel, ad esempio, e' stato presentato a Singapore a
investitori privati e aziende pubbliche per poter essere adottato anche da brand
internazionali. La ricerca pubblica ha bisogno dunque di essere finanziata: solo
cosi' agli scienziati possono essere fornite le possibilita' e gli strumenti
adeguati per continuare a prendersi cura del futuro dell'umanita'".
Info: www.geo.it
- Italia. Coldiretti: no a carni clonate a tavola, lo dicono i sondaggi
Sta per partire la consultazione pubblica che portera' entro il prossimo
febbraio a formulare il parere scientifico sulla sicurezza alimentare degli
animali clonati da parte dell' Agenzia europea per la sicurezza alimentare
(Efsa), che potrebbe aprire la strada in Europa alla vendita di formaggi, latte
e carne provenienti dai 'parenti' della pecora Dolly. E' questo l'allarme
lanciato dalla Coldiretti sulla base del programma di lavoro definito dall'Efsa
per rispondere alla Commissione europea che nell'aprile scorso 'ha chiesto
all'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di valutare sotto il
profilo scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull'etica di
aggiornare il loro parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire
dai confini della semplice ricerca'. Un richiesta formulata dopo che -sottolinea
la Coldiretti- negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (Fda) ha gia'
dato l'autorizzazione alla libera circolazione degli alimenti frutto delle
clonazioni che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette
particolari. Il parere dell'Agenzia Europea riguardera' la sicurezza nel consumo
di carne e latte provenienti da mucche, maiali, capre e pecore clonate senza
affrontare aspetti etici di competenza del Gruppo Europeo sull'etica. La
clonazione riguarda infatti gia' molti animali da allevamento e, tra l'altro, e'
stata annunciata recentemente la clonazione 'stabile' di un maiale per quattro
generazioni dal genetista giapponese Hiroshi Nagashima dell'Universita' Meiji di
Tokyo, mentre sperimentazioni sono state effettuate anche in Italia con il toro
Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone selvatico. Secondo una indagine
descrittiva on line condotta sul sito www.coldiretti.it si evidenzia che una
netta maggioranza del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa
proibiscano sempre la possibilita' di vendita di carne, latte e formaggi
proveniente da animali clonati. Si evidenzia peraltro che per ben il 36 percento
degli interpellati e' necessario che l'Italia e l'Europa consentano la vendita
di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai
consumatori di distinguerli. Solamente l'8 percento ritiene che la scienza abbia
dimostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed e'
quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre
l'1 per cento non e' in grado di dare una risposta.
La forte opposizione dei cittadini dimostrata da sondaggi analoghi negli Stati
Uniti ha convinto la Dean Food , principale industria casearia degli Stati
Uniti, a non utilizzare il latte prodotto da mucche clonate sebbene il verdetto
della Food and Drug Administration (Fda) stabilisca che non ci sono differenze
tra mucche, maiali e pecore clonate rispetto agli animali tradizionali. Una
decisione che e' stata presa anche da aziende piu' piccole nel timore di andare
incontro a un calo delle vendite. Si tratta di una evidente dimostrazione che
occorre intervenire al piu' presto con una adeguata regolamentazione per
escludere che latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel piatto dei
cittadini. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un rischio inaccettabile che
oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori pone
evidenti perplessita' di natura etica che occorre affrontare prima che sia
troppo tardi.
- Italia. Angelo Vescovi: siamo in grado di produrre staminali cerebrali
Si stanno concludendo a Terni i lavori di ristrutturazione dell'edificio di via
Campomicciolo, gia' caserma, che sara' sede del Cento di ricerca sulle cellule
staminali. Entro la prossima primavera dovrebbe cominciare ad operare il
laboratorio vero e proprio.
Lo stabile ristrutturato si articola su tre piani, ha una superficie di circa
3.000 metri quadrati ed ha comportato un onere economico di circa sette milioni
di euro.
Il Centro di ricerca, diretto dal professor Angelo Vescovi, e' coordinato da una
fondazione della quale fanno parte il Comune di Terni, la diocesi di Terni Narni
Amelia, la Fondazione Cassa di risparmio di Terni e Narni, la Camera di
commercio.
Proprio per affrontare le varie tematiche che il Centro comporta, il 30 novembre
prossimo si terra' a Terni, nel palazzo Gazzoli, un convegno nazionale.
Vescovi affrontera' il tema 'Cellule staminali cerebrali, verso la
sperimentazione clinica', mentre le conclusioni del convegno saranno tratte dal
sen. Ignazio Marino, presidente della Commissione sanita' del Senato. 'E' la
fine della corsa'. Cosi' Vescovi definisce la gara contro il tempo del suo
centro che ora 'e' in grado di produrre in laboratorio staminali cerebrali
adulte umane prelevate da feti abortiti spontaneamente e poi moltiplicate'.
Cellule utili per malattie neurodegenerative, in primis sclerosi multipla (sm) e
sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
'Abbiamo iniziato le procedure di certificazione del centro e contemporaneamente
stiamo scrivendo i protocolli clinici. Dunque entro qualche mese potremmo
iniziare la sperimentazione di fase 1 sull'uomo'. Con ogni probabilita', visto
che le procedure per l'accreditamento dell'Unione europea sono piu' stringenti
di quelle statunitensi, Vescovi annuncia che per iniziare prima i test
sull'uomo, 'si potrebbe scegliere di fare la sperimentazione negli Usa'.
Vescovi spiega che finora 'negli animali sono stati raggiunti risultati per
certi versi entusiasmanti.
Specie per sclerosi multipla (Sm) e laterale amiotrofica (Sla)'. In un primo
tempo, dice il ricercatore italiano, l'obiettivo della sperimentazione umana
sara' rivolto 'ai malati di Sm e Sla in stadio avanzato. Ma successivamente si
potra' estendere la sperimentazione anche ai pazienti in fase iniziale'.
"La scoperta annunciata oggi durante un convegno dell'Iss va presa con cautela.
Dobbiamo sapere con certezza se la sperimentazione deriva da cellule di feti
davvero abortiti e se tali aborti sono stati davvero spontanei". Lo afferma
Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur, in merito alla notizia di un
possibile avvio della sperimentazione umana sulle staminali cerebrali adulte
coltivate da cellule di feti abortiti.
"Vanno, inoltre, accertati gli effetti di questa sperimentazione per la salute
umana e quindi tutti i rischi e i benefici".
- Italia. Luca Marini ricorre al Tar su avvicendamento ai vertici del Cnb
L'ex vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e presidente del
Centro di studi biogiuridici ECSEL, Luca Marini, ha presentato ricorso al Tar
del Lazio in relazione al decreto che ha previsto l'avvicendamento alla
vicepresidenza. Lo rende noto lo stesso Marini in un comunicato.
Secondo Marini, il decreto che ha disposto la nomina di tre nuovi vice
presidenti del Cnb (avvicendando Marini, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo) e'
'censurabile': 'Ho quindi dato mandato al mio legale di presentare ricorso al
TAR del Lazio per il suo annullamento previa sospensione, salvo il risarcimento
del danno. Il ricorso e' gia' stato presentato'.
'A mio parere il decreto presenta evidenti motivi di censura. In primo luogo,
esso non ha assolto all'indispensabile onere motivazionale in ordine alle
ragioni poste a base dell'avvicendamento. In secondo luogo, e' stato calpestato
il principio che impone alla pubblica amministrazione di informare
preventivamente gli interessati dei procedimenti avviati nei loro confronti. In
terzo luogo, ho motivo di ritenere che l'avvicendamento mio e delle mie colleghe
sia stato disposto per fini estranei alle proclamate esigenze di funzionalita'
del CNB'.
'Ritengo doveroso battermi per il ripristino dei principi di legalita' e di
certezza del diritto a fronte della sciatteria istituzionale e dell'arroganza
con cui e' stata e' stata gestita l'intera vicenda'.
- Italia. Torino. All'ospedale Molinette impianto percutaneo valvole cardiache
All'ospedale Molinette di Torino sta per partire un programma per curare
pazienti cardiopatici ad alto rischio, quelli che finora erano senza prospettive
terapeutiche. La cardiologia ospedaliera, diretta da Sebastiano Marra, e la
cardiochirurgia di Mauro Rinaldi da dicembre eseguiranno l'impianto percutaneo
di valvole aortiche in pazienti inoperabili. Insieme, poi, hanno messo a punto
uno studio sperimentale sulle cellule staminali in ambito cardiaco, attualmente
in fase preclinica e in attesa di approvazione ministeriale.
Ad oggi, nel mondo, alcune centinaia di persone sono gia' state sottoposte con
successo a interventi di sostituzione valvolare in via percutanea: sono malati
altrimenti destinati a morte sicura. Ora anche all'ospedale Molinette e' tutto
pronto e sono gia' state ottenute le autorizzazioni del comitato etico
interaziendale e dell'ospedale. Si stanno selezionando i pazienti che potranno
essere sottoposti a intervento cardiochirurgico senza l'apertura dello sterno
(la valvola, compressa, viene fatta passare attraverso un'arteria).
Di grande contenuto innovativo la sperimentazione delle cellule staminali per la
cura di pazienti cardiopatici, che l'ospedale Molinette, insieme con altre sei
cardiologie cittadine, il Regina Margherita di Torino e l'istituto Mario Negri
di Milano, ha messo a punto e che dovrebbe partire nel 2008. La sperimentazione
verra' illustrata al congresso internazionale 'A bridge over the Atlantic', che
si terra' da domani a sabato al centro congressi dell'Unione industriale. Il
congresso, organizzato dalla Cardiologia 2 dell'Aso San Giovanni Battista di
Torino, riunisce 300 cardiologi italiani e della Mayo Clinic di Rochester (Usa),
uno dei centri internazionali piu' prestigiosi e all'avanguardia nell'ambito
delle malattie cardiovascolari.
'Il trattamento del paziente ad alto rischio cardiologico -afferma Marra- e' un
tema molto complesso e attuale. Ormai vengono trattati pazienti d'eta' sempre
piu' avanzata e con presidi terapeutici sempre piu' sofisticati e costosi, dando
un'altra speranza a chi alcuni anni fa era condannato a non avere alcuna
prospettiva di cura'.
Si tratta di pazienti anziani, gia' sottoposti a interventi per dilatare le
coronarie, ma che hanno poi sviluppato patologie come l'insufficienza renale,
l'ictus, la broncopneumopatia, il diabete, talvolta l'alzheimer. 'Ulteriori
interventi cardiaci possono rivelarsi difficili e pericolosi, ma non impossibili
e le nuove speranze che siamo in grado di offrire sono il frutto della stretta
cooperazione tra cardiologi e cardiochirurghi'.
- Usa. Sangue mestruale fonte di staminali versatili
Scoperta una nuova fonte di cellule staminali: il sangue mestruale. Nelle
perdite sopportate malvolentieri da tutte le donne in eta' fertile una volta al
mese si trovano staminali capaci di differenziarsi in 9 differenti tipi di
tessuto, tra cui cuore, fegato e polmoni. La scoperta e' frutto del lavoro
d'e'quipe del Bio-Communications Research Institute di Wichita, in Kansas (Usa)
e dell'universita' dello Stato dell'Alberta e dell'Ontario occidentale, in
Canada. "Il sangue mestruale contiene -spiegano gli scienziati statunitensi e
canadesi sul Journal of Traslation Medicine- un nuovo tipo di staminali che
possono essere usate per riparare i tessuti danneggiati'.
Le staminali appena scoperte sono state battezzate cellule rigenerative
endometriali (Erc), e ricalcano una caratteristica essenziale della loro
provenienza, cioe' la crescita di nuovi vasi sanguigni. Tra le cellule prelevate
dal sangue mestruale, assicurano i ricercatori, "ce ne sono alcune che possono
essere coltivate in laboratorio e replicate fino a 70 volte, molto velocemente.
Con una rapidita' di gran lunga maggiore rispetto a quanto avviene per le
staminali prelevate dal cordone ombelicale e dal midollo osseo. In piu' in esse
vengono prodotti alcuni fattori di crescita 'superveloci', che si moltiplicano
in percentuali 100 mila volte maggiori rispetto ai concorrenti fattori di
crescita delle staminali del sangue del cordone ombelicale".
Un bel vantaggio, continuano, "tanto che in 5 millilitri di sangue mestruale
prelevato da donne sane si possono ottenere abbastanza staminali da avere, nel
giro di due settimane di coltura in laboratorio, cellule cardiache che si
contraggono come il cuore".
- Italia. Bologna. Sperimentazione su tre cavalli. Lav e deputati contro
universita'
Parlamentari in campo per salvare i tre cavalli che, alla facolta' di
Veterinaria di Bologna, rischiano di essere soppressi al termine di un
esperimento sull'uso delle cellule staminali. Nove deputati, di maggioranza e
opposizione, chiedono infatti al ministro della Salute, Livia Turco, "quali
urgenti iniziative intenda intraprendere per non permettere l'uccisione di tre
cavalli" e fare in modo che siano affidati a qualcuno al termine
dell'esperimento.
A muoversi sono cinque parlamentari della Lega Nord, uno di Forza Italia, due
della Rosa nel pugno, uno del Partito Democratico, firmatari di
un'interrogazione con risposta in commissione Affari Sociali a Montecitorio; nel
documento ricordano che, per analoghi esperimenti effettuati all'Universita' di
Pisa, gli animali non sono stati uccisi e lo stesso Ministero, nell'autorizzare
i test ad Ozzano Emilia, "specificava gia' mesi fa che devono essere valutate le
possibilita' di recupero dei cavalli". A sollevare il caso, con tanto di diffida
alla Facolta' dell'Alma mater era stata la Lega antivivisezione (Lav) avvertendo
l'Ateneo che l'uccisione dei tre animali poteva configurare un reato. E proprio
la Lav, nel dare notizia dell'interrogazione parlamentare, annuncia che "sono
gia' alcune migliaia le e-mail di sostegno alle richieste indirizzate al
Rettore, al Preside e al responsabile del Dipartimento" per evitare una
"uccisione del tutto gratuita e, quindi, perseguibile dal Codice penale".
Quella in corso al Dipartimento Clinico Veterinario dell'Universita' di Bologna,
e' una sperimentazione su tre cavalli dal titolo "Isolamento e caratterizzazione
di cellule mesenchimali di cavallo da midollo osseo e tessuto adiposo: possibile
utilizzo di un modello di lesioni tendinee".
Il protocollo sperimentale prevede la soppressione degli animali per prelevare i
tendini.
Ma, ricordano i parlamentari nell'interrogazione, "il Ministero della Salute,
nell'autorizzare l'esperimento, aveva suggerito che dovesse 'essere valutata con
attenzione l'eventuale reimmissione dei soggetti nella loro filiera zootecnica
di provenienza'".
- Mons. Paglia: sperimentazione su embrioni solo se gia' morti
Una dichiarazione di morte per gli embrioni congelati non piu' riconosciuti o
abbandonati dalla coppia che li ha generati: soltanto a questa condizione, ossia
solo in quanto 'cadaveri', gli embrioni orfani potrebbero essere utilizzati per
la ricerca sulle cellule staminali. Lo ha detto a Roma il vescovo di Terni,
mons. Vincenzo Paglia, a margine del convegno sulle cellule staminali cerebrali
organizzato presso l'Istituto superiore di sanita' lo scorso 13 novembre.
'Sono contro la distruzione della vita da parte di chiunque', ha detto il
vescovo. Di conseguenza, ha aggiunto, 'non posso approvare la ricerca sugli
embrioni perche' un embrione e' una vita umana'. Nel caso in cui fosse possibile
stabilire la soglia oltre la quale un embrione congelato non puo' piu' essere
considerato vitale, allora si potrebbe equiparare il prelievo di cellule
staminali da questi embrioni-cadavere alla donazione di organi. 'Allora
diventerebbe un espianto di organi', ha osservato mons. Paglia.
'Chiedo agli scienziati di studiare il problema', ha concluso.
Dietro il problema degli embrioni sovrannumerari e del loro utilizzo per la
ricerca sulle cellule staminali 'c'e' tanta ipocrisia e ci sono interessi
economici di singoli ricercatori o di gruppi di ricerca. Cosi' non ci sto'.
Parola di Angelo Vescovi. Il ricercatore docente dell' Universita' di Milano
Bicocca e direttore della Banca di cellule staminali cerebrali di Terni, ne
parla con i giornalisti prima di una conferenza su 'cellule e genetica' promossa
questa sera dalla Fondazione 'Corriere della Sera'.
'E' un problema importante quello degli embrioni sovrannumerari'. E spiega: 'Si
tratta di centinaia di migliaia di embrioni congelati, molti dei quali
plausibilmente non attecchiranno mai piu'. In qualche modo sono abortivi di
fatto. Cioe', ti ritrovi con un decesso in provetta.
E in teoria si dovrebbe permetterne l' uso'.
Vescovi sarebbe favorevole a utilizzarli per la ricerca, se non ci fosse un
problema 'a cui non e' stata data soluzione. Io li utilizzo questi embrioni,
senza problemi fino a quando qualcuno non decide di continuare a produrmeli.
Perche' se e' cosi', facciamo prima a produrli specificamente per quell'
applicazione. Il fatto e' che si continua a fare i furbi. C'e' una forma di
approccio pilatesco al problema, che e' una forma anche di ipocrisia, che e' il
seguente: l'Unione europea, ha deciso di permettere l' utilizzo di embrioni
soprannumerari prodotti fino a una certa data. Ma da nessuna parte si dice 'non
verranno sdoganati quelli prodotti in data successiva'. E' semplicemente un
trucco per dire: continuiamo a produrre embrioni e continuiamo a utilizzarli'.
E su questo Angelo Vescovi non e' d'accordo: 'E' un problema di ipocrisia. Il
fatto e' che questo non si dice mai.
Perche' ci sono dietro purtroppo forti interessi. E non sono solo ideologici,
sono economici e spesso personali, di singoli ricercatori o gruppi. Forse puo'
non piacere che uno lo dica, ma io lo dico. Pazienza, mi trovero' nei guai come
al solito.
Seguiranno le stesse minacce che ho avuto con il referendum? Ho cambiato numero
di telefono'.
- Usa. Staminali embrionali di macaco ottenute con clonazione "Dolly"
Un risultato senza precedenti avvicina la possibilita' della clonazione
terapeutica per l'uomo: due linee di cellule staminali embrionali di scimmia
sono state ottenute per la prima volta per clonazione di macachi adulti con lo
stesso metodo della pecora Dolly, mai riuscita finora sui primati.
La notizia, anticipata alcuni gerioni fa dall'Indipendent, e' annunciata dalla
rivista Nature.
Pur essendo incapaci di terminare lo sviluppo e dar vita a cloni di scimmia, gli
embrioni clonati rappresentano un traguardo importantissimo perche' lasciano
intravedere la possibilita' di ottenere una riserva di staminali embrionali su
misura di ogni singolo paziente. Lo stesso traguardo con embrioni umani,
annunciato nel 2004 ma poi smentito, aveva attirato su Hwang Woo-suk in Corea
del Sud la 'scomunica' della comunita' scientifica mondiale.
Questa volta invece, almeno sulle scimmie, grazie agli esperimenti diretti da
Shoukhrat Mitalipov dell'Oregon Health & Science University a Beaverton e
validati da David Cram del Monash University di Melbourne, Australia, si e'
arrivati a cloni di embrioni da cui poi gli scienziati hanno estratto le due
linee di staminali embrionali.
Gli embrioni di macaco sono stati ottenuti con lo stesso metodo del
trasferimento nucleare usato finora per clonare molte specie animali ma mai
primati: gli scienziati hanno inserito il Dna di una cellula di pelle
(fibroblasto) della scimmia adulta in una cellula uovo svuotata del proprio
materiale genetico e attivato lo sviluppo embrionale dell'oocita in provetta.
Cosi' facendo gli scienziati hanno ottenuto dozzine di embrioni in fase precoce
di sviluppo (blastocisti). Da questi embrioni, che non hanno completato lo
sviluppo, i ricercatori hanno estratto le due linee di staminali embrionali.
Oltre alle cellule ottenute in se', l'importanza di questi risultati e' tutta
nella prospettiva che offrono di arrivare un giorno allo stesso modo con
clonazione terapeutica, che esclude cloni umani, a produrre una riserva di
cellule di ricambio per pazienti con malattie altrimenti incurabili.
Potrebbe essere stata una nuova tecnica a permettere di ottenere embrioni di
scimmia a partire da cellule staminali adulte, nell'esperimento condotto nel
Centro di ricerca sui primati dell'Oregon e anticipato sulla stampa. E' questa
l'ipotesi di Angelo Vescovi, dell'universita' Bicocca di Milano. Secondo
l'esperto potrebbe essere stata usata una tecnica che permette di riprogrammare
la cellula adulta senza produrre l'embrione.
L'ipotesi di Vescovi e' che la cellula adulta sia stata introdotta, anziche'
nell'ovocita come si fa tradizionalmente, in un terreno di coltura che l'ha
spinta a 'deprogrammarsi', ossia ad azzerare il suo programma e a tornare ad
essere pluripotente, capace cioe' di svilupparsi in numerosi tipi di cellule ma
non in un embrione. Se questo processo, chiamato 'deprogrammazione' o
'dedifferenziamento', ha avuto successo nelle scimmie, per Vescovi non c'e'
ragione di non applicarlo all'uomo per ottenere in futuro 'fabbriche individuali
di pezzi di ricambio'.
'Dubbi' e 'perplessita'' scientifiche, oltre che morali, di fronte
all'esperimento statunitense che sarebbe riuscito a 'clonare' una scimmia: li
avanza l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede.
'I dubbi e le perplessita' su questo tipo di esperimento sono molti, e
consistenti, innanzitutto dal punto di vista della fattibilita' della ricerca
stessa e dei risultati che si possono ragionevolmente ottenere, e andrebbero
chiariti ancora prima di affrontare lo spinosissimo problema bioetico della
creazione di nuove entita' ibride uomo/animale', si legge in un articolo
intitolato 'Irresponsabilita' scientifica prima ancora che morale'.
'Ci si chiede com'e' possibile prendere a riferimento un modello cellulare
ibrido uomo/animale, in cui la funzionalita' mitocondriale non corrisponde a
nessun modello vivente esistente, perche' alterato in partenza rispetto sia a
modelli animali che umani, e considerare questo modello valido per malattie
umane che sono dovute a un'alterazione patologica di tali funzionalita'',
prosegue l'articolo. 'E, piu' in generale, ci si chiede per quale motivo un
eventuale sistema cellulare misto uomo/animale, di cui non si sa nulla, dovrebbe
essere un modello piu' efficace di quelli animali', conclude il quotidiano
pontificio, che cita invece ad esempio le ricerche del premio Nobel
italo-americano Mario Capecchi.
- Italia. Garaci confermato alla presidenza dell'Istituto Superiore della
Sanita'
Il ministro della Salute Livia Turco difende la sua scelta, ma la conferma per
un triennio del professor Enrico Garaci a presidente dell'Istituto superiore di
sanita' (approvata dal Consiglio dei ministri di oggi appunto su proposta della
Turco) ha suscitato aspre polemiche. Ed il 'caso' ha conquistato anche le pagine
della prestigiosa rivista scientifica Nature.
Il ministro della Salute, e' la posizione espressa da Nature gia' nei giorni
scorsi, dovrebbe rinnovare il presidente dell'Istituto superiore di sanita'
(Iss) e individuare il successore dell'attuale presidente sulla base di una rosa
di candidati proposti dalla comunita' scientifica. Il ministro, prosegue Nature,
'dovrebbe nominare un comitato indipendente per la selezione': questo dovrebbe
individuare e proporre una rosa di nomi fra i quali il ministro selezionera' il
nuovo presidente dell'Iss. Un presidente, rileva Nature, che 'dovrebbe in questo
modo godere della piena fiducia della comunita' italiana per la ricerca
biomedica'.
Ma lo scorso 16 novembre e' arrivata la conferma di Garaci (alla presidenza
dell'Iss dal 2001) da parte del Consiglio dei ministri.
Netta la posizione di Livia Turco: 'Sono abituata a scegliere le persone solo in
base al merito e ai risultati ottenuti', ha affermato, sottolineando che 'questi
sono stati i criteri, gli unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei
Ministri il rinnovo alla Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci'. Il
suo curriculum professionale, ha proseguito il ministro, 'e' di certa
significativita' sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla
capacita' di gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss. La sua e' stata una
gestione efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno
dell'Istituto e in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss'.
Il Consiglio dei Ministri ha confermato il professor Enrico Garaci alla
presidenza dell'Istituto Superiore di Sanita', come proposto dal Ministro della
Salute Livia Turco. "Sono abituata a scegliere le persone solo in base al merito
e ai risultati ottenuti", sottolineando che "questi sono stati i criteri, gli
unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei Ministri il rinnovo alla
Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci".
"Il suo curriculum professionale - ha proseguito - e' di certa significativita'
sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla capacita' di
gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss" "La sua e' stata una gestione
efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno dell'Istituto e
in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss".
"Estremamente contento per la fiducia espressa dal Governo e dal ministro della
Salute Livia Turco".
Cosi' il presidente dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) Enrico Garaci,
appena riconfermato dal Consiglio dei ministri alla guida dell'ente pubblico di
ricerca, commenta la sua nomina all'Adnkronos Salute.
"Mi impegnero' ora a portare avanti i programmi di ricerca. E a potenziare
questa prestigiosa istituzione sanitaria italiana, in coerenza con quanto fatto
in questi anni - conclude - per offrire un contributo particolare al
funzionamento del Servizio sanitario nazionale".
"Trovo che non aver tenuto conto del parere della commissione Sanita' del Senato
sia un atto grave da parte del ministro Livia Turco". Gianpaolo Silvestri,
senatore dei Verdi ed ex vicepresidente della commissione, polemizza con la
conferma di Garaci.
"Garaci e' stato bocciato, con motivazioni che fanno riferimento anche alla
discontinuita' nell'Istituto", dice Silvestri. Quello del ministro della Salute,
conclude il senatore Verde, "e' un grave schiaffo alla commissione e
all'istituzione del Senato".
"Noi ci siamo espressi come ci compete, il ministro non e' tenuta ad attenersi
alle nostre indicazioni, anche perche' la Camera invece ha dato il via libera".
Erminia Emprin, senatrice di Rifondazione e componente della commissione Sanita'
di Palazzo Madama, commenta la conferma di Garaci: "Politicamente, pero'-
sottolinea- avrebbe dovuto cogliere il significato del voto in commissione
Sanita' del Senato, e tenerne conto". Su questioni "delicate come questa forse",
conclude, "si sarebbe dovuto prestare piu' attenzione ai segnali politici che
sono arrivati".
A schierarsi contro la decisione e' anche l'immunologo Fernando Aiuti,
presidente dell'Associazione Nazionale per la Lotta all'Aids (Anlaids).
'Sono stupito che il ministro Turco abbia confermato Garaci nonostante le
critiche dei giorni scorsi - afferma Aiuti - che sono venute sia da ambienti
politici, con la bocciatura da parte della commissione Sanita' del Senato, sia
scientifici, con le principali riviste internazionali, Science e Nature, che
hanno pubblicato articoli contro di lui e con gli stessi ricercatori che si sono
espressi contro la sua riconferma'.
Secondo Aiuti la scelta del ministro ricadra' sull'immagine della ricerca
italiana:'Il premio che ha dato Livia Turco a Garaci avvilisce la ricerca
scientifica italiana - afferma l'immunologo - la cui immagine all'estero ne
risentira' pesantemente, visto che le principali testate si sono espresse
contro. Posso solo dire che sono veramente allibito'.
"Voglio esprimere le mie piu' vive congratulazioni al presidente Enrico Garaci
per la sua riconferma al vertice dell'Istituto superiore di Sanita'.
L'esperienza e la professionalita' che ha mostrato in questi anni in cui ha
guidato l'ente pubblico di ricerca rappresentano la migliore garanzia che egli
continuera' a svolgere l'importante compito assegnatogli in maniera ottimale. Mi
aspetto dal presidente Garaci e dall'Iss una spinta decisiva verso il
potenziamento della ricerca in Italia". Lo dichiara Luigi Canali, presidente
della Commissione Sanita' del consiglio regionale del Lazio.
Dopo l'editoriale apparso sulla prestigiosa rivista 'Nature', dove si invita il
ministro della Salute a cambiare i vertici dell'Istituto superiore di sanita',
sei diversi ricercatori italiani e stranieri, hanno preso carta e penna per
scrivere al ministro Turco. Ma in difesa del presidente dell'Iss, Enrico Garaci,
che proprio oggi ha ricevuto la conferma del suo incarico dal Consiglio dei
Ministri.
A lanciare l'appello sono Ruggero De Maria, del Dipartimento di Ematologia,
Oncologia e Medicina Molecolare dell'Iss, Gerry Melino, dell'Universita' di Roma
Tor Vergata, Stefano Piccolo, dell'Universita' di Padova, Angelo Vescovi,
dell'Universita' Milano-Bicocca, ed Emanuel F. Petricoin e Lance A Liotta, della
George Mason University.
'Gentile Ministro, Le scriviamo a proposito dell'editoriale pubblicato ieri da
Nature - si legge nella lettera - Garaci e' tra i pochi manager italiani che,
malgrado i suoi notevoli impegni istituzionali, continua ad avere una
consistente produzione scientifica riconosciuta a livello internazionale'.
E' stato l'unico inoltre, continua la lettera, 'attraverso l'Iss e quindi il
Ministero della Salute, ad aver elaborato un piano di finanziamento dedicato
alla tematica delle cellule staminali, che ha finanziato tutti i gruppi di
ricerca italiani del settore noti al livello internazionale'.
La richiesta dunque e' di 'prendere in considerazione anche le osservazioni
formulate da ricercatori che vivono in questo Paese - conclude la lettera - e
tenere presente il nostro sostegno alla Sua scelta di confermare il Professor
Garaci alla guida dell'Istituto Superiore di Sanita''.
- Usa. Al via banca del sangue mestruale, tra lo scetticismo degli esperti
Una banca in cui conservare cellule staminali estratte dal sangue mestruale. Il
nuovo servizio offerto da una ditta statunitense ha scatenato una bufera di
polemiche. C'e' infatti chi accusa la Cryo-Cell di "sfruttare" le paure della
gente, disposta a tutto pur di garantirsi maggiori speranze di cure in caso di
malattie.
A lanciare il prodotto, un'azienda statunitense specializzata nella raccolta e
conservazione delle staminali cordonali: per 499 dollari, la societa' si offre
di trasformare e conservare le cellule staminali estratte dal sangue mestruale.
Alla signora interessata viene inviato un "discreto" kit per la raccolta, con
tanto di contenitore, tubicini e materiale per la spedizione di ritorno. Secondo
l'azienda, le cellule derivanti dal sangue mestruale hanno il vantaggio di poter
essere prelevate mensilmente, in grande quantita', senza sforzo ne' dolore. Non
solo: il loro utilizzo aggira i dubbi etici di chi si fa scrupolo
dall'utilizzare cellule prelevate da embrioni. "Anche solo un ciclo mestruale
da' la possibilita' di raccogliere milioni di cellule staminali", spiega Stephen
Noga, direttore del Cellular Therapeutics Program, al Sinai Hospital di
Baltimora, parlando a nome dell'azienda.
Ma quante possibilita' ci sono che, a breve, le cellule staminali prelevate dal
sangue mestruale possano trasformarsi in medicine in grado di curare? Secondo il
web-site della Cryo-Cell, "realisticamente" occorreranno ancora "alcuni anni".
Ma c'e' chi e' decisamente piu' scettico: "Si tratta solo di ipotesi e
pubblicita'", taglia corto Peter Braude, docente di ostetricia e ginecologia,
del London's King's College e St Thomas' Hospital. "Non vedo alcuna ragione di
raccogliere il proprio sangue mestruale, ma quello che mi preoccupa e' che ci si
approfitti delle paure della gente.
- Italia. Isolate cellule staminali del cancro alla tiroide
Isolate da ricercatori italiani le cellule staminali che danno vita al cancro
alla tiroide nell'uomo, scoperta che ha permesso anche di individuare una
possibile cura per una quota di questi tumori tuttora non trattabili poiche' non
rispondono alle terapie usate contro gli altri cancri tiroidei.
Realizzata insieme a Giorgio Stassi dell'Universita' di Palermo e con l'Istituto
Oncologico del Mediterraneo (IOM) di Catania, e' la scoperta anticipata da
Ruggero De Maria dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) a margine della
serata-dibattito organizzata dall'Associazione 'I Vespri' tenutasi ieri sera per
promuovere le eccellenze siciliane nel campo della ricerca.
'Grazie alla scoperta di queste staminali abbiamo per la prima volta la
possibilita' di trattare i tumori anaplastici della tiroide, quelli piu'
insidiosi perche' caratterizzati da cellule molto indifferenziate che non
rispondono alla terapia standard. Infatti, oltre alle staminali tumorali,
abbiamo scoperto due molecole che proteggono le cellule malate (interleuchina 4
e 10 IL-4 e IL-10), le aiutano a proliferare e a resistere alle terapie'.
'Trattando topolini malati con anticorpi specifici per le due molecole abbiamo
portato a guarigione gli animali'.
'Al momento una compagnia farmaceutica tedesca sta lavorando alla produzione di
anticorpi umanizzati contro queste due molecole utilizzabili in studi clinici
che potrebbero partire tra un anno'.
Il tumore alla tiroide, ha spiegato l'esperto, e' molto diffuso (qualcosa come 4
casi ogni 100.000 persone l'anno) soprattutto tra le donne che possono
rappresentare il 77% dei casi. Oggi si cura bene con chirurgia e iodio
radiattivo.
Tuttavia, purtroppo, almeno il 10% delle neoplasie alla tiroide resta incurabile
perche' sono tumori anaplastici, fatti di cellule indifferenziate che non
rispondono allo iodio. Per questi tumori presto, grazie alla scoperta di De
Maria che e' anche direttore scientifico della Fondazione dell'IOM, potrebbe
arrivare una cura a base dei due anticorpi contro IL-4 e IL-10.
Conoscendo l'identita' delle staminali che sono la sorgente dei tumori alla
tiroide, adesso si ha un'arma in piu' contro questo male e soprattutto contro le
forme tuttora incurabili, ha concluso l'esperto che col suo lavoro ha
recentemente scoperto anche le cellule staminali di un altro tumore, quello al
colon.
- Italia. Milano. Scienziati e filosofi spiegano la ricerca sui tumori
Molti sono venuti per vederli finalmente da vicino, quasi tutti li ascoltano in
religioso silenzio, e qualcuno addirittura li fotografa, come fossero delle
star. E' una scena un po' insolita quella che a Milano ha visto confrontarsi i
ricercatori e il pubblico, piu' di 250 persone di tutte le eta', in un incontro
ospitato dal Museo della scienza e della tecnologia in occasione della Giornata
per la ricerca sul cancro organizzata in tutta Italia dall'Airc.
Il tema di quest'anno e' l'ambiente, sia quello esterno che quello interno
all'organismo, dato che entrambi hanno un ruolo importante nello sviluppo del
cancro. 'Non dobbiamo dimenticarci -dice il filosofo della scienza Giulio
Giorello- che il deterioramento dell'ambiente e' stato il prezzo del progresso.
E' difficile distinguere il confine tra il 'dentro' e il 'fuori', perche' ad
esempio attraverso il fumo o i cibi l'ambiente esterno entra dentro di noi, e
modifica difese per noi cosi' importanti'.
'Non c'e' dubbio che l'ambiente esterno possa innescare un processo tumorale
-aggiunge Pier Giuseppe Pelicci, direttore di oncologia sperimentale
all'Istituto europeo di oncologia- ma la stragrande maggioranza dei problemi
viene da dentro di noi. Il nostro Dna subisce almeno 30 mila attacchi al giorno,
e le cellule hanno imparato a riparare questi danni'. Ma a volte, prosegue,
l'equilibrio tra il danno e la sua riparazione si spezza, e le cellule coinvolte
possono diventare tumorali. Per fortuna 'gia' dal prossimo anno partiranno le
prime sperimentazioni per farmaci che cercano di ripristinare le nostre difese,
e il giusto equilibrio tra danno e riparazione', agendo sul micro-ambiente che
circonda il tumore stesso.
'Anche se l'ambiente esterno fosse perfetto, e questo e' impossibile concordano
i ricercatori, tra cui Eva Negri dell' Istituto Mario Negri di Milano e Maria
Grazia Daidone dell' Istituto Nazionale Tumori- avremmo comunque a che fare con
il cancro. Per questo dobbiamo lavorare su due piani: bonificare l'ambiente, e
continuare a far ricerca per saper curare sempre meglio i tumori'.
Il pubblico, con molte domande, ha evidenziato quali sono i temi che piu'
preoccupano i non addetti ai lavori: dal perche' non si insegni ancora la
prevenzione nelle scuole, a quanto e' migliorata negli anni la chemioterapia, a
qual e' il ruolo delle cellule staminali nella lotta al cancro. Ma, a prova del
fatto che il tema e' molto sentito dai cittadini, diverse persone hanno chiesto
che fine ha fatto la cura Di Bella, e di chiarire i rischi e i benefici del
vaccino contro il cancro al collo dell'utero.
Comunque l'incontro ha visto sia gli scienziati sia il pubblico fiduciosi nel
futuro della ricerca, con un ottimismo che si puo' riassumere in una frase di
Gianni Bonadonna, uno dei padri della ricerca sui tumori, citata da Giorello:
'Cancro: la cura, oggi, e' possibile'.
- Italia. Dove sono finiti i fondi alla ricerca in Finanziaria 2007?
La Finanziaria stanzia tre milioni per la ricerca sulle staminali e, sebbene
finora non sia stato assegnato alcun bando per accedere ai finanziamenti, i
fondi sono stati di fatto gia' assegnati: e' la vicenda sulla quale tre
ricercatori tra i piu' impegnati in Italia in questo campo chiedono di fare
chiarezza e di intervenire al ministro della Salute, Livia Turco.
'Come stabilito dalla legge finanziaria 2007, il governo ha stanziato 3,000,000
di euro per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali', ma 'non
risulta che sia mai stato pubblicato un bando, o che singoli ricercatori o
istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti o domande di
finanziamento. Sarebbero invece gia' stati definiti a priori i destinatari dei
finanziamenti, senza alcuna pubblicita' e senza alcuna procedura di valutazione
scientifica', scrivono al ministro il direttore del Laboratorio cellule
staminali scheletriche del Parco Biomedico San Raffaele di Roma Paolo Bianco, la
direttore del Centro di ricerca sulle staminali dell'universita' di Milano,
Elena Cattaneo, e il direttore del laboratorio di Medicina rigenerativa
dell'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Ranieri Cancedda.
I firmatari della lettera chiedono quindi al ministro sia informazioni circa la
procedura di assegnazione dei finanziamenti e che 'la procedura di finanziamento
venga comunque sospesa e che nessun finanziamento sia erogato o semplicemente
formalmente assegnato, fino a che non sia pubblicato un bando a cui possano
accedere, secondo regole prestabilite e pubbliche, tutti i ricercatori
soggettivamente e oggettivamente interessati al tema del finanziamento, e
istituita una procedura competitiva, rigorosa e trasparente di peer-review
affidata alla valutazione nel merito scientifico da parte di ricercatori
anonimi, competenti, terzi e indipendenti, se necessario stranieri'.
Sulla base alle informazioni disponibili, prosegue la lettera, 'la situazione
descritta configurerebbe un caso esemplare di impropria attribuzione di
finanziamenti pubblici per la ricerca, secondo una prassi distante anni luce
dalle normali procedure di assegnazione di risorse per la ricerca (peer-review),
storicamente (128 anni fa) concepite proprio per escludere qualunque forma (o
parvenza) di diretta negoziazione tra pubblica amministrazione e singoli
ricercatori o istituzioni scientifiche'.
Bianco, Cattaneo e Cancedda rilevano inoltre che, 'consistendo de facto nella
assegnazione individualizzata e diretta di finanziamenti scientifici da parte di
pubblici amministratori a singoli ricercatori o istituzioni, queste procedure
attribuiscono impropriamente alla pubblica amministrazione competenze nella
valutazione scientifica, le quali invece appartengono alla scienza', mentre la
valutazione della ricerca 'va obbligatoriamente esercitata con imprescindibili
garanzie di competenza, autorevolezza, terzieta' e indipendenza'. Le procedure
'top-down', come quelle in base a cui sono stati assegnati i tre milioni per la
ricerca sulle staminali, sono quindi 'oggettivamente e pericolosamente vicine a
pratiche clientelari nelle quali si degradano con estrema facilita'. Per i
ricercatori e' percio' 'urgente che la politica colmi il ritardo secolare del
nostro Paese in tema di politica scientifica e identifichi istituzioni adeguate
e procedure adeguate e uniformi per il finanziamento della ricerca, gia' in uso
nel mondo scientificamente avanzato, e anzi volano unico di quell'avanzamento'.
I tre milioni di euro stanziati per progetti di ricerca sulle staminali nella
Finanziaria 2007 "non sono stati ancora assegnati" perche' "e' ancora in corso
una procedura di valutazione da parte di una nuova commissione, che si riunira'
nei prossimi giorni al ministero della Salute". Lo afferma, a margine di un
convegno sulle staminali adulte, il presidente dell'Istituto superiore di
sanita', Enrico Garaci, rispondendo cosi' indirettamente alla lettera dei tre
ricercatori.
"Va inoltre tenuto presente che questi fondi sono, in base a una normativa di
legge, a destinazione vincolata" e che dunque andranno solo "a destinatari
istituzionali, come le Regioni, gli Istituti di ricovero e cura a carattere
scientifico (Irccs) e l'Iss".
'Siamo lieti che nessun finanziamento sia stato assegnato'. Lo affermano in una
nota i ricercatori Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda che nei
giorni scorsi avevano sollevato il problema del finanziamento di alcuni studi
sulle staminali da parte dell'Istituto superiore di sanita'.
Rispondendo ad una dichiarazione in merito del presidente dell'Iss Enrico
Garaci, i tre scienziati sostengono che 'rimane da chiarire come mai alcuni
ricercatori abbiano dichiarato gia' alcune settimane fa di avere avuto accesso a
fondi provenienti dall'ISS per la ricerca sulle cellule staminali, perfino
indicando alla stampa nazionale l'importo del finanziamento'.
'Rinnoviamo la richiesta di conoscere quali siano i progetti in corso di
valutazione, e come siano stati acquisiti e selezionati, non essendo mai
esistito un bando pubblico.
Rinnoviamo la richiesta che i finanziamenti non siano assegnati se non dopo una
formale e credibile procedura di peer-review con garanzie di terzieta',
indipendenza e competenza, e dopo l'emanazione di un bando pubblico e
accessibile a tutti i ricercatori che lavorano sulle cellule staminali, bando
che nessuno ha finora visto'.
Per le nomine dei vertici degli enti di ricerca "e' importante l'adozione di
nuovi criteri". Cosi' il ministro dell'Universita' Fabio Mussi, a margine di una
conferenza al ministero, commenta le recenti polemiche seguite anche alla
riconferma di Enrico Garaci a capo dell'Istituto superiore di sanita'. "Per
quanto mi riguarda anche se la legge non mi obbligava ho previsto dei comitati
di alta valutazione per gli enti di ricerca, ho utilizzato questo metodo per i
presidenti dell'Agenzia spaziale italiana e dell'Istituto nazionale di
astrofisica e ora sto lavorando allo stesso modo per la presidenza del Cnr".
Secondo Mussi questo e' "il metodo giusto: comitati di valutazione incaricati di
presentare ai decisori politici delle terne di nomi". In questo modo si frena
"il conflitto interno alla comunita' scientifica" e si toglie influenza "ai
partiti politici".
"Vogliamo dircela tutta: questa e' una vergognosa guerra per bande". Non usa
mezzi termini il ministro della Salute, Livia Turco, respingendo su 'La Stampa'
le accuse di gestione clientelare dei fondi per la ricerca, e difendendo la
riconferma di Enrico Garaci al vertice dell'Istituto superiore di sanita' (Iss),
dopo le polemiche dei giorni scorsi.
"Ho semplicemente valutato il merito e la competenza della persona - spiega - E
ho seguito la procedura, che prevede che la nomina sia fatta dal Consiglio dei
ministri, previa segnalazione del ministro della Salute e parere del
Parlamento". E, di fronte alla lettera dei tre ricercatori che lamentano una
gestione clientelare dei fondi per la ricerca, il ministro chiarisce che "un
conto e' chiedere dei chiarimenti e un conto e' fare delle denunce. In
quest'ultimo caso bisognerebbe fondarle sui fatti".
La somma complessiva ammonta a 8 milioni di euro e non a 3, precisa la Turco,
"perche' nelle more dell'assegnazione abbiamo acquisito altri 5 milioni".
Inoltre, il ministro sottolinea di aver "dato disposizione affinche'
l'assegnazione di questi finanziamenti avvenga attraverso un bando pubblico, e
che la valutazione dei progetti sia fatta da figure esterne". La riunione della
Commissione ricerca e' prevista per il 5 dicembre, e si tratta di "una
commissione completamente rinnovata", presieduta da Alessandro Liberati. La
Turco ricorda di aver 'stracciato' il decreto che stabiliva l'assegnazione
diretta dei finanziamenti. "Dal luglio 2006 l'unico criterio che vale - precisa
- e' il bando pubblico". Il ministro rivendica, cosi', di aver introdotto nel
settore competenza e trasparenza.
Respinte al mittente anche le polemiche sulla riconferma di Garaci. E sulla
questione dei pareri discordi da parte delle Commissioni di Camera e Senato, la
Turco precisa che si trattava di una discordanza "solo nel voto. Perche' nelle
dichiarazioni di voto una larga maggioranza di senatori era d'accordo".
Secondo il ministro, la domanda da farsi e' un'altra: "Come mai i pareri erano
quasi tutti in una direzione e poi l'esito della votazione e' stato un altro?
Rispetto il Parlamento, ma in questo caso non mi si venga a parlare di
trasparenza". La Turco ribadisce di essere "molto" convinta della conferma di
Garaci, anche perche' sostiene di aver sentito "da parte di tutti i ricercatori
una richiesta di continuita' nella gestione dell'ente".
In questa direzione anche una lettera dei capi dipartimento, "le persone piu'
autorevoli dell'Iss, fior di ricercatori", che il ministro dice di conservare
come preziosa. Insieme al consenso ricevuto dalla comunita' scientifica
nazionale e internazionale. "Che cosa dovevo fare d'altro? Ascoltare il politico
di turno?", si chiede la Turco, alludendo a segnalazioni e suggerimenti ricevuti
"su chi fare presidente". "Ci si metta d'accordo - conclude il ministro della
Salute - perche' le segnalazioni politiche non vanno bene ne' quando arrivano da
destra, ne' quando arrivano da sinistra".
L'annuncio del ministro della Salute Livia Turco di un aumento dei finanziamenti
da tre a otto milioni per la ricerca sulle staminali e dell'arrivo di un bando
per l'assegnazione dei fondi e' 'una prima vittoria per i ricercatori'. A dirlo
e' Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali, commentando l'intervista della
titolare della Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'.
'Facendo mie tutte le considerazioni di Donatella Poretti, che ha avuto il
merito di aver portato in Parlamento dall'inizio della legislatura la battaglia
per la trasparenza nell' assegnazione dei fondi e contro l'operato di Enrico
Garaci, e sorvolando sulle parole poco rispettose rivolte a ricercatori che
trovano nella comunita' scientifica il rispetto e la stima che meritano, c'e'
comunque - prosegue il segretario dell' associazione Luca Coscioni - da salutare
l'annuncio importante reso dal ministro'.
'Si tratta - spiega - di una prima vittoria anche di Bianco, Cattaneo e
Cancedda, oltre che di Poretti e nostra. Certo, si potrebbe sostenere che il
bando sarebbe stato fatto comunque.
Rimarrebbero da spiegare alcune dichiarazioni pubbliche, come quelle del
Professor Angelo Vescovi, che il 19 settembre dichiarava su Avvenire 'pare che
ci abbiano assegnato trecentomila euro', o dello stesso Enrico Garaci'.
'Ma cio' riguarda, spero, il passato. Per il futuro, e' necessario che questo
bando per l'assegnazione dei fondi preveda subito la valutazione (in 'peer
review', cioe' 'tra pari') dei progetti da parte di scienziati non-italiani,
escludendo qualsiasi conflitto di interesse tra valutatori e finanziati.
Visti i metodi seguiti finora, Enrico Garaci - conclude - certamente non e' la
persona che puo' garantire questo risultato'.
'Il ministro Livia Turco non puo' definire una 'banda' i ricercatori che hanno
chiesto chiarezza sulla piu' che discutibile gestione dell'Istituto Superiore di
Sanita' da parte di Garaci'. E' quanto afferma in una nota il parlamentare
socialista Lanfranco Turci in seguito all' intervista della titolare della
Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'.
'Per anni - continua - i fondi della ricerca sulle cellule staminali hanno
seguito percorsi non trasparenti'. Di qui la decisione di 'prendere atto che il
ministro garantisce che ci sara' un cambio di metodo nella gestione dei fondi
per la ricerca scientifica'. Secondo Turci, il ministro, dovrebbe comunque
'mostrare piu' rispetto per ricercatori come Elena Cattaneo, Paolo Bianco e
Ranieri Cancedda che tengono alto il prestigio della ricerca scientifica
italiana sulle cellule staminali anche a livello internazionale, nonostante gli
attacchi ideologici dei fondamentalisti di Scienza e Vita e le discriminazioni
subite sul piano dei finanziamenti pubblici'.
E' "incomprensibile", per la deputata della Rosa nel Pugno Donatella Poretti, la
posizione della Turco sull'assegnazione dei fondi pubblici per la ricerca
scientifica. "Forse troppo arrabbiata per essere lucida - dice la Poretti -, la
Turco rimprovera chi le chiede trasparenza e indipendenza nell'assegnazione dei
fondi pubblici alla ricerca scientifica e loda chi assegna fondi agli amici. Un
calderone da cui gli unici colpevoli di chiedere chiarezza diventano
irriconoscenti e bande in guerra, mentre chi ha gestito un ente che il ministro
ha riconosciuto avere somministrato i soldi adottando criteri spartitori e
clientelari, diventa un eroe buono da confermare al proprio posto". La deputata
chiede inoltre al ministro la ragione della riconferma del direttore dell'Iss
Enrico Garaci: "Il fatto che la commissione Sanita' del Senato le abbia dato un
parere contrario alla rielezione di Enrico Garaci alla guida dell'Istituto
Superiore della Sanita' (Iss), per il ministro non conta perche' sono piu'
importanti le dichiarazioni di voto, come se a decidere il Governo fossero i
sondaggi, invece che le urne".
- Mondo. Onu: si' a clonazione umana terapeutica, no a quella riproduttiva
La comunità internazionale dovrà mettersi alla ricerca di un accordo su
un'eventuale messa al bando mondiale della clonazione umana, se non vuole
assistere alla realizzazione dei primi cloni nel giro di pochi anni, a quanto ha
concluso un rapporto pubblicato da ricercatori delle Nazioni Unite.
I tentativi di raggiungere un accordo del genere su scala planetaria si sono
finora incagliati sulle divisioni tra coloro che sono favorevoli alla totale
proibizione e coloro che propendono per la sola clonazione a scopi terapeutici.
Secondo il rapporto dell'Istituto di Studi avanzati dell'Università delle
Nazioni Unite -consegnato lo scorso 10 novembre- la soluzione migliore sarebbe
l'interdizione della clonazione umana, ma, nello stesso tempo, autorizzare
alcuni paesi a condurre ricerche terapeutiche in un contesto molto serio.
La grande maggioranza dei paesi è attualmente contraria alla clonazione umana ed
oltre 50 stati espresso un voto in tal senso.
Ma la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta aperta agli
scienziati per clonare esseri umani in paesi, le cui leggi non ne prevedono
espressamente il divieto.
Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno:
Tra le possibili scelte, quella politicamente piu' percorribile e' quella di
porre un divieto mondiale alla creazione di cloni umani insieme alla
possibilita' di autorizzare ricerche sulla clonazione terapeutica sotto rigidi
controlli per cercare di trovare cure a malattie come diabete e Alzheimer.
Cosi' ieri uno studio dell'Istituto Studi avanzati delle Nazioni Unite ha
proposto una soluzione pragmatica: e' solo questione di tempo perche' si creino
dei cloni umani, percio' vietiamo la clonazione umana riproduttiva e
regolamentiamo quella terapeutica. Avere cercato il bando mondiale sulla
clonazione (anche quella terapeutica) ha di fatto impedito il divieto per quella
riproduttiva e la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta
aperta agli scienziati per clonare esseri umani in Paesi le cui leggi non ne
prevedono espressamente il divieto.
Dagli esperti dell'Onu un suggerimento che facciamo nostro, con l'auspicio che
anche in Italia le posizioni ragionevoli possano trovare ospitalita'!
- Italia. Veronesi: contro fuga cervelli creare centri avanzati di ricerca
Creare in Italia centri capaci di attrarre cervelli da tutto il mondo: per
l'oncologo Umberto Veronesi e' questa l'arma vincente contro la fuga dei
cervelli.
'Vorremmo creare in Italia organizzazioni, strutture e centri di ricerca
avanzata che attraggano ricercatori dall'estero, che siano italiano o inglesi o
di qualsiasi altra nazionalita'', ha detto il 10 novembre a Roma, nella giornata
organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
L'obiettivo, ha proseguito Veronesi, e' 'creare una comunita' multicentrica
nella scienza perche' e' questa che crea innovazione, attraverso la capacita' di
vedere uno stesso problema da punti di vista diversi'. Nella scienza, ha
aggiunto, 'non vogliamo un paleonazionalismo: e' utile che un ricercatore
italiano lavori in Italia come che lavori negli Stati Uniti o in Australia'.
E' della stessa idea l'oncologo Riccardo Dalla Favera, che da piu' di 30 anni
lavora negli Stati Uniti, nella Columbia University di New York. 'E' importante
che i giovani che vanno all'estero abbiamo la possibilita' di tornare: bisogna
innescare una dinamica virtuosa'. Quanto alla sua storia personale, spiega: 'non
sono fuggito. Era il 1976 quando sono andato negli Stati Uniti, dove la ricerca
era piu' organizzata. Era del tutto naturale cercare un'esperienza all'estero.
Avevo 28 anni ed ero andato li' con l'idea di restare due anni, poi ne sono
trascorsi 30'. Ancora oggi, ha rilevato, si notano grandi differenze con il
sistema italiano, prima fra tutte la meritocrazia: 'sentire che il merito
determinera' il proprio futuro e' molto forte negli Stati Uniti, mi auguro che
possa accadere anche in Italia. Non ho mai avuto nessuna raccomandazione nella
mia carriera scientifica e poter contare solo sui propri meriti e' un'ottima
sensazione'.
- Italia. Mussi: ricercatori italiani pagati meno di operai
I redditi dei ricercatori italiani sono ormai al di sotto del salario operaio. E
l'allarme per la fuga di cervelli e' una questione reale. Lo ha detto lo stesso
ministro dell'Universita' e ricerca, Fabio Mussi, che il 14 novembre al Question
time alla Camera, ha ricordato anche l'impegno del Governo, pari a 20 milioni di
euro, per l'aumento delle Borse di dottorato.
Mussi ha riconosciuto la fondatezza dell'allarme sulla fuga dei cervelli.
"Scienza e conoscenza - ha detto - non hanno piu' frontiere.
Ma la criticita' italiana e' doppia: poca creativita' proveniente dall'esterno e
un'uscita non per libera scelta, ma spinti dal bisogno.
I redditi dei ricercatori sono ormai sotto il salario operaio: borsisti a 800
euro, assegnisti a 1.100, ricercatori a 1.200". Questa, dunque, per Mussi " e'
una priorita' da affrontare e un problema aperto, non ancora risolto ne' da
questo ne' da precedenti Governi.
Stamani ho presentato al Consiglio universitario nazionale il mio decreto sul
dottorato, il Governo distribuira' per aumentare le borse 20 milioni di euro".
Mussi ha ricordato che questo esecutivo ha stanziato, in Finanziaria, 630
milioni di euro per tre anni, facendo risalire la curva degli investimenti nel
settore, in discesa negli ultimi anni.
"Credo che gli investimenti pubblici e privati per la ricerca scientifica e per
l'universita' siano una questione che merita l'attenzione di tutto il
Parlamento, perche' da questo dipende gran parte del destino del Paese".
- Italia. Potenza. Ospedale San Carlo: 30 trapianti di staminali emopoietiche in
un anno
Negli ultimi 12 mesi, nell'Unita' operativa di Ematologia dell'ospedale San
Carlo di Potenza sono stati effettuati 30 trapianti di cellule staminali
emopoietiche, sei delle quali da donatore familiare e due associati a terapia
radiometabolica, 'con una mortalita' trapianto-correlata pari a zero'. Lo ha
reso noto, in un incontro con i giornalisti, il direttore, Attilio Olivieri, che
ha definito 'estremamente positivo del suo primo anno di attivita''.
In un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del San Carlo e' spiegato che
'l'attivita' di trapianto di cellule staminali emopoietiche, avviata grazie al
contributo di Olivieri, ha comportato una serie di interventi fondamentali,
realizzati ex novo e ad isorisorse, per garantire l'adeguato decollo di tale
attivita': l'attivazione (in collaborazione con il Centro Trasfusionale) del
Laboratorio di criopreservazione, manipolazione e stoccaggio di cellule
staminali emopoietiche, l'inizio dell'attivita' di espianto di midollo osseo e
delle attivita' di mobilitazione e raccolta di cellule staminali, l'inizio
dell'attivita' di monitoraggio (mediante analisi citofluorimetrica) delle
cellule staminali emopoietiche CD34+'.
'Ho accettato con grande entusiasmo la proposta di creare un centro trapianti
presso il San Carlo di Potenza. Poter gestire e riorganizzare un'attivita' in
cui ho sempre creduto ha rappresentato per me una sfida che considero oggi, in
parte, vinta: ci sono, infatti, ancora importanti obiettivi da raggiungere
soprattutto sul versante trapiantologico. Solo attraverso una costante ricerca e
una forte motivazione, spinta principale che ha contraddistinto l'attivita' del
reparto negli ultimi 12 mesi per la tensione all'eccellenza, si potranno
raggiungere nuovi traguardi e vincere nuove sfide'.
- Italia. Litio efficace contro Sla
Litio per "rallentare, con una sicurezza pari a oltre il 95%, la progressione
della sclerosi laterale amiotrofica (Sla)". Questo l'eccezionale risultato
raggiunto da uno studio italiano condotto su 48 malati, 32 trattati con la
terapia standard a base di riluzolo, 16 con il farmaco e il litio. Conclusioni
che sono state gia' inviate a un'importante rivista internazionale che ora sta
verificando i dati, e che a breve potrebbe decidere di pubblicare la ricerca.
"A 15 mesi dall'inizio della sperimentazione nel gruppo trattato con il solo
riluzolo si e' assistito al decesso del 30% dei pazienti.
Nel secondo non si e' verificata nessuna morte, seppure la meta' del campione
aveva la forma piu' aggressiva di Sla, quella bulbare", afferma uno dei
ricercatori italiani che ha iniziato a studiare il litio contro la Sla,
Francesco Fornai, professore associato del dipartimento di Morfologia umana e
biologia applicata all'universita' di Pisa. Non solo: "Secondo i parametri
rilevati dalla scala neurologica per misurare la progressione della Sla, la
Alsfrs-R nei malati trattati con litio non abbiamo assistito ad alcun
peggioramento significativo, mentre negli altri il declino era gia' evidente a 3
mesi. E alla fine della sperimentazione pari al 50%". La notizia 'bomba' e'
stata anticipata lo scorso 8 novembre nel corso del XXXIV congresso nazionale
della Limpe, la Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson.
La patologia neurodegenerativa e la Sla, infatti, spiegano i ricercatori, hanno
molti elementi in comune. Tanto che il litio sara' studiato anche contro il
Parkinson, "fondi permettendo". Intanto lo studio 'made in Italy' rischia di
oscurare le conclusioni attese dai malati a gennaio prossimo da un altro studio,
questa volta statunitense, sull'Igf-1.
L'attenzione sulle terapie contro la Sla in Italia si e' intensificata nelle
ultime settimane dopo che il Consiglio superiore di sanita' ha deciso di dare
parere contrario al trattamento dei malati con il farmaco Igf-1 o con la
combinazione Igf-1/Igf-Bp3.
Medicinali non previsti dal Servizio sanitario nazionale e ottenuti da alcuni
malati grazie a sentenze di tribunali.
Fornai ha iniziato a studiare gli effetti del litio due anni fa su topi
geneticamente modificati per sviluppare la Sla, partendo dalla capacita' della
sostanza di intervenire su alcuni processi di degenerazione cellulare. "Man mano
che andavo avanti potevo osservare come il litio rallentasse altri meccanismi di
danneggiamento cellulare".
Il ricercatore italiano spiega come, con i relativi distinguo, Sla e Parkinson
siano malattie simili negli effetti che hanno sulle cellule. "Nella prima si
registra una lieve compromissione dei neuroni danneggiati nel Parkinson, in
quest'ultima si verificano danni al livello spinale come nella sclerosi laterale
amiotrofica". Il litio, che e' conosciuto in medicina come trattamento per il
disturbo bipolare, "accelera i meccanismi di rimozione delle proteine e dei
mitocondri alterati. E fa aumentare la velocita' con cui le cellule stesse
smaltiscono i segni delle malattie, in pratica se ne liberano.
Oltre al fatto che sempre il litio promuove la nascita di nuovi mitocondri. Nei
fatti, dunque non si blocca il gene che innesca la malattia ma si accelera a tal
punto il ricambio da arrestarne di fatto la progressione. Un processo a cui
contribuisce la terza caratteristica tipica del litio, cioe' la neurogenesi.
Tanto che in alcuni studi sulle cellule staminali si e' potuto osservare come la
sostanza ne aumenti la sopravvivenza nel midollo spinale".
Una volta conclusa la prima sperimentazione, altri 100 malati di Sla sono in
trattamento, dopo l'invio di un nuovo protocollo all'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa). "E se i risultati positivi dovessero essere confermati come
speriamo allargheremo ancora il campione. Come faranno probabilmente altri
colleghi nel resto del mondo".
Lo scienziato italiano continuera' a lavorare su questo filone di ricerca, e
aggiunge: "Non e' detto che il litio si confermi la sostanza migliore per
ottenere i risultati che ci prefiggiamo. Per esempio dovremo provare con altre
molecole come la rapamicina che pero', rispetto al litio, costa molto di piu'".
La caccia dunque non e' finita, anche se la strada e' chiara. Un percorso che
l'universita' di Pisa ha condiviso finora con l'Irccs Neuromed, l'ateneo del
Piemonte orientale, l'Irccs Santa Lucia e il policlinico uiversitario
Sant'Andrea di Roma.
- Usa/Giappone. Staminali embrionali create da cellule di pelle umana. Padre
"Dolly" abbandona ricerca embrioni
Cellule di pelle umana 'riprogrammate' e trasformate, in modo da risultare
indistinguibili dalle staminali embrionali. A riuscire nell'impresa di
'ringiovanire' cellule umane adulte sono stati due team di ricercatori, uno
statunitense l'altro nipponico, che hanno lavorato in modo indipendente e
impiegato tecniche diverse, e hanno pubblicato i loro lavori rispettivamente
sull'edizione online di 'Science' e su 'Cell'.
Due studi epocali, che segnano un importante passo avanti nella ricerca sulle
'cellule madri'. In pratica, questi lavori possono tradursi in un colpo di
spugna per i dilemmi etici sull'uso delle staminali embrionali. E
nell'inutilita' della clonazione a scopo terapeutico. Se, infatti, si possono
riprogrammare cellule adulte, non occorre creare embrioni 'ad hoc' o utilizzare
quelli in sovrannumero come fonte di preziose cellule pluripotenti, capaci di
trasformarsi nei 220 tipi cellulari che compongono il corpo umano.
Nel loro lavoro, pubblicato su 'Science', gli scienziati del Genome Center
dell'Universita' di Wisconsin-Madison, diretti da Junying Yu, hanno lavorato nel
laboratorio di James Thomson, uno dei 'papa' delle cellule staminali embrionali.
Ottenendo cellule 'indotte' che "fanno tutto quello che fanno le staminali
embrionali. Una cosa che cambiera' completamente questo settore". Oltre al
vantaggio di eliminare ogni dilemma etico, il fatto di usare cellule della pelle
riprogrammate fa si' che, per ogni uso, si possa usare come fonte il paziente
stesso. Cosi' "le reazioni immunitarie non dovrebbero piu' essere un problema",
aggiunge lo scienziato.
Naturalmente, avverte il ricercatore, sono necessari ulteriori studi sulle
cellule neo-prodotte, per assicurarsi che "non differiscano dalle staminali
embrionali in un modo inatteso". L'isolamento e la coltura con successo di
staminali embrionali nel 1998 segno' un passo importante per la ricerca. Nel
nuovo studio, per indurre le cellule della pelle a uno stato pluripotente, Yu,
Thomson e i colleghi hanno introdotto un set di quattro geni in fibroblasti
umani. Il loro lavoro risponde a una questione posta ai tempi della nascita
della pecora Dolly. Il primo animale clonato era risultato, infatti, dal
trasferimento del nucleo di una cellula adulta in un ovocita non fertilizzato.
Un'allora ignota combinazione di fattori nell'ovulo hanno riprogrammato le
cellule adulte del nucleo e, quando l'ovulo e' stato impiantato, ne e' risultato
un animale formato. Il nuovo studio rivela alcuni dei fattori genetici 'chiave'
di quella riprogrammazione. E offre la possibilita' di creare linee di staminali
personalizzate per ogni paziente senza l'uso della clonazione. E delle tecniche
impiegate dai creatori di Dolly. Non e' un caso, dunque, che Ian Wilmut, celebre
papa' della pecora 'fotocopia', abbia deciso di abbandonare le ricerche sulla
clonazione a scopo terapeutico.
"Esistono geni specifici, che abbiamo identificato attraverso uno screen
combinatori", spiega Thomson. "Questo significa che ogni laboratorio con
capacita' di biologia molecolare standard puo' fare la riprogrammazione senza
difficolta', per ottenere ovociti". Le nuove cellule accelereranno gli studi su
nuove terapie, dice il ricercatore, ma serve ancora molto lavoro per raffinare
le tecniche ed evitare ogni rischio di errori. Inoltre i ricercatori devono
ancora individuare metodi per rimuovere i vettori, cioe' i virus usati per
portare i geni nelle cellule della pelle. Usando le nuove tecniche di
riprogrammazione, il gruppo del Wisconsin ha sviluppato otto nuove linee di
staminali, alcune delle quali sono state coltivate per 22 settimane.
Dal canto loro, gli studiosi nipponici diretti da Shinya Yamanaka della Kyoto
University, su 'Cell' forniscono un cocktail di quattro ingredienti per
trasformare una cellule umana adulta della pelle in 'simil-embrionale'. Che,
dunque, ha molti degli aspetti fisici e genetici delle staminali embrionali e
puo' differenziarsi per produrre tessuti diversi.
Secondo le analisi, le cosiddette "cellule staminali pluripotenti indotte (iPS)"
sono simili, ma non identiche, alle 'cellule madri' embrionali. Il cocktail
chimico usato nel nuovo studio e' identico a quello usato dallo stesso team per
'ringiovanire' cellule adulte di topo, come si spiegava nella ricerca pubblicata
su 'Cell' un anno fa. In ogni caso, ammonisce lo scienziato nipponico, sarebbe
"prematuro concludere che le cellule iPS possono rimpiazzare le staminali
embrionali".
L'anno scorso il team aveva scoperto che quattro fattori, noti come Oct3/4,
Sox2, c-Myc e Klf4, potevano restituire a fibroblasti di topo adulto la
pluripotenza tipica delle staminali embrionali. Questi quattro 'fattori di
trascrizione', ora, si sono rivelati in grado di generare cellule iPS da
fibroblasti prelevati da pelle umana.
"Da circa 50mila cellule umane abbiamo ottenuto circa 10 cellule clonate iPS
-racconta Yamanaka- Puo' sembrare molto poco, ma significa che da un solo
esperimento si possono ottenere diverse linee di cellule iPS". Queste ultime
sono indistinguibili dalle staminali embrionali per aspetto e comportamento in
coltura. Esprimono anche i marker genetici normalmente usati dagli scienziati
per identificare le staminali embrionali.
I ricercatori hanno visto che queste super-cellule possono differenziarsi e
formare neuroni, cellule muscolari cardiache e altri tipi di cellule. Iniettate
sotto la pelle dei topi, producono tumori dopo nove settimane. "Ora dovremmo
essere in grado di generare cellule iPS specifiche per pazienti e malattie
diversi, e quindi di produrre differenti tipi di cellule, come quelle cardiache,
del fegato e neurali", dice Yamanaka. Cellule che dovrebbero essere molto utili
nello studio dei meccanismi che stanno dietro a numerose malattie e nella messa
a punto di medicinali sicuri ed efficaci.
"Una volta dimostrata la loro sicurezza potremo usare le iPS umane in terapie di
trapianto cellulare".
"Vanno potenziati i campi di ricerca sui quali c'e' concordia. Ho apprezzato gli
incentivi di Terni nella ricerca sulle staminali adulte. Sfruttiamo fino in
fondo le leggi che ci sono". Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, sulla
ricerca sulle cellule staminali, intervenendo a Repubblica tv.
"Cosi' come applichero' la legge 40 nel modo piu' aperto possibile- sottolinea
Turco-. Mi accingo ad aggiornare le linee guida, e lo faro'- prosegue- cercando
di dare l'applicazione piu' corretta possibile legge. Sinora- conclude Turco- e'
stato fatto in modo piu' restrittivo di quanto questa prevede".
Positivo anche il commento di Maurizio Zuccotti, dell'universita' di Parma, uno
degli autori della clonazione del primo topo. 'E' un passo in avanti
importantissimo. Adesso - ha detto - si ridimensiona il dibattito
sull'ottenimento di cellule staminali da embrioni'.
Quelle ottenute dal gruppo giapponese e da quello americano sono infatti molto
simili alle staminali embrionali. 'Queste ultime - ha aggiunto - sono sempre
migliori, ma il sistema utilizzato per ottenerle e' fantastico. Risolve infatti
il problema della compatibilita''. Nel caso di un eventuale futuro uso
terapeutico le cellule staminali utilizzate sarebbero infatti ottenute da
cellule prelevate dallo stesso paziente.
Prima di giungere all'uso terapeutico va inoltre risolto il problema legato al
fatto che anche le cellule riprogrammate, come le staminali embrionali, possono
generare tumori. Finche' non si risolvera' questo problema, ha concluso, e'
impossibile prevedere quando potra' essere avviata una sperimentazione
sull'uomo.
"Le premesse sono buone, ma per arrivare a fabbricare un pancreas nuovo o curare
malattie come l'Alzheimer passeranno comunque degli anni". Lo sottolinea
Giovanni Neri, direttore dell'Istituto di genetica medica dell'universita'
Cattolica di Roma, commentando l'annuncio dei due team di colleghi nipponici e
statunitensi, che hanno 'ringiovanito' cellule della pelle umana, trasformandole
in 'simil-staminali' embrionali. "I tempi sembrano maturi per questa scoperta -
dice l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - che supera in un colpo il dilemma etico
sull'uso degli embrioni e il problema dell'incompatibilita'.
In futuro, infatti, dallo stesso paziente si potrebbero prelevare le cellule da
sottoporre al trattamento 'ringiovanente', per un trattamento personalizzato e a
prova di rigetto. La promessa e' che queste nuove 'cugine' delle staminali
abbiano, come le 'originali', il potere di trasformarsi per andare a formare
nuovi organi e tessuti.
"Certo, i dati ottenuti dai due team vanno confermati, ma il fatto che due
gruppi siano arrivati a uno stesso risultato attraverso ricerche e tecniche
indipendenti e' un po' una 'prova del nove", dice il genetista. Si tratta,
insomma, di una buona notizia, "a patto che - conclude - le promesse vengano
mantenute".
Produrre cellule staminali con le stesse potenzialita' delle embrionali, ma
risparmiando gli embrioni e tutte le derive etiche legate al loro uso. In altre
parole, una 'macchina del tempo' molecolare nella quale una cellula adulta e
specializzata torna bambina per essere usata per riparare lesioni o rimpiazzare
cellule simili distrutte da una malattia. Ad indicare questa strada, da oggi
piu' vicina grazie a due studi, uno nipponico e l'altro statunitense - che hanno
condotto i ricercatori a 'riprogrammare' e trasformare cellule di pelle umana
rendendole indistinguibili dalle staminali embrionali - e' stata proprio
l'Italia. Parola di Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio di Biologia
dello sviluppo dell'universita' di Pavia, che all'ADNKRONOS SALUTE ricorda come
la commissione presieduta nel 2001 dal premio Nobel Renato Dulbecco, e voluta
dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi, fosse giunta alla
conclusione che era proprio questo l'obiettivo da perseguire.
"E oggi - sottolinea Redi, che all'epoca faceva parte della Commissione Dulbecco
- la ricerca sembra darci perfettamente ragione.
Eravamo arrivati a questa conclusione convinti che si trattasse dell'unica via
percorribile per superare i problemi etici legati all'uso di embrioni". Dilemmi
"verso i quali la comunita' scientifica si e' mostrata altamente sensibile", e i
due studi che oggi raccolgono l'entusiasmo degli scienziati di tutto il mondo
"ne sono la prova".
Quello perseguito separatamente dai due team di ricercatori e' "infatti un
risultato importantissimo - riconosce Redi - che giunge 10 anni dopo la
derivazione della prima linea embrionale. I gruppi guidati da James Thomson e
Junying Yu - assicura il ricercatore - sono due team di altissimo valore, che
hanno guadagnato una stima enorme a livello internazionale".
Anche se a un risultato simile - ovvero fabbricare staminali pluripotenti senza
usare embrioni - e' giunta anche l'Italia, con un gruppo di studiosi guidato
dallo stesso Redi.
"Abbiamo usato una tecnica differente - spiega lo studioso - e sicuramente meno
affascinante di quella adottata da Thomson e Junying Yu. La nostra ricerca, che
ha tuttavia guadagnato le pagine della rivista Cloning and Stem Cells, mira a
riprodurre artificialmente quel fantastico laboratorio in miniatura che e'
l'ovocita, per trovare gli elementi capaci di riprogrammare il nucleo di cellule
adulte".
"Il primo passo - prosegue Redi - e' stato compiuto riproducendo in laboratorio
il citoplasto artificiale. Da qui abbiamo ottenuti estratti di cellule che ci
hanno consentito di ottenere una riprogrammazione genetica", ovvero lo stesso
ringiovanimento cellulare conseguito, per altre via, dai team statunitense e
nipponico. Del resto nel rapporto Dulbecco "erano indicate tutte e due le strade
possibili, sia quella battuta da Thomson e Junying Yu, sia quella perseguita dal
nostro gruppo nonche' da altri quattro team: uno svedese, l'altro statunitense,
uno giapponese e infine l'ultimo tedesco".
Quel che e' certo "e' che la possibilita' indicata dall'Italia sembra destinata
a divenire 'il futuro' in questo delicato campo della ricerca. Spero che al
nostro Paese - conclude lo studioso - venga almeno riconosciuto questo indubbio
merito".
Un traguardo epocale, di quelli che "possono cambiare la storia" della ricerca
scientifica del settore. Cosi' Giulio Cossu, professore all'universita' degli
Studi di Milano e direttore dell'Istituto cellule staminali dell'Irccs San
Raffaele del capoluogo lombardo.
Dopo le ricerche analoghe condotte sul topo, "c'era da attendersi che si sarebbe
arrivati all'uomo - spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - I vantaggi di questi
risultati si annunciano enormi - aggiunge - Potenzialmente, infatti, e'
sufficiente prelevare cellule della propria pelle, e trasferirvi 4 geni tipici
delle cellule staminali embrionali, per ottenere staminali embrionali dotate del
proprio corredo genetico. Il tutto senza scomodare l'embrione - precisa Cossu -
quindi 'bypassando' tutti i problemi etici correlati".
Non solo. "Non e' piu' necessario nemmeno ricorrere a un numero elevato di
ovociti umani, che comunque sono di difficile reperimento e comportano altri
problemi etici".
Ma quando questi studi potranno tradursi in effettivi successi clinici?
"Prevederlo e' impossibile. Ci saranno risvolti clinici - sottolinea lo
scienziato - quando sara' possibile indirizzare queste cellule staminali a
produrre con alta efficienza i tipi di tessuto danneggiati dalle differenti
patologie", conclude.
L'innovativo studio sulle cellule staminali sperimentato in Giappone e Stati
Uniti viene accolto 'con grande favore' dal presidente americano George W. Bush.
Lo ha detto la sua portavoce, Dana Perino, in una dichiarazione diffusa dalla
Casa Bianca sulla scia dell'annuncio di un nuovo metodo per far tornare
'bambine' le cellule adulte della pelle umana.
Bush incoraggia 'l'avanzamento della scienza all'interno dei confini
dell'etica', ha detto la portavoce, ed e' quello che avviene quando 'si evitano
tecniche che distruggono la vita'.
'Il presidente Bush - afferma la Casa Bianca - e' stato il primo a mettere a
disposizione fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali
umani e la sua linea politica e' stata quella di farlo con modalita' che non
incoraggino la distruzione di embrioni'.
Bush ritiene, ha detto la portavoce, 'che i problemi medici possano essere
risolti senza compromettere ne' gli alti obiettivi della scienza, ne' la
sacralita' della vita umana'.
La Casa Bianca 'continuera' a incoraggiare gli scienziati a espandere le
frontiere della ricerca sulle cellule staminali e a continuare ad avanzare la
comprensione della biologia umana con una modalita' eticamente responsabile'.
La ricerca sulle staminali embrionali "resta indispensabile, e di fatto ha
costituito l'unica via possibile per arrivare a 'ringiovanire' staminali adulte,
trasformando anche queste in cellule totipotenti". Cosi' Giuseppe Novelli,
professore di Genetica all'universita' Tor Vergata di Roma, commenta
all'ADNKRONOS SALUTE le due ricerche distinte, una guidata da un team giapponese
l'altra da un gruppo statunitense, che hanno messo a segno la riprogrammazione
di cellule di pelle umana ottenendo 'simil-staminali' embrionali.
Un risultato "reso possibile solo attraverso lo studio di cellule embrionali,
che ha permesso di conoscerne nel tempo le caratteristiche da replicare in
staminali adulte". Non a caso, la ricerca statunitense "e' firmata da James
Thomson, lo stesso uomo che nel '97 isolo' per primo staminali embrionali
umane". Ecco, dunque, che gli studi che oggi hanno acceso l'entusiasmo della
comunita' scientifica internazionale "non vanno scisse dalla ricerca sulle
embrionali, che di fatto le hanno rese possibili costituendo un passaggio
obbligato". Perche' nella scienza "non si puo' distinguere tra cellule 'buone' e
'cattive' - sottolinea Novelli 'battendo' proprio su quel conflitto etico che
questi due studi promettono di superare - La ricerca deve, per forza di cose,
lavorare e operare a 360 gradi. Solo lo studio sulle embrionali puo' infatti
consentirci di superare l'uso di embrioni, donando alle staminali adulte quelle
caratteristiche che rendono le embrionali piu' promettenti". "I due studi non
fanno altro che coronare un disegno gia' scritto - aggiunge il genetista -
perche', sin dall'inizio, era questo l'obiettivo che la comunita' scientifica si
riprometteva di perseguire. Anche se, senz'altro, a questi team di studiosi
dobbiamo riconoscere il merito di aver bruciato i tempi, ottenendo in tempi
brevissimi un risultato estremamente agognato".
Quanto ai prossimi passi da compiere, Novelli mostra di non aver alcun dubbio.
"I geni che in questi due studi hanno permesso di 'riprogrammare' le cellule
della pelle - spiega - vengono inseriti attraverso l'impiego di vettori virali.
In altre parole, dei virus fungono da 'navette' per trasportare i geni in grado
di ringiovanire le cellule. Ma questi virus potrebbero creare dei problemi. Ecco
dunque che occorre battere altre strade, trovare altre vie che consentano di
introdurre i geni lasciando fuori dall'organismo i vettori virali. Penso, ad
esempio, all'impiego di proteine al posto dei virus attualmente impiegati".
"Scoperte da Nobel, che rendono merito ad anni di battaglie in difesa della
vita".
Angelo Vescovi, professore di Biologia cellulare all'universita' di
Milano-Bicocca e direttore dell'Istituto cellule staminali di Terni, non
nasconde la sua gioia alla notizia dei traguardi raggiunti sul fronte delle
'cellule madri' da due team americano e giapponese.
Le due e'quipe, autrici di due lavori pubblicati su 'Science' online e su
'Cell', seguendo strade separate sono riuscite infatti a riprogrammare cellule
di pelle umana riportandole allo stadio di 'simil-staminali' embrionali.
"Per me e' un giorno felice - spiega lo scienziato all'ADNKRONOS SALUTE - Pur da
agnostico, mi sono sempre espresso contro la manipolazione dell'embrione perche'
non la ritenevo ne' ammissibile ne' necessaria. E avevo ragione".
L'esperto non si definisce sorpreso dei traguardi raggiunti. "Da Dolly in poi la
strada era segnata - assicura - Quella clonazione ha dimostrato che il nucleo di
una cellula adulta puo' essere re-istruito fino a tornare allo stadio di
totipotenza. Da allora ho sempre pensato che se era possibile riottenere cellule
totipotenti, sarebbe stato possibile ottenerne anche di pluripotenti: in grado
cioe' di diventare qualunque di tipo di cellula, ma non di dare un embrione". In
questo modo, insomma, "ogni problema etico viene superato". E l'ha capito anche
Ian Wilmut, papa' della prima pecora 'fotocopia': per Vescovi il suo
'pentimento' e' stato "un segno di grande onesta' morale", dice.
Anche in Italia, continua lo specialista, "stiamo conducendo studi simili". I
possibili risvolti sono infatti due, "uno piu' scientifico e uno pratico".
Primo: "In qualche modo in questa tecnica e' nascosto il 'germe
dell'immortalita', perche' permettera' di scoprire tutti i meccanismi di
regolazione necessari a 'svecchiare' una cellula riportandola, per esempio,
dall'eta' di 50 anni all'eta' di zero". Secondo: "Potenzialmente ognuno di noi
potra' farsi prelevare una qualunque cellula adulta e ottenere staminali
embrionali clonate proprie, da congelare come 'scorta' per terapie rigenerative
utili in caso di malattia", conclude Vescovi.
"Ci rallegriamo, non essendo tifosi di una staminale piuttosto che di un altra,
ma considerando equivalenti tutte le strade che possono portare a risultati
significativi in favore dei malati". Rocco Berardo, vicesegretario
dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica, commenta
cosi' gli studi pubblicati oggi su Science e Cell. Due ricerche distinte hanno
mostrato la possibilita' di riprogrammare le cellule staminali adulte in modo da
farle tornare ad essere totipotenti come quelle embrionali. "Una novita' di
straordinaria importanza", commenta in una nota.
"Se la scoperta si dimostrasse fondata - dice - avremmo a disposizione un fronte
di ricerca potenzialmente equivalente a quello delle cellule staminali
embrionali. Ci sono tuttavia - aggiunge - due elementi da non sottovalutare: in
primo luogo, non e' la prima volta che una scoperta del genere viene
preannunciata in modo entusiastico, per rivelarsi poi infondata. La seconda e'
che non vorremmo che anche in tale tecnica e dalle conseguenti cellule prodotte
venissero riscontrate qualita' di tipo 'embrionale', quindi potenzialmente
vitali e, come di consueto, intoccabili".
Una 'svolta che spazza via le manipolazioni': e' entusiasta il commento
dell'Associazione Scienza & Vita sulle ricerche condotte in Giappone e Stati
Uniti, che hanno riprogrammato cellule adulte.
Il risultato, afferma l'Associazione in una nota, e' stato ottenuto 'dopo un
lungo e sofferto cammino, che ha immolato sull'altare della ricerca tanti esseri
umani in fase embrionale'. Ma il condizionale, prosegue la nota 'e' d'obbligo,
come mettono in evidenza gli stessi ricercatori, e la prudenza e' sempre
necessaria. Saranno infatti indispensabili adeguate sperimentazioni sull'animale
per chiarire i tanti aspetti non ancora noti e la possibilita' di una puntuale,
efficace e sicura applicazione clinica'. Prima di 'creare false aspettative',
rileva Scienza e vita, e' opportuno cercare di disporre di tutti gli elementi
concreti per poter dare risposte adeguate'. L'Associazione si augura che 'la
tappa odierna segni il ritorno alla compostezza e alla sobrieta' e riporti al
centro del dibattito la verita' scientifica'.
Ringiovanire cellule umane adulte per ottenere staminali embrionali 'indotte'
"e' certamente possibile, perche' tutto e' possibile in medicina. Ma e' un
doppio lavoro". La via piu' diretta per ricavare 'cellule bambine' resta quella
di "prenderle dagli embrioni abbandonati", frutto degli interventi di
fecondazione assistita prima della legge 40. Cosi' Umberto Veronesi, direttore
scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, commenta gli
studi pubblicati su 'Science' online e su 'Cell' da scienziati americani e
giapponesi che sono riusciti a produrre simil-staminali embrionali da cellule di
pelle dell'uomo.
Oggi nel capoluogo lombardo, a margine di un incontro sul Cerba (Centro europeo
di ricerca biomedica avanzata) organizzato dalla Provincia di Milano, Veronesi
ricorda che nei centri specializzati italiani "abbiamo i frigoriferi pieni di
ovuli fecondati che stanno li' solo in attesa di morire, e mi sembrerebbe
ragionevole utilizzarli come fonti di staminali. Non si danneggerebbe nessuno,
perche' questi poveri embrioni sono destinati a essere buttati nel lavandino un
giorno o l'altro". Quanto all'effettiva utilita' clinica delle staminali
embrionali, lo scienziato precisa che si tratta di "un settore in grande
sviluppo, con risultati per ora molto parziali" perche' le ricerche vanno
portate avanti.
Tuttavia, sottolinea l'oncologo, "le staminali embrionali hanno per loro natura
tante potenzialita'. Possono dare origine a cellule di diverso tipo, e quindi
possono essere indirizzate a svilupparsi in un senso o in un altro ed essere
utili a 'riempire' gli organi che si sono svuotati di cellule a causa di
malattie degenerative, neurologiche, cardiache o altre".
BOTTA E RISPOSTA GALLI DELLA LOGGIA - RADICALI ITALIANI - Sul Corriere della
Sera del 20 novembre, Ernesto Galli della Loggia scrive: "E adesso ci aspettiamo
che Piergiorgio Odifreddi o Telmo Pievani, o Rita Bernardini, che insomma
qualcuno del partito del "Dagli all'embrione" parli, dica qualcosa, magari
esprima al piu' presto la sua sdegnata protesta. Per anni, infatti, ci hanno
spiegato per filo e per segno che chi si opponeva alla ricerca sulle staminali
embrionali, giudicandola oltre che eticamente riprovevole di fatto inutile - dal
Papa al cardinale Ruini, a tutta l'altra pretaglia, in sottana e no - non erano
altro che degli oscurantisti nemici della scienza, e adesso e' lo stesso
pioniere della clonazione e della ricerca sulle staminali, Ian Wilmut, il
"padre" della pecora Dolly, a dichiarare che intende abbandonare le ricerche a
base di staminali embrionali perche' scientificamente assai poco promettenti
rispetto a quelle con staminali di altra origine. Ma non erano proprio le
cellule embrionali che dovevano salvarci da tutte le malattie, renderci
immortali? Non era arcisicuro? Che e' successo?".
Non si fa attendere la risposta di Rita Bernardini, segretaria di Radicali
Italiani: "Ernesto Galli della Loggia mi iscrive al Partito dei "Dagli
all'embrione", forte del "ripensamento" del clonatore della pecora Dolly
sull'efficacia terapeutica delle cellule staminali embrionali. Per rendere piu'
efficace la sua invettiva poi, mi mette anche fra coloro che affermano che tali
cellule dovrebbero curarci da tutte le malattie, rendondoci "immortali".
Quanto al Partito, io sono "radicale", termine piu' che mai appropriato nel caso
citato, visto che vuol dire "andare alla radice delle cose", e le radici, si sa,
vanno alla ricerca di sostanze vitali per mantenere in vita, far crescere e
sviluppare l'albero, la pianta. A differenza di Ernesto Galli della Loggia che
esclude la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali schierandosi
per quella sulle adulte, noi radicali non escludiamo ne' l'una ne' l'altra,
tanto che il nostro compianto Presidente Luca Coscioni ha letteralmente voluto
fare da cavia sottoponendosi ad un autotrapianto di cellule staminali ricavate
dal suo midollo osseo e percio' "adulte". Niente tifo da stadio, dunque.
Cio' che trovo orribile nella posizione degli Ultras dell'embrione e' che
escludono di "toccarlo" anche nel caso in cui sia destinato ad essere gettato
nella spazzatura o a sopravvivere - fino a morire e senza alcuna possibilita' di
svilupparsi - nell'azoto liquido a -196 gradi. Non lo si puo' toccare nemmeno
per la conoscenza, nemmeno per scoprire, per esempio, quali siano i meccanismi
che portano le cellule staminali embrionali a svilupparsi in qualsiasi tipo
tessuto.
Si tranquillizzino (o si rassegnino) gli Ultras dell'embrione o i pentiti:
nessuno potra' fermare la peculiarita' tutta umana della volonta' di ricerca, di
conoscenza, di scoperta. Di fronte agli oscurantismi, noi pragmaticamente
affermiamo che e' meglio "regolamentare" la ricerca (come hanno fatto in Gran
Bretagna) piuttosto che relegarla nel buio - si' pericoloso - della
clandestinita'.".
Bernat Soria, ministro di Sanita' e Consumo, spera che le nuove vie della
ricerca, volte allo sviluppo di cellule staminali ricavate da tessuto cutaneo,
contribuiscano a far si' che il pur necessario dibattito etico "non sia cosi'
aspro come prima" e si tasformi in una discussione "su dati oggettivi e
risultati scientifici". Ritiene poco sensato che, a ogni nuova scoperta, si dia
per superato il problema etico, giacche' e' applicando le conoscenze ottenute
con le staminali embrionali che si sono aperti nuovi campi con le staminali
adulte. Per il ministro, la nuova conoscenza e' "un salto in piu' dentro una
traiettora nella quale si sono prodotti progressi, e ne vedremo altri in
futuro". Ha ricordato che un lavoro come quello di cui si parla in questi
giorni, condotto nello stesso laboratorio dove sono state scoperte le cellule
staminali, "non si sarebbe potuto realizzare in Spagna durante il Governo del
Partido Popular perche' era proibito".
"Speriamo che la nuova Ley de Investigacion Biomedica permetta ai gruppi
spagnoli d'avanzare su queste linee e di produrre conoscenze vantaggiose per i
pazienti", ha affermato il responsabile della Sanita' sottolineando che la
Spagna, "in questo momento ha vari gruppi che lavorano nella riprogrammazione
cellulare", la tecnica che ha dato luogo all'ultima scoperta. Ha chiarito che il
Governo ha firmato convenzioni con comunita' quali Andalusia, Catalogna,
Comunita' Valenciana, Aragon y Castilla Leon per finanziare progetti di questo
tipo, e che Sanidad sta sostenendo economicamente Red de Terapia Celular. "Spero
che la Spagna possa essere all'avanguardia in questo campo, che e' un campo
molto orientato ad aiutare i pazienti". In qualita' di ricercatore, Soria e'
ancora pronto a dire che i due tipi di cellule staminali potrebbero avere usi
del tutto equivalenti. La ricerca di una delle opzioni deriva dalle conoscenze
scaturite dallo studio della prima, per cui non c'e' da sostituire una
all'altra; e' molto meglio che le ricerche procedano in modo complementare.
Soddisfatta la Consulta di Bioetica sui risultati delle ricerche condotte in
Giappone e negli Stati Uniti per la riprogrammazione delle cellule adulte in
cellule simili a staminali embrionali. Le scoperte, rileva la Consulta in una
nota, 'mostrano la fecondita' della ricerca sulle staminali embrionali'.
I risultati annunciati ieri su due importanti riviste scientifiche
internazionali, prosegue la nota, 'non tolgono valore alla significativita''
delle cellule staminali embrionali, ma 'confermano la loro importanza'. Per la
Consulta di Bioetica 'spostare la questione sul piano delle modalita' con cui si
arriva alle cellule embrionali si presta all'interpretazione che queste stesse,
in verita', non vengano tutelate di per se'. Se cosi' fosse, infatti, questo
dovrebbe essere indipendentemente dalla via attraverso la quale le si
raggiunge'.
Il governo italiano blocchi con una moratoria la ricerca sulle cellule staminali
embrionali nei laboratori europei: lo chiedono il capogruppo Udc alla Camera,
Luca Volonte', e la senatrice Paola Binetti (Pd), firmatari di una mozione
presentata oggi nei rispettivi rami del Parlamento.
Commentando le ricerche sulla riprogrammazione di cellule adulte, trasformate in
cellule simili alle staminali embrionali, Volonte' e Binetti rilevano che i due
studi 'confermano la necessita' di sospendere al piu' presto la ricerca sugli
embrioni umani. Il governo italiano blocchi la loro distruzione praticata nei
laboratori europei promuovendo una moratoria che, sulla base delle recenti
acquisizioni scientifiche ed evitando opportunamente le ideologie, ponga fine
anche a uno spreco ingente di denaro pubblico'. In Italia, prosegue la nota, 'la
legge non consente ricerche sulle staminali embrionali, ma in Europa queste
ricerche sono permesse e sono finanziate anche sulla base della posizione
assunta mesi fa dal ministro Mussi.
La destinazione di fondi europei alla ricerca sugli embrioni va rivista con la
massima urgenza, per motivi scientifici, economici ed etici'.
Concordi nel riconoscere la grande validità scientifica della ricerca, ma non
perfettamente d'accordo sul fatto che sul piano etico non cambi nulla, dopo i
risultati ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi su cellule staminali
embrionali pluripotenti ottenute da cellule adulte di pelle umana. Per Demetrio
Neri, ordinario di Biotica all'Università di Messina e per Carlo Flamini, membro
del Comitato Nazionale di Bioetica, la ricerca pubblicata su Science non cambia
nulla da un punto di vista etico.
"Dal punto di vista scientifico è evidente che si tratta di un risultato molto
importante", ha commenta Demetrio Neri. "Quello che mi sorprende è l'entusiasmo
mostrato su uno studio che si è mosso a 360 gradi sperimentando su tutte le
possibili fonti di cellule staminali embrionali. Quindi sul piano etico non
cambia nulla. Perché anche se queste cellule sono state derivate, ora, da
cellule adulte, si basano su ricerche precedenti in cui embrioni veri sono stati
coinvolti in precedenza. E' come se si volesse condonare tutta la ricerca che è
stata fatta negli ultimi dieci anni. E, per chi dice che l'embrione è
inviolabile, non dovrebbe essere contento, in quanto il risultato poggia su
ricerche che hanno avuto bisogno degli embrioni".
Dello stesso avviso Carlo Flamini, Membro del Comitato Nazionale di Bioetica,
che pur riconoscendo l'importanza della ricerca e del metodo con il quale si
possono ottenere da cellule adulte embrionali staminali esprime riserve. "Primo
perché - spiega - non si sa se queste cellule staminali hanno le proprietà delle
cellule della massa cellulare interna della blastocisti, per cui sono
pluripotenti e capaci di fare un embrione; se hanno, invece, le stesse
potenzialità delle cellule della morula sono totipotenti e sono embrioni. Quindi
il problema morale si pone esattamente allo stesso modo".
Per arrivare a questi risultati scientifici, commenta ancora Flamini, sono state
utilizzate una massa di informazioni che derivano dalla ricerca sulle staminali
embrionali fatte su embrioni. "Quindi questa linea di ricerca - ha detto - ha
contaminato tutte le altre linee di ricerca e questo comporta una condizione di
complicità, come dicono i cattolici, per cui, come affermano loro, è una ricerca
illecita e contaminata"
Non abbiamo accontentato nessuno e non c'è stata una "svolta etica", ha
proseguito Flamini, "c'è solo una grande ipocrisia e qualsiasi risultato
ottenuto da queste ricerche non potrà essere utilizzato da un cattolico sul
piano pratico, altrimenti diventa complice".
Al centro di questa controversia c'è il fatto di considerare l'embrione un
essere umano da proteggereà."Dico ancora che c'è molta ipocrisia anche tra i
cattolici. Bisognerebbe essere più onesti ognuno, in questo grande villaggio
scientifico deve fare quello che è più utile e semplice. Ma immaginare che per
il futuro ricercare su embrioni sia inutile, è stupido e sbagliato, lo ha detto
anche Yamanaka (Kyoto University). C'è ancora bisogno di fare confronti e
approfondimenti continuando la ricerca sull'embrione, che non considero uno di
noi. E' l'unica che può darci le maggiori informazioni sul piano biologico e che
ci ha portato a questi risultati".
Da quando, nel 1998, James Thomson, Università del Wisconsin-Madison ha dato
inizio alla ricerca sulle cellule staminali, sono infatti montate le
controversie sull'utilizzo degli embrioni umani, sia da parte del mondo
cattolico, che di gruppi religiosi e, in generale, di tutti i credenti,
compresi, tra questi, anche gli scienziati.
Il principio era ed è quello dell'"inviolabilità dell'embrione", un principio
secondo il quale l'embrione fin dal suo concepimento è un essere umano, per cui
uccidere un essere umano innocente è "sbagliato. Un principio, dunque, che lo
difende sia dalla sperimentazione che dall'aborto e che ora, dopo l'introduzione
in Italia della legge 40 del 2004 vieta qualsiasi diagnosi genetica
preimpiantatoria, che tenda a stabilirne o meno l'integrità fisica, in caso di
fecondazione assistita, o di congelare embrioni.
'Se questa tecnica avra' le sue convalide, rappresenta una novita' che possiamo
definire storica'. Cosi' monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia
Accademia per la Vita, commenta la scoperta da parte di due equipes di studiosi,
una giapponese ed una statunitense, di una nuova tecnica per 'trasformare'
cellule della pelle in cellule staminali simili a quelle embrionali. Una tecnica
che apre nuove frontiere per la cura delle malattie senza ricorrere alla
distruzione di embrioni umani e alla cosiddetta clonazione terapeutica.
'Ora, degli embrioni non c'e' piu' bisogno e non c'e' piu' bisogno della
clonazione cosiddetta 'terapeutica' - dice Sgreccia ai microfoni della Radio
Vaticana - e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude. La
Chiesa l'aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i
ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando
illecita l'immolazione dell'embrione'.
'Ora - aggiunge -, qui ci sono arrivati questi scienziati, non tanto per motivi
di fede - bisogna dire - ma per il successo della ricerca. Il successo si e'
presentato qui, e questo ci consente anche di dire che tra l'etica e la scienza,
quella vera, c'e' una parentela. L'etica che rispetta l'uomo e' utile anche per
la ricerca, e conferma anche che non e' vero che la Chiesa e' contraria alla
ricerca: e' contraria alla cattiva ricerca, a quella che e' dannosa per l'uomo,
in questo caso l'uomo-embrione'.
Mons. Sgreccia definisce 'uno spreco' l'investimento di ingenti somme di denaro
nella ricerca sulle cellule staminali embrionali negli ultimi anni. 'Il danno
c'e' stato - osserva -.
Tanti embrioni immolati, tanti miliardi dalle casse dello Stato e quindi dei
cittadini, in definitiva, sono stati buttati mentre potevano servire alla 'good
science', alla scienza buona, alla ricerca quella vera'.
Nel 1998 James Thomson, dell'università del Wisconsin, diede avvio alla ricerca
sulle cellule staminali embrionali e, con essa, a un'accesa controversia sulle
implicazioni etiche degli esperimenti, spesso sfociata in una vera e propria
battaglia morale. Ora, a quasi dieci anni di distanza, è proprio lui a chiedere
che siano metaforicamente deposte le armi, soprattutto alla luce dei risultati
ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi che hanno ottenuto cellule
staminali non da embrioni ma da cellule adulte della pelle umana.
Come riporta il New York Times, Thomson ha spiegato che i risultati ottenuti
consentono di porre fine alle discussioni.
"Nell'arco di dieci anni, le polemiche saranno solo un ricordo distante, una
divertente nota storica", ha dichiarato.
A suo tempo si pose interrogativi di carattere etico, ma decise comunque che la
ricerca sarebbe stata fondamentale per il suo potenziale nello sviluppo di cure
per le malattie. "Ho pensato e riflettuto a lungo, chiedendomi se dovessi farlo
e poi ho deciso di andare avanti", ha detto Thomson, sottolineando di non essere
mai stato interessato a sollevare polveroni su questioni di bioetica, ma di
avere cercato una risposta a domande scientifiche sullo sviluppo delle cellule.
"Dolly (la pecora che fu il primo mammifero a essere stato clonato da una
cellula adulta) ha cambiato il modo in cui si pensa alla biologia dello
sviluppo. Lo sviluppo diventava reversibile", ha detto Thomson, parlando
dell'esperimento condotto con successo in Scozia nel 1997.
- Gb. Figli di due mamme ed un papa' contro malattie genetiche
Nel giro di dieci anni, grazie all'impetuoso sviluppo delle ricerche genetiche,
si potranno mettere al mondo bambini 'con due mamme e un papa'' eliminando cosi'
il rischio delle catastrofiche malattie mitocondriali e in Gran Bretagna, tra
molte polemiche, si sta decidendo in anticipo se vada o no spianata la strada a
questa prospettiva.
Le malattie del mitocondrio (una parte esterna al nucleo, ricca di enzimi
respiratori e nutritivi) colpiscono in media con effetti devastanti e spesso
mortali un neonato ogni diecimila.
Un laboratorio di Newscastle, The North of England Stem Cell Research Cell, e'
all'avanguardia nell'elaborazione di una tecnica per poter impiantare il nucleo
sano di un ovulo con il mitocardio danneggiato dentro l'ovulo di una donatrice
con il mitocardio in perfetta regola.
'Non siamo ancora alla fase dei test clinici ma lo saremo tra qualche anno', ha
detto al domenicale 'Independent on Sunday' un professore coinvolto nelle
ricerche, Alison Murdoch, capo del reparto 'Medicina Riproduttiva'
all'universita' di Newscastle.
Le tecniche di manipolazione genetica degli ovuli praticate a Newscastle
prevedono di utilizzare il Dna di ovuli appartenenti a due donne diverse (il
primo fecondato, il secondo no) e hanno dato la stura a grosse polemiche perche'
al parlamento tocca decidere se un progetto di legge-quadro riguardante le
ricerche sugli embrioni e sulla fecondazione clonazione ('The Human Embryology
and Fertilisation Bill') debba o no autorizzarle.
Le chiese cristiane hanno reagito con 'orrore' alle ricerche condotte a
Newcastle, ci vedono un inizio bello e buono di clonazione umana e denunciano
una deriva sempre piu' preoccupante verso 'la scienza di Frankenstein'.
Il mondo medico e scientifico e' di tutt'altro avviso, nega che a Newcasltle si
lavori in modo surrettizio alla clonazione e sottolinea l'importanza di terapie
genetiche in grado di evitare le malattie congenite del mitocondrio, spesso
causa di epilessia, diabete e degenerazione fatale di organi.
Il mondo politico e' spaccato ma finora ha evitato di fissare eccessivi paletti
alla ricerca genetica, un campo potenzialmente molto lucroso in cui la Gran
Bretagna ha avuto negli ultimi decenni posizioni di leadership.
Il progetto di legge sulla fecondazione e l'embriologia, da domani all'esame dei
Comuni, ha l'ambizione offrire un quadro normativo anche per i prevedibili
progressi che saranno fatti in questo settore nei prossimi anni. Ed e' possibile
che il parlamento permetta al laboratorio di Newcastle di andare avanti
riservandosi il diritto di pronunciarsi definitivamente in materia a ricerche
ultimate.
. -
Sym.
User deleted
URL: http://staminali.aduc.it
Anno 2008 Numero 161
14-03-2008
la prossima edizione: 28-03-2008
EDITORIALE
New York. Le ricerca sulle staminali non 'andra' a puttane'
di Redazione
ARTICOLI
- Brasile. Il Tribunale Federale Supremo rinvia decisione su ricerca con staminali embrionali
di Rosa a Marca
NOTIZIE
- Italia. Messa a punto nuova tecnica per bypassare divieti su diagnosi preimpianto
- San Marino. Authority: via libera a seconda cell factory
- Usa. Individuato meccanismo che causa sindrome senilita' precoce
- Italia. Tar Lazio: inammissibile ricorso Osidea Onlus su conservazione staminali cordonali
- Italia. Soddisfazione dal settore privato per legalizzazione della
conservazione autologa delle staminali cordonali
- Italia. Terapia a base di staminali per riparare il rene
- Italia. Furure Health denuncia: solo l'1% dei cordoni e' conservato
- Italia. Veneto. Parte progetto pilota per conservazione del cordone ombelicale
- Italia. Brindisi. Ancora adesioni alla richiesta banca del cordone
- Corea del Sud. Ancora scandali su ricerche scientifiche 'truccate'
- Mondo. Unesco premia ricercatrice italiana per studio su trealosio
- Italia. Prof. Bernardini su 'New Scientist': il Papa danneggia scienza e societa' italiana
- Olanda. Dopo scandali sudcoreani, arriva kit contro i falsi scientifici
- Italia. Brescia. Compie un anno l'unita' di trapianti del midollo agli Spedali Civili
- Italia. Roma. Al San Camillo nuova banca per la manipolazione delle 'cellule bambine'
- Usa. Nanotubi di carbonio per riprogrammare cellule adulte in staminali
- Gb. Acceso il dibattito sul 'seme artificiale'
- Italia. Primi studi clinici sull'uomo contro staminali del cancro al colon
- Usa. Iniezioni di staminali fanno ringiovanire il cervello
- Ue. Italia al primo posto per donazione di tessuti
- Corea del Sud. I vescovi si preparano a dare battaglia sulla bioetica
- Vietnam. Presto al via prima banca di cellule staminali cordonali
- Italia. Staminali non differenziate nel latte materno
- Italia. Via libera a sperimentazione di Fase III contro la leucemia
- Usa. Agenzia federale riconosce brevetti Universita' Wisconsin su staminali embrionali
- Brasile. 75% dei cittadini favorevole alla ricerca con le staminali embrionali. -
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We are in the midst of updating our broken link resources to include current and up to date resources for our readers. Our resource links are manually approved allowing us to mark a link as a do-follow link as well
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If you may be interested please in being included as a resource on our blog, please let me know.
Thanks,
Aly.