Notiziario Cellule Staminali N149

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    ATTENZIONE, IL TESTO SOTTOSTANTE VIENE POSATO PER PORTARE A CONOSCENZA, COME MOLTE ALTRE NOTIZIE POSATE IN QUESTA SEZIONE.
    SI PREGA DI SCAMBIARE OPINIONI NEL SEGNO DEL RISPETTO DI TUTTI, POLEMICHE OFFESE E INSULTI LASCIAMOLI ATROVE.



    EDITORIALE
    Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la
    legge 40
    di Donatella Poretti

    ARTICOLI
    - Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali
    derivate da aborti

    - Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule
    di Jose' Maria Sanchez

    - Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca
    di Redazione


    NOTIZIE
    - Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto
    - Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di
    staminali emopoietiche
    - Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali
    - Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno
    del Pd
    - Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del
    Lazio
    - Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali
    in Usa
    - Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi
    - Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla
    - Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni
    - Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas
    - Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera
    - Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100
    anni
    - Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari
    - Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute
    madre
    - Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione
    staminali cordonali
    - Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso
    - Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato
    di distrofia
    - Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia
    - Usa. Ricerca con staminali embrionali l'argomento decisivo per il 35%
    degli elettori
    - Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm
    - Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo
    presidenziale su embrioni
    - Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche
    private del cordone




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    EDITORIALE
    - Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la
    legge 40
    Bene il riconoscimento che arriva dalle aule di giustizia in merito alla
    possibilita' di ricorrere alla diagnosi preimpianto. Ora il compito
    della politica e' quello di assumersi la responsabilita' di modificare
    la legge. Il Tribunale di Cagliari ha "ordinato" di eseguire questa
    tecnica rispondendo alla richiesta di una donna portatrice di talassemia
    che vuole sapere prima di impiantare l'embrione il suo stato di salute.
    Dai giudici il via libera dopo una lunga serie di ricorsi e una vicenda
    emblematica dello stato attuale della fecondazione assistita in Italia:
    chi puo' va all'estero (quadruplicato il numero dei viaggi dall'entrata
    in vigore della legge 40), chi resta si sottopone a tecniche e divieti
    ideologici e tra questi c'e' ancora chi ha voglia di lottare per una
    battaglia su cui sono stati spenti i riflettori dell'informazione.
    Possiamo delegare ai magistrati la facolta' di decidere se autorizzare
    di volta in volta la diagnosi preimpianto, oppure la politica puo'
    rialzare la testa dalla sabbia e decidere di modificare una legge che ha
    gia' fatto anche troppi danni?
    Il 17 ottobre il ministro della Salute Livia Turco sara' in commissione
    Affari Sociali a riferire sulla relazione annuale della legge 40 e ad
    illustrare le possibili modifiche sulle linee guida della stessa legge.
    In quella occasione il ministro dovra' anche rispondere perche' ha
    taciuto sulle richieste del Consiglio Superiore della Sanita' di
    modifica della legge proprio in merito alla necessita' di autorizzare la
    diagnosi preimpianto e del rivedere l'obbligo di impianto degli embrioni.

    di Donatella Poretti
    deputata radicale della Rosa nel Pugno



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    ARTICOLI
    - Angelo Vescovi risponde ad un lettore: etico l'utilizzo di staminali
    derivate da aborti
    Lettera. In riferimento all'articolo comparso sul numero 14 del 14
    settembre 2007 del notiziario Cellule Staminali : "Italia. Angelo
    Vescovi: necessari 200mila euro per sperimentazioni su staminali",
    gradirei una precisazione.
    Nell'articolo (che non riporta l?autore) si fa riferimento alla
    imminente e tanto attesa sperimentazione con cellule staminali adulte:
    immagino che si parli di cellule umane, visto che la sperimentazione e'
    rivolta a pazienti che soffrono di malattie neurodegenerative. Tuttavia
    ad oggi non esistono, che io sappia, linee cellulari staminali neurali
    adulte umane disponibili per questo scopo, ne' a Terni ne' altrove.
    Quindi, a meno che non si stia parlando di utilizzare cellule adulte
    derivate da topi (ma a questo punto immagino creeremmo altre
    "mostruosità"), presumo si faccia riferimento alle linee cellulari umane
    derivate da tessuto nervoso di feti abortiti (per interruzioni di
    gravidanza terapeutiche o volontarie) quindi certamente non definibili
    ?adulte? e, soprattutto, ottenute dalla distruzione di un feto.
    Sarebbe importante che queste differenze fossero meglio chiarite, sia
    per una questione di conoscenza ma soprattutto per rispetto verso le
    persone che magari contribuiranno alla raccolta fondi senza sapere
    esattamente cosa stanno finanziando.
    Mi domando infatti come coloro che si scandalizzano per la possibilita?
    di utilizzare cellule ES umane, per avere le quali lo sviluppo
    dell?embrione viene bloccato allo stadio di poche cellule (sia che si
    parla di embrioni esistenti -che non hanno alcuna possibilita' di
    svilupparsi, sia che si parli di chimere- che non darebbero in ogni caso
    origine a nessun mostro visto che parliamo appunto di poche cellule in
    una piastra per colture cellulari), possano invece accettare l?utilizzo
    di cellule derivate da un feto gia? formato e poi distrutto, soprattutto
    se sono convinti che ?La vita e' sacra sin dal suo concepimento e deve
    essere tutelata in ogni momento, non manipolata e ne' tanto meno
    distrutta? (on. Bianconi).

    Distinti saluti
    Angela G.

    Questa la risposta fattaci pervenire gentilmente da Angelo Vescovi,
    condirettore dell'Istituto di ricerca sulle Staminali del San Raffaele
    di Milano

    Ringrazio l?ADUC per la richiesta e la possibilità che mi date di
    fornire un chiarimento importante anche se, a mio parere, pleonastico.
    In tutti i miei interventi ho sempre specificato che, nella banca
    Staminali Cerebrali di Terni, le cellule da pochi FETI MORTI
    SPONTANEAMENTE verranno utilizzate per curare migliaia di pazienti.
    Si tratta quindi di cellule staminali cerebrali fetali umane ma da
    ABORTO SPONTANEO. Veri e propri sfortunati esseri umani morti per cause
    naturali e che donano i loro organi, in questo caso il tessuto nervoso
    immaturo, ai pazienti. Non conosco il contenuto dell?articolo pubblicato
    sul notiziario ADUC ma si tratta probabilmente di una imprecisione.**
    Purtroppo si tende a raggruppare l?insieme delle staminali come
    embrionali o, alternativamente, adulte, quando nel secondo caso, come
    spiego sempre in tutti i miei interventi, si dovrebbe parlare di
    staminali somatiche sia adulte che fetali.
    A prescindere da queste sottigliezze, mi ripeto: si tratta di cellule da
    feti morti per cause naturali. Il problema etico non si pone anzi, la
    morte di un singolo e sfortunato essere umano per cause naturali ed in
    età fetale, diventa fonte di speranza per innumerevoli malati.
    Faccio presente comunque che il problema etico non si porrebbe anche nel
    caso di utilizzo di materiale da aborto procurato. La decisione di
    procurare l?aborto viene presa a priori ed a prescindere da quello che
    accadra' agli organi del feto, il quale viene espiantato, morendo
    all?istante e ben prima che l?estrazione sia completa. A questo punto il
    materiale biologico viene normalmente incenerito o comunque distrutto.
    Siamo ancora una volta in presenza di un tessuto che proviene da un
    cadavere. Questo può essere incenerito (come avviene) o utilizzato per
    cercare una cura per molte malattie. Alla società la scelta. Molti
    comitati etici di vario orientamento, forse tutti ma non ne ho contezza,
    autorizzano l?uso di questo materiale come altamente etico. Sia ben
    chiaro, questo si riferisce all?uso del materiale e non all?atto dell?
    borto da cui il tessuto deriva.
    Deve infatti esser chiaro che l?eventuale utilizzo ai fini terapeutici
    di questo materiale fetale da aborto procurato non puo? venire
    considerato come incentivo alcuno ad abortire o come une evento che vada
    in alcun modo a nobilitare la distruzione di quella che è una vita umana
    a tutti gli effetti.

    Angelo Vescovi
    Università degli Studi Milano Bicocca
    Direttore Centro Cellule Staminali, Terni.

    Note:
    * L'articolo e' stato tratto da lanci di agenzia che parlavano soltanto
    di "staminali adulte". A seguito della lettera di Vescovi abbiamo
    provveduto a correggere la notizia in questione, sostituendo "staminali
    adulte" con le parole "staminali fetali"



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    - Spagna. Contestati i risultati delle ricerche sul diabete con le cellule
    Lo pubblica la Fondazione Bioetica ICEB (Instituto de Consulta y
    Especializacion Bioetica), ed e' un documento che mette in chiaro il
    tipo di "scienza" a cui mira il Governo socialista nominando Bernat
    Soria a ministro della Sanita'.
    "Cellule staminali embrionali per il trattamento del diabete:
    Indipendentemente dal loro valore morale, esiste un indubbio interesse
    scientifico nell'ottenere cellule produttrici di insulina a partire da
    cellule staminali embrionali, con la finalita' ultima di trattare i
    pazienti diabetici. Finora i risultati non sono stati fruttuosi,
    giacche', per una ragione o l'altra, lo scopo non e' stato raggiunto.
    Tuttavia, recentemente sono stati pubblicati due articoli su Nature
    Biotechnology (23; 1534, 2005 e 24; 1392, 2006) del gruppo Baetge, da
    cui pareva che l'obiettivo fosse stato raggiunto.
    Nel primo lavoro si sono derivate cellule staminali embrionali
    nell'endoderma, e nel secondo gli autori sono riusciti a differenziare
    l'endoderma in cellule che producono i cinque ormoni che genera il
    pancreas: insulina, glucagone, somatostatina, polipetide pancreatico e
    grelina, cosi' come cellule esocrine. La difficolta' e' che le cellule
    create non producono insulina prima dello stimolo del glucosio, come
    fanno le cellule beta pancreatiche, per cui il loro uso nella clinica
    umana non sembra possibile. Cio' allontana l'applicazione per curare il
    diabete. Indipendentemente dal fatto scientifico, le due esperienze
    possono dare luogo a una riflessione sociale. Recentemente e' stato
    nominato ministro della sanita' spagnola il dottor Bernat Soria, che ha
    avuto una certa notorieta' sociale quando ha informato i mezzi di
    comunicazione sociali d'essere riuscito a generare cellule produttrici
    di insulina a partire da cellule staminali embrionali di topo. In
    seguito, un gruppo di professionisti dell'Universita' di Harvard,
    diretti dal prestigioso ricercatore Dougles Menton, in un articolo
    pubblicato su Science, sosteneva che le esperienze di Soria, insieme a
    quelle di altri tre gruppi che quasi contemporaneamente avevano
    comunicato risultati simili, non erano riusciti a produrre insulina.
    Vale a dire, Soria non aveva ottenuto cio' che aveva divulgato in modo
    cosi' manifesto. Le sue esperienze non erano valide.
    Ora, nel recente articolo di Beagle (Nature Biotechnology 24; 1392,
    2006), si nota che non viene citato il lavoro originale di Bernat Soria,
    pubblicato su Diabetes e si fa riferimento a un altro posteriore (FAEB
    J, 19; 1341, 2005) dello stesso gruppo, ma per riferire le differenze
    sperimentali che lo connotano, per affermare che esisteva "inefficienza
    nella differenziazione delle cellule, basso contenuto di insulina, una
    mancanza di fiducia nella differenziazione diretta delle cellule
    staminali embrionali e la produzione di cellule produttrici di
    insulina", vale a dire, l'unico riferimento ai lavori di Soria e' per
    dare un giudizio negativo delle sue esperienze.
    Senza dubbio, questa e' una prova in piu' della mancanza di certezza
    delle esperienze del gruppo di Soria, qualcosa di molto lontano
    dall'idea che ha trasmesso alla societa' sulle esperienze che potrebbero
    essere utilizzate per curare il diabete.
    La ricerca sulle cellule staminali e' incominciata nel 1961, quando Till
    and McCulloch scoprirono che le cellule staminali del midollo osseo
    potevano rigenerare la capacita' di produrre sangue di un topo
    precedentemente irradiato. Il grande passo successivo e' avvenuto nel
    1988, quando sono state scoperte le cellule staminali embrionali umane
    (Nature Reports Stem Cells, DOI: 10.1038/Stemcells.53, 12-VII-2007).

    Articolo tratto da Camineo.info (trad. di Rosa a Marca)
    di Jose' Maria Sanchez


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    - Usa. New Jersey. Giudice respinge ricorso contro referendum pro-ricerca
    Un giudice statale del New Jersey ha detto che il referendum per
    destinare 450 milioni di dollari alla ricerca con le staminali va bene
    cosi' come e' scritto. Un'associazione "pro life" aveva fatto causa la
    scorsa settimana al Governo del New Jersey affinche' non venisse ammesso
    il quesito referendario alle prossime elezioni di Novembre. Secondo
    l'associazione, che aveva depositato presso la Corte superiore di Mercer
    County un ricorso di 127 pagine, se il quesito fosse approvato, si
    aprirebbero le porte alla clonazione umana e ad un aumento delle tasse.
    La citazione chiedeva che venisse quindi bloccata la stampa sulle schede
    referendarie, cosi' come previste da una legge approvata dal Parlamento
    statale.
    Ma il giudice Neil H. Shuster ha respinto la richiesta degli
    anti-abortisti spiegando che era fuori tempo massimo e che le
    argomentazioni erano comunque poco convincenti.
    Il presidente del Senato Richard Codey, primo firmatario della legge in
    questione (S1091), ha negato che il finanziamento autorizzerebbe la
    clonazione riproduttiva umana, e si era per questo dichiarato ottimista
    sull'esito della causa. "Questa causa ha le stesse chance di essere
    accolta dal tribunale di quelle che ha l'Universita' di Seton Hall di
    vincere il campionato nazionale di football senza avere una squadra",
    aveva detto Codey. "Qui si sta parlando di salvare vite e trovare cure
    per quelle malattie che affliggono la societa'".
    "La ricerca scientifica non dovrebbe essere ostaggio del furore
    ideologico di pochi", aveva detto il deputato democratico Neil Cohen,
    primo firmatario della proposta di legge alla Camera.
    Ma Marie Tasy, direttrice dell'associazione contro la ricerca e l'aborto
    New Jersey Right to Life, da sempre oppositrice dell'iniziativa
    parlamentare, sostiene che il quesito e' vago e non informa gli elettori
    sulle possibili conseguenze del loro voto. Fra i pericoli paventati da
    Tasy, un aumento delle tasse, il pericolo che corrono le donne che
    donano gli ovuli, ed un via libera alla clonazione umana per estrarre
    staminali embrionali. "E' ingannevole", ha detto Tasy.
    In particolare, i ricorrenti sostenevano che la definizione di
    "clonazione" sul quesito autorizzasse "lo sfruttamento di embrioni che
    stanno per nascere" per derivarne cellule staminali embrionali. Una
    interpretazione che i promotori dell'iniziativa avevano rigettato in
    toto: "La causa e' un insulto all'intelligenza dei cittadini del New
    Jersey", aveva detto Cohen, ribadendo che il quesito vieta
    esplicitamente la clonazione umana riproduttiva.
    Il Governatore Jon Corzine, che ha controfirmato la legge che autorizza
    il referendum, ha ribadito di essere pienamente a favore del "si'",
    bollando la causa come basata su "una argomentazione politica ed
    ideologica piuttosto che legale".
    I legali dell'associazione anti-abortista hanno detto di non escludere
    un ricorso in appello.
    di Redazione


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    NOTIZIE

    - Francia. Cellule del sangue per curare i danni dell'infarto
    Trapianti di cellule staminali del sangue (CSS) possono riparare il
    tessuto cardiaco danneggiato dall'infarto, e i test effettuati anche se
    sono da verificare nel tempo vengono giudicati comunque 'spettacolari'.
    I test degli studi condotti nell' istituto di ematologia e trapianti di
    Muhouse in Alsazia saranno presentati in occasione di un congresso
    internazionale di specialisti che si apre lunedi' nella citta' francese.
    Il direttore dell'istituto Philippe Henon ha detto alla AFP che si
    tratta di 'una soluzione alternativa molto interessante al trapianto
    cardiaco per pazienti vittime di un infarto del miocardio molto grave
    con una speranza di vita inferiore ai tre anni'.
    La tecnica consiste nel prelevare dal sangue del malato, dopo l'infarto,
    alcune staminali del sangue che vengono purificate in laboratorio prima
    di impiantarle direttamente nel cuore.
    'Occorre un tempo del genere per provare che questo metodo funziona in
    modo durevole' ha aggiunto lo studioso che ha evocato 'risultati
    spettacolari'.
    E' la prima volta che la ricerca viene presentata nella sua metodologia
    completa: le CSS umane sono capaci di differenziarsi in cellule del
    muscolo cardiaco ed in cellule rigeneranti i piccoli vasi del cuore,
    dice il prof. Henon.
    'La grossa discussione in corso tra gli specialisti e' di sapere se le
    cellule staminali adulte sono in grado di differenziarsi in cellule
    cardiache o no' ha detto l'ematologo che lavora anche al New York
    Medical College, che ha aggiunto:' noi abbiamo purificato queste cellule
    ed abbiamo messo in evidenza al loro interno una sotto- popolazione di
    cellule che indiscutibilmente si trasformano in cellule cardiache'. Al
    congresso prenderanno parte 300 specialisti provenienti da Europa, Stati
    Uniti, Corea del sud e Giappone che utilizzano le staminali per riparare
    organi difettosi.


    - Italia. Regione Piemonte: abbiamo raggiunto le 200 donazioni di
    staminali emopoietiche
    Il gesto di solidarieta' di un donatore di midollo osseo piemontese,
    risultato l'unico compatibile tra i quasi 11 milioni di volontari
    iscritti nei registri internazionali, ha consentito di offrire una
    speranza di guarigione ad un cittadino residente del nord degli Stati
    Uniti affetto da una grave forma di leucemia.
    Il prelievo -spiega un comunicato della Regione Piemonte- coincide con
    il raggiungimento del ragguardevole traguardo di 200 donazioni di
    cellule staminali emopoietiche (CSE) a scopo di trapianto eseguite in
    Piemonte in 17 anni di attivita'.
    Il dato permette cosi' alla Regione di occupare il terzo posto in Italia
    nella graduatoria di donazione, dopo Lombardia e Veneto.
    'La procedura di ricerca di un donatore -afferma Eleonora Artesio,
    assessore regionale alla Tutela della salute e sanita'- e' molto
    complessa e richiede un lavoro in stretta sinergia tra strutture e
    operatori fattore determinante per il successo del programma. In questa
    direzione e' fondamentale l'impegno delle associazioni di volontariato
    che si propongono, attraverso campagne di informazione, di favorire la
    cultura della donazione'.
    Dei 200 donatori piemontesi, la cui eta' media e' 35 anni, 134 sono
    uomini, 66 donne. Le donazioni effettuate a favore di un paziente
    italiano sono state 133, mentre le altre 67 hanno raggiunto pazienti
    prevalentemente in Europa e, in qualche caso, in America.
    Fino al 2004 le cellule staminali emopoietiche venivano prelevate solo
    dal midollo osseo; dal gennaio 2005, invece, e' possibile utilizzare CSE
    prelevate dal sangue periferico con procedura di aferesi (che separa i
    diversi componenti, restituendo al soggetto cio' che non si intende
    utilizzare).
    In Piemonte il sistema e' costituito dal Registro regionale, che ha sede
    presso la struttura complessa di Immunologia dei trapianti dell'ospedale
    Molinette e dai centri donatori situati presso gli ospedali di
    Alessandria, Cuneo, Ivrea, Verbania, Vercelli e Torino, che hanno il
    compito di seguire le procedure necessarie all'iscrizione dei pazienti.
    Ad essi si aggiunge il centro della Valle d'Aosta.
    Il prelievo di midollo e sangue periferico e' effettuato a Torino,
    rispettivamente presso l'OIRM e il Centro trapianti divisione Molinette
    e il Servizio trasfusionale Molinette e l'OIRM. Completano la rete i
    centri trapianto, situati negli ospedali di Alessandria, Cuneo e Torino.
    'E' importante potenziare il Registro -dichiara Antonio Amoroso,
    responsabile del Centro regionale trapianti- perche' solo quando il
    donatore presenta caratteristiche identiche al paziente e' possibile
    eseguire il trapianto con elevata probabilita' di successo. Ci auguriamo
    che questo importante traguardo possa portare la nostra regione ad
    un'importante crescita del numero di volontari'.


    - Usa. Isolate nei testicoli staminali adulte simili a embrionali
    Si sono trasformate in vasi sanguini e cellule cardiache, le cellule
    staminali di nuovo tipo finora sconosciuto isolate nei testicoli.
    Riconoscere queste cellule in grado di autorigenerarsi e' facile, grazie
    a un marcatore presente sulla loro superficie. Il risultato,
    nell'edizione on line di Nature, e' stato ottenuto nei topi ma, secondo
    gli autori della ricerca, apre la possibilita' di avere una nuova fonte
    di cellule staminali dalle quali ottenere tessuti e organi, una fonte
    probabilmente alternativa alle staminali embrionali.
    La ricerca e' stata condotta negli Stati Uniti, in collaborazione tra il
    Cornell Medical College di New York, il Memorial Sloan-Kettering Cancer
    Center e l'universita' di Harvard. Del gruppo, coordinato da Shahin
    Rafii, fa parte l'italiano Pier Paolo Pandolfi, dello Sloan Kettering.
    A suscitare l'entusiasmo dei ricercatori sulla possibilita' di avere a
    disposizione una fonte di staminali adulte potenzialmente flessibile
    quanto le cellule embrionali sono sia la facilita' con cui possono
    essere riconosciute, sia la loro grande capacita' di autorigenerarsi. La
    chiave e' nel marcatore chiamato GPR125, che si trova sulla loro
    superficie e che, come una bandiera, permette di riconoscere molto
    facilmente le cellule progenitrici degli spermatozoi (spermatogoni) che
    sono in grado di moltiplicarsi rapidamente.
    Percio' gli studiosi hanno messo a punto un sistema che sfrutta questo
    marcatore per generare un grande numero di cellule staminali. E' cosi'
    che sono riusciti a trasformare, in provetta, le cellule di questo tipo
    prelevate dai testicoli di topo in cellule di altro tipo, come cellule
    del rivestimento interno di arterie e vene (epiteliali) e cellule del
    muscolo del cuore. La prospettiva, scrivono i ricercatori, e' quella di
    avere a disposizione una nuova fonte di cellule staminali, abbondanti,
    facili da riconoscere e da isolare grazie al marcatore e cosi' 'fertili'
    da rigenerarsi molto facilmente in modo da cambiare il loro destino e
    dare origine a tessuti e organi di tipo diverso. Una fonte cosi'
    importante da poter diventare, secondo i ricercatori, una possibile
    alternativa alle cellule staminali embrionali.

    Se alcuni degli uomini sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e
    Nagasaki hanno conservato la fertilita' lo devono a quella stessa
    riserva di cellule staminali, una riserva protetta da una sorta di culla
    di membrane quasi blindata rispetto all'esterno, che la ricerca
    pubblicata oggi su Nature indica come la fonte da cui ottenere cellule
    dalle caratteristiche molto simili a quelle embrionali.
    Per la prima volta, inoltre, si dimostra che una cellula germinale
    immatura puo' trasformarsi in tipi di cellule molto diversi, come quelle
    di vasi sanguigni e cuore.
    'L'esistenza di questa fonte si sospettava fin dagli anni '40, ma solo
    adesso si e' riusciti a vederle', dice il direttore scientifico del
    Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Alberto Redi, commentando la
    ricerca condotta dal gruppo internazionale. 'Il problema era riuscire a
    riconoscerle', e adesso si e' risolto grazie al marcatore scoperto dallo
    studio internazionale.
    La scoperta finora e' stata fatta nei topi, ma il processo di
    maturazione segue meccanismi molto simili nell'uomo: cambiano soltanto i
    tempi, dai 30 giorni nel topo ai 70 nell'uomo.
    Il marcatore, indicato con la sigla GPR125, e' uno zucchero che si trova
    sulla superficie della cellula e che viene utilizzato dalle stesse
    cellule staminali di questo tipo per comunicare fra loro. Marcatori come
    questo, ossia zuccheri o proteine di superficie, potrebbero trovarsi
    sulla superficie di tutte le cellule staminali. 'La sfida dei prossimi
    anni e' riconoscerli tutti', osserva Redi. 'Esiste probabilmente un
    gruppo condiviso di questi marcatori, ma sicuramente ne esiste anche uno
    per ogni tipo di staminale'.
    Le cellule staminali scoperte nel testicolo sono le capostipiti degli
    spermatozoi, sono cioe' le primissime cellule dalle quali parte il
    processo di maturazione degli spermatozoi. Proprio per questa loro
    importanza costituiscono una riserva protetta in uno speciale comparto
    formato da diversi tipi di membrane. Cosi' protetto che a volte riesce a
    salvare queste cellule progenitrici sia dai farmaci chemioterapici
    utilizzati nelle cure anticancro sia, come e' accaduto a Hiroshima e
    Nagasaki, dalle radiazioni delle bombe atomiche.

    E' un esperimento 'interessante' e che 'apre nuove strade, ma non ne
    chiude altre': cosi' la direttrice del laboratorio sulle cellule
    staminali dell'universita' di Milano, Elena Cattaneo, considera la
    scoperta delle cellule progenitrici degli spermatozoi.
    Secondo Elena Cattaneo bisogna inoltre considerare che 'l'esperimento
    descritto su Nature e' stato fatto nel topo' e di conseguenza bisognera'
    andare avanti nella ricerca per dimostrare che lo stesso meccanismo
    funziona nell'uomo. In altre parole, e' ancora molto lontana la
    possibilita' di trasferire alla clinica questi risultati. Un passaggio
    che richiede tempi lunghi, secondo Cattaneo, anche considerando che
    'queste cellule sembrano generare tumori come le staminali embrionali'
    Il lavoro pubblicato su Nature riguarda inoltre la possibilita' di far
    differenziare queste cellule progenitrici degli spermatozoi in cellule
    del rivestimento dei vasi sanguigni e del muscolo cardiaco. 'Non c'e'
    alcuna dimostrazione che queste cellule siano equivalenti a quelle
    embrionali', osserva.
    'Se anche lo fossero, questa scoperta non chiuderebbe una via', aggiunge
    l'esperta. 'Lasciamo lavorare i ricercatori: la scienza e' un'arena
    nella quale ci si confronta e c'e' una competizione fra intelligenze
    diverse, sara' l'esito delle ricerche a fare la verita''.

    'Fede e scienza possono convergere e trovare soluzioni comuni'. Le
    senatrici dell'Ulivo Silvana Amati, Emanuela Baio, Fiorenza Bassoli,
    Paola Binetti, Colomba Mongello, Simonetta Rubinato, Albertina Soliani,
    Anna Serafini commentano cosi' la scoperta, nei testicoli dell'uomo, di
    cellule staminali identiche a quelle embrionali che consentirebbero di
    ricavare, ugualmente, una sorgente utile alla rigenerazione degli organi.
    'Lavoriamo da un anno insieme, confrontandoci anche in modo acceso ma
    sempre analitico, con le nostre culture diverse, nella consapevolezza
    che il rispetto della vita e della persona sono una premessa
    ineluttabile per la ricerca e per trovare terapie utili a curare
    patologie che affliggono milioni di persone'.
    'La scoperta della sorgente di cellule staminali nell'uomo - concludono
    le senatrici dell'Ulivo - e' rappresentativa del fatto che il progresso
    medico e scientifico puo' convivere con il rispetto delle diverse e
    anche lontane sensibilita' e coscienze'.

    "La notizia e' gia' stata riportata precedentemente in un'altra
    pubblicazione, ma l'esperimento ha finora funzionato soltanto con le
    cellule di topo. Come avviene spesso con la ricerca che riguarda le
    cellule animali, la scoperta potrebbe non applicarsi alle cellule
    umane". Stephen Minger, direttore del laboratorio di Biologia delle
    cellule staminali del King's College di Londra, commenta cosi', come fa
    sapere l'Associazione Coscioni, la ricerca pubblicata da 'Nature' sugli
    spermatogoni.
    Inoltre, aggiunge Minger, "anche se la pratica dovesse riuscire, le
    cellule risultanti potrebbero essere molto differenti da quelle dei
    topi. Pertanto, tutti i tipi di cellule vanno esplorate in parallelo,
    non esiste qualcosa come la cellula perfetta".


    - Italia. Fioroni chiede rispetto per posizioni cattoliche all'interno
    del Pd
    I cattolici del Partito Democratico chiedono rispetto sulle loro
    posizioni in merito ai temi etici.
    Fermo restando la posizione unitaria sulla laicita' del nuovo soggetto
    politico, il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni ha voluto chiarire
    alcuni aspetti e rivendicare le proprie posizioni.
    "Quel che non intendo per laicita' e' pretendere che qualcuno taccia.
    Che la chiesa taccia. Come non accetto che un vescovo dica ai politici
    come comportarsi cosi' non accetto che si dica ad un vescovo come fare
    la sua funzione". Fioroni e' andato anche oltre ed ha accostato le
    battaglie dei cattolici a quelle dei radicali.
    "Nessuno mette in dubbio la buona fede dei Radicali quando fanno le loro
    battaglie. Cosi' gradirei quando avanziamo le nostre rivendicazioni che
    le facciamo perche' ci crediamo e non perche' ce lo dicono i vescovi".
    Eutanasia, ricerche su staminali e quant'altro fanno parte dei possibili
    terreni di divergenza tra le varie anime del Pd. Le ricette per
    superarle sono anche diverse. Fioroni rimarca che "i temi della vita e
    della morte asseriscono alla liberta' di coscienza". "Se svincolati da
    questa allora questo genera in me una grande preoccupazione".
    Fioroni non avra' comunque da preoccuparsi per eventuali scontri con i
    Radicali, almeno all'interno della nuova forza politica. I vertici del
    costituendo PD hanno infatti escluso dalle primarie Marco Pannella ed
    Emma Bonino, leader storici dei Radicali.


    - Italia. Insediato comitato scientifico Agenzia di sanita' pubblica del
    Lazio
    Si e' insediato lo scorso 20 settembre il comitato scientifico
    dell'Agenzia di sanita' pubblica del Lazio. Composto da 12 persone tra
    ricercatori ed esperti, sara' un organo consultivo che affianchera'
    Laziosanita'-Asp nel suo operato.

    Previsto sin dal '99, per problemi tecnici e amministrativi la norma che
    ne prevedeva l'istituzione era stata disattesa fino a oggi.
    Ma ora il comitato scientifico ha finalmente visto la luce, e vanta la
    presidenza di un ricercatore italiano migrato all'estero, negli States:
    Pier Paolo Pandolfi, docente di medicina e patologia all'Harvard Medical
    School di Boston, tra i ricercatori che ha scoperto una sorgente delle
    staminali nei testicoli, uno studio che ha guadagnato gli onori della
    cronaca proprio in questi giorni. Il ricercatore si dividera' tra gli
    Usa e Roma per dare il proprio contributo alla causa.

    "Il mio obiettivo e' quello di portare tutto l'entusiasmo della
    comunita' scientifica, che sta vivendo cose inimmaginabili, all'interno
    di questo comitato. Noi non dobbiamo seguire il 'carro' della ricerca,
    piuttosto dar vita a iniziative che trainino questo carro. Abbiamo la
    cultura e l'intelligenza per farlo, e i soldi si trovano sempre se le
    idee sono buone. Spero che quest'organo si trasformi presto in un motore
    di idee, trascinando dietro di se' non solo la Regione, ma l'intera
    Nazione".



    - Romania. Ceausescu tento' business trattamenti fasulli alle staminali
    in Usa
    Negli anni '70 l'ex dittatore comunista Nicolae Ceausescu tento', senza
    successo, di vendere negli Stati Uniti la medicina 'miracolosa'
    Gerovital, con l'aiuto del medico americano di origine romena Alfred
    Sapse, accusato lo scorso mese di truffa dalle autorita' romene e Usa.
    Ne da' notizia il quotidiano 'Cotidianul'.
    Sapse, 81 anni, ha promesso a centinaia di romeni e americani con
    malattie incurabili 'guarigioni miracolose' tramite presunte iniezioni
    di cellule staminali. Nel novembre 2006, la Food and Drug Administration
    (Fda) ha comunicato a Sapse che le sue pratiche mediche non erano
    conformi con le norme di sicurezza pubblica statunitensi. Lo scorso
    mese, Victor Zotta, presidente dell'Agenzia romena per i trapianti,
    dichiarava che Sapse non era autorizzato a condurre simili pratiche.
    Secondo 'Cotidianul' l'onorario di Sapse per un'iniezione sarebbe di
    5.000 dollari.
    Sapse, ex collaboratore della famosa dottoressa romena Ana Aslan, che
    invento' il Gerovital, usato nelle cure geriatriche, si laureo' in
    medicina nel 1952 a Bucarest e nel '64 emigro' negli Stati Uniti.
    Nel 1970 Ceausescu gli propose di vendere il Gerovital oltreoceano.
    Sarebbe stato un affare da miliardi di dollari, ma Sapse non ricevette
    l'autorizzazione a vendere negli Usa il farmaco, che fu bocciata dalla
    Fda. La medicina fu pero' approvata nel 1977 con una legge locale nel
    Nevada.
    Contattato da 'Cotidianul' nel suo ufficio a Las Vegas, Sapse ha
    rifiutato di commentare le accuse delle autorita' romene e americane.



    - Italia. Senatori Ulivo aderiscono ad appello di Angelo Vescovi
    'Raccogliamo e ci uniamo all'appello lanciato da Angelo Vescovi nella
    convinzione che il lavoro di ricerca e sperimentazione del Centro IBR
    San Valentino per la vita di Terni, da lui diretto, rappresenti una
    speranza concreta per tanti malati che soffrono di patologie ancora da
    esplorare'. Lo dichiarano i senatori dell'Ulivo Luigi Bobba, Paolo
    Giaretta e Luigi Lusi che hanno oggi depositato un'interrogazione
    rivolta ai ministri Turco e Mussi in cui chiedono 'di intervenire al
    fine di risolvere l'impasse in cui si e' venuto a trovare il mondo della
    ricerca scientifica italiana e di attivarsi per rimuovere le cause che
    hanno portato all'intervento della Corte dei Conti, al fine di
    ripristinare, il prima possibile, le condizioni per favorire una ricerca
    possibile'. L'interrogazione, di cui primi firmatari sono Bobba,
    Giaretta e Lusi, e' anche sottoscritta da molti senatori dell'Ulivo tra
    cui Marco Follini, Emanuela Baio, Egidio Banti, Paola Binetti, Benedetto
    Adragna, Nino Papania, Giannicola Sinfisi, Pietro Fuda, Lorenzo Ria,
    Daniele Bosone, Paolo Rossi, Giorgio Pasetto, Salvatore Ladu, Giovanni
    Procacci e Gianfranco Morgando. 'Il centro diretto da Angelo Vescovi, il
    cui promotore del progetto e' monsignor Vincenzo Paglia, potrebbe
    diventare una delle realta' italiane piu' importanti per una ricerca dai
    risultati incoraggianti. La stessa opinione pubblica italiana e i media
    si stanno adoperando per realizzare una campagna di raccolta fondi, cui
    aderiamo -dichiarano Bobba, Lusi e Giaretta- nella convinzione che quel
    Centro vada sostenuto e aiutato, non certo chiuso'. 'Il governo, che ha
    messo nel suo programma la ricerca come priorita' ha il dovere di
    sostenerla soprattutto laddove essa e' riconosciuta come autorevole e
    all'avanguardia. E' questo il caso della ricerca voluta da Vescovi e dal
    suo centro che della sperimentazione sulle cellule staminali adulte ha
    fatto un punto forte. La ricerca sulle cellule staminali adulte e'
    infatti l'unica, fino ad oggi, ad aprire a delle concrete possibilita'
    di riuscita, avendo gia' raggiunto risultati sorprendenti nelle terapie
    geniche e epiteliali e per la cura di malattie neurodegenerative'.



    - Italia. Albanese fa il punto sulla ricerca contro la Sla
    E' una rara malattia degenerativa del sistema nervoso il morbo di Lou
    Gehrig che colpisce le cellule (neuroni) che danno impulsi ai muscoli
    del corpo. Cosi' il professor Alberto Albanese, neurologo dell'Istituto
    di ricerca neurologico Besta di Milano, spiega cio' che si conosce fino
    ad ora della sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la malattia che ha
    portato a morte Luca Coscioni e Giovanni Nuvoli e che e' stata al centro
    di un incontro lo scorso 18 settembre tra alcune associazioni dei
    pazienti e il ministro della salute Livia Turco. I neuroni che vengono
    colpiti dalla malattia, continua il neurologo, sono sia quelli che
    partono dalla corteccia cerebrale e che vanno al midollo spinale, sia
    quelli che da quest'ultimo vanno ad innervare i muscoli del corpo.
    'Le cause della malattia non sono note', ha spiegato Albanese, 'ma i due
    tipi di motoneuroni coinvolti cominciano a degenerare gradualmente in
    eta' adulta. Il risultato e' che i muscoli non ricevono piu' comandi e
    diventano atrofici.
    Purtroppo la malattia e' progressiva e puo' colpire dapprima una mano,
    poi un braccio e una gamba fino ad interessare i muscoli della
    respirazione e della deglutizione; e fino ad ora non esistono cure
    specifiche'.
    I ricercatori non hanno trovato ancora un agente specifico responsabile
    della malattia: 'sono stati messi sotto accusa prima i metalli pesanti,
    poi alcuni solventi, ma non si e' approdato a nulla.
    Probabilmente si tratta di una malattia multifattoriale nella quale
    esiste una predisposizione individuale e una componente ambientale che
    potrebbe dare l'avvio al processo patologico'.
    Del morbo di Lou Gehrig, chiamato cosi' dal nome del giocatore americano
    di baseball che ne fu colpito a meta' degli anni '60, esiste una forma
    familiare e una sporadica.
    La genetica offre nuove chiavi conoscitive dei meccanismi che portano
    alla degenerazione dei neuroni. Negli ultimi anni sono stati
    identificati 4 geni che causano la malattia e uno che predispone alla
    malattia. Tuttavia la maggior parte dei casi che vengono segnalati ha
    una forma sporadica della sindrome.
    Da qualche anno sono in corso a Torino studi sperimentali su un numero
    ristretto di malati di Sla che utilizzano cellule staminali mesenchimali
    prelevate dal midollo osseo degli stessi malati; le cellule vengono
    coltivate in laboratorio e poi trapiantate. A tutt'oggi non vi sono
    evidenze di efficacia del trattamento ma le ricerche di laboratorio e
    cliniche continuano con la supervisione dell'Istituto superiore di sanita'.



    - Gb. Cellule staminali sono nuova frontiera per curare i polmoni
    Cellule staminali per 'riparare' polmoni malati. Un obiettivo ancora
    lontano per l'uomo, ma una nuova frontiera della lotta alle malattie
    respiratorie che da oggi e' un po' piu' concreta. All'European
    Respiratory Congress di Stoccolma, che riunisce 17.000 esperti, sono
    stati presentati infatti i risultati ottenuti da alcuni ricercatori
    inglesi (del London's Imperial College) che sono riusciti a impiantare
    nei polmoni di topi cellule di polmone sviluppate da staminali
    embrionali, che si sono annidate senza problemi. Il che significa,
    secondo i ricercatori, che e' possibile riparare anche un organo per
    certi versi unico come il polmone con cellule prodotte in laboratorio
    grazie alle staminali. 'Il polmone -spiega Sile Lane, che ha presentato
    lo studio al Congresso di Stoccolma- e' un organo estremamente complesso
    e contiene una grande varieta' di cellule, alcune delle quali hanno un
    tempo di rinnovamento piuttosto lento'. Per questo la capacita' di
    rigenerare polmoni danneggiati da malattie o incidenti potrebbe aiutare
    decine di milioni di persone: basta pensare che le malattie croniche
    ostruttive ai polmoni, le cosiddette Copd, colpiscono attualmente 80
    milioni di persone in tutto il mondo. I ricercatori inglesi hanno usato
    cellule staminali 'marcate' con nanoparticelle di ossido di ferro in
    grado di fornire una fluorescenza verde visibile al microscopio. Quindi
    le hanno iniettate in due gruppi di topi: il primo normale, il secondo
    trattato con una tossina che ha danneggiato l'epitelio polmonare. Due
    giorni dopo i topi sono stati soppressi, e i ricercatori hanno usato il
    microscopio a fluorescenza per esaminare i loro polmoni e vedere che
    fine avevano fatto le cellule impiantate. Erano li', ben piantate nei
    polmoni, e in gran parte dei casi avevano colonizzato le aree
    danneggiate dell'epitelio polmonare. E, cosa molto importante, non si
    erano sviluppate in altri organi, a conferma dell'alto grado di
    specializzazione di queste cellule, che attecchiscono solo nell'organo
    obiettivo', in questo caso i polmoni. Il prossimo passo, l'uomo: i
    ricercatori tuttavia ammettono che 'le applicazioni mediche sull'uomo
    sono ancora lontane'. Restano ancora da studiare la precisa natura, la
    longevita' e le funzioni delle nuove cellule, e vanno escluse eventuali
    tossicita'. Ma intanto Anne Bishop, anche lei del team di ricercatori
    inglesi, non esclude l'uso delle cellule epiteliali prodotte grazie alle
    staminali per funzioni extracorporee: in sostanza, potrebbero fornire
    una sorta di supporto semi-artificiale ai polmoni, in attesa che la
    scienza permetta la creazione di un vero e proprio polmone artificiale
    impiantabile'.


    - Italia/Gb. Diabete, individuate staminali per riparare il pancreas
    Ricercatori italiani, insieme a colleghi inglesi, hanno identificato e
    moltiplicato cellule staminali in grado di riparare le cellule del
    pancreas danneggiate dal diabete, riavviando la fabbrica dell'insulina.
    Il progetto, condotto in collaborazione dall'Area di Endocrinologia e
    diabetologia dell'universita' Campus Biomedico di Roma e dal Centro di
    diabete del Queen Mary College di Londra, e' una delle presentazioni del
    43esimo Congresso della Societa' europea per lo studio del diabete
    (Easd), in corso ad Amsterdam.

    I test sono stati per ora "condotti con successo sui topi", spiega
    all'ADNKRONOS SALUTE Paolo Pozzilli, direttore dell'Area di
    Endocrinologia e diabetologia del Campus Biomedico, augurandosi che "nel
    giro di qualche anno si arrivi all'applicazione sull'uomo. E' un
    approccio terapeutico al diabete innovativo: una terapia 'naturale', che
    non pone problemi etici e di rigetto". Le staminali in questione sono
    cellule progenitrici dell'endotelio, prelevate dal midollo osseo dello
    stesso paziente a cui, dopo essere state opportunamente trattate,
    vengono ritrapiantate. La loro vocazione naturale e' di migrare verso i
    tessuti danneggiati e ripararli. Il problema, afferma lo specialista, e'
    che "queste cellule sono poche. Per cui vanno isolate e moltiplicate in
    laboratorio, per poi essere ritrapiantate nel pancreas dove le cellule
    beta, danneggiate dal diabete, non producono piu' insulina".
    Il progetto di ricerca, partito da un anno, andra' avanti per altri due
    e ha ricevuto, per la parte italiana, i finanziamenti del ministero
    della Ricerca. "E' rivolto a identificare cellule progenitrici che
    migrando dal midollo osseo possano andare a ripopolare quella parte del
    pancreas dove le cellule beta sono state distrutte dal processo
    autoimmune dando origine al diabete di tipo 1, quello insulinodipendente".

    Uno degli obiettivi, sottolinea, "e' favorire l'identificazione e la
    migrazione di queste staminali per la rigenerazione delle cellule beta
    che producono insulina, riattivando la fabbricazione di questo prezioso
    ormone. Il vantaggio e' che si tratta di una terapia endogena, senza
    alcun farmaco. Si prendono cellule autologhe, cioe' dello stesso
    paziente a cui verranno ritrapiantate senza possibilita' di rigetto. Si
    preparano in vitro e si reiniettano per favorire lo sviluppo di cellule
    beta che producono insulina".

    L'esperto la definisce "una terapia naturale, che riproduce una
    strategia normalmente messa in atto dall'organismo per riparare tessuti
    danneggiati. Questo non puo' avvenire naturalmente, perche' le cellule
    progenitrici dell'endotelio sono pochissime. Dunque, vanno ampliate in
    laboratorio. Ma l'identificazione e il prelievo di queste cellule sono
    procedure molto semplici. Tale semplicita' e l'assenza di tossicita' di
    questa terapia potrebbero renderne possibile l'applicazione nell'uomo in
    un paio d'anni", conclude Pozzilli.



    - Italia. Chris Shaw (King's College) difende la ricerca su embrioni chimera
    Studi contro la morale? No, tutt'altro.
    Ricerche fallimentari perche' nelle cellule 'chimera' i mitocondri,
    corresponsabili di malattie come il Parkinson e l'Alzheimer, non sono
    umani bensi' animali? Inesatto. Chris Shaw, il ricercatore del King's
    College di Londra che ha incassato l'apertura del governo Britannico
    alla ricerca sugli 'embrioni chimera' risponde alle obiezioni, morali e
    scientifiche, sollevate in Italia.
    "Sono d'accordo che la scienza non debba superare i limiti della morale
    ne' perdere di vista il bene dell'uomo", spiega il neurologo, in Italia
    per il convegno internazionale sulla Sclerosi laterale amiotrofica,
    organizzato nel week-end a Milano dall'Istituto Mario Negri in
    collaborazione con l'Universita' di Tor Vergata: "Pero' bisogna
    intendersi su cosa e' accettabile e accettato. Se non si vuole accettare
    nessun tipo di ricerca sugli embrioni, allora si deve bandire anche
    qualsiasi tipo di contraccezione".
    A proposito dei confini morali entro i quali la scienza deve muoversi,
    Chris Shaw si chiede: "Quali sono i limiti etici? Gli embrioni generati
    con la fecondazione in vitro spesso sono congelati e inutilizzati. Che
    fine fanno? In molti casi vengono buttati via, ma e' giusto
    distruggerli? E' meglio utilizzarli per la ricerca allora". Comunque,
    continua, "gli embrioni che noi creiamo in ogni caso non possono
    superare i 14 giorni di vita. Si tratta, a questo stadio, di un piccolo
    gruppo di cellule e non di un corpo umano formato. Comunque la scienza
    deve essere regolata, su questo sono d'accordo".
    Entrando nel merito scientifico delle sue ricerche, a chi sostiene
    l'inefficacia di studiare malattie come l'Alzheimer e il Parkinson,
    causate tra l'altro da un problema nella catena mitocondriale, con
    cellule i cui mitocondri sono animali mentre il nucleo e' umano, Shaw
    chiarisce: "Noi inseriamo un nucleo umano in uova di animali (mucche,
    conigli). Le cellule animali fanno da ospite e contengono i propri
    mitocondri, che pero' costituiscono una percentuale minima delle
    proteine che servono allo sviluppo dell'embrione". Inoltre, continua il
    ricercatore britannico, "una parte dei mitocondri vengono trasferiti
    dall'uomo e, con il passare dei giorni, questi prendono il sopravvento
    su quelli animali, perche' hanno una maggiore omologia con le proteine
    formate dal nucleo umano. Alla fine quindi l'embrione e' completamente
    umano, perche' le cellule umane hanno il sopravvento su quelle animali".
    Se, va avanti Shaw, "si utilizzano cellule uovo animali per sviluppare
    l'embrione e' solo perche' quelle umane non sono disponibili, sono
    troppo preziose e utilizzate per la fecondazione". Dagli embrioni che si
    otterranno, conclude, "si ricavano delle cellule staminali che possono
    differenziarsi in cellule neuronali ed essere studiate al fine di curare
    le malattie neurodegenerative".



    - Italia. Scienziati: bambini nati oggi hanno aspettativa di vita di 100
    anni
    Toccato il traguardo di 100 anni di aspettativa di vita. Le bambine nate
    nel 2007 raggiungeranno la soglia dei 103 anni, mentre i maschietti
    venuti al mondo quest'anno potranno guardare ad un'esistenza lunga 97
    anni. A garantire lunga vita e di migliore qualita' sono le nuove
    conquiste della ricerca scientifica che stanno aprendo frontiere
    inedite, specie sul fronte della prevenzione. Cellule staminali, studio
    del Dna, genetica, ingegneria genetica sono tra le branche della scienza
    da cui infatti arriveranno risposte a gravi patologie come Alzheimer,
    Parkinson's, diabete e tumori. E non e' tutto.

    Molte sono anche le nuove metodologie per la lotta e la prevenzione a
    tante malattie gravi, metodiche messe a punto negli ultimi anni dai
    ricercatori di tutto il mondo e che vedono, tra l'altro, i profili
    molecolari, il chip del Dna, lo studio di marcatori tumorali.
    L'obiettivo e' agire sempre piu' in anticipo per intercettare malattie
    gravi e letali in agguato.

    A tracciare il quadro con l'ADNKRONOS della crescita delle aspettative
    di vita sono due scienziati del Cnr, Delio Mercanti dell'Istituto di
    Neurobiologia e Medicina Molecolare del Cnr di Roma ed esperto di
    ricerca sulle cellule staminali, e Andrea Angius, genetista e
    responsabile del laboratorio Shardna, spin-off dell'Istituto di Genetica
    delle Popolazioni del Cnr di Alghero.
    Mercanti e Angius spiegano cosi', come appena annunciato anche dall'ex
    ministro della Salute e oncologo di fama internazionale, Umberto
    Veronesi, i nuovi traguardi della ricerca che ci stanno rendendo
    ultracentenari
    In questo inizio di nuovo millennio, infatti, l'aspettativa di vita
    della nostra specie e' cresciuta di ben 20 anni, contro quella prevista
    appena due anni fa, nel 2005, quando, secondo recenti statistiche,
    l'aspettativa di vita per le donne era di 83 anni, mentre quella per gli
    uomini era di 77 anni. Si conferma cosi' la corsa alla lunga vita
    partita nel secolo scorso, quando all'aspettativa di 47 anni del 1900 si
    e' passati, nel 1930 a 59 anni, per arrivare, nel 1975 a 71 anni. Prima
    del XX Secolo, invece, era stato necessario lo scorrere di secoli per
    vedere crescere di pochi anni appena, la possibilita' di vita dell'uomo.

    "Grazie alla ricerca scientifica sicuramente l'aspettativa di vita e'
    salita ben sopra i 70 anni in questi ultimi tre decenni e, con gli studi
    sulla genetica e sulle componenti ambientali, si sta tagliando il
    traguardo dei 103 anni per le donne e dei 97 per gli uomini che nascono
    nel 2007" conferma il genetista Angius. Lo scienziato quindi ricorda
    come la crescita dell'aspettativa di vita dell'uomo oggi si deve
    "soprattutto alla prevenzione clinica scaturita da studi della genetica
    che ci consentono di individuare con anticipo rischi di contrarre
    malattie gravi tra cui obesita' e diabete".

    "Oggi si possono individuare malattie complesse grazie ai profili
    molecolari ad alta attendibilita'. Negli ultimi due o tre anni sono
    anche nate nuove metodiche, come i chip del Dna, che consentono di fare
    lo screening del rischio di contrarre alcune gravi malattie, tra cui
    molti tumori".
    "Negli ultimi 50-60 anni con il progresso della scienza -prosegue
    Angius- si e' registrato il vero balzo di crescita di aspettativa di
    vita che riguarda i nati dagli anni '50 in poi. Un balzo dovuto anche
    alle migliori condizioni igieniche determinate da nuove tecnologie, a
    migliori condizioni alimentari e alla nascita di nuovi farmaci sempre
    piu' efficaci che, con i vaccini, hanno migliorato le condizioni di vita
    dei bambini, abbattendo in tanti Paesi occidentali la mortalita' della
    prima infanzia".

    Ed a far migliorare la qualita' e la lunghezza della vita dell'uomo
    contribuiranno sempre piu' gli studi sulle cellule staminali, "campi di
    studio ancora giovani ma sui quali si deve andare avanti". Ne e'
    convinto il ricercatore Delio Mercanti, che esorta a non temere le
    paventate distorsioni di 'scienziati pazzi'. E di non avere paura
    nemmeno dei cosiddetti 'embrioni chimera' perche', dice, "appartengono
    alla mitologia e non alla scienza".

    "Per embrioni chimera -ricorda il ricercatore- si intende il processo in
    base al quale si svuota un uovo di mucca o di pecora e si inserisce in
    esso il Dna del paziente. Cosi' si arriva alle staminali senza alcun
    rischio di clonare a fini riproduttivi. Sono d'accordo con Veronesi che
    in queste situazioni non ci sono rischi di arrivare a centauri piuttosto
    che a minotauri o a sirene perche' e' la natura stessa che farebbe
    abortire un eventuale sviluppo di embrione".
    "Sono inoltre assolutamente d'accordo con l'ex ministro e oncologo di
    fama Veronesi sull'importanza di andare avanti nella ricerca sulle
    cellule staminali, su quali proprieta' conservano e su come si possono
    utilizzare. E c'e' tutto un filone di ricerca di base che sta
    consentendo di capire in maggior dettaglio l'uso e l'utilita' delle
    cellule staminali" prosegue Mercanti.

    Lo scienziato del Cnr, quindi, si dice "favorevolissimo ad usare cellule
    staminali embrionali, ma penso anche alle staminali neurali che aprono
    grandi prospettive sulle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o
    sui tumori cerebrali". "In realta' -sottolinea- si chiamano a torto
    cellule staminali embrionali perche' si prende un ovulo di donna, lo si
    svuota del patrimonio genetico e vi si inserisce del Dna del paziente
    attivando lo sviluppo di staminali embrionali, ma il processo viene
    fermato all'inizio e non si crea un embrione, bensi' cellule staminali
    terapeutiche per il paziente stesso".

    Mercanti, infine, guarda con positivita' ad una diffusione massiccia di
    questo tipo di ricerca sulle cellule staminali perche', dice, "per
    accedere a risposte importanti il piu' velocemente possibile e'
    necessario lavorare in tanti, in una sorta di network che, inoltre,
    servirebbe anche da controllore di eventuali 'ricerche pazze'". "Piu' si
    agisce in maniera corale -conclude lo studioso- piu' la comunita'
    scientifica e' in grado di controllare il metodo e chi lo applica. Basti
    pensare ai tanti step di verifica che devono passare le nostre ricerche
    prima di diventare pubblicazioni scientifiche riconosciute, prima di
    avere valore di scoperta".



    - Italia. Turco: si' ad adozione embrioni sovrannumerari
    Il ministro della Salute Livia Turco propone di adottare gli embrioni in
    esubero dalle tecniche di procreazione assistita.
    'Io penso -ha spiegato dalle pagine di Grazia - e dicendolo spero di non
    suscitare scandali a sinistra, che possiamo pensare a rendere adottabili
    gli embrioni in esubero. Io riconosco dignita' umana all'embrione.
    Dunque ho l'obbligo di trovare una risposta a chi mi chiede conto del
    destino di questa vita potenziale. Offrirla in adozione e' un gesto,
    forse puramente simbolico, che attesta una posizione chiara'. Secondo il
    ministro 'quella di regalare ad altri un embrione che tu non puoi o non
    vuoi utilizzare' sarebbe una 'buona idea, al di la' della sua
    fattibilita' reale. E' un gesto forte, e insieme un modo per stabilire
    un principio etico: non si possono manipolare, bisogna averne cura'. La
    proposta di donazione, ai fini di un altro impianto, riguarderebbe
    quegli embrioni che non vengono impiantati per ragioni legate alla
    salute delle donne o per rifiuto di utilizzo da parte delle stesse. Il
    ministro non risparmia anche alcune critiche alla legge 40 sulla
    fecondazione assistita. 'Ha il merito di avere stabilito regole certe in
    un ambito in cui, prima, tutto era possibile. Detto questo, se mi si
    chiede un giudizio emotivo, dico che non mi piace. Perche' sta rivelando
    tutti i suoi limiti. La percentuale di successo degli interventi di
    fecondazione e' diminuita e sono aumentati gli aborti spontanei, molti
    dovuti agli impianti plurimi. Trovo assolutamente crudele, perche'
    rischioso per la salute della donna, l'obbligo dell impianto di tutti
    gli embrioni prodotti.
    Un obbligo dettato dal divieto di congelarli o eliminarli'. Per quanto
    riguarda l'interruzione di gravidanza invece, il ministro spiega di
    ritenerlo 'un dilemma tanto drammatico che puo' essere dipanato soltanto
    dalla donna che lo sta vivendo. La donna che sceglie ha davanti il
    tribunale piu' spietato: se stessa. La sua solitudine e' inevitabile.
    Dobbiamo fare in modo che chi e' sola non sia lasciata troppo sola' a
    partire da un sostegno psicologico.

    'Apprezziamo la presa di posizione del ministro Turco. Non e' una
    questione di destra o di sinistra, di maggioranza o opposizione
    riconoscere la dignita' dell'embrione e dunque dichiarare che si possono
    adottare gli embrioni in esubero'. Lo afferma Wanda Ciaraldi dell'Udeur,
    responsabile del dipartimento bioetica del partito. 'Chi riconosce
    questo - sottolinea Ciaraldi - non e' certo accecato da culture
    integraliste, come invece afferma in modo erroneo Rifondazione
    Comunista, ma riconosce un principio che trova ampio sostegno anche in
    medicina e oramai sempre piu' nella coscienza comune'.

    'Finalmente arriva una buona notizia dal dicastero della Salute: il
    ministro Turco ha proposto l' adozione degli embrioni in esubero
    crioconservati'. Cosi' l'on. Domenico Di Virgilio, capogruppo in
    commissione Affari Sociali e Responsabile Sanita' di Forza Italia
    secondo il quale il ministro della Salute 'riconosce che si tratta di
    esseri umani che vanno rispettati e non distrutti o utilizzati per
    sperimentazioni. Vogliamo pero' ricordare al ministro che questa e' una
    vecchia proposta del Movimento per la Vita che va diffusa e sostenuta
    con convinzione specialmente dagli esponenti del centrosinistra che
    sicuramente la contesteranno'.

    Va autorizzata la donazione 'sia per l'impianto che per la ricerca
    scientifica'. Cosi' Marco Cappato, Segretario Associazione Luca Coscioni.
    Per Cappato 'l'utilizzo della parola adozione, ora anche da parte del
    ministro Turco, relativamente agli embrioni non impiantabili, e'
    doppiamente fuorviante, sia perche' genera confusione rispetto alla
    questione dell'adozione di bambini, sia perche' si deve misurare con gli
    ostacoli posti dalla legge 40, rispetto alla quale la donazione di
    embrioni si porrebbe come vera e propria doppia eterologa, dunque
    vietatisssima'.
    'Non si puo' dunque aggirare il problema della modifica di una legge -
    afferma Cappato - che preferisce far marcire gli embrioni che
    utilizzarli in altro modo. Dal momento poi che la possibilita' di
    trovare coppie disposte ad impiantarsi embrioni altrui e' tutta da
    verificare, e che spesso tali embrioni sovrannumerari sono assolutamente
    non-impiantabili, ci auguriamo che il ministro - conclude Cappato - si
    voglia anche porre il problema della donazione di quegli embrioni anche
    a fini di ricerca. Come associazione Coscioni siamo a buon punto nell'
    organizzazione dell'esportazione di tali embrioni verso centri di
    ricerca di altri Paesi, nei quali la ricerca scientifica non e' vietata'.


    - Italia. Tribunale di Cagliari: si' a diagnosi pre-impianto per salute
    madre
    Il diritto alla salute della futura madre e quello all'informazione in
    funzione della stessa tutela costituzionalmente garantita prevalgono sul
    divieto di diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40. Seguendo questa
    impostazione interpretativa, il Tribunale di Cagliari ha condannato
    l'Asl numero 8 e il primario di Ginecologia dell'ospedale Microcitemico
    del capoluogo sardo ad effettuare l'esame rifiutato nel 2005 ad una
    donna affetta da depressione per un precedente aborto. La sentenza
    emessa dal giudice Maria Grazia Cabitza, pubblicata lo scorso 24
    settembre mattina, e' giunta al termine del ricorso presentato due anni
    fa da una coppia di Quartu Sant'Elena. Attraverso il legale Luigi
    Concas, la coppia ha impugnato l'articolo 13 della legge 40 -che
    consente l'analisi sull'embrione solo per finalita' terapeutiche e non
    per l'accertamento di eventuali malattie genetiche come nel caso in
    questione- sostenendo il contrasto con il diritto alla salute tutelato
    dall'articolo 32 della Carta costituzionale.
    Il ricorso della coppia di Quartu Sant'Elena contro il divieto di
    diagnosi pre-impianto per tutelare la salute della donna era gia'
    passato al vaglio della Corte Costituzionale, con istanza d'urgenza
    presentata al Tribunale di Cagliari nel 2005. Alla base del ricorso vi
    erano le condizioni di salute dell'aspirante madre, affetta da una forte
    depressione e da beta-talassemia. Il giudice aveva trasmesso gli atti
    alla Consulta, la quale pero' aveva dichiarato inammissibile la
    questione di legittimita' perche' non posta correttamente. Tra le righe,
    la Corte aveva lasciato intendere che il caso dovesse essere affrontato
    con processo ordinario, facendo scattare un secondo ricorso depositato
    la scorsa primavera.
    Ora l'Azienda sanitaria numero 8 e il primario del reparto di
    Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale Microcitemico di Cagliari,
    Giovanni Monni, dovranno effettuare la diagnosi sull'embrione
    crioconservato: la donna ha gia' subito la fecondazione medicalmente
    assistita e "congelato" l'embrione.
    Secondo il legale della coppia Luigi Concas, "la sentenza accoglie una
    soluzione interpretativa gia' adottata dalla Corte costituzionale: il
    giudice ha ritenuto di privilegiare il diritto della donna alla salute e
    all'informazione sulle future condizioni di salute del nascituro, alla
    luce dei principi costituzionali". Il legale ha sottolineato come anche
    il pubblico ministero si sia affiancato alla coppia nella richiesta di
    ordinare la diagnosi pre-impianto sulla base dell'impugnazione
    dell'articolo 13 della legge 40/2004. In subordine, la donna aveva
    chiesto nuovamente la remissione degli atti alla Corte costituzionale.
    Ma il giudice Cabitza ha preferito accogliere la prima istanza e imporre
    la diagnosi sull'embrione, per conoscerne eventuali malattie genetiche.

    E' 'molto positiva' la sentenza del tribunale di Cagliari che da' il via
    libera alla diagnosi pre-impianto su un embrione congelato di una coppia
    portatrice di talassemia: il giudizio e' di Andrea Borini, presidente
    dei Cecos Italia (Centri italiani di fecondazione assistita).
    La sentenza, ha osservato, 'e' decisamente positiva per le coppie
    portatrici di patologie gravi, come l'anemia mediterranea o la fibrosi
    cistica'. Adesso, secondo l'esperto, bisognera' vedere che cosa
    accadra': 'bisognera' capire - ha precisato - se questa sentenza rende
    di fatto possibile la diagnosi preimpianto solo a pazienti con embrioni
    congelati o anche su embrioni freschi'. La coppia portatrice di
    talassemia che aveva richiesto l'autorizzazione due anni fa si trovava
    infatti in una situazione di stallo. Resta anche da capire, ha detto
    ancora, che cosa accadra' se dalla diagnosi dovesse risultare che
    l'embrione e' affetto dalla talassemia: 'in quel caso - si chiede Borini
    - dovra' essere ricongelato in attesa che in futuro siano messe a punto
    delle cure?'.
    Tuttavia, ha concluso, 'e' comunque evidente che la sentenza di oggi e'
    un piccolo passo verso la speranza che in futuro questi interventi
    possano essere fatti'.

    'Nel caso di Cagliari appare evidente la finalita' eugenetica, non si
    comprende come il tribunale possa motivare una scelta contra legem. Non
    e' vero che in qualche modo la legge 40 prevede la diagnosi genetica
    preimpianto sugli embrioni umani, e' vero esattamente il contrario: la
    legge 40 vieta la diagnosi genetica preimpianto anche se non la menziona
    espressamente'. E' questo il giudizio dall'associazione Scienza & Vita a
    margine del dibattito sollevato dalla sentenza del Tribunale di
    Cagliari. Quanto affermato dall'Associazione emerge da una lettura
    attenta della legge 40, da cui si evince 'il principio di destinazione
    alla nascita di ogni embrione generato in provetta'.
    Infine l'associazione afferma che 'la pretesa di superare il problema
    della legittimita' costituzionale della legge 40 non ha fondamento
    alcuno. Anzi, tale pretesa e' in se' incostituzionale, tenendo conto dei
    precedenti pronunciamenti della Consulta in materia di tutela della vita
    del concepito'.

    'A chi oggi canta vittoria dopo la sentenza di Cagliari raccomando
    massima prudenza: la diagnosi preimpianto e' proibita dalla legge 40 e
    un giudice non puo' certo contraddire una norma dello Stato'. L'ha
    sottolineato la responsabile Udc per la Famiglia, Luisa Capitanio Santolini.
    'Mi riservo di leggere il testo nella sua interezza - ha spiegato la
    deputata Udc - ma faccio notare come, al di la' di quanto possano voler
    dire certe sentenze di tipo ideologico, la legge 40 funziona cosi'
    com'e' strutturata, come confermano i dati del ministero della Sanita''.

    'La genitorialita' consapevole trae un respiro di sollievo dalla
    sentenza che riconosce la diagnosi reimpianto. Viene ribadito che i
    diritti dei cittadini sono validi sulla base del disposto costituzionale
    e non possono essere annullati da una legge con tratti confessionali'.
    L'ha sottolienato il consigliere regionale socialista Maria Grazia
    Caligaris (Sdi-Rnp, segretaria della Commissione Diritti Civili.
    'C'e' voluto un po' di tempo - ha aggiunto Caligaris - ma e' evidente
    che quando sono state avanzate critiche e perplessita' sulle limitazioni
    imposte ai portatori di malattie genetiche non si trattava di
    farneticazioni. Oggi e' stato indicato un percorso. Adesso diventa
    urgente una modifica alla legge in modo da garantire pari opportunita'
    per tutti'.

    'Il ministro della Giustizia verifichi le cause che hanno indotto il
    Tribunale di Cagliari ad accogliere una richiesta di selezione degli
    embrioni ignorando il fatto che in Italia l'eugenetica e' vietata.
    Mastella ci faccia sapere domani al Question Time in Aula se per caso il
    sistema giurisprudenziale italiano sia stato sostituito con il Common
    Law, con cui si giudica caso per caso e senza codice'.
    Lo ha dichiarato il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', in
    relazione alla sentenza di ieri del Tribunale di Cagliari che ha accolto
    la richiesta di eseguire la diagnosi preimpianto sugli embrioni ottenuti
    con la fecondazione in vitro.
    'Premesso che la sentenza e' ancora tutta da verificare - ha
    sottolineato l'esponente centrista - rimane la gravita' del dato
    politico: siamo di fronte a una sentenza palesemente influenzata
    dall'ideologia radicale e sinistroide, in aperta violazione della legge
    40 e della Costituzione'.
    'I contrasti nella giurisprudenza relativi alla Legge 40 in materia di
    procreazione 'dovranno essere certamente seguiti con attenzione allo
    scopo di verificare la necessita' o meno di interventi di carattere
    legislativo, ma che ad oggi non mi sembra evidenzino, atteggiamenti
    abnormi o deliberate elusioni'. Lo ha affermato il ministro della
    Giustizia Clemente Mastella rispondendo al question time alla Camera al
    deputato Luca Volonte' (Udc) sulla vicenda dei due coniugi di Cagliari
    che hanno proceduto ad una diagnosi pre-impianto per la fecondazione
    assistita'.
    Mastella ha detto di non ritenere possibile, come ministro, di entrare
    nel merito della vicenda ma ha ribadito di considerare la decisione del
    giudice, illustrata in 26 pagine, come il 'frutto di uno studio
    approfondito e sofferto della vicenda e non certo di una sbrigativa
    valutazione. La sentenza e' comunque soggetta a impugnazione e non
    manchero', nel rispetto delle prerogative della magistratura, di seguire
    con attenzione l'ulteriore corso sia nella fase requirente che giudicante'.
    La materia 'e' delicatissima', ha ribadito il ministro, assicurando che
    seguira' gli sviluppi della vicenda di Cagliari.
    Mastella ha, comunque, sottolineato che 'non possono esserci incertezze
    sul valore supremo della vita e della dignita' umana in tutte le fasi
    del suo sviluppo e la Legge 40 del 2004 rappresenta a tale fine uno
    strumento essenziale, sulla cui rigorosa applicazione occorre vigilare
    con il piu' assoluto rigore'.

    'E' gravissimo che un Tribunale, come quello di Cagliari, bypassi una
    legge dello Stato ed una pronuncia della Corte Costituzionale decidendo
    di disapplicare la legge 40: il ministro Mastella dovrebbe inviare
    subito un'ispezione'. Lo afferma la senatrice Maria Burani Procaccini,
    responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia.
    La legge 40 'ha superato l'esame della Consulta - ha spiegato Burani -
    ma questo evidentemente non vale per i giudici di Cagliari. Sono
    indignata per un comportamento procedurale e sostanziale che mortifica
    le prerogative del Parlamento e che viola una legge approvata e passata
    anche attraverso un referendum abrogativo'.

    'Per fortuna, un elemento di buon senso'. Questo il commento di Emma
    Bonino, ministro per il Commercio Internazionale, alla sentenza che a
    Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto.
    'Questa sentenza - ha precisato a Milano il ministro, rispondendo alle
    domande dei giornalisti a margine della conferenza inaugurale del
    Bioforum - apre pero' la porta ad altre domande: in particolare, quando
    la tecnologia mette a disposizione o dei medicinali o delle soluzioni
    per problemi che il cittadino puo' avere, e' possibile impedire a questo
    cittadino l'accesso alle tecnologie, con motivazioni religiose o di
    qualunque tipo? Io credo che la liberta' del cittadino, in questo caso,
    vada salvaguardata. Quindi - ha concluso Emma Bonino - spero che questa
    sentenza riapra questo tipo di discussione'.

    'L'urgenza di una riforma della legge 40 non puo' essere ulteriormente
    rimandata ed e' per questo che chiediamo subito la calendarizzazione
    delle proposte di riforma di questa assurda legge proibizionista, anche
    attraverso i disegni di legge che gia' da tempo abbiamo depositato in
    Parlamento'. Cosi' in una nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo
    rispettivamente segretario e vice segretario dell'associazione Luca
    Coscioni.
    'La notizia della decisione del Giudice di Cagliari - affermano - riapre
    un dibattito che molti volevano far sopire'.
    'Ribadiamo, come Associazione Coscioni, - concludono gli esponenti
    radicali - l'intenzione di proseguire l'accurata informazione alle
    coppie con problemi di fertilita' dei centri esteri in cui e' possibile
    ricevere un'assistenza oggi vietata in Italia e siamo pronti ad aiutare
    legalmente le coppie che volessero sollevare questioni di
    costituzionalita' sulla legge 40'.

    'Siamo di fronte ad una pericolosissima deriva eugenetica che ci vede
    nettamente contrari. Ancora una volta nel nostro Paese la magistratura
    tenta di opporsi e sovrapporsi alle decisioni dei rappresentanti del
    popolo. Le leggi, in una democrazia parlamentare, si cambiano nelle aule
    del parlamento e non nelle aule di giustizia'. Questa e' la
    dichiarazione di Isabella Bertolini, presidente dell'associazione
    'Valori e Liberta', a seguito della sentenza di Cagliari.
    'La sentenza di Cagliari -prosegue l'onorevole - disattendendo le
    disposizioni della legge 40, crea un pericoloso precedente. Da oggi non
    soltanto una legge votata dal Parlamento e confermata con referendum
    dagli italiani viene di fatto aggirata ma, circostanza ancora piu'
    grave, si afferma la liceita' di una aberrante selezione artificiale di
    embrioni'.

    "La sentenza di Cagliari e' veramente senza precedenti, nel senso che
    l'interpretazione dei magistrati non puo' prevalere sul divieto di
    diagnosi pre-impianto imposto dalla legge 40 sulla fecondazione
    assistita. Questo il commento della senatrice Laura Bianconi capo gruppo
    di Forza Italia in commissione Igiene e Sanita' a seguito della sentenza
    del Tribunale di Cagliari che ha ordinato, di fatto, all'ospedale
    Microcitemico del capoluogo sardo di violare palesemente la legge. Mi
    auguro che alla luce di quanto e' accaduto - continua Bianconi - il
    ministro Turco dia presto risposta alla mia mozione, sottoscritta da
    molti senatori della Cdl, in cui tra i vari punti le si chiedeva di
    impegnarsi nel dare una piu' opportuna e puntuale informazione che
    sgombri il campo da qualsiasi operazione demagogica volta a scavalcare e
    a discreditare la legge 40 e quindi a permettere che vi possano essere
    altre sentenze di questo tipo che ignorano con assoluta arroganza una
    legge dello Stato invece di applicarla."

    "Non si possono applicare le leggi in base ai propri convincimenti,
    bisogna applicarle in base a quello che la legge dice". Lo afferma il
    professor Girolamo Sirchia, ex ministro della salute, autore delle linee
    guida della legge 40 sulla procreazione assistita. "Non ho visto la
    sentenza e parlarne senza averla davanti puo' essere sorgente di errore,
    ma se come pare il magistrato ha concesso lo screening preimpianto
    dell'embrione che era congelato (peraltro non so come, perche' dalla
    legge 40 congelare gli embrioni e' vietato), evidentemente e' andato
    contro quanto prescritto dalla legge 40 e specificato dalle linee guida
    previste, e quindi se e' cosi' l'atto non e' ammissibile ed esigerebbe
    un intervento da parte del consiglio superiore della magistratura".

    "La sentenza, molto importante, conferma le obiezioni principali alla
    legge 40: quella di incostituzionalita', perche' per legge non si puo'
    imporre o vietare il ricorso ad un intervento medico e, di conseguenza,
    quella di inefficacia rispetto alle stesse finalita' terapeutiche che la
    legge si propone". Lo afermano dopo la sentenza di cagliari in una
    nota,le senatrici Prc-Se Maria Luisa Boccia, Giovanna Capelli, Erminia
    Emprin Giardini e Tiziana Valpiana. "Dopo la relazione del Ministro
    della Salute dalla quale sono emerse gravi contraddizioni
    nell'attuazione della legge - ricordano le senatrici di Rifondazione -
    questa sentenza e' uno stimolo a riaprire urgentemente, nel Paese e nel
    Parlamento, la questione della modifica della legge 40. Non e' corretto
    quanto dichiarato dal Comitato "Scienza e Vita" sull'ordinanza della
    Corte Costituzionale del 24 ottobre 2006.
    La Corte infatti non si e' pronunciata sul merito della legittimita', ma
    sulla inammissibilita' del ricorso, perche' andavano impugnati insieme
    all'art.13 sulla diagnosi preimpianto, anche gli altri articoli della
    legge coerenti con questo divieto; - concludono le parlamentari - noi
    pensiamo, e l'abbiamo gia' sostenuto, che l'ordinanza rinvii a un
    problema di impianto costituzionale della legge nel suo complesso".

    "Non sono un giurista ne' un teologo, ma tutelare l'embrione col divieto
    di diagnosi preimpianto e permettere poi l'aborto anche a me e' parsa
    una contraddizione della Legge 40" . Lo dichiara il segretario della
    Democrazia Cristiana per le Autonomie, senatore Gianfranco Rotondi.

    'La sentenza del Tribunale di Cagliari sulla diagnosi reimpianto in caso
    di talassemia e' illegittima, contraria alla legge e apre le porte alla
    selezione eugenetica. La legge 40 prevede infatti il divieto di diagnosi
    reimpianto per evitare che si arrivi alla selezione eugenetica di
    hitleriana memoria'. Lo afferma il senatore della Lega Nord Massimo
    Polledri.
    'La sinistra che esulta per questa sentenza - continua Polledri - cerca
    di reintrodurre la pratica vigente a Sparta, alla faccia della
    solidarieta' e del buonismo che spesso sbandiera a favore dei piu'
    deboli. Non ci possono essere leggi da applicare ed altre da
    interpretare, secondo convenienza. Il ministro Turco deve venire al piu'
    presto in Commissione Salute a riferire'.

    'Non e' la legge 40 a dover essere riformata bensi' la sentenza del
    Tribunale di Cagliari'.
    Lo dice il senatore Rocco Buttiglione, presidente dell'UDC, in merito
    alla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha consentito la diagnosi
    preimpianto su un feto.
    'A prescindere da qualunque valutazione di merito, il pronunciamento di
    quei giudizi viola chiaramente la separazione dei poteri fra legislativo
    e giudiziario, facendo venire meno i fondamenti dell'ordine
    democratico. Un giudice non puo' fare un bilanciamento di valori
    costituzionali e poi dichiarare incostituzionali alcune disposizioni di
    una legge approvata dal Parlamento. Se ritiene che una norma sia
    incostituzionale il giudice puo' fare solo una cosa: investire del
    problema la Corte Costituzionale'.
    'La Corte Costituzionale, peraltro, del problema era gia' stata
    investita ed aveva dato un parere diverso da quello del giudice di
    Cagliari. Il giudice di Cagliari pone nel nulla tutti i principi che
    reggono lo stato di diritto. Cosa fa il ministro della Giustizia? Non si
    lasci intimidire, faccia fino in fondo il suo dovere'.

    'La politica non puo' essere miope e deve modificare una legge che ogni
    giorno dimostra di essere inapplicabile e che e' stata fatta partendo da
    un forte pregiudizio ideologico contro le donne'. Lo sostiene Chiara
    Moroni, parlamentare di Forza Italia.
    'Ancora una volta - prosegue Chiara Moroni - con la sentenza del
    tribunale di Cagliari, emergono le incongruenze della legge 40. Bisogna
    intervenire per correggere un testo che pone il nostro Paese fuori dalla
    comunita' scientifica internazionale'.

    'In sostanza si tratta di eugenetica'. Questo e' il commento alla
    sentenza del tribunale di Cagliari di Wanda Ciaraldi, responsabile del
    dipartimento bioetica dell'Udeur.
    'La selezione degli embrioni non e' prevista dalla legge 40 - prosegue
    Wanda Ciaraldi - dunque non capiamo come e perche' si sia arrivati ad
    una sentenza del genere. Non si puo' scegliere se effettuare un impianto
    a seconda se l'individuo e' sano o malato. Se avviene questo si compie
    un atto eugenetico'.

    'Le coppie che desiderano avere figli in presenza di malattie genetiche
    vanno sostenute e aiutate nella realizzazione di questo grande desiderio.
    Ma alla legge 40 non si possono chiedere risposte che non puo' dare'.
    Cosi' le senatrici dell'Ulivo Emanuela Baio e Paola Binetti, che
    aggiungono: 'La presenza delle malattie genetiche richiede a nostro
    avviso una legge ad hoc che avvii una ricognizione di questo tipo di
    malattie su tutto il territorio nazionale'.
    'E' necessario in questo senso - aggiungono Baio e Binetti - avere il
    coraggio di calendarizzare in fretta il Disegno di legge che gia' esiste
    e che permetterebbe di guardare la questione con la saggezza politica e
    intellettuale che un tema tanto delicato richiede. E' solo affrontando
    la questione in modo mirato e con un esame approfondito che si potranno
    trovare le risposte adeguate'.

    'La sentenza di Cagliari che impone ai medici di eseguire la diagnosi
    preimpianto a un embrione di genitori ad alto rischio di malattie e' un
    atto di civilta' conforme alla Costituzione italiana e nel rispetto
    dell'ordinamento'. Cosi' la Consulta di Bioetica Onlus di Milano.
    'Il tribunale di Cagliari - continua la nota della Consulta milanese -
    ha mostrato coraggio rispondendo alle esigenze della gente e superando
    la ritrosia del giudice costituzionale che lo scorso anno ha evitato di
    pronunciarsi nel merito con una decisione pilatesca aumentando le
    difficolta' di migliaia di cittadini che necessitano di garanzie per la
    salute dei propri figli'.
    Secondo la Consulta di Bioetica 'la decisione mette a profitto i margini
    previsti dall'ordinamento e si pone come esempio per altre sentenze tese
    a ricollocare la legge 40 nei suoi confini costituzionali, almeno nei
    limiti del possibile'.
    L'organismo milanese invita infine la classe politica 'a por mano con
    urgenza alla riforma della legge 40 che resta una normativa socialmente
    inaccettabile e profondamente lesiva dei diritti umani e costituzionali'.

    'Sono ansioso di leggere le motivazioni che hanno spinto un giudice di
    Cagliari ad esprimersi in senso contrario ad una legge dello Stato
    permettendo la diagnosi preimpianto su un embrione'. Questa e'
    l'affermazione di Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza italia alla
    Commissione affari sociali della Camera e responsabile nazionale del
    dipartimento sanita' di Forza Italia 'E' agghiacciante che si possa
    decidere che solo un embrione sano ha il diritto di vivere - prosegue
    l'onorevole - gettando via l'embrione che potesse presentare delle
    anomalie genetiche, e se questa non e' eugenetica ditemi che cos'e',
    visto che il fine e' quello di eliminare dal principio eventuali
    embrioni malati a rischio di eliminare anche embrioni sani'. .
    'L'articolo 13 della legge 40 proibisce la diagnosi preimpianto sugli
    embrioni - conclude Di Virgilio - ma mi chiedo per quale motivo, se si
    temeva il rischio di avere un figlio talassemico, non si e' proceduto
    prima del processo fecondativo ad una diagnosi sui gameti femminili e
    maschili, che la stessa legge 40 consente'.

    "Sulla sentenza di Cagliari Mastella non ha nulla da dire?". Lo chiede
    Alfredo Mantovano (An) secondo il quale "da tempo una parte della
    magistratura italiana interpreta un ruolo militante, di ostilita' verso
    leggi dello Stato che ritiene ideologicamente sgradite. E' stato cosi'
    per la legge Fini Bossi, sommersa da ordinanze di legittimita'
    costituzionale e da decine di concrete disapplicazioni, dopo che in piu'
    riunioni gruppi di toghe "impegnate" avevano concordato di sabotarla".
    "Mi chiedo se la sentenza di Cagliari non rivela identica attenzione con
    riferimento alla legge 40.
    Non essendo stato possibile abrogarla con il referendum e in assenza di
    interventi della Corte costituzionale, si prova a distorcerla in un caso
    specifico, capovolgendo un principio - quello del divieto di selezione
    eugenetica - che invece la legge medesima sancisce senza incertezze. Il
    ministro della Giustizia, che mostra tanta solerzia nell'esigere il
    rispetto della deontologia del magistrato (non dappertutto e non allo
    stesso modo, ma certamente in quel di Catanzaro) - conclude Mantovano -
    non ha nulla da dire al riguardo?".

    "Finalmente si inizia a sgretolare il muro di ipocrisia etica costruito
    attorno alla legge 40. Resta l'amarezza nel constatare che a farlo sia
    stata una sentenza, di grande spessore civico oltre che giuridico, e non
    un intervento del legislatore". Cosi' Michele Bordo, deputato
    dell'Ulivo, commenta la notizia che il Tribunale di Cagliari ha
    autorizzato la diagnosi preimpianto degli embrioni congelati di una
    coppia di talassemici.
    Un tema che lo stesso Bordo aveva affrontato, suggerendone la soluzione,
    in una proposta di legge, presentata il 14 novembre 2006, recante
    'Disposizioni per l'estensione della disciplina della legge 19 febbraio
    2004, n. 40, alle coppie afflitte da malattie genetiche'.
    'L'obiettivo della proposta era e resta il miglioramento della legge
    -aggiunge Bordo- con l'obiettivo di rimuovere il maggior numero degli
    ostacoli posti all'utilizzo delle tecniche di procreazione e
    fecondazione assistita".
    "Nel caso specifico, i beneficiari dell'intervento legislativo sono le
    coppie afflitte da gravi malattie genetiche, alle quali e' negato
    l'accesso alle tecniche previste dalla legge 40, destinata
    esclusivamente alla risoluzione dei problemi riproduttivi derivanti
    dalla sterilita' o dalla infertilita'. Queste stesse tecniche, al
    contrario, potrebbero essere utilmente utilizzate -prosegue Bordo- per
    effettuare le analisi, 'pre-concezionali' sugli ovociti materni cosi' da
    individuare ed eliminare quelli in cui si manifesta il danno genetico
    che provoca la malattia".
    "Cio' consentirebbe, dunque, di fecondare in vitro gli ovociti sani e di
    impiantarli seguendo le ordinarie tecniche di procreazione assistita.
    L'applicazione delle tecniche di fecondazione assistita garantirebbe
    interventi preventivi volti a ridurre l'incidenza di malattie come la
    talassemia, la fibrosi cistica, l'anemia falciforme, l'autismo, la
    distrofia muscolare, la sordita' ereditaria o un'altra qualsiasi delle
    4.000 malattie genetiche individuate da medici e ricercatori".
    "Per eseguire le diagnosi preimpianto -continua il deputato dell'Ulivo-
    le coppie afflitte da malattie genetiche sono costrette ad andare
    all'estero, con il risultato che arrivano a pagare anche 11.000 euro per
    questo tipo di analisi. A maggior ragione dopo la sentenza del Tribunale
    di Cagliari, Governo e Parlamento non possono rimanere ancora
    indifferenti rispetto a questo tema -conclude Michele Bordo- e accettare
    passivamente anche la conseguente emarginazione dell'Italia all'interno
    della comunita' scientifica e medica europea".

    'L'accoglimento da parte del giudice di Cagliari della richiesta di una
    coppia portatrice di talassemia di accedere alla diagnosi pre-impianto
    afferma quella che dovrebbe essere una ovvieta' gia' riconosciuta in
    tutti i Paesi europei: nessuno puo' impedire ad un altro di venire a
    conoscenza del proprio stato di salute e nessuno puo' decidere sulla
    salute altrui'. Lo afferma una nota dell'associazione onlus Hera di Catania.
    'Non possiamo non essere soddisfatti del fatto che dopo tre anni
    dall'ordinanza del giudice di Catania, Felice Lima, che negava l'accesso
    alla diagnosi pre-impianto alla coppia di Catania - affermano l'avvocato
    Maria Paola Costantini e l'avvocato Nello Papandrea, del collegio di
    difesa dell'associazione Hera - finalmente un giudice ha avuto il
    coraggio di evidenziare una corretta lettura costituzionale del diritto
    delle coppie portatrici di malattie genetiche'.
    Questo e' avvenuto grazie al coraggio della coppia e a fronte di una
    classe politica e di un Parlamento che e' stato totalmente immobile'.
    L'associazione annuncia che intende 'riprendere da subito l'iniziativa
    per cambiare la legge o almeno per farla attuare nel modo piu' corretto,
    tutelando quindi il diritto alla salute' e che valutera' 'l'avvio di
    querele nei confronti di coloro che 'continuano ad accusare di volonta'
    eugenetica le coppie portatrici di malattie genetiche'.

    'La legge 40 va cambiata. E' una legge ipocrita, empia, spietata': lo
    afferma il vicepresidente del Senato, Gavino Angius, che chiede al
    governo e alla maggioranza di 'non perdere altro tempo e riscriverla'.
    'La giusta decisione del Tribunale di Cagliari, di permettere l'analisi
    dell'embrione prima del suo impianto per evitare la nascita di un essere
    umano con gravissimi danni permanenti, cosi' duramente contestata dalla
    Cei - sottolinea Angius - ha messo in evidenza ancora una volta, quanto
    disumana e crudele sia questa legge 40'.
    Angius la definisce una legge 'non degna di un Paese civile, scritta
    ignorando deliberatamente le applicazioni pratiche di scoperte
    scientifiche tese a tutelare la vita e la salute della persona umana,
    approvata dalla Cdl per compiacere la gerarchia vaticana'. Secondo il
    vicepresidente del Senato, 'il giudice anteponendo il diritto alla
    salute della persona, la felicita' della coppia e la serenita' della
    famiglia, ha preservato valori umani che dovrebbero essere considerati
    universali, essenziali e condivisi'.
    Angius, che fa ancora parte della Sd ed e' promotore di un appello per
    la nascita di un Partito per il socialismo europeo, sostiene che 'c'e'
    del sadismo nell'applicare una legge sapendo che essa produrra' dolori e
    sofferenze individuali, cosa che nessuna appartenenza di fede puo' in
    alcun modo giustificare'.
    'Come puo' la Cei ignorare tutto questo?' si chiede Angius, che lamenta
    anche il fatto che 'l'approvazione di quella legge e' avvenuta
    calpestando la laicita' dello Stato'.

    La legge 40 sulla fecondazione artificiale va riscritta, secondo la
    parlamentare Rosalba Cesini (Pdci), che in una nota definisce 'gravi' le
    critiche mosse dalla Cdl alla sentenza del tribunale di Cagliari che ha
    dato il via libera alla diagnosi preimpianto sull'embrione di una coppia
    portatrice di talassemia.
    'Che il centrodestra attacchi un giorno si' e l'altro pure la
    magistratura non e' una novita', ma e' davvero grave - rileva Cesini in
    una nota - che esponenti della Cdl arrivino a bollare di 'sovversivismo'
    anticostituzionale la sentenza del Tribunale di Cagliari. Questa
    sentenza, in verita', pone in evidenza la necessita' di modificare
    radicalmente la legge 40'. Secondo Cesini 'la legge 40 e' una norma
    crudele e ingiusta poiche' attacca pesantemente il diritto
    all'autodeterminazione delle donne. Di fronte a questa realta' il
    Governo deve essere conseguente e riscriverla'.

    Don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Comunita' Papa Giovanni
    XXIII, interviene sulla sentenza del Tribunale di Cagliari che ha
    consentito la diagnosi preimpianto degli embrioni per una coppia di
    talassemici e ribadisce che il diritto alla vita di 'un cucciolo d'uomo'
    non puo' essere tolto da nessun Tribunale.
    'Invitiamo i genitori biologici - esorta don Benzi - ad amare il loro
    figlio: qualunque sia il suo stato di salute e' e sara' per loro un dono
    stupendo. Tuttavia qualora non si sentissero di accoglierlo diciamo loro
    che ci sono gia' un papa' e una mamma pronti a rigenerarlo nell'amore.
    Chiediamo quindi allo stesso Tribunale di preservarne la vita rendendolo
    adottabile'.
    'Mentre l'Italia si fa giustamente paladina della moratoria contro la
    pena di morte anche nei confronti di chi compie crimini efferati,
    perche' - conclude il presidente dell'associazione - condannare a morte
    una vita innocente?'.

    Si dovra' aspettare almeno un anno prima di procedere alla diagnosi
    preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari sull'embrione di una
    coppia portatrice di talassemia. E' questa l'attesa prevista dal biologo
    Francesco Fiorentino, del laboratorio Genoma, che ha condotto una prima
    diagnosi preimpianto in un centro di Istanbul sull'embrione della stessa
    coppia che, risultato sano, nel frattempo e' gia' stato trasferito in
    utero e la gravidanza e' in corso.
    Alla luce della situazione attuale, non sara' Fiorentino ad eseguire la
    diagnosi preimpianto autorizzata dal tribunale di Cagliari e 'il centro
    che la eseguira' non e' ancora stato individuato', ha aggiunto. La
    diagnosi, che richiede 24 ore, potra' comunque essere fatta soltanto
    quando la coppia sara' disponibile per una nuova gravidanza. Per
    l'analisi, infatti, e' necessario scongelare l'embrione. 'I punti
    interrogativi - ha osservato il biologo - sono tanti: dopo lo
    scongelamento, bisognera' verificare se l'embrione sopravvivra''. In
    caso positivo, e se l'embrione risultera' sano, potra' essere
    immediatamente trasferito in utero; se invece risultera' affetto da
    talassemia e' difficile prevedere che cosa potrebbe accadere: 'secondo
    la legge 40 - ha detto Fiorentino - dovrebbe essere trasferito, ma e'
    anche vero che la donna puo' rifiutare l'impianto. In quest'ultimo caso
    l'embrione dovra' essere nuovamente congelato'.
    Il bambino che la coppia sta aspettando, ha concluso Fiorentino, e' il
    risultato della decisione di fare la diagnosi preimpianto all'estero,
    dopo avere ricevuto due rifiuti in Italia.

    Anche nella Cdl, con il senatore del Pri Antonio Del Pennino, si levano
    voci che chiedono di modificare la legge sulla procreazione assistita.
    'Con tutto il rispetto per monsignor Betori - osserva Del Pennino -
    vorrei preliminarmente osservare che la Corte costituzionale non si era
    mai pronunciata sulla legittimita' costituzionale della norma contenuta
    nella legge 40 che vieta la ricerca clinica sugli embrioni, ma si era
    limitata a dichiarare inammissibile il ricorso per motivi procedurali.
    Conseguentemente il tribunale di Cagliari non poteva essere vincolato da
    una pronuncia del giudice delle leggi'. 'Essendo state affermate dalle
    linee guida che la donna non puo' essere costretta ad un impianto coatto
    e' evidente - sottolinea Del Pennino - che non si puo' imporre il
    trasferimento in utero dell' embrione malato. Oltretutto per la diversa
    previsione esistente qualora si procedesse all' impianto dell' embrione
    malato sarebbe sempre possibile il ricorso all'aborto'.
    Secondo il senatore della Cdl, che con altri sei esponenti dell'
    opposizione ha presentato un ddl di modifica della legge, 'cio'
    evidenzia l'assurdita' di questa norma contenuta nella legge 40 al pari
    di molte altre previsioni della stessa legge e rende urgente un
    intervento correttivo del Parlamento'.
    'Si rende quindi urgente un esame del mio ddl insieme ad analoghi
    provvedimenti proposti da altre parti politiche' conclude Del Pennino
    che dice di voler chiedere al presidente della commissione Sanita'
    Ignazio Marino di porre al piu' presto all'ordine del giorno della
    Commissione i disegni di legge di revisione della legge 40.

    CEI,SENTENZA CAGLIARI CONTRO C.COSTITUZIONALE - La sentenza che a
    Cagliari ha consentito la diagnosi preimpianto su un feto, per il
    segretario della Cei, mons. Giusppe Betori 'e' una sentenza in netto
    contrasto con quanto ha disposto la Corte Costituzionale sullo stesso
    argomento'.
    'Trovo molto strano -ha osservato Betori durante la conferenza sul
    consiglio permanente dei vescovi- che un giudice possa emettere una
    sentenza che contrasta' con le leggi e con i pronunciamenti della Corte
    Costituzionale. La sentenza di Cagliari, ha commentato il vescovo, 'non
    fa riferimento a fonti normative, pensavo che i giudici applicassero le
    leggi, e che l'interpretazione fosse supportata dall'organo supremo,
    cioe' dalla Corte costituzionale'.

    LEGALI COPPIA: CONSULTA NON HA BOCCIATO NULLA - La Corte Costituzionale
    non ha bocciato nulla'. Ha cosi' replicato alla presa di posizione della
    Cei l'avv. Luigi Concas, difensore della donna il cui ricorso e' stato
    accolto ('perche' sussistono giusti motivi') dal giudice del Tribunale
    civile di Cagliari.
    'La Corte Costituzionale, con sentenza n. 369 del 2006, si e' limitata
    -ha spiegato il legale, uno dei piu' noti penalisti sardi e docente di
    Diritto Penale- a dichiarare l'inammissibilita' della questione proposta
    dal tribunale di Cagliari soltanto perche' l'ordinanza di riemissione
    conteneva il riferimento anche a norme della legge 40 non impugnate e
    pertanto non e' entrata nel merito della questione'.
    'Affermare che la Corte Costituzionale si sarebbe pronunciata contro la
    richiesta di diagnosi di preimpianto e' frutto di una grossolana bugia,
    agevolmente smentibile con la lettura della sentenza pronunciata dalla
    Corte il 24 ottobre 2006'.
    L'avv. Concas ha osservato che sulla questione la dottrina e' divisa,
    con una parte degli studiosi che sostengono la liceita' della diagnosi
    di preimpianto e una parte orientata in senso contrario. 'Ho chiesto al
    Tribunale civile in primo luogo di privilegiare la soluzione
    interpretativa favorevole, come e' poi avvenuto, sollevando, se non
    l'avesse accolto, questione incidentale di legittimita' costituzionale'.
    Il difensore ha reso noto che la sua assistita -che e' in attesa della
    nascita di un figlio dopo essersi sottoposta a fecondazione assistita in
    Turchia- gli ha confermato che 'desidera ardentemente' sottoporsi a
    diagnosi di preimpianto per un secondo figlio.
    'Abbiamo appoggiato la legge 40 e non c'e' alcuna intenzione da parte
    nostra di tornarci su'.

    'Per fortuna in Italia i giudici non rispondono ancora ai vescovi, ma
    solo al diritto. La foga con cui Monsignor Betori condanna la sentenza
    di un tribunale a favore di chi vuole un figlio e' del tutto fuori
    luogo'. Questa e' la dichiarazione di Gloria Buffo della Sinistra
    democratica.
    'La normalita' di un paese laico - prosegue l'onorevole - in Italia e'
    un miraggio; deve diventare un obiettivo da perseguire seriamente'.

    'Con le parole di Monsignor Betori, che riguardo alla legge sulla
    procreazione assistita ha dichiarato che 'non c'e' nessuna intenzione da
    parte dell'episcopato italiano di ritornare su di essa per una
    revisione', abbiamo capito che le leggi le fa la Cei e non il
    Parlamento'. Questa la dichiarazione in una nota di Lanfranco Turci,
    vice-capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera. 'L'avevamo vagamente
    intuito durante l'elaborazione e l'approvazione della legge 40 -
    prosegue l'onorevole. Ora ne abbiamo la conferma testuale. A Monsignor
    Betori, che richiama il giudice di Cagliari al rispetto delle legge,
    vorremmo ricordare l'obbligo anche per l'episcopato italiano di
    rispettare la costituzione'.

    'L'intervento ufficiale del Vaticano sulla sentenza del Tribunale di
    Cagliari attraverso il Segretario generale della Cei Giuseppe Betori
    rappresenta di fatto un'istigazione all'aborto'. Lo affermano in una
    nota i radicali Marco Cappato e Rocco Berardo rispettivamente segretario
    e vice segretario dell'associazione Luca Coscioni.
    'Se il Vaticano pretende di impedire una diagnosi preimpianto
    dell'embrione - sostengono - va da se' che costringe la donna ad una
    diagnosi prenatale sul feto e di conseguenza l'ultima scelta possibile,
    l'aborto terapeutico'. 'Come sul caso di Piergiorgio Welby - concludono
    gli esponenti radicali - in nome di un'astratta idea della Vita
    attaccano i Tribunali italiani e pretendono di dettare interpretazioni
    Costituzionali, in aperta contraddizione anche con i patti concordatari'.

    Eugenetica? Non scherziamo: tra la salute psicologica e fisica della
    madre e la salute del Vaticano, io non ho dubbi, scelgo la prima.
    Questa l'opinione del 'pioniere' della provetta il ginecologo Carlo
    Flamigni per il quale la sentenza del tribunale di Cagliari e' "equa,
    s'ispira alla sentenza con cui alla fine degli anni '70 la Corte
    Costituzionale riconobbe il diritto alla tutela della salute di chi e'
    gia' persona rispetto al diritto alla tutela della salute di chi persona
    ancora deve diventarlo". E questa sentenza precedette la legge sull'aborto.
    Insomma, nella sentenza del Tribunale di Cagliari non c'e' alcun
    riferimento dell'eugenetica? "Per carita': del resto come fa una donna a
    conoscere le condizioni di salute dell'embrione se non attraverso
    un'indagine genetica pre-impianto? E questa, per me, non e' eugenetica:
    e' - conclude Flamigni - scegliere tra la tutela della salute,
    psicologica e fisica, della donna oppure la salute del Vaticano, io non
    ho dubbi".


    - Italia. Adisco: corretta informazione su raccolta e conservazione
    staminali cordonali
    Riceviamo e pubblichiamo

    Dal Notiziario ADUC n. 147, 31.08.0 abbiamo appreso che da parte di
    SMART Bank, società di origine inglese, a Roma vengono organizzati corsi
    gratuiti per genitori sul tema del prelievo, conservazione e utilità
    delle cellule staminali cordonali. .
    Nella presentazione di questi corsi si fa riferimento alla raccolta del
    sangue cordonale da tempo effettuato in molti Ospedali italiani a favore
    delle Banche Pubbliche in modo volontario e gratuito, sottolineando però
    che manca un?informazione corretta sul tema e che i centri di raccolta
    sono insufficienti e infine che la legislazione italiana vigente nega la
    ?inalienabile libertà di ciascuno di decidere se accedere alla donazione
    o alla conservazione privata, oltre che la libertà per i privati di
    operare con correttezza accanto al sistema sanitario pubblico,
    nell?ambito di un sistema certificativo serio ed efficiente allineato
    alla normativa comunitaria?.

    Come Associazione delle Donatrici di Sangue di Cordone
    Ombelicale(ADISCO), attiva sul territorio nazionale fin dal 1995, da
    sempre ci sta a cuore l?informazione corretta e scientificamente fondata
    sul tema. A questo scopo abbiamo un sito internet (www.adisco.it) che
    informa sulla possibilità di donare in tutte le regioni italiane. Sul
    sito si possono inoltre trovare i numeri di telefono con i quali
    mettersi in contatto. Alcune regioni , tra cui il Lazio
    (www.adiscolazio.it), hanno inoltre un proprio sito dove è possibile
    trovare una gran quantità di informazioni e documenti.

    ADISCO collabora da sempre, supportandone continuativamente l?attività,
    con le società scientifiche più importanti in questo campo e ne segue le
    indicazioni per quanto riguarda le modalità di raccolta, trasporto e
    conservazione delle cellule staminali del sangue. L? associazione si
    adopera per rendere possibile e più estesa la raccolta del sangue
    cordonale su tutto il territorio nazionale e collabora a tal fine con le
    Banche che le Regioni hanno istituito per conservare le cellule
    staminali donate liberamente o raccolte perché ?dedicate? per la
    presenza in ambito familiare di malattia suscettibile di beneficiarsi di
    un trapianto. Per tutto questo non viene addebitato nessun costo alla
    famiglia del piccolo donatore.
    Sia le istituzioni scientifiche mediche che le istituzioni europee non
    incoraggiano il banking autologo, ossia la conservazione per uso proprio
    delle cellule staminali del cordone. (Vedi Dichiarazione pubblica
    sull?utilità della conservazione autologa del Sangue di Cordone
    Ombelicale del WMDA (World Marrow Donor Association) - 25 maggio 2006, e
    l?Opinion Paper 19 ?Ethical Aspects on Cord Blood Banking?) di un gruppo
    di esperti dell?Unione Europea - 16 marzo 2004 - facilmente reperibili
    in internet).

    La posizione di ADISCO ha fondamenti scientifici e etici:
    - Al momento non vi è alcuna indicazione per un uso terapeutico autologo
    delle cellule staminali cordonali. Ricerche promettenti nel campo della
    medicina rigenerativa sono in atto, ma nella maggior parte di queste
    vengono utilizzate altre fonti di cellule staminali, in modo particolare
    quelle che in ogni momento possono essere prelevate dal paziente stesso.
    - Non si conosce la funzionalità delle cellule staminali dopo una
    criopreservazione di molti anni o decenni. Ci potrebbero essere problemi
    di continuità nel tempo dei programmi di conservazione o riguardo alla
    reperibilità del donatore/ricevente. Inoltre si avrebbe bisogno di
    enormi magazzini per la criopreservazione di tutto questo materiale.
    - Dal punto di vista etico risulta inaccettabile pensare che verrebbe
    introdotta una medicina di discriminazione sociale, dato che soltanto
    famiglie con adeguata disponibilità finanziaria potrebbero permettersi
    la conservazione del sangue cordonale inseguendo ipotetiche possibilità
    di cura verso future, potenziali malattie.

    Perchè la raccolta di sangue cordonale sia corretta bisogna inoltre
    sapere che, come per la raccolta di sangue in generale, esistono criteri
    di esclusione. Inoltre, dei prelievi effettuati, soltanto un terzo ha
    volume e cellularità sufficienti per essere utilizzato per trapianto.
    Gli altri prelievi donati, che non rispondono ai criteri di qualità e di
    quantità stabiliti per la conservazione, vengono utilizzati per la
    ricerca in istituzioni pubbliche, che aiutano a comprendere sempre
    meglio come ?funzionano queste cellule?.
    Non è vero che le unità raccolte dalle Banche pubbliche non possano
    essere utilizzate dal donatore stesso o dalla sua famiglia.
    Infatti, come detto precedentemente, una donazione volontaria a favore
    della banca passa subito a ?riservata? qualora nella famiglia del
    donatore si manifestasse una patologia che potrebbe essere curata con un
    trapianto. Dato il complesso sistema delle compatibilità, è stato
    stimato che circa il 97% dei donatori sarebbe in grado di ritrovare il
    proprio cordone.
    ADISCO continuerà a fare ogni possibile sforzo affinché la raccolta del
    sangue cordonale venga inserita in un programma specifico promosso dal
    Servizio Sanitario Nazionale e perché la comunità dei cittadini, con le
    donne come protagoniste, mantengano e coltivino la cultura della
    donazione come atto di solidarietà sociale per il beneficio di tutti ed,
    in particolare, per tutti i malati in attesa di trapianto.

    Maria Cristina Tirindelli
    Presidente ADISCO LAZIO ONLUS

    Johanna Preiswrek
    Segreteria ADISCO LAZIO ONLUS


    - Italia. Mori, Flamigni e Neri criticano Cnb: Casavola inefficace e fazioso
    Una 'pioggia' di critiche, 'pochezza di risultati', 'scarsa
    informazione', 'gestione unilaterale' e, tra l'altro, poco 'rispettosa
    del regolamento vigente', si abbatte a nove mesi dalla sua nomina sul
    Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, il Cnb, Francesco Paolo
    Casavola alla vigilia di una riunione di chiarimenti.
    Estensori del 'cahier de doleance', raccolto dal settimanale 'Left', in
    edicola venerdi', tre componenti il Cnb, Carlo Flamigni, Demetrio Neri,
    Gilberto Corbellini e il Presidente della Consulta di Bioetica, il
    bioetista Maurizio Mori.
    In una lettera indirizzata a Casavola i tre componenti il Cnb mettono
    sotto accusa proprio "le modalita' di gestione": il loro timore e' che
    "penalizzino valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la
    stessa dignita' culturale e politica di quelli che Lei personalmente
    tende a privilegiare". E, "con l'auspicio che si possa addivenire a un
    chiarimento, Le elenchiamo i fatti che ci hanno indotti a manifestarLe
    la nostra insoddisfazione".
    Quindi Mori: "sarebbe bello che la politica cominciasse a riannodare i
    rapporti con la societa' civile partendo proprio dall'etica con una
    profonda riforma del Comitato Nazionale per la Bioetica, la cui azione
    sembra rispecchiare la trista situazione della politica: invece di esser
    esempio di riflessione intellettuale ai massimi livelli mostra di esser
    rivolto alla mera propaganda di tesi precostituite fatta anche a
    discapito della correttezza".
    Ecco i fatti controversi riportati nella lettera da Flamigni, Neri e
    Corbellini.
    Il primo: "la nomina del prof. Dallapiccola rappresentante del Comitato
    nella commissione incaricata di rivedere le linee guida della legge
    40/2004, effettuata senza consultare -come prassi vorrebbe- in alcun
    modo il Cnb e senza comunque comunicarne l'avvenuta nomina, come
    regolamento prescrive, all'assemblea". I tre si riferiscono alla
    Commissione presieduta dal Presidente del CSS, il Consiglio Superiore di
    Sanita', Francesco Cuccurullo che ha dato un suo parere sulle
    linee-guida della legge 40.
    "Al di la' dell'inappropriatezza politica della scelta ovvero di
    nominare in quella commissione il presidente del comitato 'Scienza e
    Vita', a destare preoccupazione in noi e' stata anche la modalita' con
    cui Lei ha gestito in plenaria le richieste di chiarimenti: un goffo
    tentativo di negare l'evidenza avallato anche dal prof.Dallapiccola reso
    ancor piu' goffo dalla successiva lettera di scuse che Lei ha inviato al
    prof. Corbellini, il cui contenuto non lascia altra alternativa che
    pensare che l'intera vicenda sia stata gestita con deplorevole
    superficialita'".
    Prosegue la lettera: "coloro tra i firmatari della presente che sono
    stati componenti di precedenti Cnb desiderano anche aggiungere di non
    aver mai udito da parte del Presidente i toni minacciosi e intimidatori
    che Lei ha usato senza motivo nei riguardi del Professor Corbellini".
    Il secondo fatto: "la modalita' piuttosto irrituale con la quale Lei ha
    indicato i professori Bompiani Marini Dallapiccola come membri di una
    commissione congiunta Cnb-Cnbb dedicata allo stoccaggio delle cellule
    staminali. Da sempre e senza che nessuno ne debba sollecitare il
    rispetto prassi vuole che in questo tipo di nomine venga rispettato il
    pluralismo di idee e posizioni e quindi non si capisce perche' Lei abbia
    privilegiato, di nuovo, tre esponenti del Cnb di analogo orientamento (e
    sempre afferenti a Scienza e Vita) trascurando di includere - notano i
    tre - un esponente di diverso orientamento e che aveva manifestato la
    sua disponibilita', la Professoressa Monica Toraldo di Francia".
    Il terzo: "la nomina effettuata senza consultare l'assemblea e senza
    comunicare alcunche', del prof. Marini come delegato italiano presso il
    Forum dei comitati etici dei paesi dell'Unione Europea. Consideriamo del
    tutto inopportuna questa nomina perche' la rappresentanza del Cnb presso
    organismi internazionali e' uno dei compiti fondamentali del Presidente,
    che puo' certo, come talora e' avvenuto in passato, farsi rappresentare
    a questa o quella riunione da un delegato ( e non necessariamente uno
    dei vice-presidenti) in caso di momentaneo impedimento: ma una delega
    "perpetua" alla stessa persona potrebbe essere interpretata, a livello
    europeo, come una mancanza di considerazione e di rispetto per
    quell'Istituzione, cosi' indebolendo di fatto il prestigio del Cnb nel
    consesso europeo".
    La lettera cosi' continua: "dopo che Lei aveva garantito che il Cnb non
    sarebbe stato strumentalizzato da nessuna parte e aveva sfidato alcuni
    di noi a verificare la Sua imparzialita', dobbiamo amaramente constatare
    che si sono invece avverate le previsioni di coloro che presagivano un
    uso strumentale delle mozioni, volto a far risultare come espressione di
    tutto il Cnb alcune posizioni di parte". E cosi' concludono i tre:
    "Egregio Presidente, i firmatari della presente lettera ritengono che
    non sia piu' dilazionabile un serio dibattito, in seduta plenaria, su
    questi fatti che, verificatisi in un cosi' breve arco di tempo, si
    stenta davvero a considerare casuali. Cio' che ci muove, le assicuriamo,
    e' solo il desiderio di salvaguardare il Cnb da ogni possibile
    strumentalizzazione di parte". Ed "e' per questa ragione, tra l'altro, -
    concludono i tre - che abbiamo ritenuto inopportuno chiedere
    preventivante l'adesione di altri membri del Cnb a questa lettera, che
    comunque viene sottoposta all'attenzione di tutti".
    Tra i fatti controversi, Mori ne segnala uno: l'opportunita' di una
    Mozione che condannasse la compravendita o la cessione di ovuli
    annunciata dalla stampa internazionale nel febbraio scorso.
    "Il 13 luglio il Cnb ha approvato al riguardo due mozioni a maggioranza
    -17 si', 9 no, 4 astenuti e 10 assenti. Nel sito del Governo, pero' non
    c'e' alcuna indicazione di questo aspetto cosicche' e' come se si fosse
    avuto l'unanimita'.
    Possibile che il Cnb non garantisca il rispetto minimo dei diritti della
    minoranza di comparire? Che fiducia puo' dare un Comitato che trascura
    quest'aspetto di elementare correttezza?".
    Ed ancora, "quello esaminato e' solo un esempio: chi osservi l'operato
    del Cnb non puo' non rimanere perplesso per la pochezza dei risultati e
    l'alto tasso di litigiosita' dovuto all'intransigenza di quei cattolici
    che vogliono del Cnb la succursale o l'altoparlante del Sant'Uffizio: il
    paese invece ha bisogno di un Cnb che agisca con trasparenza e
    dinamicita' per infondere fiducia alla gente.
    Aspettiamo un segnale forte in questo senso".


    - Italia. Donna ottiene donazione del proprio cordone a fratello malato
    di distrofia
    Una donna in gravidanza ha chiesto e ottenuto che il cordone ombelicale
    della propria figlia fosse conservato e destinato a una ricerca di cura
    per il fratello, affetto da distrofia muscolare. E' avvenuto
    all'ospedale Sant'Anna di Como nei giorni scorsi e reso noto il 25
    settembre dalla Direzione generale della principale struttura
    ospedaliera comasca. Appena nata la bambina, le ostetriche e i medici
    del reparto di Ostetricia e Ginecologia hanno prelevato e congelato il
    cordone ombelicale e inviandolo subito a Milano con dichiarata,
    esplicitata finalita': le cellule saranno utilizzate per una ricerca
    mirata, destinata alle cure dello zio della bimba. La legge ammette la
    donazione dedicata solo in casi particolari, comunque in via eccezionale
    rispetto al principio generale che prevede la libera cessione del
    cordone ombelicale in forma anonima, generica e non indirizzata (come
    nelle donazioni di sangue o di organi: non stabiliamo ne' conosceremo
    mai i destinatari). Ma seguendo un percorso normativo specifico (anche
    oneroso dal punto di vista burocratico e delle procedure da mettere in
    atto), la cui base di partenza e' che un proprio congiunto sia colpito
    da malattia genetica, e' possibile finalizzare ad personam la donazione
    del cordone. "Da un lato e' la conferma di un ospedale, il nostro,
    all'altezza delle nuove aspettative e capace di mantenersi
    all'avanguardia scientifica", dice il Direttore generale Roberto
    Antinozzi. "Ma cio' che piu' conta e' che episodi del genere possono
    contribuire a creare una giusta consapevolezza riguardo al tema delle
    donazioni". Si tratta del terzo caso di 'donazione dedicata' al Sant'Anna.


    - Svizzera. Maggioranza dei cordoni conservati a Lugano vengono dall'Italia
    Pubblichiamo il seguente articolo di Anna Campaniello, apparso su
    Corriere di Como il 25 settembre scorso

    Il termometro sul grande contenitore custodito nel laboratorio indica la
    temperatura interna, meno 197 gradi centigradi. Visto dall'esterno, non
    sembra altro che un congelatore come tanti altri. Sotto il coperchio si
    nasconde però quella che potrebbe rivelarsi una speranza di vita per
    oltre 4mila bambini. Una speranza che si materializza in centinaia di
    piccole sacche di cellule staminali, ciascuna contrassegnata da un
    codice a barre che identifica il 'proprietario' di quel prezioso
    liquido. Il congelatore è il cuore pulsante della Swiss Steam Cells
    Bank, una vera e propria banca delle cellule staminali, aperta dal 2005
    a Lugano, all'interno del Cardiocentro Ticino. In meno di due anni, a
    questa struttura si sono affidati oltre 4mila genitori, in gran parte
    italiani. Di questi, un'ottantina sono comaschi. Coppie che hanno scelto
    di varcare il confine per effettuare una procedura vietata dalla legge
    italiana, la conservazione del sangue del cordone ombelicale a uso
    personale. In pratica, si tratta di crioconservare le cellule staminali,
    raccolte al momento del parto, e di metterle a disposizione del paziente
    stesso in caso di malattie del sangue, forme tumorali o altre patologie
    che potrebbero essere curate con successo con l'ausilio di queste
    preziose particelle. Il materiale organico viene conservato dalla Swiss
    Steam Cells Bank per almeno vent'anni e il costo dell'operazione è di
    circa 1.900 euro.
    "I nostri utenti sono nella maggior parte dei casi italiani -spiega
    Luciano Gilardoni, della direzione della banca delle staminali di
    Lugano- Si rivolgono al nostro centro perché in Italia non è possibile
    conservare le staminali a uso personale ma solo fare una donazione
    volontaria in forma anonima. Le richieste ci arrivano da ogni parte
    della Penisola, ma soprattutto dalla zona di confine e da Milano. A Como
    l'adesione è ancora abbastanza contenuta".
    I genitori che si rivolgono alla banca delle staminali sono soprattutto
    coppie giovani, con un buon livello di istruzione, a volte con casi di
    malattie del sangue o altre gravi patologie in famiglia. "Nella maggior
    parte dei casi si tratta di nuclei assolutamente normali - dice
    Gilardoni - Naturalmente c'è qualche personaggio famoso che ha scelto di
    congelare le cellule del figlio, ma perlopiù i nostri clienti sono
    coppie della classe media, persone che sono convinte di fare un
    investimento importante per il futuro dei propri figli. Molti fanno un
    sacrificio per sostenere questa spesa, qualcuno addirittura ci chiede la
    possibilità di pagare a rate".
    Un sacrificio giustificato, almeno secondo il direttore scientifico
    della banca di Lugano, Gianni Soldati. "Innanzitutto ci sono terapie
    consolidate effettuate con le cellule staminali per la cura di malattie
    del sangue, leucemie e linfomi in particolare - dice l'esperto - La
    scienza però in questo senso è in continua evoluzione. In Germania ad
    esempio stanno utilizzando queste cellule per la rigenerazione del
    muscolo cardiaco, mentre in Austria stanno curando con successo il
    problema dell'incontinenza in età adulta e negli Stati Uniti
    l'attenzione è concentrata sulle cellule del pancreas che producono
    insulina. Non illudiamo nessuno e non vogliamo dare false speranze, ma
    sicuramente è un dato di fatto che si stiano aprendo molte porte in
    fatto di nuove terapie".
    In Italia, la stragrande maggioranza delle cellule staminali contenute
    nel cordone ombelicale vengono letteralmente buttate via, smaltite come
    rifiuti speciali dagli ospedali. La donazione volontaria, gratuita e
    anonima di questo sangue è sempre possibile, ma meno del 10% dei
    neogenitori compie questo gesto. Al Sant'Anna, lo scorso anno, su circa
    1.800 parti le sacche di sangue raccolte e inviate alla banca
    specializzata di Milano sono state una cinquantina.
    "Non entro nel merito della scelta tra donazione volontaria oppure
    conservazione a uso privato - sottolinea Soldati - Non ho paura a dire
    però che mi sembra un'assurdità che oltre il 90% di questo patrimonio di
    cellule staminali vada sprecato, buttato via come un rifiuto quando
    potrebbe trasformarsi in una speranza di cura, di guarigione, di vita
    migliore per tanti pazienti. Penso che si faccia davvero troppo poco per
    sensibilizzare su questo tema e che questa possibilità sia ampiamente
    sottovalutata".
    L'interesse delle coppie italiane verso la conservazione delle cellule
    staminali però sta aumentando, tanto che la Swiss Steam Cells Bank sta
    ampliando i propri laboratori e guarda già al futuro.
    "Il prossimo passo è lo sviluppo di terapie sull'uomo - conclude Soldati
    - Abbiamo appena terminato la realizzazione di una 'camera bianca', una
    sorta di laboratorio di produzione delle cellule staminali, considerate
    in questo caso come veri e propri farmaci. Entro la fine dell'anno
    pensiamo di essere in grado di avviare un protocollo specifico riferito
    alla cura del cuore".
    Nel laboratorio accanto, una biologa ha terminato la preparazione
    dell'ennesima sacca della speranza. Milioni di cellule staminali pronte
    a essere depositate nel congelatore. Per preservare quel patrimonio, il
    sangue viene portato gradatamente alla temperatura finale, quei 197
    gradi che possono conservare intatte tutte le caratteristiche uniche di
    quelle 'cellule jolly' potenzialmente in grado di riparare i più
    svariati tessuti dell'organismo. Un investimento sul futuro, depositato
    assieme alla speranza di non averne mai bisogno.


    - Usa. California. Un australiano alla guida del Cirm
    Alan O. Trounson, un pioniere australiano della fecondazione artificiale
    e della ricerca con le staminali embrionali, e' stato nominato
    presidente dell'Istituto per la medicina rigenerativa della California
    (Cirm).
    Il Cirm, che ha a disposizione 3 miliardi di dollari per la ricerca con
    le staminali, e' stato creato nel 2004 con un referendum popolare
    (Proposition 71).
    Trounson, che ha fondato l'Australian Stem Cell Center presso la Monash
    University nel 2003, e' stato nominato all'unanimita' dal consiglio
    d'amministrazione del Cirm. Il suo mandato avra' inizio a gennaio 2008.
    Nel frattempo dovra' lasciare il suo laboratorio, trasferirsi in
    California, per un salario di circa 475-490 mila dollari l'anno.


    - Usa. Istituto nazionale della salute obbedisce ad ordine esecutivo
    presidenziale su embrioni
    L'Istituto nazionale della Salute (Nih) ha cominciato ad applicare
    l'ordine esecutivo con cui il presidente George W. Bush ha ordinato ai
    suoi scienziati di esplorare nuove fonti di cellule staminali
    pluripotenti "senza la creazione di embrioni a fini di ricerca o la
    distruzione, lo scarto o danneggiamento di embrioni umani o feti".
    L'ordine esecutivo impone al segretario della Salute, Michael Leavitt,
    la promozione di quella ricerca che faccia a meno di embrioni umani.
    "Il Nih ha sviluppato una strategia solida ed ambiziosa per far avanzare
    la ricerca sulle cellule staminali pluripotenti e per generare piu'
    opportunita' in questa area critica", ha detto Leavitt. "Spero
    sinceramente che queste misure possano accelerare la scoperta di nuove
    cure e trattamenti".


    - Italia. Poretti (Rnp): dalla Camera una prima apertura alle banche
    private del cordone
    Dalla Camera giunge una prima apertura alla realizzazione di biobanche
    per la conservzaione delle staminali del cordone. Lo evidenzia Donatella
    Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno e segretaria della
    Commissione Affari Sociali: 'Oggi (ndr, 27 settembre) la Commissione
    Affari Sociali ha espresso parere favorevole al decreto ministeriale con
    cui e' stata recepita la direttiva europea per uniformare a livello
    comunitario gli standard di qualita' e sicurezza delle cellule e dei
    tessuti (2004/23/CE). Nel parere oltre a sottolineare favorevolmente la
    possibilita' della donazione autologa contemplata dal decreto (fino ad
    oggi vietata dalle ordinanze ministeriali prima Sirchia e poi Turco) si
    sollecita il Governo perche' 'si preveda di includere tra gli istituti
    di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti
    privati'. In pratica sono state accolte le obiezioni che all'epoca aveva
    sollevato il ministro per le Politiche Comunitarie Emma Bonino. Il
    decreto firmato dal ministro della Salute Livia Turco era infatti
    formalmente corretto, come aveva sottolineato il ministro Bonino
    nell'apporre la sua firma, ma gia' vecchio.
    Non cogliendo l'occasione per normare la conservazione autologa delle
    cellule e dei tessuti, pratica che sara' il futuro della medicina
    rigenerativa da qui a pochi anni, limitando a regolamentare l'atto della
    donazione pubblica. Un ulteriore limite politicamente inspiegabile era
    quello sulla natura giuridica delle biobanche.
    La direttiva europea nulla diceva sulla natura giuridica dell'ente che
    effettua il servizio di banca dei tessuti, sia esso pubblico, statale,
    privato, profit o noprofit. Il decreto invece contemplava solo il
    pubblico e il privato noprofit. Una scelta che appariva non
    condivisibile, arbitraria ed eccessiva rispetto alla normativa che si
    occupa, come noto, di 'norme di qualita' e sicurezza' per il
    funzionamento delle biobanche. La natura giuridica dell'ente non puo'
    essere di per se' garanzia di sicurezza, qualita' ed efficienza
    nell'erogazione di un servizio all'interno del sistema sanitario
    nazionale, mentre il Ministero della Salute e' certamente in grado,
    anche con gli strumenti normativi forniti dalla direttiva, di valutare
    qualita', efficienza, utilita' e correttezza dell'agire degli istituti
    di tessuti, attraverso norme oggettive e condivise a livello europeo.
    Pertanto, per aderire alla direttiva europea, evitare di creare
    squilibri nel mercato penalizzando aziende italiane, per non precludere
    ulteriori possibilita' allo sviluppo del sistema di biobanche italiane,
    la Commissione ha invitato il Governo a rivedere questo punto del decreto'.





     
    .
  2. *alias*
     
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    Ciao sym sono tornata +__+
    perdonami ma è troppo complicato per me l'argomento però ti volevo tanto salutare che sei sempre gentile con me :-)
     
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  3. Sym
     
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    Bentornata carissima ^_^
    Come stai?
     
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  4. Sym
     
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    ====== NOTIZIARIO CELLULE STAMINALI ======
    Notiziario quattordicinale sulle politiche per la clonazione terapeutica

    Edito dall'Aduc - Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori
    Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452
    URL: http://staminali.aduc.it - Email: [email protected]

    Anno 2007 Numero 150
    12-10-2007
    la prossima edizione: 26-10-2007


    EDITORIALE
    Nobel a Mario Capecchi e orgoglio tricolore
    di Donatella Poretti


    ARTICOLI
    - Spagna. La nomina di un Comitato di Bioetica dal profilo piu' umanista che
    scientifico
    di Rosa a Marca

    - Italia. Staminali per la cura delle malattie degenerative della colonna
    vertebrale
    di Gianluca Vadala'

    - Usa. California. Al via vendita dei bond per finanziare ricerca con staminali
    di Redazione


    NOTIZIE
    - Italia. VIII Congresso Campano-Siciliano di Nefrologia: a lavoro per banca
    dati su staminali
    - Italia. Salvatore: evitare facili entusiasmi su ricerca con staminali
    - Vaticano. Papa ad ambasciatore sudcoreano: no a staminali embrionali
    - Usa. Maria Luisa Brandi nominata nel Board dell'America Society for Bone and
    Mineral Research
    - Italia. Convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute"
    - Usa. Coltivate per la prima volta cellule dei peli interni all'orecchio
    - Italia. Neutralizzata resistenza staminali del tumore del colon
    - Italia. Ricercatori: non tutte cellule adulte con particolare gene sono
    staminali
    - Italia. Terzo Research Fellowship Program al Bambino Gesu' di Roma
    - Gb. Al via sperimentazione sull'uomo terapia contro sclerosi multipla
    - Italia. Trapianto staminali puo' evitare l'amputazione
    - Usa. Ricerca: staminali mesenchimali agevolano metastasi cancro del seno
    - Italia. Decapitato vertice del Comitato Nazionale di Bioetica. E' polemica
    - Usa. Creato cromosoma completamente sintetico
    - Usa. Premio Nobel a Mario Capecchi per ricerca su staminali embrionali
    - Usa. Dipartimento immigrazione: oltre 13mila i cervelli italiani che operano
    qui
    - Usa. Buone prospettive per il cuore
    - Spagna. Congresso su terapie antinvecchiamento e cellule staminali
    - Italia. Milano. Workshop Stem Cell Technology, 25 novembre 2007
    - Usa. Michigan. Campagna della Conferenza cattolica contro la ricerca con
    staminali embrionali
    - Usa. Hillary Clinton: mettero' fine alla guerra di Bush contro la scienza




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    EDITORIALE
    - Nobel a Mario Capecchi e orgoglio tricolore
    Ci deve far riflettere (se ancora ce ne fosse bisogno) il Premio Nobel alla
    medicina assegnato all'americano Mario Capecchi e ai britannici Oliver Smithies
    e Martin Evans per la loro ricerca con le cellule staminali embrionali. L'enfasi
    che da giorni viene posta sulle origini anagrafiche di Capecchi, nato a Verona,
    ed il conseguente inorgoglimento da stadio per la sua italianita', oltre che
    ridicolo e provinciale e' preoccupante perche' la dice lunga sullo stato della
    ricerca nel nostro Paese. Mario Capecchi, che lavora e studia in Usa da mezzo
    secolo, e' il tipico cervello nato in Italia e fiorito all'estero. In Italia
    sarebbe divenuto al massimo funzionario di un sistema universitario che la
    ricerca la conosce poco a causa della mancanza di fondi. E anche quando questi
    ci sono, vengono spesso distribuiti secondo leggi di ispirazione vaticana.
    In Italia, oltre a nascere, Capecchi non avrebbe potuto far niente per due
    motivi:
    - la ricerca sulle staminali embrionali e' culturalmente e politicamente
    emarginata;
    - soldi non ne avrebbe avuti. Secondo una ricerca (1) otto piccole universita'
    private degli Usa spendono piu' di tutti gli atenei pubblici italiani. La spesa
    per ogni studente nelle otto universita' americane e' di oltre 157 mila euro, a
    fronte degli 8 mila spesi per gli studenti italiani. Il risultato e' che queste
    otto piccole universita' private hanno piu' volumi nelle loro biblioteche di
    tutte le biblioteche universitarie pubbliche italiane. Mentre le nostre
    universita' pubbliche sono state premiate con 6 premi Nobel, le otto piccole
    universita' statunitensi ne hanno ricevuti ben 105.
    Registriamo solo dati negativi? Ma probabilmente non accadra' nulla con
    l'attuale Governo. Lo scorso luglio la Camera ha approvato con un voto
    trasversale un mio ordine del giorno presentato al disegno di legge "Delega al
    Governo in materia di riordino degli enti di ricerca" (C. 2559). Nonostante il
    Governo avesse espresso parere contrario, la maggioranza dei deputati aveva
    ritenuto importante e utile l'impegno di valutare l'opportunita' di elaborare
    strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento dei
    nostri atenei, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono
    nell'universita' e nella ricerca (2).

    Note:
    (1) ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori):
    http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=161289
    (2) http://www.donatellaporetti.it/comu.php?id=544

    di Donatella Poretti
    deputata radicale della Rosa nel Pugno



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    ARTICOLI
    - Spagna. La nomina di un Comitato di Bioetica dal profilo piu' umanista che
    scientifico
    Il dieci ottobre, il ministro della Sanita' Bernat Soria avviera' la formazione
    del Comitato di Bioetica Nazionale con il consenso delle comunita' autonome.
    L'organo consultivo per le questioni etiche e sociali della scienza e della
    medicina era uno degli aspetti rimasti in sospeso dopo l'approvazione della Ley
    de Investigacion approvata a luglio. La nuova normativa, che autorizza la
    clonazione terapeutica, prevedeva infatti anche la creazione di quest'organismo.
    Il Comitato di Bioetica dovrebbe essere un organo indipendente che consiglia il
    Governo in materia di progresso scientifico, come ad esempio i test genetici.
    L'ex titolare della Sanita', Elena Salgado, non aveva fatto in tempo a proporlo
    alle Comunita'. Ora Soria e' pronto a presentare un elenco di nomi comprendenti
    esperti di riconosciuto prestigio nel mondo scientifico, giuridico e bioetico.
    Ma l'intenzione del ministero e' che il comitato abbia un alto profilo
    umanistico e non puramente tecnico e scientifico. Non punta a un comitato di
    nomi altisonanti, ma di esperti che s'impegnino e dove ci sia una presenza
    importante di donne ancorche' non paritaria.
    Al plenum del Consejo Interterritorial de Salud, Soria presentera' ai
    consiglieri della Sanita' la sua proposta con l'indicazione di alcuni nomi .
    L'elenco sara' completato con un massimo di dodici membri che dovranno avere il
    sostegno del Governo e delle autonomie. Cio' comporta un difficile esercizio
    d'equilibrio e di diplomazia nel compilare un elenco che ottenga il consenso di
    tutti. Bernat Soria e' consapevole che e' complicato formare un comitato di
    consulenza per il Governo in questioni tanto delicate. In un'intervista
    radiofonica ha manifestato la sua intenzione d'aver pronta la lista per la
    prossima settimana "Se non c'e' consenso, lo sara' probabilmente entro fine
    anno" ha detto. Le comunita' possono proporre sei membri, mentre
    all'amministrazione centrale ne spettano altri sei, cosi' ripartiti: tre a
    carico del ministero della Sanita', uno spettante alla Giustizia e uno al
    ministero di Industria, Turismo e Commercio. Una volta raggiunto il consenso tra
    amministrazione centrale e autonomie, i membri del comitato dovranno eleggere il
    presidente, che poi sara' nominato dal ministero della Sanita'. Il loro mandato
    dura quattro anni, con possibile rinnovo. Al massimo gli esperti nominati
    potranno esercitare le loro funzioni per otto anni.
    Quasi tutte le dichiarazioni del ministro della Sanita' relativamente al nuovo
    comitato vertevano intorno al dibattito sull'eutanasia. Tuttavia, il comitato
    non avra' la facolta' di giudicare casi al limite della legalita'. Quest'organo
    si limitera' a fornire rapporti, proposte e raccomandazioni sull'impatto
    dell'eutanasia nella societa' o sulle cure palliative, per esempio. Le sue
    decisioni non saranno vincolanti. In realta', il comitato e' stato concepito per
    dare risposte ai nuovi dilemmi etici che sorgono con il progresso scientifico.
    Come e' successo con i test genetici e il diritto alla riservatezza dei dati
    ottenuti, adesso i temi sono la nanomedicina e le buone pratiche di ricerca o la
    sicurezza dei pazienti negli esperimenti clinici.
    di Rosa a Marca


    -------------------
    - Italia. Staminali per la cura delle malattie degenerative della colonna
    vertebrale
    Un gruppo di ricercatori Italiani dell'Area di Ortopedia e Traumatologia
    dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma (Prof. Vincenzo Denaro e Dr. Gianluca
    Vadala') sta sperimentando l'utilizzo delle cellule staminali mesenchimali del
    midollo osseo per la cura delle malattie degenerative della colonna vertebrale.
    I risultati delle ricerche, condotte in collaborazione con il Dipartimento di
    Ortopedia dell'Universita' di Pittsburgh (Dr. James D. Kang), sono stati
    presentati nel corso del convegno "Le cellule dei Miracoli: le staminali la
    panacea di tutti I mali?" tenutosi a Treviso lo scorso 5 Ottobre.

    I risultati degli esperimenti in-vitro ed in-vivo, spiega il Prof. Denaro,
    Direttore dell'Area di Ortopedia e Traumatologia del Campus Bio-Medico, hanno
    dimostrato la capacita' delle cellule staminali di contrastare la degenerazione
    del disco intervertebrale e di avere un effetto rigenerativo su di esso. Le
    staminali del midollo si differenziano entrando a contatto con le cellule del
    disco intervertebrale, contribuendo cosi a ricreare il tessuto gelatinoso del
    disco fondamentale per la sua funzione di ammortizzare le forze di carico.

    Nel giro di qualche anno, afferma il Prof. Denaro, si arriverà all'applicazione
    sull'uomo, offrendo una soluzione biologica ad un problema che una volta
    innescato ha un andamento cronico e progressivo fino ad arrivare ad un
    coinvolgimento delle strutture nervose contenute nella colonna vertebrale.
    Questo approccio rigenerativo permettera' di prevenire e curare le malattie
    degenerative della colonna vertebrale, che rappresentano una delle principali
    cause di disabilita' nella popolazione e sono la maggiore voce di spesa
    sanitaria nazionale.

    Il vantaggio e' che si tratta di una terapia naturale e poco invasiva. Infatti,
    le cellule staminali vengono isolate dal sangue del midollo osseo dello stesso
    paziente a cui verranno trapiantate. Le cellule in laboratorio vengono isolate
    ed espanse per poter poi essere reimpiantate nel disco intervertebrale in via di
    degenerazione.

    Al convegno di Treviso ha anche partecipato il Prof. Paolo De Coppi, lo
    scienziato italiano che ha scoperto le cellule staminali del liquido amniotico.
    Si e' parlato inoltre delle prospettive dell'utilizzo delle cellule staminali in
    cardiochirurgia, nella terapia cellulare del diabete mellito e della
    rigenerazione dell'osso.

    di Gianluca Vadala'
    medico, Area di Ortopedia e Traumatologia dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma




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    - Usa. California. Al via vendita dei bond per finanziare ricerca con staminali
    Senza ulteriori ostacoli legali, le autorita' della California hanno fatto
    sapere che cominceranno a vendere le obbligazioni per finanziare il programma
    statale di ricerca sulle staminali adulte ed embrionali.
    Le obbligazioni da 250 milioni di dollari costituiscono una parte dei 3 miliardi
    di dollari approvati dagli elettori nel 2004 per finanziare l'Istituto per la
    medicina rigenerativa della California. Ma solo ora il tesoriere dello Stato,
    Bill Lockyer, ha detto di poter finalmente cominciare il programma di
    finanziamento.
    "E' un grande passo avanti", ha detto Lochkyer. Se gli elettori sono favorevoli
    alla ricerca con le staminali non perderanno questa occasione per investirvi, ha
    continuato.
    La vendita dei bond e' stata ritardata per alcune cause giudiziarie promosse
    dagli oppositori della ricerca. Ma la Corte Suprema ha definitivamente dato il
    via al programma lo scorso maggio, dichiarando costituzionalmente legittima la
    legge.
    Per acquistare i bond, i cui interessi non saranno soggetti a tasse statali, si
    dovra' investire almeno 5mila dollari. Secondo la tesoreria, i bond frutteranno
    circa 4% ogni anno.
    Nonostante il termine di 30 anni, i bond dovranno essere rivenduti allo Stato
    nel 2010, dopodiche' saranno riemessi. Questo perche', spiegano alla tesoreria,
    sperano di convincere anche il Governo federale ad abolire le tasse federali. In
    questo modo, investitori e istituzioni risparmieranno, in quanto i bond esenti
    da ogni tassa fruttano interessi minori.
    L'Istituto inoltre non dovra' restituire allo Stato i soldi di un prestito di
    150 milioni di dollari assegnato a luglio dal governatore Arnold Schwarzenegger,
    noto sostenitore della ricerca, per ovviare ai problemi causati dai procedimenti
    giudiziari.
    di Redazione


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    NOTIZIE

    - Italia. VIII Congresso Campano-Siciliano di Nefrologia: a lavoro per banca
    dati su staminali
    Nasce il Registro regionale dei pazienti nefropatici cronici di Campania e
    Sicilia e si lavora alla creazione di una Banca dati di cellule staminali.
    L'annuncio e' stato dato durante l'VIII Congresso Interregionale
    Campano-Siciliano di Nefrologia, che si e' svolto al Seminario arcivescovile di
    Benevento.
    'Con il Registro regionale dei pazienti neuropatici cronici saremo in grado di
    conoscere, con dati aggiornati di continuo, il numero e il tipo di patologia e
    quindi gli interventi piu' opportuni -sottolinea Luigi Morrone, primario
    nefrologo presso l'ospedale Rummo di Benevento- Si tratta di una banca dati
    utile a noi sanitari e ai pazienti, nella quale entrano dializzati e
    trapiantati. Non solo facciamo finalmente chiarezza, ma puntiamo ad accorciare i
    tempi di attesa per un trapianto che si aggira nelle due regioni intorno ai
    15-20 anni.
    Decisamente troppi'.
    Un altro aspetto affrontato durante l'VIII Congresso Interregionale
    Campano-Siciliano di Nefrologia, e' stato quello della ricerca genetica e della
    prevenzione. Sono stati esposti i risultati delle ultime ricerche dalle quali
    derivano importanti novita': l'utilizzo delle cellule staminali puo' portare,
    infatti, a un rallentamento notevole della progressione delle malattie correlate
    al rene. L'obiettivo piu' concreto al quale si sta lavorando da un paio di anni
    e' la costituzione di una 'banca di cellule staminali renali adulte' da
    condividere con tutti i ricercatori del mondo.L'urgenza e' data dai numeri: sono
    circa 5 milioni, pari al 10% della popolazione, gli italiani colpiti da
    insufficienza renale cronica. Di questi, circa 50.000 sono in dialisi e oltre
    13.000 hanno subito un trapianto di rene.. Si tratta ormai di un vero e proprio
    fenomeno epidemico.
    La progressione della malattia renale cronica preoccupa, soprattutto, perche'
    fonte di complicanze cardiovascolari, andando cosi' ad incidere su una delle
    principali attuali cause di morte.
    In questo scenario, che vede il numero di pazienti con insufficienza renale ed i
    costi di dialisi e trapianto in continua espansione, e' necessario
    sensibilizzare i cittadini a corretti stili di vita e le istituzioni ad avviare
    una politica di salute pubblica specifica, in cui attivita' volte alla
    prevenzione, alla diagnosi precoce, allo screening ed alla sorveglianza della
    malattia renale cronica, trovino necessario riconoscimento nel Piano Sanitario
    Nazionale e nei Piani Sanitari Regionali.
    Altro argomento affrontato a Benevento e' stato quello del cosiddetto paziente
    fragile. 'Patologie come l'ipertensione e il diabete e l'allungamento della vita
    media hanno fatto crescere le patologie legate al rene -sottolinea il professor
    Ferdinando Avella, alla guida dell'Interregionale fino allo scorso anno- Di
    fronte a un numero sempre maggiore di pazienti anziani, affrontiamo ogni giorno
    problemi non solo di carattere clinico ma anche psicologico'.


    - Italia. Salvatore: evitare facili entusiasmi su ricerca con staminali
    Un dibattito non scientifico sulle cellule staminali e' prematuro e rischia di
    portare a un rallentamento o addirittura a un arresto nel progresso delle
    conoscenze, cosi' come e' prematuro ingenerare nel pubblico eccessivi ottimismi
    e trionfalismi che, a volte, invece di riflettersi in un vantaggio per
    l'avanzamento della scienza, ne menomano solo la credibilita'. Lo sostiene il
    professor Francesco Salvatore, docente di biochimica umana dell'Universita'
    degli Studi di Napoli Federico II, intervenuto al Congresso Internazionale
    dell'Ordine nazionale dei Biologi svoltosi ad Abano Terme.
    "La scelta delle cellule staminali da utilizzare e' un problema su cui c'e' un
    dibattito, piu' che scientifico, giuridico, economico ed etico, mi riferisco al
    dibattito sull'uso di cellule staminali provenienti da embrioni o prelevate da
    adulti o dal cordone ombelicale".
    "Negli ultimi anni e' risultata interessante l'ipotesi dell'importanza che
    cellule staminali che diventino cancerose possano rappresentare il primo passo
    verso la successiva progressione tumorale, seguita dall'invasivita' e dalle
    metastasi".


    - Vaticano. Papa ad ambasciatore sudcoreano: no a staminali embrionali
    Un appello contro le procedure scientifiche che portino a distruggere embrioni
    umani o a sperimentare forme di clonazione e' stato pronunciato l'11 ottobre da
    Benedetto XVI durante l'udienza al nuovo ambasciatore coreano presso la Santa
    Sede, Ji-Young Francesco Kim, rappresentante diplomatico della Corea del Sud,
    ricevuto per la presentazione delle lettere credenziali. Il Papa ha ripetuto il
    suo consenso e incoraggiamento alla ricerca che utilizza le cellule staminali
    adulte.
    'Prego affinche' l'intrinseca sensibilita' morale del popolo coreano, come
    evidenziato dal suo rifiuto della clonazione umana e delle relative procedure,
    si accordera' con la comunita' internazionale in merito alle profonde
    implicazioni etiche e sociali della ricerca scientifica e dei suoi usi'.
    Il Pontefice ha ricordato che la nazione coreana 'ha raggiunto notevoli successi
    nella ricerca e nello sviluppo scientifico. Preminenti tra questi sono i
    progressi nella biotecnologia, con il potenziale di trattare e curare malattie
    come pure di migliorare la qualita' della vita nella sua terra e all'estero'.
    Secondo il Papa, 'le scoperte in questo campo invitano l'uomo a una piu'
    profonda consapevolezza delle pesanti responsabilita' riguardanti le loro
    applicazioni. Le speranze dell'uso per la societa' della scienza biomedica
    devono costantemente essere misurate rispetto a fermi e robusti principi etici'.
    E 'il principale tra questi' e' 'la dignita' della vita umana', perche' 'in
    nessuna circostanza un essere umano puo' essere manipolato o trattato come un
    semplice strumento di sperimentazione'.
    'La distruzione degli embrioni umani, sia per acquisire cellule staminali che
    per ogni altra finalita', contraddice l'asserito intento dei ricercatori, dei
    legislatori e dei funzionari della salute pubblica di promuovere il benessere
    umano'.
    'La Chiesa non esita ad approvare e incoraggiare la ricerca sulle cellule
    staminali adulte, non solo a causa dei favorevoli risultati ottenuti attraverso
    questi metodi alternativi, ma ancora piu' perche' essi si armonizzano con
    l'intento di rispettare la vita dell'essere umano in ogni stadio della sua
    esistenza'.

    "Piena condivisione al richiamo di Papa Benedetto XVI contro chi persegue la
    cultura della morte, distruggendo gli embrioni umani per presunti scopi
    scientifici. Il premio Nobel assegnato pochi giorni fa al professor Mario
    Capecchi conferma che una ricerca incisiva, condotta attraverso le sole
    staminali adulte o animali, ma al tempo stesso rispettosa della vita umana, e'
    possibile". Lo afferma, in una nota, il capogruppo Udc alla Camera, Luca
    Volonte'.
    "Tuttavia -fa notare l'esponente cattolico- la strategia anti-vita e
    anticattolica promossa dalle associazioni radicali e dalle lobby abortiste non
    si limita all'omicidio degli embrioni. Non possiamo lasciare campo libero a chi
    vuole introdurre a tutti i costi in Italia la pillola abortiva Ru486 e praticare
    l'eutanasia di Stato, in totale violazione della legge e di ogni principio
    etico".

    "Siamo con il Papa. Si' alla ricerca, ma senza attaccare la vita, in ogni suo
    momento, dal concepimento fino alla sua fine naturale". Lo afferma Wanda
    Ciaraldi, responsabile del dipartimento bioetica dell'Udeur. "E' chiaro che la
    ricerca deve andare avanti, ma questo non puo' avvenire a scapito della vita
    umana, anche se essa e' al suo principio.
    L'embrione ha piena dignita' di essere umano e questo e' un principio oramai da
    molti acquisito. Le staminali adulte offrono ampie possibilita', dunque non c'e'
    bisogno di distruggere embrioni".

    'L'appello del Papa affinche' un essere umano non sia mai trattato come
    strumento di sperimentazione richiama ancora una volta l'intera comunita'
    internazionale al rispetto di ogni singolo essere umano, in espresso riferimento
    ad un uso improprio ed aberrante della ricerca scientifica, come quello, ad
    esempio, che manipola e viviseziona embrioni umani'. Lo dichiara Assuntina
    Morresi, docente di chimica, membro del Comitato nazionale di Bioetica, ed
    editorialista dell'organo di stampa della Conferenza episcopale italiana.
    'Un giudizio che ricorre spesso nel pontificato di Benedetto XVI come in quello
    dei suoi predecessori, stavolta pronunciato non a caso all'ambasciatore della
    Corea del Sud presso la Santa Sede: un Paese che ha scommesso molto del suo
    sviluppo sulla ricerca scientifica e tecnologica, e che accanto a indubbi
    successi ha conosciuto anche la piu' grande frode scientifica di tutti i tempi,
    quella del veterinario coreano Hwang Woo Suk, che due anni fa annuncio' di
    essere riuscito nell'esperimento piu' controverso e piu' ambito: la clonazione
    di un embrione umano'. 'Dopo pochi mesi di gloria e notorieta' si scopri' che i
    dati erano falsi, e che parte del materiale umano utilizzato in laboratorio era
    stato ottenuto ricattando alcune ricercatrici dello stesso gruppo di lavoro'.
    'La responsabilita' degli scienziati e' innanzitutto quella dell'onesta'
    intellettuale: la vera scienza e' la sfida continua fra la ragione umana e la
    possibilita' di comprendere il significato della realta'. Quando un uomo diventa
    uno strumento nelle mani di un altro uomo, stiamo parlando di altro'.


    - Usa. Maria Luisa Brandi nominata nel Board dell'America Society for Bone and
    Mineral Research
    La presidente della SIOMMMS Maria Luisa Brandi e' il primo italiano nel Board
    direttivo della American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR), la piu'
    importante societa' scientifica mondiale per le malattie delle ossa.
    Docente di Endocrinologia all'Universita' di Firenze, la professoressa Brandi
    presiede sia la SIOMMMS (Societa' Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo
    Minerale e delle Malattie dello Scheletro), sia Firmo, la Fondazione Becagli
    dedicata alla ricerca sulle malattie ossee. La SIOMMMS terra' peraltro a Firenze
    il suo prossimo congresso annuale (14-17 novembre 2007, www.siommms.it) al quale
    parteciperanno oltre 1000 specialisti. Esperta di genetica e di malattie del
    metabolismo, nel capoluogo toscano la professoressa Brandi dirige il Centro per
    lo Studio della Biologia dei Tessuti Calcificati nelle Patologie
    Osteoarticolari, struttura di eccellenza che fa capo al Dipartimento di Medicina
    Interna dell'ospedale di Careggi.
    Il Centro opera in particolare nella sperimentazione di nuovi biomateriali per
    una chirurgia intelligente. Tra i risultati piu' brillanti, un sistema per
    ottenere dal grasso cellule staminali in quantita' illimitate e la creazione
    della stronzioapatite, sostanza capace di stimolare la costruzione di nuovo
    osso, determinante per curare l'osteoporosi. Il Centro ha inoltre realizzato un
    test d'avanguardia per valutare il rischio di osteoporosi prima dell'insorgere
    della malattia e, primo al mondo, ha confrontato il genotipo di una persona
    confrontato con la risposta a farmaci particolari (vitamina D, estrogeni,
    bifosfonati). Una procedura che consente di stabilire anche eventuali effetti
    collaterali.
    L'American Society for Bone and Mineral Research conta oltre 4 mila tra i
    massimi specialisti internazionali di biomeccanica, biologia cellulare e
    molecolare, odontoiatria, biologia dello sviluppo, endocrinologia,
    epidemiologia, medicina interna, metabolismo, genetica molecolare, nefrologia,
    ostetricia e ginecologia, ortopedia, farmacologia, fisiologia, reumatologia e
    altre aree di ricerca clinica.
    'L'elezione nel Board dell'ASBMR -commenta la professoressa Brandi- rappresenta
    un riconoscimento straordinario della comunita' scientifica internazionale per
    il gruppo di lavoro del Centro di Firenze e per tutta la ricerca italiana. E' un
    premio all'impegno e, soprattutto, un premio ai risultati'.


    - Italia. Convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute"
    Si e' concluso il convegno "Biosensori per l'ambiente e la salute" organizzato
    dall'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro) e
    INBB (Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi). "Gia' da tempo l'INBB e
    l'ISPESL -come ha detto il Presidente dell'INBB, Damiano Gustavo Mita-
    collaborano su tematiche di ricerca di interesse congiunto comune, e quella dei
    biosensori e' una delle piu' prolifiche. In particolare l'interesse verso i
    biosensori per l'INBB e' stato tale che si e' voluto costituire, al suo interno,
    uno specifico gruppo di interesse formato da piu' unita' accademiche a livello
    nazionale, insieme a quelli costituiti per altre filiere di ricerca come per gli
    interferenti endocrini e per le cellule staminali. Questo convegno nato per
    esporre i risultati scientifici conseguiti nell'ambito di due progetti
    finanziati dal Ministero della Salute con capofila ISPESL sui biosensori, vuole
    anche essere una ricognizione su alcune competenze integrative a quelle gia' in
    possesso di INBB e ISPESL e una panoramica di aggiornamento su alcuni aspetti
    innovativi del settore".


    - Usa. Coltivate per la prima volta cellule dei peli interni all'orecchio
    Per la prima volta sono state coltivate in laboratorio le cellule che si trovano
    nella parte interna dell'orecchio e che svolgono un ruolo di primo piano nel
    trasmettere i suoni. Il risultato, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle
    scienze degli Stati Uniti, Pnas, e' stato ottenuto in embrioni di uccelli, ma
    apre la strada alla possibilita' di ottenere un risultato analogo su cellule
    umane.
    Le cellule biotech sono quelle dei peli interni dell'orecchio che stimolano le
    cellule nervose del nervo acustico in risposta alle vibrazioni sonore. Sono
    riusciti a coltivarle, negli Stati Uniti, Zhengqing Hu e Jeffrey Corwin,
    dell'universita' della Virginia.
    Un risultato analogo sullo stesso tipo di cellule dell'orecchio umano
    permetterebbe di studiare molti disturbi dell'udito. Danni o perdite di queste
    cellule possono infatti causare sordita', disturbi frequenti negli anziani come
    il tinnito, ossia la percezione di un ronzio persistente, e problemi di
    equilibrio. Mentre uccelli, pesci e anfibi possono rigenerare le cellule della
    parte interna dell'orecchio quando queste sono danneggiate, gli esseri umani e
    gli altri mammiferi non riescono a farlo.


    - Italia. Neutralizzata resistenza staminali del tumore del colon
    Finora le cellule staminali che alimentano e fanno crescere il tumore del colon
    sono state invincibili e immortali, resistenti a ogni forma di chemioterapia, ma
    adesso il loro tallone d'Achille e' stato finalmente scoperto e potra' essere la
    chiave per renderle vulnerabili ai farmaci chemioterapici.
    La scoperta, pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell, si deve al gruppo di
    ricerca del Dipartimento di Scienze chirurgiche e oncologiche dell'universita'
    di Palermo diretto da Giorgio Stassi. Gli studi fatti finora sugli animali hanno
    dimostrato che il segreto che rende le cellule staminali del tumori del colon e'
    una sostanza chiamata Interleuchina 4 (Il4). E' questa l'arma principale che
    permette alle staminali del tumore di resistere alla chemioterapia. 'E' stata
    una sorpresa -dice Stassi- perche' finora si sapeva che l'Il4 e' prodotta dai
    globuli bianchi'. In altre parole, questa sostanza era nota per essere una delle
    armi del sistema immunitario e il fatto che venga prodotta anche dalle cellule
    staminali dei tumori rivela un meccanismo insospettabile: anziche' debilitarle,
    la Il4 prodotta dalle cellule immunitarie finisce per rafforzare le staminali
    dei tumori.
    Il sospetto, fondato, e' che lo stesso trucco sia utilizzato anche da altri tipi
    di staminali tumorali: 'per esempio da quelle dei tumori di seno e tiroide,
    anche se in quest'ultimo caso viene prodotta l'Interluchina 10', spiega Stassi.
    Per neutralizzare questo meccanismo di difesa il gruppo italiano ha individuato
    sostanze, chiamate antagonisti dell'Il4, che riescono a eliminare lo scudo
    protettivo. Nei topi questa molecola rendendo le staminali del tumore
    vulnerabili alla chemioterapia. Il prossimo passo e' quindi la sperimentazione
    sull'uomo, alla quale il gruppo italiano sta gia' pensando, in collaborazione
    con un'azienda che produce il farmaco in Germania. Gli antagonisti dell'Il4 sono
    molecole note e utilizzate in passato per la cura dell'asma, ma non si sa nulla
    sulla loro azione combinata con altri farmaci, come quelli chemioterapici. Per
    questo nei primi mesi del 2009 si prevede di avviare la prima fase della
    sperimentazione clinica su una trentina di pazienti con tumori del colon e del
    seno in fase avanzata, ma non terminali. Dopo questa prima verifica sulla
    sicurezza, la fase 2 della sperimentazione per avere la risposta sull'efficacia
    e' in programma per il 2010 su un centinaio di pazienti e la fase 3, su piu' di
    300 pazienti, e' in programma per il 2012. Tutti i test sull'uomo saranno
    condotti in collaborazione fra Italia e Germania.
    Finanziata da Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e Programma
    nazionale cellule staminali coordinato dall'Istituto Superiore di Sanita', la
    ricerca e' stata condotta in collaborazione con Gaspare Gulotta e Antonio Russo,
    dell' universita' di Palermo, e con Jan Paul Medema, dell'Academic Medical
    Center di Amsterdam.


    - Italia. Ricercatori: non tutte cellule adulte con particolare gene sono
    staminali
    Attenzione a considerare come sicuramente staminali tutte le cellule adulte che
    contengono un particolare gene, quello indicato con la sigla Otc-4. Un gruppo di
    ricercatori milanesi ha dimostrato che questo gene, la cui presenza nelle
    cellule embrionali indica la certezza che si e' in presenza di cellule
    staminali, viene espresso anche in cellule adulte che, al contrario, non sono
    necessariamente staminali.
    Questo l'esito dello studio di un gruppo di ricercatori (coordinato da Lorenza
    Lazzari) della Cell Factory del Dipartimento di Medicina Rigenerativa della
    Fondazione Policlinico di Milano, condotto in collaborazione con ricercatori
    dell'Istituto Mario Negri (coordinati da Massimo Broggini), e confermato lo
    scorso 10 ottobre, a due anni di distanza, dalla pubblicazione sulla rivista
    scientifica 'Cell'.
    Oct-4 e' considerato da molti studiosi un marcatore utile a stabilire la
    staminalita' di una cellula; in realta', i ricercatori del Policlinico, grazie
    all'utilizzo di metodiche sofisticate come la biologia molecolare e
    l'immunofluorescenza, hanno dimostrato che Oct-4, viene espresso anche in
    cellule adulte non staminali. E servono esami aggiuntivi per evitare conclusioni
    e utilizzi impropri.
    'Questo risultato -riferisce una nota del Policlinico- porta nuovi elementi di
    riflessione al dibattito, da tempo in corso all'interno della comunita'
    scientifica, in merito alla differenziazione e conseguente utilizzo di cellule
    staminali adulte nei confronti di cellule staminali embrionali'.
    Dimostra, infatti, che non e' possibile stabilire l'uguaglianza di questi due
    tipi di cellule basandosi sulla sola espressione di Oct-4.


    - Italia. Terzo Research Fellowship Program al Bambino Gesu' di Roma
    Giovani, motivati, con curriculum di alto profilo e numerose esperienze di
    studio e lavoro, dediti ad approfondire linee di ricerca scientifica innovativa
    nel campo della salute dei piu' piccoli.
    Questo il comune denominatore dei 17 giovani ricercatori che saranno reclutati
    sulla scena nazionale ed internazionale, che dall'inizio del prossimo anno, dopo
    una attenta e professionale selezione, saranno scelti tra i 587 curricula
    presentati al Terzo Research Fellowship Program triennale (2008-2010)
    dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma.
    Nelle due edizioni precedenti sono stati 91 i giovani, italiani e stranieri
    selezionati e poi, gia' coinvolti nelle linee di ricerca dell'Istituto di
    Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di proprieta' della Santa Sede.
    I bandi sono stati pubblicizzati su riviste scientifiche internazionali, quali
    The Lancet e Nature, e sulla stampa nazionale. Le candidature sono state inviate
    tramite il modulo virtuale attivato sul Portale Sanitario Pediatrico
    dell'Ospedale (anch'essa una modalita' innovativa) nel periodo compreso tra il
    16 luglio e il 5 agosto.
    Cinquecentotredici i ricercatori italiani che hanno proposto la propria
    candidatura; 28 i giovani scienziati italiani attualmente all'estero e oltre 46
    quelli stranieri che hanno inviato la propria richiesta di collaborazione,
    aspirando cosi' di affiancarsi ai ricercatori attualmente impegnati in vari
    filoni di ricerca dell'Irccs romano.
    Dei 587 ricercatori, 448 dei quali donne, 46 sono stranieri (1 albanese, 1
    australiano, 3 belgi, 2 bulgari, 1 canadese, 2 colombiani, 1 danese, 1 egiziano,
    1 etiope, 1 tedesco, 1 giordano, 7 indiani, 1 iraqeno, 1 irlandese, 1 maltese, 1
    nigeriano, 1 norvegese, 1 olandese, 2 pakistani, 1 peruviano, 1 polacco, 1
    portoghese, 1 romeno, 1 sudanese, 4 inglesi, 7 americani) e 28 sono ricercatori
    italiani che lavoravano all'estero (1 in Australia, 2 in Austria, 2 in Francia,
    2 in Germania, 2 in Olanda, 2 in Spagna, 12 in Inghilterra, 5 negli Stati
    Uniti).
    I nuovi giovani ricercatori saranno impegnati, nei prossimi anni, nella
    identificazione delle cause ancora sconosciute delle molte malattie che
    colpiscono i bambini, nello sviluppo di metodiche avanzate per la diagnosi
    precoce e nell'applicazione di nuove terapie. Non ultimo, l'individuazione di
    percorsi terapeutici innovativi con l'utilizzo delle cellule staminali adulte,
    coerentemente con le indicazioni bioetiche e scientifiche.


    - Gb. Al via sperimentazione sull'uomo terapia contro sclerosi multipla
    Per la prima volta al mondo sara' testata su pazienti affetti da sclerosi
    multipla una terapia con cellule staminali di midollo osseo. La sperimentazione,
    avviata nell'ospedale Frenchay Hospital, vicino Bristol, potrebbe aiutare
    milioni di persone a far retrocedere i danni di questa inguaribile malattia
    neurodegenerativa. I pazienti, sei in tutti di eta' compresa tra i 30 e i 50
    anni, riceveranno iniezioni delle loro stesse cellule staminali prelevate dal
    midollo osseo.
    Le staminali dovrebbero andare a riparare le lesioni presenti nel cervello e nel
    midollo spinale, facendo recuperare le funzionalita' motorie compromesse a causa
    della malattia. Il trial clinico e' la prosecuzione di precedenti studi di
    laboratorio che avevano dimostrato la capacita' delle cellule staminali di
    migrare verso le placche cerebro-spinali. La speranza di Neil Scolding,
    professore di neuroscienze cliniche del North Bristol Nhs Trust, che sta
    guidando la sperimentazione umana, e' che questo trattamento possa un giorno
    rivoluzionare le cure della sclerosi multipla. "Lo scopo e' riparare le lesioni
    e guarirle, nel tentativo di riportare indietro la progressione della sclerosi
    multipla. Al primo tentativo la tecnica potrebbe non funzionare, forse sara'
    necessario perfezionarla, ma e' un gran passo avanti aver iniziato i test
    umani", ha detto il ricercatore. Le cellule staminali saranno prelevate ai
    pazienti sotto anestesia e poi iniettate per via endovenosa lo stesso giorno. Il
    gruppo sara' monitorato per un anno e sottoposto a regolari risonanze magnetiche
    cerebrali per seguire gli effetti del trattamento.
    "Probabilmente ci vorranno almeno sei mesi per vedere benefici", ha aggiunto
    Scolding.


    - Italia. Trapianto staminali puo' evitare l'amputazione
    Il trapianto di cellule staminali consente di combattere con successo anche
    l'arteriopatia ostruttiva periferica, malattia che puo' portare all'amputazione
    delle gambe. E' il bilancio di una sperimentazione condotta da una equipe di
    ricerca coordinata dal prof. Vincenzo Sica, ordinario di patologia clinica della
    seconda universita' di Napoli.
    'Dei 74 pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva periferica arruolati nella
    nostra sperimentazione, oltre il 70% ha ottenuto notevoli miglioramenti clinici.
    I risultati, conseguiti grazie all'infusione di cellule staminali autologhe,
    sono confortanti: assenza di dolore a riposo, riduzione delle ulcere e loro
    scomparsa, aumento del perimetro di marcia.
    Insomma, abbiamo salvato le gambe a parecchie persone', spiega Sica.
    Il gruppo coordinato da Sica ha messo a punto, insieme col Presidio Ospedaliero
    Pineta Grande di Castelvolturno, un protocollo sperimentale per la cura
    dell'arteriopatia ostruttiva periferica, i cui risultati sono stati presentati
    nella sede dell'Istituto Banco di Napoli - Fondazione, ente organizzatore
    dell'evento assieme alla Fondazione Luigi Califano Onlus, di cui Vincenzo Sica
    e' direttore scientifico.

    'Nel sostenere l'importante progetto di studio del prof. Sica, l'Istituto Banco
    di Napoli-Fondazione - dichiara il suo presidente, il professore Adriano
    Giannola- sviluppa e qualifica la scelta strategica di promuovere la
    realizzazione di 'esperienze esemplari'.
    Esperienze che sono importanti per il loro elevato valore scientifico, ma anche
    per il positivo e rilevante impatto sociale che ad esse si accompagna'. Il
    contributo finanziario dell'Istituto Banco di Napoli-Fondazione, infatti, e'
    stato 'fondamentale per la realizzazione della ricerca', sottolinea Sica.
    Contrariamente a quanto si pensi, l'aterosclerosi non e' una malattia della
    vecchiaia. 'Studi scientifici testimoniano che il danno vascolare comincia gia'
    nel feto, prosegue nella fanciullezza e si conclama dell'eta' adulta'. Al
    momento non esistono cure efficaci per contrastare la malattia. Per minimizzare
    il progredire della patologia e ridurre la mortalita' per eventi cardiovascolari
    concomitanti, il trattamento attuale consiste nel proporre al paziente un
    cambiamento dello stile di vita (una sana dieta alimentare, ricca di sostanze
    antiossidanti, accompagnata da un modico esercizio fisico) e in una terapia
    farmacologia diretta contro i fattori di rischio (fumo, ipertensione, diabete,
    sovrappeso, etc.). Molto spesso si deve intervenire anche chirurgicamente, con
    trattamenti che non di rado falliscono dopo tempi piu' o meno brevi. Quel che e'
    peggio, circa il 30% dei pazienti con ischemia critica non puo' essere trattato:
    unica opzione resta l'amputazione, specialmente se il malato e' anche diabetico.
    Oggi, grazie al protocollo sperimentale realizzato dal gruppo del professore
    Sica, i pazienti affetti da aop possono curarsi attraverso l'infusione (che
    avviene due volte a distanza di 45 giorni l'una dall'altra) di cellule staminali
    autologhe, cioe' prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. 'Esami
    strumentali dimostrano che, a distanza di 4 mesi c'e' neoangiogenesi di arterie,
    le ulcere si riducono sino a scomparire e i capillari arteriosi si riformano.
    Insomma, il sangue ricomincia a fluire, il paziente e' sollevato dai dolori,
    riprende a camminare e, soprattutto, evita l'amputazione della gamba'. Il
    trattamento, applicato su settantaquattro pazienti (alcuni dei quali fermi alla
    prima infusione) e' altresi' risultato sicuro, non ha evidenziato effetti
    collaterali e sembra ben tollerato. Tra tutte le patologie riconducibili al
    danno vascolare (tra cui aop, ipertensione, insufficienza renale, ictus,
    infarto), l'e'quipe di Sica ha puntato sull'arteriopatia per l'enorme ricaduta
    economica e sociale della malattia. 'Oltre a evitare l'amputazione a 150mila
    pazienti (tante sono le persone affette da aop in Italia), il nostro protocollo
    consentirebbe al Servizio sanitario nazionale un risparmio tra i 100 e i 200mila
    euro all'anno nei quattro, cinque anni medi di durata della malattia'.


    - Usa. Ricerca: staminali mesenchimali agevolano metastasi cancro del seno
    I tumori del seno hanno delle complici all'interno del corpo umano, che li aiuta
    a diffondersi per tutto il corpo tramite le metastasi. Lo ha scoperto uno
    studio, pubblicato dalla rivista Nature, del Massachussets Institute of
    Technology, secondo cui i tumori al seno si diffondono nel corpo con l'aiuto di
    un particolare tipo di cellule staminali. Questa scoperta ha anche un risvolto
    positivo, perche' il meccanismo sembra essere reversibile per via farmacologica.
    Le cellule staminali mesenchimali, che si trovano nel midollo osseo, sono in
    grado di differenziarsi, e il corpo umano le 'usa' per riparare o ricostruire
    tessuti danneggiati. Da studi precedenti si e' visto che 'accorrono' in gran
    numero anche nel caso di tessuti tumorali, ma il loro ruolo nella diffusione del
    cancro non era ancora stato chiarito. I ricercatori americani hanno mescolato
    cellule umane di tumore al seno con cellule mesenchimali, e le hanno iniettate
    nelle cavie. Gli animali hanno sviluppato rapidamente il cancro al seno, che si
    e' diffuso in poche settimane anche ai polmoni. In un gruppo di controllo a cui
    erano state iniettate solo le cellule tumorali invece il cancro si e' sviluppato
    molto piu' lentamente, e la probabilita' di coinvolgimento di altri organi era
    un settimo.
    'E' molto probabile -spiega nell'articolo Robert Weinberg, coordinatore dello
    studio- che le staminali 'insegnino' alle cellule tumorali a crescere piu'
    velocemente e a diffondersi, tramite una molecola chiamata citochina CCL5'.
    Secondo il modello sviluppato dai ricercatori, la presenza delle staminali
    induce dei cambiamenti genetici nelle cellule tumorali, che si espandono
    nell'organismo. Una volta insediate in altri organi, queste cellule tornano come
    prima, segno che il processo e' reversibile: in particolare gli scienziati
    stanno cercando di bloccare l'azione della citochina con un farmaco, che in caso
    di risultati positivi impedirebbe sia la crescita del tumore che la formazione
    di metastasi.


    - Italia. Decapitato vertice del Comitato Nazionale di Bioetica. E' polemica
    Lorenzo D'Avack, ordinario di filosofia del diritto all'universita' degli studi
    Roma Tre, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e Laura Palazzani, ordinaria
    di filosofia del diritto nella Libera universita' Maria Ss.Assunta (Lumsa), sono
    i nuovi vicepresidenti del Comitato nazionale di bioetica.
    "Il presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, per un piu' funzionale
    assetto dell'ufficio di presidenza del Cnb, su proposta del presidente Francesco
    Paolo Casavola -spiega una nota dello stesso Cnb- ha nominato i nuovi
    vicepresidenti. Per i profili di rappresentativita' si sottolinea che il
    professor D'Avack ha dato contributi al lavoro del Comitato con costruttive
    posizioni del pensiero laico. Di Segni segnala una etica religiosa diversa da
    quella cattolica, cui invece e' ispirata la produzione scientifica della
    professoressa Palazzani".

    'Appare singolare che, a causa di presunte anomalie di funzionamento del
    Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), Palazzo Chigi ritenga di sostituire i
    vice presidenti del Comitato, i quali, anche se portatori di idee diverse, hanno
    peraltro unanimemente sostenuto fino in fondo il Presidente Casavola'. Cosi'
    Luca Marini, vicepresidente del Cnb, docente di diritto internazionale a La
    Sapienza di Roma e presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL.
    Facendo riferimento alle anomalie di funzionamento del Comitato, attribuite nei
    giorni scorsi al presidente Casavola da alcuni componenti del CNB, Marini
    aggiunge: 'Delle due l'una: o le critiche sono fondate, e allora responsabile e'
    l'intero Ufficio di Presidenza, e in primo luogo il massimo responsabile del
    buon funzionamento complessivo del CNB; o le critiche sono infondate, e allora
    la decisione di sostituire i vice presidenti assume un significato tutto da
    scoprire, anche sotto il profilo del futuro orientamento del CNB'.
    'La realta' - prosegue Marini - e' che quelle critiche erano apparse subito
    prive di fondamento, perch‚ imputavano al Presidente Casavola l esercizio di
    poteri che, secondo il vigente regolamento del Comitato, sono di competenza
    presidenziale. E, infatti, sia l'assemblea plenaria del CNB che il Presidente
    del Consiglio Prodi avevano espresso a Casavola 'solidarieta' e 'soddisfazione'
    per l'attivita' finora svolta dal massimo organo di consulenza del Governo in
    materia di bioetica. La questione, quindi, sembrava chiusa gia' venerdi' 28
    settembre'.
    'Spero che l'annunciata sostituzione dei vice presidenti, se confermata da un
    provvedimento amministrativo - prosegue Marini - non finisca per fare
    addormentare il Comitato, escludendolo dagli sviluppi piu' significativi del
    dibattito bioetico, in linea con l'approccio 'biopoliticamente corretto' che e'
    retrivo e del tutto non idoneo al confronto tra valori e principi. Per il
    momento - conclude Marini - non mi resta che attendere il provvedimento
    amministrativo di sostituzione e di leggerne le motivazioni, per poi decidere le
    iniziative piu' opportune da intraprendere non soltanto a tutela della mia
    dignita' e professionalita', ma anche per contrastare eventuali derive del CNB'.

    "E' una misura sbagliata e vessatoria che non rasserenera' il clima interno", e'
    il commento a caldo di Demetrio Neri che con Gilberto Corbellini e Carlo
    Flamigni ha pesantemente criticato le modalita' di gestione del Cnb. "Le nostre
    critiche, mai discusse, non erano affatto dirette ai tre vice-presidenti ne'
    allo stesso Presidente Casavola: al nostra era una richiesta di discussione e
    confronto su alcuni episodi e fatti reali".
    E Neri aggiunge: "si sono ritenuti colpevoli di cosa i tre vice presidenti
    rimossi? Quali le loro colpe? Mistero fitto: una decisione incomprensibile,
    senza logica alcuna". Eppure deve pur esserci una ragione se i tre sono stati
    cacciati senza neanche la comunicazione ufficiale: forse perche' deboli?.
    "Si', forse come sempre accade nella politica italiana, si colpisce l'anello
    piu' debole e si tralascia il resto che conta di piu'. E' un modo un po'
    meschino di agire".

    "L'incapacita' assoluta dell'attuale Comitato nazionale di bioetica (Cnb) di
    adempiere le proprie funzioni - in particolare quelle di dibattito e
    divulgazione anche pubblica dei temi della bioetica - avrebbe dovuto piuttosto
    suggerire una sostituzione del presidente, che ha finora interpretato il proprio
    ruolo come quello di esegeta e apologeta delle esternazioni vaticane". E' aspro
    il commento di Marco Cappato, eurodeputato radicale e segretario Associazione
    Coscioni dopo la sostituzione dei vicepresidenti del Cnb ufficializzata questo
    pomeriggio.
    "I vicepresidenti - dice Cappato in una nota - sono stati sostituiti come capro
    espiatorio di responsabilita' non loro. Sarebbe ora necessario un dibattito
    parlamentare per discutere della necessaria riforma del Cnb, per sottrarlo alle
    crociate ideologiche dei clericali".

    Dichiarazione del 29 settembre di Donatella Poretti (Rnp):
    La riunione del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb) investito dalle critiche di
    tre suoi componenti: Carlo Flamigni, Demetrio Neri e Gilberto Corbellini che in
    una lettera contestavano le modalita' di gestione del Presidente, Francesco
    Paolo Casavola, e' emblematica. I tre presenti alla abituale riunione plenaria
    del venerdi' di ogni fine mese se ne sono andati attorno alle 14 e solo dopo si
    sarebbe discusso della loro lettera con una introduzione di Casavola. La
    discussione e' terminata con la riconferma della 'fiducia' piena al Presidente,
    che aveva precedentemente minacciato le dimissioni.
    Il luogo che doveva essere il punto di incontro di diverse visioni del mondo e
    della vita, il luogo in cui scienza, filosofia e religioni avrebbero dovuto
    impegnarsi per trovare punti di contatto, rischia di divenire il luogo in cui
    imporre "un" pensiero e "una" visione del mondo.
    Assicurarsi dell'assenza di alcuni componenti per trovare una maggioranza, un
    unanimismo, e' sintomo non di volonta' di confronto, ma di scontro e di
    imposizione di una etica.
    E' il Comitato nazionale di Bioetica o il Comitato per una Bio-Etica di Stato?
    Chi ha a cuore i temi importanti di cui viene investito il Cnb, i temi della
    vita e della morte, della malattia e della medicina, deve chiedersi se ha ancora
    senso mantenere in vita il Comitato nazionale della Bioetica, cosi' com'e' oggi.

    Una interrogazione urgente, in Commissione Affari sociali alla Camera, per
    chiedere al Governo di conoscere le ragioni delle modifiche dell'ufficio di
    presidenza del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e i criteri seguiti per
    designare le tre nuove proposte. A presentarla sono Katia Zanotti e Lalla
    Trupia, deputate di Sinistra democratica.
    Le due parlamentari della maggioranza sottolineano che "la decisione e' stata
    preceduta da alcune circostanze inquietanti. La notizia del cambio dei tre
    vicepresidenti, gia' nei giorni precedenti, era stata annunciata da alcuni
    giornali e comunicati stampa. Lo scorso 4 ottobre, in un comunicato della
    presidenza del Consiglio, si leggeva che Romano Prodi, incontrando il presidente
    del Cnb Francesco Paolo Casavola, aveva 'accolto il suggerimento di effettuare
    modifiche all'attuale composizione dell'ufficio di presidenza del Cnb', e gli
    aveva espresso la sua solidarieta'".
    Le anomalie evidenziate da Zanotti e Trupia non finiscono qui.
    "All'interno del Cnb - prosegue la nota congiunta - questioni di natura
    procedurale avevano portato tre insigni esponenti del Comitato a indirizzare al
    presidente Casavola una lettera, anche questa pubblicata sulla stampa, nella
    quale accusavano le 'modalita' di gestione' del Cnb e le scelte operate dal
    presidente sempre a favore di esponenti del comitato Scienza e vita,
    penalizzando valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la stessa
    dignita' culturale e politica di quelli che il presidente della Comitato di
    bioetica tende a privilegiare".

    "Stigmatizziamo le modalita' con cui la presidenza del Consiglio ha provveduto a
    destituire i vicepresidenti del Comitato nazionale di bioetica (Cnb)".
    Il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte', interviene sul cambio di
    vicepresidenti ufficializzato ieri con una nota.
    "E' un fatto assai grave - dice Volonte' in una nota - perche' se da una parte
    questi ultimi sono stati informati della loro rimozione dopo che la notizia era
    gia' nota agli organi di stampa, dall'altra da questo Governo giunge un segnale
    evidente delle pressioni a cui e' stato sottoposto il medesimo Comitato dal
    giorno della nomina dei componenti".
    Il parlamentare esprime "totale stima al presidente, Francesco Paolo Casavola,
    ma anche al vicepresidente Luca Marini per la correttezza con la quale ha sempre
    operato". E allo stesso tempo chiede che "la presidenza del Consiglio renda noti
    i criteri seguiti per la nomina dei nuovi componenti. E soprattutto - conclude -
    valuti con attenzione i casi di presunta incompatibilita' e conflitto
    d'interessi dei professori Elena Cattaneo e Carlo Flamigni".

    'Sono sinceramente dispiaciuta e colpita da questa vicenda': e' il commento del
    ministro per i diritti e le pari opportunita', Barbara Pollastrini, a proposito
    del rimpasto all'interno del Comitato Nazionale di Bioetica.
    'Conosco il valore delle due scienziate e dello scienziato rimossi - afferma il
    ministro - conosco la loro integrita' e la loro deontologia. Inquieta che in un
    luogo che dovrebbe essere una certezza di dialogo e di equilibrio per tutti noi,
    possano esserci incomprensioni profonde'.
    'Non sono in discussione prosegue le qualita' di coloro che sono stati nominati
    vicepresidenti, ma rimane in me il grande rammarico per quanto accaduto'.
    Infine, un auspicio: 'mi auguro conclude la Pollastrini che possa intervenire
    una chiarificazione utile a tutti'.

    In un editoriale sull'Unità dal titolo "Comitato o tribunale?" Carlo Flamigni
    entra nel merito dello scontro innescatosi all'interno del Comitato Nazionale di
    Bioetica: "Un forte clima di tensione che stenta a stemperarsi per la sola
    ragione che nessuno parla direttamente al proprio interlocutore - scrive il
    componente del Comitato ed esperto di fecondazione assistita -: ho letto in
    questi giorni dichiarazioni villane, accuse bizzarre, solidarietà improprie e
    posso solo augurarmi che questo clima piuttosto isterico ceda al buonsenso prima
    della prossima plenaria di ottobre". "Come contributo personale - aggiunge -,
    non entrerò in merito e aspetterò che il problema venga affrontato e discusso
    nella sede appropriata.
    A mio personale avviso, però, il nodo che il CNB deve sciogliere non riguarda la
    bravura del Presidente nell'affrontare i problemi, i litigi dei vicepresidenti o
    il quesito (irrisolvibile) dell'appartenenza mia, di Demetrio Neri e di Gilberto
    Corbellini alla sinistra radicale o a quella post-comunista. Il problema, molto
    più antico, riguarda il profondo disaccordo che ancora sussiste a proposito dei
    reali compiti del Comitato". "Il CBN - continua - non è un una istituzione
    elettiva: Presidenti e membri vengono scelti dalla Presidenza del Consiglio dei
    Ministri, ragione per cui le maggioranze interne che si formano sono del tutto
    casuali. Fino ad oggi queste maggioranze sono state tutte cattoliche e sappiamo
    tutti il perché. Il comitato ha davanti a sé due scelte: può comportarsi da
    'piccolo parlamento' o da tribunale che giudica le scelte in campo etico e alla
    fine propone la soluzione giusta. In alternativa può comportarsi come un
    laboratorio, prospettando la varie posizioni esistenti sui differenti problemi.
    Il 'Comitato tribunale' è costretto a votare perché deve dare alla politica un
    parere di maggioranza. Ciò è sbagliato, a mio avviso, per due motivi: perché
    crea graduatorie tra le diverse etiche, cosa improbabile in un paese laico; la
    seconda ragione per cui è assurdo stabilire la morale giusta a colpi di
    maggioranza riguarda la casualità con la quale questa maggioranza si forma,
    conseguenza del fatto che la scelta dei membri del CNB non risponde a nessuna
    regola di democrazia".

    La onlus Consulta di bioetica augura ai tre nuovi vicepresidenti del Comitato
    nazionale di bioetica (Cnb) "un lavoro proficuo e costruttivo per ristabilire
    una situazione che attualmente è difficile e incrinata".
    L'organismo esprime "la propria solidarietà ai tre vicepresidenti che sono stati
    defenestrati ingiustamente e senza motivo. In attesa di conoscere le ragioni che
    hanno portato il presidente Casavola a chiedere la loro sostituzione - si legge
    in un comunicato a firma del presidente Maurizio Mori - la Consulta di bioetica
    afferma che questa decisione unilaterale presa dal presidente rivela lo stile
    dittatoriale assunto da Casavola stesso, che porta a comportamenti che fanno
    credere che il presidente possa usare il Cnb per divulgare le proprie posizioni
    cattoliche".
    "La Consulta è stupita che il presidente Prodi abbia accolto la richiesta di
    Casavola", prosegue la nota: "Avevamo espresso apprezzamento per il nuovo clima
    culturale instaurato sui temi della bioetica all'inizio della legislatura, ma
    dobbiamo ora rilevare una pericolosa involuzione e sudditanza alle posizioni
    vaticane".




    - Usa. Creato cromosoma completamente sintetico
    Craig Venter, presidente del J. Craig Venter Institute, ha compiuto un altro
    passo in avanti verso la vita artificiale: utilizzando la stessa tecnica gia'
    resa nota alcuni mesi fa su Science, ha creato un cromosoma completamente
    sintetico. Questa la novita' di cui lui stesso ha parlato dalle pagine del
    quotidiano britannico Guardian: la prima forma di vita parzialmente artificiale,
    sempre prodotta da Venter, era stato un batterio ed era stato il primo essere
    vivente ad avere ricevuto un Dna con una componente artificiale di due soli
    geni.
    Ora invece il nuovo batterio ha un intero cromosoma con 381 geni sintetici.
    Venter si era anche 'esercitato' inserendo in un microrganismo, come nelle
    scatole cinesi, il dna di un'altra specie.
    Si aprono cosi' nuovi scenari nelle sfide della ricerca genetica: batteri
    riprogrammati geneticamente in modo da diventare spazzini capaci di
    decontaminare terreni invasi da rifiuti tossici, oppure trasformati in fabbriche
    di farmaci; ma anche nuove tecniche per ottenere cellule staminali senza passare
    per l'embrione; e scenari completamente nuovi nella clonazione animale Il
    cromosoma di sintesi che Venter e la sua equipe di una ventina di scienziati
    sono riusciti a realizzare replica componenti essenziali del Dna del batterio
    Mycoplasma Genitalium, ed e' stato battezzato dai suoi creatori Mycoplasma
    Laboratorium. Nella tappa finale del processo, ha spiegato lo stesso scienziato
    dalle pagine del Guardian, sara' inserito in una cellula vivente di cui dovrebbe
    'assumere il controllo', diventando cosi' in sostanza una nuova forma di vita.

    Dalla comprensione di come funzionano i mattoni della vita a nuove tecniche per
    la produzione di farmaci, le applicazioni degli studi di Craig Venter sul genoma
    artificiale sono fondamentali. Ne e' convinto Giuseppe Novelli, genetista
    dell'universita' di Tor Vergata di Roma.
    'Gli studi di Venter sono molto importanti - spiega Novelli - il suo obiettivo,
    in parte gia' raggiunto a quanto sembra dall'annuncio, e' riuscire trasferire un
    po' alla volta il genoma all'interno dei batteri, e vedere come i singoli geni
    si attivano. Questo e' fondamentale per capire le funzioni delle singole
    porzioni di Dna, e anche per stabilire il minimo genoma necessario ad attivare i
    primi processi vitali. Questo tipo di studi si fa tradizionalmente 'spegnendo'
    un pezzetto alla volta del genoma, ma e' un procedimento complesso e limitato'.
    Secondo Novelli le applicazioni pratiche saranno molte appena la tecnica verra'
    messa a punto:'I batteri artificiali prodotti da Venter fanno solo le cose che
    'dice loro di fare' il Dna artificiale. Questo significa che possiamo
    costringerli a fare quello che vogliamo noi, come ad esempio produrre
    determinate sostanze da utilizzare poi come farmaci. Questo gia' si fa ad
    esempio con l'insulina, ma quella e' una sostanza prodotta dal batterio insieme
    ad altre centinaia. Con i batteri artificiali le possibilita' sono molto
    maggiori'.
    Il microrganismo risultante non esiste in natura, e per questo viene definito
    artificiale.
    Sono gia' sorte le prime polemiche da parte di alcune organizzazioni bioetiche,
    secondo cui questa tecnica nasconderebbe dei rischi se usata, ad esempio, per
    produrre armi batteriologiche:'Sono i soliti signori che hanno paura del futuro
    - ribatte Novelli - ricordo che quando vent'anni fa si scoprirono le tecniche
    del Dna ricombinante ci furono le stesse polemiche, ma questo metodo ci ha dato
    solo dei farmaci che salvano vite umane. C'e' sempre chi grida 'al lupo al
    lupo', ma sono le solite persone che vogliono che torniamo al medioevo'.

    "Abbiamo in mano una bomba biologica, siamo gia' nel campo della creazione
    elementare, con un potenziale altissimo il cui controllo e' pero' ancora tutto
    da vedere". Cosi' il professor Bruno Dallapiccola, ordinario di genetica
    all'Universita' La Sapienza di Roma, membro del Comitato nazionale di Bioetica,
    commenta la creazione in laboratorio della vita artificiale realizzata
    dall'equipe di Craig Venter in California attraverso un cromosoma sintetico
    basato sul batterio "Mycoplasma genitalium" ribattezzato "Mycoplasma
    laboratorium".
    "Come ricercatore ne sono ammirato - prosegue Dallapiccola - ma come uomo e
    membro del Comitato di Bioetica, ritengo che questa bomba debba essere
    assolutamente governata e cio' nell'interesse della nostra stessa civilta'.
    Anche se e' utopistico pensare di poter trovare chi stia al di sopra della
    scienza e degli interessi commerciali. Possiamo comunque affermare con assoluta
    tranquillita' - conclude il genetista - che non avremo neanche in un futuro
    lontano una vita umana artificiale perche' ci troviamo di fronte ad una
    creazione unicellulare e comunque chimica. Inoltre le ricadute di questa
    creazione da laboratorio potranno anche essere molto positive per gli uomini;
    infatti attraverso questi genomi si puo' pensare di poter creare ad esempio il
    gene dell'insulina o altre proteine di grandissimo interesse farmacologico".

    Un atteggiamento di apertura verso le opportunita' innescate dalla realizzazione
    in laboratorio di un cromosoma di sintesi, in particolare per il possibile
    sviluppo di microrganismi per produrre a basso costo farmaci o fonti di energie
    alternative. Ma anche un richiamo ai problemi della sicurezza e un 'altola''
    agli scienziati che con le loro scoperte pensano di 'sostituirsi a Dio'.
    Questa la posizione del quotidiano dei vescovi italiani, 'Avvenire'.
    'Ben vengano fonti di energie alternative, per non parlare della possibilita' di
    ottenere farmaci meno costosi!', dice in un editoriale il giornale della Cei
    sulle possibilita' aperte da tale risultato, aggiungendo che 'sarebbe sciocco
    non augurarsi di raggiungere certi traguardi'.
    Per 'Avvenire', pero', 'i problemi sono altri, innanzitutto quelli della
    sicurezza', con 'il pericolo di sviluppare nuovi agenti patogeni, o comunque
    pericolosi per l'uomo', oltre che di 'moltiplicare per mille il problema posto
    attualmente dagli organismi geneticamente modificati, e cioe' la loro intenzione
    con l'ambiente'.
    'Cosa succedera' - si chiede il quotidiano dei vescovi - quando forme di vita
    artificiali, anche semplici come batteri, entreranno in contatto con gli esseri
    viventi naturalmente presenti nel nostro pianeta? Quali modifiche potranno
    portare negli ecosistemi?'.
    I rilievi di 'Avvenire', tuttavia, riguardano soprattutto 'il modo con cui si
    parla di certa scienza'. 'Non si capisce - sottolinea a proposito
    dell'atteggiamento dei ricercatori - perche' il tono debba essere quello di chi
    si mette in concorrenza col Padre Eterno'. 'Come se - conclude il giornale
    dell'episcopato - la partita della scienza non fosse l'eterna sfida fra la
    ragione umana e la possibilita' di comprendere il significato della realta', ma
    il tentativo, finora inutile, di sostituirsi a Chi quella realta' l'ha creata'.

    'Il traguardo di Craig Venter aumenta la conoscenza di base ma non da' risultati
    applicativi diretti, in piu' e' scorretto che se ne dia annuncio in via
    preliminare su un quotidiano, non e' questo il percorso corretto della scienza,
    l'annuncio di Venter e' fuori dalla tradizione della comunita' scientifica e mi
    sembra che ci sia dietro una volonta' di autopromozione'.
    E' il commento scettico di Roberto Defez, biotecnologo all'Istituto di Genetica
    e Biofisica Adriano Buzzati Traverso del CNR di Napoli, alla notizia della
    creazione di un cromosoma completamente sintetico.
    'L'esperimento di Venter e' una grande palestra di esercizi per aumentare le
    nostre conoscenze in questo campo - aggiunge Defez - ma assolutamente non si
    puo' intravedere un'applicazione diretta di questo lavoro'. Potrebbe forse,
    pero' in un futuro lontano, aprire la strada ad altri esperimenti che poi
    avranno delle applicazioni: per esempio, spiega Defez, potrebbe spianare la
    strada verso applicazioni terapeutiche per malattie complesse che dipendono
    dall'azione di numerosi geni come gli scompensi metabolici.
    'Ma - ribadisce l'esperto - mi risulta difficile vederne applicazioni dirette,
    in quanto non abbiamo la capacita' di gestire una tale quantita' di geni, gia'
    e' difficile gestirne 4. E comunque non mi piace che il Guardian dia notizia di
    questo traguardo scientifico prima che lo stesso sia riportato su una rivista
    scientifica o annunciato nei modi canonici alla comunita' degli scienziati nel
    corso di un congresso', conclude Defez, 'tanto piu' che si tratta di un istituto
    di ricerca privato che da' la notizia, quindi dietro l'annuncio shock si
    potrebbe celare la volonta' di farsi autopromozione'.

    Ma quali uomini bionici o artificiali. L'obiettivo finale degli esperimenti di
    Craig Venter, che ha annunciato di aver realizzato un cromosoma sintetico, "e'
    la creazione di staminali di laboratorio. Cellule totipotenti come quelle
    embrionali, ma senza alcun dilemma etico, per avere 'pezzi di ricambio' per
    l'uomo". Parola di Edoardo Boncinelli, genetista dell'ospedale San Raffaele di
    Milano. "Ma prima di raggiungere quel traguardo - spiega all'ADNKRONOS SALUTE -
    potremo ottenere batteri e microrganismi comunque utili. Per esempio capaci di
    digerire sostanze tossiche e veleni o in grado di pulire il mare dal petrolio".
    Boncinelli non ha dubbi: "E' una conquista conoscitiva importantissima quella
    della 'ingegnerizzazione' dei batteri. Di cui - aggiunge - non aver paura. Noi
    scienziati lavoriamo per capire la natura e i suoi segreti. Sono gli altri che
    vogliono sempre sapere quali possibili applicazioni scaturiscono dalle nostre
    scoperte.
    Vogliono sapere cosa si puo' fare - dice ironico - ma poi ne hanno paura". Il
    problema, per il genetista italiano e' un altro. "Questa scoperta e' stata
    compiuta non a caso negli Usa. Oltreoceano infatti ci sono mezzi tecnologici e
    finanziamenti in grado di permettere alla scienza di avere delle possibilita'.
    Qui in Italia - accusa - nonostante ci siano le capacita' umane, non possiamo
    neppure sognarci di seguire il filone di studio aperto da Venter".

    Dal punto di vista scientifico, il risultato raggiunto nei laboratori di Craig
    Venter (Venter Institute, Rockville, Maryland) è veramente notevole. E non
    abbiamo Frankenstein alla porta". E' il commento fatto ad APcom da Angelo
    Vescovi, professore di Biologia cellulare all'Università Bicocca di Milano e
    Direttore del Centro Cellule Staminali di Terni, che verrà inaugurato il 13
    novembre, alla notizia anticipata da "The Guardian", circa la realizzazione, in
    laboratorio, di un "cromosoma batterico sintetico" lungo 381 geni e contenente
    580.000 coppie di basi, ricostruito un pezzettino alla volta come un grande
    puzzle.
    "Si tratta - continua Vescovi - di tecniche che se applicate in modo eticamente
    accettabile possono veramente aprire porte inaspettate allo sviluppo di nuovi
    farmaci, sperimentazioni in ambito biotecnologico sia per la cura di malattie,
    che per la produzione di prodotti che per ora non possiamo neppure immaginare".
    E' chiaro, ha spiegato ancora Vescovi, che si tratta solo del primo passo verso
    lo sviluppo di tecniche di ingegneria genetica che, in futuro, permetteranno,
    addirittura, di costruire interi cromosomi umani e di curare una serie di
    malattie dovute a fragilità o aberrazioni cromosomiche.
    "Si arriverà a creare probabilmente nuove forme di vita elementari - dice
    Vescovi - ma vorrei, in questo senso spegnere quelle paure che potrebbero
    nascere nel grande pubblico che legge una notizia del genere. Non siamo di
    fronte a tecniche di ingegneria genetica che modificheranno la specie umana,
    perché esistono regole etiche e morali da rispettare. Dobbiamo, infatti,
    ricordare, che la scienza deve svilupparsi in un contesto eticamente
    accettabile, ma in questo senso il risultato riportato da Craig Venter, non
    viola nessuna regola , né etica, né morale.
    Ci troviamo di fronte ad una grande scoperta piena di significato".
    Secondo Vescovi la tecnica messa a punto sarà utile anche su altri fonti, come
    ad esempio quello della produzione di energia "se si pensa - spiega - che il
    modo più efficiente per generare energia dalla luce solare è il ciclo della
    fotosintesi, non si può escludere che questa scoperta possa preludere, che
    utilizzando le stesse tecniche, non si possano produrre cellule fotosintetiche
    per applicazioni industriali".
    Ma è sul piano terapeutico che si aprono le speranze: molte patologie genetiche,
    come la sindrome di Down sono legate alla perdita o frammentazione dei cromosomi
    e con le tecniche usate per realizzare il cromosoma sintetico in un futuro
    lontano sarà forse possibile inserire a livello di una singola cellula una copia
    sana.
    "Non dimentichiamo, però, - spiega ancora Vescovi - che i cromosomi umani hanno
    un ordine di grandezza di complessità maggiore dei cromosomi batterici, però
    potrebbe essere possibile in futuro fare interventi di chirurgia genetica.
    Pensiamo, solo ad un intervento di chirurgia genetica a livello di cellule
    staminali adulte, la correzione apportata passerebbe ,successivamente, a tutto
    il tessuto. In questo senso questo risultato estende anche il campo della
    terapia genica in modo inaspettato fino a qualche tempo fa".


    - Usa. Premio Nobel a Mario Capecchi per ricerca su staminali embrionali
    L'italo-americano Mario Capecchi e' tra i vincitori del Nobel per la medicina.
    Nato a Verona nel 1937, ha compiuto settant'anni appena due giorni fa.
    Insieme al collega statunitense Oliver Smithies e al britannico Martin J. Evans
    e' stato premiato per le ricerche sulle cellule embrionali.
    Renato Capecchi era considerato dalla comunita' scientifica internazionale un
    candidato naturale all'assegnazione del Nobel. Emigrato con la famiglia da
    Verona negli Stati Uniti quando aveva appena 7 anni, ha ottenuto i piu'
    importanti riconoscimenti scientifici. Il 12 maggio scorso l'Universita' di
    Bologna lo aveva insignito della Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche.
    La sua tesi di dottorato ad Harvard in biologia molecolare, supervisionata dal
    premio Nobel James D. Watson, verteva sull'analisi dei meccanismi di iniziazione
    e di terminazione della sintesi proteica.
    Capecchi e' diventato famoso per il suo lavoro pionieristico sullo sviluppo del
    'gene targeting' nelle cellule staminali di embrioni murini (ES cells). Questa
    tecnologia e' utilizzata oggi dai ricercatori di tutto il mondo per 'costruire'
    topi con mutazioni inserite in un qualsiasi gene.
    La potenza di questa tecnologia e' tale che il ricercatore puo' scegliere sia
    quale gene mutare che come farlo. In pratica il ricercatore puo' scegliere come
    e quali sequenze di Dna del genoma di topo vuole cambiare e cio' permette di
    valutare in dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o
    nelle fasi successive. Poiche' tutti i fenomeni biologici sono mediati da geni,
    il 'gene targeting' sta avendo una ricaduta importante su praticamente tutti gli
    aspetti della biologia dei mammiferi, inclusi gli studi sul cancro,
    sull'embriogenesi, sull'immunologia, sulla neurobiologia e in pratica su tutte
    le malattie umane.
    Questa tecnologia ha molte applicazioni per la medicina clinica. Infatti
    attraverso di essa si puo' costruire qualsiasi modello di malattia genetica
    umana in animali da laboratorio, studiarne l?evoluzione e verificare l?efficacia
    di potenziali terapie contro la stessa. In un prossimo futuro, poiche' si puo'
    scegliere quale gene modificare e come, nuovi approcci alla terapia genica
    basati sul 'gene targeting' potranno essere usati per correggere un gene
    endogeno difettoso nel tessuto umano appropriato.
    Queste nuove strategie di terapia genica mirate saranno percio' dirette alla
    causa prima della malattia piuttosto che ai sintomi.
    Tra i vari riconoscimenti avuti da Mario Renato Capecchi -da anni cittadino
    statunitense- ci sono il premio Bristol-Myers Squibb (1992); il premio della
    Fondazione Gairdner (1993); il premio Alfred P. Sloan Jr. (1994); il premio
    tedesco per la Bioanalisi molecolare (1996); il premio Kyoto (1996); la medaglia
    Franklin (1997): il premio Rosenblatt (1998); il premio Baxter (1998); il premio
    italiano Premio Phoenix-Anni Verdi (2000); il premio spagnolo Jimenez-Diaz
    (2001); la National Medal of Science (2001), la medaglia John Scott (2002) e il
    premio Wolf Prize (2002/03).
    Laureato al college di Antioch nel 1961, prese il Ph.D. in biofisica ad Harvard
    nel 1967. Nel 1969 divenne assistente della cattedra di biochimica della Harvard
    School of Medicine per passare ad associato due anni dopo. Nel 1973 lascio'
    Harvard per la facolta' di medicina dell'Universita' dello Utah dove ancora oggi
    lavora.
    Capecchi e' dal 1991 membro dell'Accademia nazionale statunitense delle Scienze
    e dell'Accademia europea delle Scienze dal 2002.


    - Usa. Dipartimento immigrazione: oltre 13mila i cervelli italiani che operano
    qui
    Le sue scoperte realizzate studiando e lavorando negli Stati Uniti lo hanno
    portato al premio Nobel e a tagliare nuovi traguardi nella genetica, ma Mario
    Capecchi non e' l'unico 'cervello' nato nel nostro Paese e al lavoro
    oltreoceano. Secondo l'Us Immigration e Naturalization Service americano sono
    infatti circa 13.368 gli italiani ad altissima qualificazione attualmente
    impegnati negli Usa. Di questi 6.179 sono italiani che hanno ottenuto
    l'esclusivo e speciale visto di lavoro H-1B, 1.497 hanno il visto O1 concesso
    solo ai 'lavoratori con straordinarie capacita' o risultati' e 5.692 sono quadri
    industriali di alto livello.
    A tracciare con l'ADNKRONOS lo scenario degli italiani ad altissima
    qualificazione impegnati negli Usa e' l'esperta del Cnr Maria Carolina Brandi
    dell'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del
    Consiglio nazionale delle Ricerche, specializzata di studi sulle migrazioni
    qualificate e autrice anche di diversi studi, tra cui una ricerca Ue, sul 'brain
    drain', quel fenomeno cioe' che indica la perdita di un Paese derivante
    dall'avere investito risorse per formare competenze che poi vengono utilizzate
    da altri.
    Un fenomeno che tocca da vicino l'Italia che, secondo gli ultimi dati Istat, ha
    avuto una perdita totale netta di migliaia di laureati durante il periodo
    1996-2002, tutti italiani ad alta formazione che hanno lasciato il Bel Paese per
    andare a lavorare fuori dai confini nazionali. "Ad oggi, non e' ancora del tutto
    chiaro a quale livello si collochi l'Italia in questo processo. L'emigrazione di
    personale altamente qualificato dall'Italia e', infatti, ancora relativamente un
    fenomeno poco studiato" avverte Brandi. Ma i dati dell'Immigration and
    Naturalization Service statunitense relativi al 2006 parlano chiaro.
    "Gli ultimi dati disponibili -spiega la ricercatrice del Cnr Brandi- mostrano
    che, nel 2006, gli italiani che si trovavano negli Stati Uniti con un visti H-1B
    erano 6.179, ovvero in possesso di permessi temporanei per 'Workers with
    specialty occupations', rilasciati secondo precise regole proprio allo scopo di
    immettere personale qualificato negli Usa su base temporanea, ma che possono
    essere poi prorogati per un tempo anche molto lungo".
    "Bisogna poi considerare -continua Brandi- che i visti H-1B non sono l'unico
    tipo di visto temporaneo che puo' essere utilizzato da lavoratori altamente
    qualificati. A coloro che hanno questo tipo di visto vanno ad esempio certamente
    aggiunti coloro che si trovano negli Stati Uniti con il visto O1, concesso a
    'lavoratori con straordinarie capacita' o risultati'. Ebbene, sempre nel 2006,
    usufruivano di questo speciale visto ben 1.497 italiani".
    "Nello stesso anno, -prosegue ancora- si trovavano inoltre negli Usa a seguito
    di 'trasferimenti interni alle imprese', e quindi con visti L1, altri 5.692
    italiani che si puo' ragionevolmente supporre fossero quadri industriali di alto
    livello, dato che coloro che si recano in Usa per semplice 'addestramento
    industriale', e cioe' in possesso di un visto H3, quell'anno alcune decine".
    Sempre piu' 'cervelli' italiani negli Usa, ma perche'?
    "Gli Usa -spiega Brandi- sono sempre state una delle destinazioni preferite dai
    migranti ad alta qualificazione, che sono attratti in questa nazione sia dalle
    buone prospettive di lavoro ad alto livello, che da una specifica politica del
    governo statunitense che tende ad incentivare questo tipo di immigrazione per
    sopperire alla sempre crescente richiesta, da parte dell'economia del paese, di
    lavoro intellettuale, che il sistema universitario americano non riesce ormai a
    coprire".
    Lavoro ma non solo. Gli italiani vanno anche a studiare all'estero in
    percentuale sempre crescente tra gli universitari.
    Secondo i dati Ocse pubblicati nel 2006 nel rapporto 'Educational a glance'
    (dati 2004), sono infatti 44.892 gli studenti italiani universitarti che
    studiavano nel 2006 all'estero, di cui 39.020 si sono trasferiti in Paese Ocse.
    Ed e' la Germania il Paese europeo maggiormente scelto dagli studenti
    universitari italiani per la propria formazione accademica. A studiare in
    Germania nel 2006 erano 8.111 universitari del Bel Paese.
    "Dall'analisi delle cancellazioni dalle anagrafi italiane per emigrazione
    all'estero risulta che, tra il 1996 ed il 2002, in media hanno lasciato l'Italia
    3.300 laureati all'anno. Questa cifra -conclude Brandi- corrisponde all'incirca
    alla somma di tutti gli studenti che si sono laureati all'Universita' di Roma
    'La Sapienza', all'Universita' di Bologna e all'Universita' di Padova nel 2005.
    In altre parole, la situazione attuale e' equivalente al fatto che tre delle
    maggiori universita' italiane lavorino solo per formare competenze che poi
    vengono utilizzate esclusivamente da paesi stranieri".


    - Usa. Buone prospettive per il cuore
    Tratto dal quotidiano La Nacion del 23 settembre 2007

    "Siamo a cinque o sei anni di distanza dall'approvazione delle terapie cellulari
    negli Stati Uniti, che si tratti di un prodotto o di un procedimento. E
    probabilmente le prime le avremo per casi di necessita' disperata, per pazienti
    con insufficienza cardiaca", ritiene il dottor Marc Penn, direttore del
    Laboratorio di Sperimentazione Animale della prestigiosa Cleveland Clinic.
    Le terapie cellulari, cui fa riferimento, non sono ne' piu' ne' meno che quelle
    che impiegano cellule staminali o stem cells, alle quali s'attribuisce la
    capacita' di convertirsi in qualunque tipo di cellule dell'organismo e su cui si
    fondono tante promesse, persino temerarie, per curare malattie finora rimaste
    senza risposta. Ma qui Penn introduce un chiarimento sulla reale utilita'
    terapeutica. "I primi studi suggerivano l'esistenza di vari tipi di cellule
    staminali che si trasformavano in cellule cardiache" -nota. "Le informazioni
    piu' recenti indicano che non e' la verita', benche' resti assodato che se uno
    inserisce delle cellule staminali nel cuore, queste liberano degli elementi nei
    tessuti cardiaci che permettono al muscolo e alle cellule del cuore di
    sopravvivere a un attacco cardiaco".
    "Attualmente esiste una controversia sulla possibilita' di differenziazione
    delle cellule staminali progenitrici estratte dal midollo osseo in cellule del
    cuore", aggiunge il dottor Mariano Albertal del Dipartimento di Ricerca
    dell'Istituto Cardiovascolare di Buenos Aires (ICBA). Resta il fatto che ci sono
    alcuni tipi di cellule staminali che hanno mostrato d'agire come era stato
    ipotizzato. "Le cellule staminali ematopoietiche, che si trasformano in nuovi
    vasi sanguigni e liberano fattori positivi per il cuore, e le cellule staminali
    mesenchimali, che si trasformano in cellule strutturali del cuore", elenca Penn.
    Quali saranno i primi pazienti che potranno beneficiare di terapie con le
    cellule staminali? "Il vero approccio per comprendere il potenziale delle
    cellule staminali e' la prevenzione e il trattamento dell'insufficienza
    cardiaca", risponde Penn. "Ed e' chiaro che sono i cardiopatici con un danno
    significativo al cuore a beneficiarne di piu'". Penn segnala i due ostacoli che
    occorre superare prima che i trattamenti possano essere sperimentati. Il primo:
    con alcuni tipi di cellule staminali, come i mioblasti del tessuto muscolare
    scheletrico, alcuni pazienti sviluppano una certa instabilita' elettrica nel
    proprio cuore. Inoltre, Penn segnala la necessita' di elaborare modalita' di
    trattamento per cui non sia necessario utilizzare cellule staminali dello stesso
    paziente, giacche' cio' richiede anche delle settimane. "Abbiamo bisogno di
    qualcosa di semplice, che si possa somministrare a qualunque ora, poiche'
    sappiamo che i pazienti colpiti da infarto si presentano nelle 24 ore del
    giorno, nei 7 giorni della settimana"- dice. "Per questo e' importante poter
    contare su cellule (staminali) di donatori".
    Penn prevede d'iniziare presto uno studio che impiega cellule staminali di
    donatori nel trattamento dell'infarto. "Abbiamo la speranza d'essere pronti per
    l'inizio dell'anno", aggiunge, e ricorda che attualmente la sperimentazione con
    le cellule staminali non e' limitata alla cardiologia. "Ci sono studi sulle
    lesioni polmonari, le lesioni renali, del fegato, del pancreas, sul diabete e in
    neurologia. In realta', tutti gli organi vengono studiati da questa
    prospettiva".

    (Traduzione di Rosa a Marca)


    - Spagna. Congresso su terapie antinvecchiamento e cellule staminali
    Il VI Congresso Internazionale di Medicina Antinvecchiamento e Longevita' si e'
    svolto a fine settembre a Barcellona, con 350 specialisti di tutto il mondo. Le
    novita' piu' significative illustrate dagli esperti sono state le terapie basate
    sulle cellule staminali del paziente che si sottopone a trattamenti estetici o
    antinvecchiamento. Si tratta di interventi capaci di ripristinare la tonicita'
    della pelle e che consentono d'evitare il costante ricorso al lifting o a
    operazioni piu' invasive. Il presidente della Societa' venezuelana di medicina
    antinvecchiamento, Juan Carlos Mendez, ha spiegato che il trattamento e' in
    applicazione da oltre un anno in Venezuela -ma non e' autorizzato in Spagna- e
    consiste nell'iniettare collagene e fibre elastiche, reticolari e acido
    ialuronico provenienti dallo stesso paziente.


    - Italia. Milano. Workshop Stem Cell Technology, 25 novembre 2007
    Abbiamo ricevuto la seguente segnalazione:

    Workshop StemCell Technology - 25/09/2007
    La Voden Medical in collaborazione con la StemCell Technology è lieta di
    invitarvi al Workshop che si terrà c/o il Centro Congressi S. Raffaele il 29
    Novembre 2007, dal titolo "Stem cells: saggi clonogenici e controlli di
    qualità". Il corso è gratuito, scrivi a [email protected] per ricevere il
    modulo di iscrizione oppure scaricalo dalla sezione download:
    http://www.vodenmedical.com/public/downloa...ndina%20HSR.pdf


    - Usa. Michigan. Campagna della Conferenza cattolica contro la ricerca con
    staminali embrionali
    I cattolici del Michigan riceveranno presto del materiale informativo sulla
    ricerca con le staminali, firmato dalla Conferenza cattolica dello Stato, in cui
    vi sara' spiegato che la ricerca con le staminali adulte e' etica, mentre quella
    con le embrionali distrugge la vita.
    La campagna informativa, chiamata "Finanziare le cure e proteggere la vita",
    consistera' nella distribuzione di Dvd e pamphlet a oltre mezzo milione di
    cattolici. Le 800 parrocchie dello Stato, inoltre, si attiveranno direttamente
    con i propri fedeli.
    Il Michigan ha vietato la clonazione umana di ogni tipo nel 1998. Da allora
    diversi scienziati dello Stato chiedono la legalizzazione della clonazione
    terapeutica, anche conosciuta come trasferimento nucleare delle cellule
    somatiche. I sostenitori della ricerca con le staminali anche embrionali stanno
    anche organizzando un referendum per il 2008 per permettere l'estrazione di
    cellule da embrioni sovrannumerari crioconservati.
    I Dvd della Conferenza cattolica mostrano due pazienti che soffrono di lesioni
    al midollo spinale curati con cellule staminali adulte. Paul Long, responsabile
    per le politiche sociali della Conferenza, ha detto che la campagna ha lo scopo
    di contrastare "l'entusiasmo per la ricerca con le staminali embrionali che ha
    oscurato la vera speranza" riposta nella ricerca con le staminali adulte.


    - Usa. Hillary Clinton: mettero' fine alla guerra di Bush contro la scienza
    La favorita alla corsa per la Casa Bianca, la democratica Hillary Clinton, ha
    giurato che una volta eletta eliminera' le restrizioni sulla ricerca con le
    staminali embrionali volute dal presidente George W. Bush nel 2001.
    Clinton ha accusato l'Amministrazione Bush di aver "dichiarato guerra alla
    scienza", iniettando le sue convinzioni politiche nelle decisioni che riguardano
    salute e ambiente, come ad esempio aver limitato il ricorso ai contraccettivi
    senza ricetta medica e aver minimizzato l'impatto dei cambiamenti climatici.
    "Quando saro' presidente, mettero' fine a questo assalto alla scienza", spiega
    il senatore di New York ed ex first lady alla prestigiosa Carnegie Institution
    for Science. "L'America sara' nuovamente una nazione per l'innovazione".
    A giugno Bush aveva posto il suo secondo veto ad una legge approvata dal
    Congresso che avrebbe eliminato i vincoli sul finanziamento federale alla
    ricerca con le staminali embrionali. Nonostante il sostegno di molti
    repubblicani, il Congresso democratico non ha i numeri per superare il veto -e'
    necessaria una maggioranza di due terzi.
    "Eliminero' l'attuale divieto sull'etica della ricerca con le cellule
    staminali", ha detto Clinton. "Il divieto del presidente sul finanziamento della
    ricerca con le staminali e' un divieto sulla speranza. A causa di questo
    divieto, "alcune delle nostre menti piu' brillanti vanno all'estero a fare
    ricerca".
    Anche il candidato repubblicano favorito, l'ex sindaco di New York Rudy
    Giuliani, e' da sempre favorevole alla ricerca.


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  5. LARETTA
     
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    Bisogna leggerselo con calma ^_^ ...
     
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  6. Sym
     
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    User deleted


    laretta potresti per piacere se riesci farmi una cortesie?
    Riesci a togliere dal titolo il numero?
    cosi senza parire ogno volta un tread poso uno dietro l'altro?
    Grazie^^
     
    .
  7. Sym
     
    .

    User deleted


    ARTICOLI
    - Conferma Garaci all'Iss. Decisione incomprensibile, ministro faccia luce su
    finanziamenti alle staminali
    Il Consiglio dei Ministri ha riconfermato per un triennio il professor Enrico
    Garaci, di Scienza e Vita (ovviamente) a Presidente dell'Istituto Superiore di
    Sanita'. Decisione incomprensibile. Invece di dare un segno di discontinuita'
    dai precedenti governi in direzione della laicita' - ricordo che Garaci e'
    Presidente dell'ISS dal 2001 ed e' stato confermato per la terza volta - il
    Ministro, riconfermandolo, ha dimostrato di non aver minimamente considerato le
    critiche politiche e di merito emerse da piu' parti, oltre al parere negativo
    espresso dalla commissione Igiene e Sanita' al Senato.
    La presidenza di Garaci tutto e' stata meno che trasparente: a 6 anni di
    distanza e due interrogazioni (1) presentate, ancora non e' chiaro che fine
    hanno fatto i 7,5 milioni di euro alla ricerca con le cellule staminali adulte e
    il modo in cui sono stati assegnati i finanziamenti. La commissione e la
    "spartizione" di denaro pubblico avvenne grazie a un regolamento che prevedeva
    che chi chiedeva i finanziamenti era anche chi decideva a chi destinarli. Una
    volta venuta alla luce la vicenda ad opera di ricercatori finanziati da quel
    bando, per tutta risposta dal sito Internet dell'ISS venne cancellato qualsiasi
    riferimento. Il 13 novembre scorso Garaci, interpellato da una giornalista sulla
    vicenda ha risposto dicendo, tra l'altro, che: "Gli altri bandi sono stati
    assegnati, ma attendiamo che arrivino i finanziamenti stanziati dalle precedenti
    finanziarie". Risposta incredibile se si pensa che alle interrogazioni
    presentate mi e' stato risposto che i finanziamenti sono stati chiusi per
    esaurimento fondi.
    Ma e' da qualche settimana, e la rivista Nature lo conferma, chesi parla di un
    vero malcontento diffuso dei ricercatori italiani per il modo con cui sono stati
    assegnati e sembra saranno assegnati i finanziamenti per la ricerca sulle
    cellule staminali. Garaci, infatti, non sembra intenzionato ad adeguarsi ai
    metodi utilizzati a livello internazionale di peer review system, che implicano
    il coinvolgimento di revisori terzi e indipendenti. Sono stati proprio tre
    illustri ricercatori italiani a livello mondiale -Elena Cattaneo, Paolo Bianco e
    Ranieri Cancedda- ad aver inviato una lettera al Ministro della Salute per
    denunciare il mancato utilizzo di questo metodo per i finanziamenti di 3 milioni
    di euro per la ricerca sulle malattie rare e sulle cellule staminali previsti
    nella Finanziaria 2007.
    A sostegno delle richieste dei tre ricercatori insieme ai deputati Radicali
    della Rosa nel Pugno ho depositato un'interrogazione (2) al ministro della
    Salute a cui oggi, vista l'enorme fiducia riposta dal ministro in Garaci,
    diventa ancora piu' urgente rispondere per chiarire, una volta per tutte, le
    vicende dei finanziamenti alla staminali e la responsabilita' dell'ISS.

    (1) l'interrogazione 5-00014: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=18
    l'interrogazione 5-01349: http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=587
    (2) http://www.donatellaporetti.it/intg.php?id=729
    di Donatella Poretti


    -------------------
    - Nobel Capecchi sulla ricerca con le staminali embrionali
    Lo scienziato dell'Universita' statale dello Utah e premio Nobel per la
    Medicina, Mario Capecchi, ha avuto una vita avventurosa. Altrettanto
    spettacolare e' il contributo che ha dato alla scienza -oltre che molto
    promettente per l'umanita'. Grazie alle sue scoperte, sono stati creati topi
    geneticamente modificati con cui e' possibile far luce su numerose malattie.
    "Letteralmente ogni malattia puo' avvantaggiarsene, dai complicati disturbi
    neuropsichiatrici fino al cancro e al diabete", dice Capecchi. "Il vantaggio dei
    topi e' che negli esseri umani non si possono fare analisi retrospettive. Nella
    persona non si puo' viaggiare a ritroso, mentre nei topi si', si puo' analizzare
    nei dettagli lo sviluppo delle malattie durante il concepimento e dopo la
    nascita". Altro vantaggio, sostiene, "e' che una volta capita una malattia si
    possono utilizzare i topi per sviluppare delle terapie. Fare esperimenti di
    terapie o di medicinali in persone umane e' estremamente caro".
    Il futuro delle sue scoperte gli appare brillante. I modelli di topi
    geneticamente modificati stanno continuamente migliorando e "saranno utilizzati
    nei prossimi cento anni per qualunque malattia". Capecchi e' decisamente
    favorevole alla ricerca con le cellule staminali embrionali, un percorso di
    studio che il presidente Bush ha neutralizzato con il suo veto presidenziale
    perche' lo giudicava "immorale". "Credo che quando cambiera' l'Amministrazione
    Bush, in Usa si potra' fare ricerca in questo campo". Anche perche' "c'e' un
    dibattito etico dalla prospettiva degli stessi pazienti". Sia il Senato sia la
    Camera dei Rappresentanti hanno approvato una norma che e' rimasta nel limbo.
    L'ottimismo del ricercatore poggia su tre ragioni. "In primo luogo, esiste un
    grande potenziale per questo tipo di terapie: Parkinson, Alzheimer, diabete, e
    in generale ne puo' beneficiare qualunque malattia in cui le cellule siano state
    distrutte". Nello stesso tempo, "molti embrioni vengono generati tramite la
    fertilizzazione in vitro che e' sempre piu' diffusa. E in questi processi si
    producono numerosi embrioni, molti dei quali sono condannati a finire nel bidone
    della spazzatura". Infine, "la popolazione nordamericana la vede come cosa
    positiva: circa il 70% e' favorevole alla ricerca con gli embrioni".
    La sperimentazione sugli animali e' materiale infiammabile di questi tempi. Ma
    Capecchi la vede come un male minore. "Se ci fossero altri modi di fare
    esperimenti, dovremmo utilizzarli. Tutta la vita e' sacra e non la si puo'
    banalizzare". Pero', al giorno d'oggi, "non abbiamo le conoscenze per fare
    esperimenti virtuali". In 20 o 30 anni si potranno migliorare gli attuali
    procedimenti. Al momento si puo' lavorare solo con i mezzi che ci sono. "La
    gente deve dire con quali pratiche si sente piu' a suo agio, comunque penso che
    la ricerca animale sia una necessita'".
    Mario Capecchi non condivide affatto l'affermazione polemica di James Watson,
    co-scopritore della doppia elica del Dna, secondo cui i bianchi sarebbero piu'
    intelligenti dei neri. Dice Capecchi: "Lui sa che non esiste una base
    scientifica per affermarlo". Pero' non vuole rinfocolare le polemiche. "Credo
    che stesse cercando di esplorare certe idee e, in qualche modo, le sue opinioni
    sono state esagerate dalla stampa". "Quel che e' certo, e' che oggi non abbiamo
    gli strumenti per definire quello che vogliamo chiamare intelligenza. Ci sono
    diversi tipi d'intelligenza. C'e' gente molto brava nell'arte, altri nella
    scienza o nel commercio...". "Dire che una razza e' piu' intelligente di
    un'altra non ha fondamento scientifico. Per esempio, quando s'analizzano le
    differenze razziali, le disuguaglianze dentro lo stesso gruppo sono molto
    maggiori che non tra i gruppi", dichiara. "Se si danno delle opportunita' a un
    bambino, indipendentemente dalla sue origini, prosperera'". Capecchi sa quel che
    dice. La sua infanzia si trasformo' in un incubo quando i nazisti arrivarono in
    Italia. Sua madre, una poetessa che aveva scritto degli opuscoli antifascisti,
    fu presa dalla Gestapo e portata in campo di concentramento a Dachau, non in
    quanto ebrea, ma per il suo essere ribelle. Capecchi aveva cinque anni e si
    ritrovo' solo. Il primo anno lo trascorse con dei contadini, che lo scacciarono
    di casa una volta finiti i soldi per il suo mantenimento. In seguito si uni' a
    una banda di ragazzini che vagava tra Bolzano e Verona e rubava. Sua madre, che
    sopravvisse ai campi di concentamento, lo trovo' e lo porto' negli Stati Uniti.
    "Gestisco il problema dell'infanzia cercando di non pensarci troppo. Appartiene
    al passato, e non possiamo fare nulla per cambiare il passato". Nonostante
    tutto, la sua infanzia l'ha arricchito: "le esperienze dure ti fanno piu'
    resistente e fino a un certo punto rendono la mente piu' aperta".
    di Juan Llobell
    (Tratto dalla rivista online Expansion.com; traduzione di Rosa a Marca)


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    NOTIZIE

    - Sud Corea. Ricercatore: fra cinque anni cureremo il morbo di Parkinson
    Secondo un ricercatore svedese, entro cinque anni sara' possibile curare il
    morbo di Parkinson attraverso cellule staminali.
    Il quotidiano Korea Times ha riportato che Olle Lindvall, docente presso
    l'Universita' di Lund in Svezia, in visita a Seoul lo scorso 15 novembre per un
    simposio sulla ricerca con le staminali, avrebbe annoverato il Parkinson fra le
    malattie curabili a breve. Entro cinque anni potrebbero infatti partire le prime
    sperimentazioni cliniche, a cui stanno gia' lavorando numerosi laboratori. La
    questione e' legata alla produzione di cellule di dopamina da diversi tipi di
    cellule, anche animali.
    Il professore ha detto di aver tentato il trapianto nel cervello di cellule
    dopaminiche estratte da feti umani ed aver riscontrato la loro abilita' a
    sopravvivere e sostituire le cellule danneggiate.
    Secondo il ricercatore, altri studi hanno dimostrato la capacita' delle cellule
    staminali di limitare gli effetti della malattia. Ma con la sua ricerca,
    l'obiettivo e' la cura totale.


    - Usa. California. Ex presentatrice tv a capo della commissione di controllo sui
    fondi alla ricerca con le staminali
    L'ex presentatrice dello show televisivo "Entertainment Tonight", Leeza Gibbons,
    e' stata nominata dal Governatore Arnold Schwarzenegger a capo della commissione
    di controllo dell'agenzia californiana sulla ricerca con le cellule staminali.
    Gibbons, la cui madre e' malata di Alzheimer, ricoprira' il posto destinato alle
    associazioni di malati della stessa malattia nella Independent Citizens
    Oversight Committee.
    Nel 2002, Gibbons e famiglia avevano fondato la Leeza Gibbons Memory Foundation,
    una fondazione no-profit dedicata alla malattia della madre. Il suo nuovo ruolo
    non paghera' quanto quello di star televisiva: circa cento euro per diem.
    La commissione controllera' l'operato del California Institute for Regenerative
    Medicine Institute, l'istituto creato a seguito dell'approvazione della
    Proposition 71, sottoposto nel 2004 al voto referendario. L'Istituto ha infatti
    il compito di gestire un finanziamento di 3 miliardi di dollari destinato alla
    ricerca con le staminali, da stanziare in un periodo di dieci anni.


    - San Marino. Al Bioscience Institute sara' gratuita la conservazione del
    cordone
    Il Congresso di Stato di San Marino, su proposta del segretario di Stato per la
    Sanita', Fabio Berardi, ha autorizzato il direttore generale dell'Istituto
    superiore di sanita' sanmarinese a stipulare una convenzione con Bioscience
    Institute, 'per garantire, senza oneri economici a carico dell'Iss, la
    crioconservazione del sangue cordonale per gli assistiti dell'Istituto stesso'.
    In pratica Bioscience Institute, il laboratorio di crioconservazione autologa di
    cellule staminali provenienti al sangue del cordone ombelicale inaugurato lo
    scorso aprile nella Repubblica di San Marino, conservera' gratuitamente le
    cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale dei bimbi della
    Repubblica del Titano, in presenza di malattie genetiche in famiglia o di
    patologie gia' accertate al momento del parto nel nascituro o di un suo
    familiare. La decisione sammarinese e' analoga a quella presa in estate dalla
    Regione Lombardia, con la differenza che a farsi carico dei costi di
    conservazione non saranno le finanze pubbliche, ma sara' direttamente il moderno
    laboratorio di crioconservazione diretto da Giuseppe Mucci.


    - Italia. Centri di ricerca scrivono a Mussi: siamo senza fondi
    A Milano sono otto, ma fanno parte di un network di 55 centri distribuiti su
    tutto il territorio italiano: sono i poli di eccellenza scientifica al 100% Made
    in Italy.
    Centri di ricerca in cui studiosi provenienti da tutto il mondo fanno passi da
    gigante nella ricerca bio e nanotecnologica, biochimica, medica ma anche sulle
    reti di comunicazione, i problemi climatici e la linguistica. Centri che pero'
    fanno fatica ad arrivare alla fine del mese per scarsezza di fondi.
    Cosi' "Geo", il mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Fiona Diwan, e' andato
    a esplorare quattro di questi centri in cui gli studiosi si applicano con
    dedizione e professionalita' non solo alla ricerca di base, ma anche allo studio
    delle sue possibili interazioni con il mercato ed ha rivolto un appello al
    ministro Fabio Mussi: rinnovate l'invio di fondi.
    Per esempio al Cefriel, centro di eccellenza unico in Italia nel suo genere nel
    settore dell'Information & Communication Technology (Ict), la ricerca, riferisce
    il periodico, si coniuga con le richieste del mercato.
    La sua missione e' trasformare le nuovissime tecnologie appena scoperte in
    prototipi di nuovi prodotti, cosi' da trasferire l'innovazione alle imprese
    garantendo loro l'accesso alle nuove tecnologie. Il centro, pero', non riceve
    alcun finanziamento a fondo perduto, ma si regge integrando e valorizzando
    esperienze e competenze del mondo dell'universita', della Regione Lombardia e di
    15 tra le piu' importanti aziende Ict operanti in Italia.
    Il caso del Cefriel non e' isolato: tutti i centri che "Geo" ha visitato,
    riferisce ancora il periodico, sono costretti a cavarsela da soli dal momento
    che non ricevono alcun aiuto finanziario da parte del Ministero dell'Universita'
    e della Ricerca. Il Ministero ha stanziato nel 2000 un finanziamento triennale a
    favore delle start up dei centri italiani di ricerca, supportandoli a livello
    logistico e nel lancio dei progetti. Alla fine di questo periodo pero', prosegue
    il giornale, non sono stati previsti ulteriori aiuti ne' il controllo dei
    risultati effettivamente raggiunti con l'impiego di quei fondi. E non finisce
    qui.
    All'Igier, l'Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research, i "laboratori"
    sono i seminari che vedono riuniti membri affiliati e ospiti illustri a
    confrontarsi su temi che vanno dalla macroeconomia all'econometria, dalla teoria
    dei giochi all'economia di sviluppo. Qui, fare ricerca di eccellenza significa
    concentrare le energie su temi singoli di proprio interesse, senza dover
    necessariamente seguire dei filoni generali. Un esempio per tutti e' Roberto
    Perotti, direttore dell'Igier e professore alla Bocconi, che sta terminando il
    report sulle politiche di bilancio di alcuni Paesi in via di sviluppo,
    commissionatogli dalla Banca Mondiale. E ancora.
    Al Cermac, il Centro di Eccellenza di Risonanza Magnetica ad Alto Campo, gli
    scienziati studiano il sistema nervoso centrale: cervello, cervelletto, e
    midollo spinale. Qui, grazie a un sofisticatissimo tomografo a tre tesla, il
    team di neuroscienziati, psichiatri e cognitivisti fa passi da gigante nel campo
    della sclerosi multipla.
    Ma il fiore all'occhiello di questo centro e' la ricerca condotta l'anno scorso
    sulle cellule staminali, che ha permesso al dottor Politi e altri ricercatori
    del San Raffaele di monitorare grazie alla modificazione del loro campo
    magnetico il percorso che le cellule staminali compiono quando riconoscono una
    lesione.
    Non cambia l'ambito di ricerca al Cisi, il Centro Interdisciplinare Studi
    Bio-molecolari e Applicazioni Industriali, che appartiene all'Universita'
    Statale di Milano. Qui la ricerca si focalizza sulla creazione di molecole
    capaci di inibire la proliferazione dei tumori. Anche in questo caso, racconta
    il periodico, i direttori dei centri hanno dovuto improvvisarsi imprenditori per
    sopperire alla mancanza di investimenti da parte dello stato.
    "Eppure -conclude il periodico- la ricerca italiana ha dimostrato grandi
    potenzialita': il modello Cefriel, ad esempio, e' stato presentato a Singapore a
    investitori privati e aziende pubbliche per poter essere adottato anche da brand
    internazionali. La ricerca pubblica ha bisogno dunque di essere finanziata: solo
    cosi' agli scienziati possono essere fornite le possibilita' e gli strumenti
    adeguati per continuare a prendersi cura del futuro dell'umanita'".
    Info: www.geo.it


    - Italia. Coldiretti: no a carni clonate a tavola, lo dicono i sondaggi
    Sta per partire la consultazione pubblica che portera' entro il prossimo
    febbraio a formulare il parere scientifico sulla sicurezza alimentare degli
    animali clonati da parte dell' Agenzia europea per la sicurezza alimentare
    (Efsa), che potrebbe aprire la strada in Europa alla vendita di formaggi, latte
    e carne provenienti dai 'parenti' della pecora Dolly. E' questo l'allarme
    lanciato dalla Coldiretti sulla base del programma di lavoro definito dall'Efsa
    per rispondere alla Commissione europea che nell'aprile scorso 'ha chiesto
    all'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di valutare sotto il
    profilo scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull'etica di
    aggiornare il loro parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire
    dai confini della semplice ricerca'. Un richiesta formulata dopo che -sottolinea
    la Coldiretti- negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (Fda) ha gia'
    dato l'autorizzazione alla libera circolazione degli alimenti frutto delle
    clonazioni che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette
    particolari. Il parere dell'Agenzia Europea riguardera' la sicurezza nel consumo
    di carne e latte provenienti da mucche, maiali, capre e pecore clonate senza
    affrontare aspetti etici di competenza del Gruppo Europeo sull'etica. La
    clonazione riguarda infatti gia' molti animali da allevamento e, tra l'altro, e'
    stata annunciata recentemente la clonazione 'stabile' di un maiale per quattro
    generazioni dal genetista giapponese Hiroshi Nagashima dell'Universita' Meiji di
    Tokyo, mentre sperimentazioni sono state effettuate anche in Italia con il toro
    Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone selvatico. Secondo una indagine
    descrittiva on line condotta sul sito www.coldiretti.it si evidenzia che una
    netta maggioranza del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa
    proibiscano sempre la possibilita' di vendita di carne, latte e formaggi
    proveniente da animali clonati. Si evidenzia peraltro che per ben il 36 percento
    degli interpellati e' necessario che l'Italia e l'Europa consentano la vendita
    di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai
    consumatori di distinguerli. Solamente l'8 percento ritiene che la scienza abbia
    dimostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed e'
    quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre
    l'1 per cento non e' in grado di dare una risposta.
    La forte opposizione dei cittadini dimostrata da sondaggi analoghi negli Stati
    Uniti ha convinto la Dean Food , principale industria casearia degli Stati
    Uniti, a non utilizzare il latte prodotto da mucche clonate sebbene il verdetto
    della Food and Drug Administration (Fda) stabilisca che non ci sono differenze
    tra mucche, maiali e pecore clonate rispetto agli animali tradizionali. Una
    decisione che e' stata presa anche da aziende piu' piccole nel timore di andare
    incontro a un calo delle vendite. Si tratta di una evidente dimostrazione che
    occorre intervenire al piu' presto con una adeguata regolamentazione per
    escludere che latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel piatto dei
    cittadini. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un rischio inaccettabile che
    oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori pone
    evidenti perplessita' di natura etica che occorre affrontare prima che sia
    troppo tardi.


    - Italia. Angelo Vescovi: siamo in grado di produrre staminali cerebrali
    Si stanno concludendo a Terni i lavori di ristrutturazione dell'edificio di via
    Campomicciolo, gia' caserma, che sara' sede del Cento di ricerca sulle cellule
    staminali. Entro la prossima primavera dovrebbe cominciare ad operare il
    laboratorio vero e proprio.
    Lo stabile ristrutturato si articola su tre piani, ha una superficie di circa
    3.000 metri quadrati ed ha comportato un onere economico di circa sette milioni
    di euro.
    Il Centro di ricerca, diretto dal professor Angelo Vescovi, e' coordinato da una
    fondazione della quale fanno parte il Comune di Terni, la diocesi di Terni Narni
    Amelia, la Fondazione Cassa di risparmio di Terni e Narni, la Camera di
    commercio.
    Proprio per affrontare le varie tematiche che il Centro comporta, il 30 novembre
    prossimo si terra' a Terni, nel palazzo Gazzoli, un convegno nazionale.
    Vescovi affrontera' il tema 'Cellule staminali cerebrali, verso la
    sperimentazione clinica', mentre le conclusioni del convegno saranno tratte dal
    sen. Ignazio Marino, presidente della Commissione sanita' del Senato. 'E' la
    fine della corsa'. Cosi' Vescovi definisce la gara contro il tempo del suo
    centro che ora 'e' in grado di produrre in laboratorio staminali cerebrali
    adulte umane prelevate da feti abortiti spontaneamente e poi moltiplicate'.
    Cellule utili per malattie neurodegenerative, in primis sclerosi multipla (sm) e
    sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
    'Abbiamo iniziato le procedure di certificazione del centro e contemporaneamente
    stiamo scrivendo i protocolli clinici. Dunque entro qualche mese potremmo
    iniziare la sperimentazione di fase 1 sull'uomo'. Con ogni probabilita', visto
    che le procedure per l'accreditamento dell'Unione europea sono piu' stringenti
    di quelle statunitensi, Vescovi annuncia che per iniziare prima i test
    sull'uomo, 'si potrebbe scegliere di fare la sperimentazione negli Usa'.
    Vescovi spiega che finora 'negli animali sono stati raggiunti risultati per
    certi versi entusiasmanti.
    Specie per sclerosi multipla (Sm) e laterale amiotrofica (Sla)'. In un primo
    tempo, dice il ricercatore italiano, l'obiettivo della sperimentazione umana
    sara' rivolto 'ai malati di Sm e Sla in stadio avanzato. Ma successivamente si
    potra' estendere la sperimentazione anche ai pazienti in fase iniziale'.

    "La scoperta annunciata oggi durante un convegno dell'Iss va presa con cautela.
    Dobbiamo sapere con certezza se la sperimentazione deriva da cellule di feti
    davvero abortiti e se tali aborti sono stati davvero spontanei". Lo afferma
    Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur, in merito alla notizia di un
    possibile avvio della sperimentazione umana sulle staminali cerebrali adulte
    coltivate da cellule di feti abortiti.
    "Vanno, inoltre, accertati gli effetti di questa sperimentazione per la salute
    umana e quindi tutti i rischi e i benefici".


    - Italia. Luca Marini ricorre al Tar su avvicendamento ai vertici del Cnb
    L'ex vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) e presidente del
    Centro di studi biogiuridici ECSEL, Luca Marini, ha presentato ricorso al Tar
    del Lazio in relazione al decreto che ha previsto l'avvicendamento alla
    vicepresidenza. Lo rende noto lo stesso Marini in un comunicato.
    Secondo Marini, il decreto che ha disposto la nomina di tre nuovi vice
    presidenti del Cnb (avvicendando Marini, Cinzia Caporale ed Elena Cattaneo) e'
    'censurabile': 'Ho quindi dato mandato al mio legale di presentare ricorso al
    TAR del Lazio per il suo annullamento previa sospensione, salvo il risarcimento
    del danno. Il ricorso e' gia' stato presentato'.
    'A mio parere il decreto presenta evidenti motivi di censura. In primo luogo,
    esso non ha assolto all'indispensabile onere motivazionale in ordine alle
    ragioni poste a base dell'avvicendamento. In secondo luogo, e' stato calpestato
    il principio che impone alla pubblica amministrazione di informare
    preventivamente gli interessati dei procedimenti avviati nei loro confronti. In
    terzo luogo, ho motivo di ritenere che l'avvicendamento mio e delle mie colleghe
    sia stato disposto per fini estranei alle proclamate esigenze di funzionalita'
    del CNB'.
    'Ritengo doveroso battermi per il ripristino dei principi di legalita' e di
    certezza del diritto a fronte della sciatteria istituzionale e dell'arroganza
    con cui e' stata e' stata gestita l'intera vicenda'.


    - Italia. Torino. All'ospedale Molinette impianto percutaneo valvole cardiache
    All'ospedale Molinette di Torino sta per partire un programma per curare
    pazienti cardiopatici ad alto rischio, quelli che finora erano senza prospettive
    terapeutiche. La cardiologia ospedaliera, diretta da Sebastiano Marra, e la
    cardiochirurgia di Mauro Rinaldi da dicembre eseguiranno l'impianto percutaneo
    di valvole aortiche in pazienti inoperabili. Insieme, poi, hanno messo a punto
    uno studio sperimentale sulle cellule staminali in ambito cardiaco, attualmente
    in fase preclinica e in attesa di approvazione ministeriale.
    Ad oggi, nel mondo, alcune centinaia di persone sono gia' state sottoposte con
    successo a interventi di sostituzione valvolare in via percutanea: sono malati
    altrimenti destinati a morte sicura. Ora anche all'ospedale Molinette e' tutto
    pronto e sono gia' state ottenute le autorizzazioni del comitato etico
    interaziendale e dell'ospedale. Si stanno selezionando i pazienti che potranno
    essere sottoposti a intervento cardiochirurgico senza l'apertura dello sterno
    (la valvola, compressa, viene fatta passare attraverso un'arteria).
    Di grande contenuto innovativo la sperimentazione delle cellule staminali per la
    cura di pazienti cardiopatici, che l'ospedale Molinette, insieme con altre sei
    cardiologie cittadine, il Regina Margherita di Torino e l'istituto Mario Negri
    di Milano, ha messo a punto e che dovrebbe partire nel 2008. La sperimentazione
    verra' illustrata al congresso internazionale 'A bridge over the Atlantic', che
    si terra' da domani a sabato al centro congressi dell'Unione industriale. Il
    congresso, organizzato dalla Cardiologia 2 dell'Aso San Giovanni Battista di
    Torino, riunisce 300 cardiologi italiani e della Mayo Clinic di Rochester (Usa),
    uno dei centri internazionali piu' prestigiosi e all'avanguardia nell'ambito
    delle malattie cardiovascolari.
    'Il trattamento del paziente ad alto rischio cardiologico -afferma Marra- e' un
    tema molto complesso e attuale. Ormai vengono trattati pazienti d'eta' sempre
    piu' avanzata e con presidi terapeutici sempre piu' sofisticati e costosi, dando
    un'altra speranza a chi alcuni anni fa era condannato a non avere alcuna
    prospettiva di cura'.
    Si tratta di pazienti anziani, gia' sottoposti a interventi per dilatare le
    coronarie, ma che hanno poi sviluppato patologie come l'insufficienza renale,
    l'ictus, la broncopneumopatia, il diabete, talvolta l'alzheimer. 'Ulteriori
    interventi cardiaci possono rivelarsi difficili e pericolosi, ma non impossibili
    e le nuove speranze che siamo in grado di offrire sono il frutto della stretta
    cooperazione tra cardiologi e cardiochirurghi'.




    - Usa. Sangue mestruale fonte di staminali versatili
    Scoperta una nuova fonte di cellule staminali: il sangue mestruale. Nelle
    perdite sopportate malvolentieri da tutte le donne in eta' fertile una volta al
    mese si trovano staminali capaci di differenziarsi in 9 differenti tipi di
    tessuto, tra cui cuore, fegato e polmoni. La scoperta e' frutto del lavoro
    d'e'quipe del Bio-Communications Research Institute di Wichita, in Kansas (Usa)
    e dell'universita' dello Stato dell'Alberta e dell'Ontario occidentale, in
    Canada. "Il sangue mestruale contiene -spiegano gli scienziati statunitensi e
    canadesi sul Journal of Traslation Medicine- un nuovo tipo di staminali che
    possono essere usate per riparare i tessuti danneggiati'.

    Le staminali appena scoperte sono state battezzate cellule rigenerative
    endometriali (Erc), e ricalcano una caratteristica essenziale della loro
    provenienza, cioe' la crescita di nuovi vasi sanguigni. Tra le cellule prelevate
    dal sangue mestruale, assicurano i ricercatori, "ce ne sono alcune che possono
    essere coltivate in laboratorio e replicate fino a 70 volte, molto velocemente.
    Con una rapidita' di gran lunga maggiore rispetto a quanto avviene per le
    staminali prelevate dal cordone ombelicale e dal midollo osseo. In piu' in esse
    vengono prodotti alcuni fattori di crescita 'superveloci', che si moltiplicano
    in percentuali 100 mila volte maggiori rispetto ai concorrenti fattori di
    crescita delle staminali del sangue del cordone ombelicale".

    Un bel vantaggio, continuano, "tanto che in 5 millilitri di sangue mestruale
    prelevato da donne sane si possono ottenere abbastanza staminali da avere, nel
    giro di due settimane di coltura in laboratorio, cellule cardiache che si
    contraggono come il cuore".


    - Italia. Bologna. Sperimentazione su tre cavalli. Lav e deputati contro
    universita'
    Parlamentari in campo per salvare i tre cavalli che, alla facolta' di
    Veterinaria di Bologna, rischiano di essere soppressi al termine di un
    esperimento sull'uso delle cellule staminali. Nove deputati, di maggioranza e
    opposizione, chiedono infatti al ministro della Salute, Livia Turco, "quali
    urgenti iniziative intenda intraprendere per non permettere l'uccisione di tre
    cavalli" e fare in modo che siano affidati a qualcuno al termine
    dell'esperimento.
    A muoversi sono cinque parlamentari della Lega Nord, uno di Forza Italia, due
    della Rosa nel pugno, uno del Partito Democratico, firmatari di
    un'interrogazione con risposta in commissione Affari Sociali a Montecitorio; nel
    documento ricordano che, per analoghi esperimenti effettuati all'Universita' di
    Pisa, gli animali non sono stati uccisi e lo stesso Ministero, nell'autorizzare
    i test ad Ozzano Emilia, "specificava gia' mesi fa che devono essere valutate le
    possibilita' di recupero dei cavalli". A sollevare il caso, con tanto di diffida
    alla Facolta' dell'Alma mater era stata la Lega antivivisezione (Lav) avvertendo
    l'Ateneo che l'uccisione dei tre animali poteva configurare un reato. E proprio
    la Lav, nel dare notizia dell'interrogazione parlamentare, annuncia che "sono
    gia' alcune migliaia le e-mail di sostegno alle richieste indirizzate al
    Rettore, al Preside e al responsabile del Dipartimento" per evitare una
    "uccisione del tutto gratuita e, quindi, perseguibile dal Codice penale".
    Quella in corso al Dipartimento Clinico Veterinario dell'Universita' di Bologna,
    e' una sperimentazione su tre cavalli dal titolo "Isolamento e caratterizzazione
    di cellule mesenchimali di cavallo da midollo osseo e tessuto adiposo: possibile
    utilizzo di un modello di lesioni tendinee".
    Il protocollo sperimentale prevede la soppressione degli animali per prelevare i
    tendini.
    Ma, ricordano i parlamentari nell'interrogazione, "il Ministero della Salute,
    nell'autorizzare l'esperimento, aveva suggerito che dovesse 'essere valutata con
    attenzione l'eventuale reimmissione dei soggetti nella loro filiera zootecnica
    di provenienza'".




    - Mons. Paglia: sperimentazione su embrioni solo se gia' morti
    Una dichiarazione di morte per gli embrioni congelati non piu' riconosciuti o
    abbandonati dalla coppia che li ha generati: soltanto a questa condizione, ossia
    solo in quanto 'cadaveri', gli embrioni orfani potrebbero essere utilizzati per
    la ricerca sulle cellule staminali. Lo ha detto a Roma il vescovo di Terni,
    mons. Vincenzo Paglia, a margine del convegno sulle cellule staminali cerebrali
    organizzato presso l'Istituto superiore di sanita' lo scorso 13 novembre.
    'Sono contro la distruzione della vita da parte di chiunque', ha detto il
    vescovo. Di conseguenza, ha aggiunto, 'non posso approvare la ricerca sugli
    embrioni perche' un embrione e' una vita umana'. Nel caso in cui fosse possibile
    stabilire la soglia oltre la quale un embrione congelato non puo' piu' essere
    considerato vitale, allora si potrebbe equiparare il prelievo di cellule
    staminali da questi embrioni-cadavere alla donazione di organi. 'Allora
    diventerebbe un espianto di organi', ha osservato mons. Paglia.
    'Chiedo agli scienziati di studiare il problema', ha concluso.

    Dietro il problema degli embrioni sovrannumerari e del loro utilizzo per la
    ricerca sulle cellule staminali 'c'e' tanta ipocrisia e ci sono interessi
    economici di singoli ricercatori o di gruppi di ricerca. Cosi' non ci sto'.
    Parola di Angelo Vescovi. Il ricercatore docente dell' Universita' di Milano
    Bicocca e direttore della Banca di cellule staminali cerebrali di Terni, ne
    parla con i giornalisti prima di una conferenza su 'cellule e genetica' promossa
    questa sera dalla Fondazione 'Corriere della Sera'.
    'E' un problema importante quello degli embrioni sovrannumerari'. E spiega: 'Si
    tratta di centinaia di migliaia di embrioni congelati, molti dei quali
    plausibilmente non attecchiranno mai piu'. In qualche modo sono abortivi di
    fatto. Cioe', ti ritrovi con un decesso in provetta.
    E in teoria si dovrebbe permetterne l' uso'.
    Vescovi sarebbe favorevole a utilizzarli per la ricerca, se non ci fosse un
    problema 'a cui non e' stata data soluzione. Io li utilizzo questi embrioni,
    senza problemi fino a quando qualcuno non decide di continuare a produrmeli.
    Perche' se e' cosi', facciamo prima a produrli specificamente per quell'
    applicazione. Il fatto e' che si continua a fare i furbi. C'e' una forma di
    approccio pilatesco al problema, che e' una forma anche di ipocrisia, che e' il
    seguente: l'Unione europea, ha deciso di permettere l' utilizzo di embrioni
    soprannumerari prodotti fino a una certa data. Ma da nessuna parte si dice 'non
    verranno sdoganati quelli prodotti in data successiva'. E' semplicemente un
    trucco per dire: continuiamo a produrre embrioni e continuiamo a utilizzarli'.
    E su questo Angelo Vescovi non e' d'accordo: 'E' un problema di ipocrisia. Il
    fatto e' che questo non si dice mai.
    Perche' ci sono dietro purtroppo forti interessi. E non sono solo ideologici,
    sono economici e spesso personali, di singoli ricercatori o gruppi. Forse puo'
    non piacere che uno lo dica, ma io lo dico. Pazienza, mi trovero' nei guai come
    al solito.
    Seguiranno le stesse minacce che ho avuto con il referendum? Ho cambiato numero
    di telefono'.




    - Usa. Staminali embrionali di macaco ottenute con clonazione "Dolly"
    Un risultato senza precedenti avvicina la possibilita' della clonazione
    terapeutica per l'uomo: due linee di cellule staminali embrionali di scimmia
    sono state ottenute per la prima volta per clonazione di macachi adulti con lo
    stesso metodo della pecora Dolly, mai riuscita finora sui primati.
    La notizia, anticipata alcuni gerioni fa dall'Indipendent, e' annunciata dalla
    rivista Nature.
    Pur essendo incapaci di terminare lo sviluppo e dar vita a cloni di scimmia, gli
    embrioni clonati rappresentano un traguardo importantissimo perche' lasciano
    intravedere la possibilita' di ottenere una riserva di staminali embrionali su
    misura di ogni singolo paziente. Lo stesso traguardo con embrioni umani,
    annunciato nel 2004 ma poi smentito, aveva attirato su Hwang Woo-suk in Corea
    del Sud la 'scomunica' della comunita' scientifica mondiale.
    Questa volta invece, almeno sulle scimmie, grazie agli esperimenti diretti da
    Shoukhrat Mitalipov dell'Oregon Health & Science University a Beaverton e
    validati da David Cram del Monash University di Melbourne, Australia, si e'
    arrivati a cloni di embrioni da cui poi gli scienziati hanno estratto le due
    linee di staminali embrionali.
    Gli embrioni di macaco sono stati ottenuti con lo stesso metodo del
    trasferimento nucleare usato finora per clonare molte specie animali ma mai
    primati: gli scienziati hanno inserito il Dna di una cellula di pelle
    (fibroblasto) della scimmia adulta in una cellula uovo svuotata del proprio
    materiale genetico e attivato lo sviluppo embrionale dell'oocita in provetta.
    Cosi' facendo gli scienziati hanno ottenuto dozzine di embrioni in fase precoce
    di sviluppo (blastocisti). Da questi embrioni, che non hanno completato lo
    sviluppo, i ricercatori hanno estratto le due linee di staminali embrionali.
    Oltre alle cellule ottenute in se', l'importanza di questi risultati e' tutta
    nella prospettiva che offrono di arrivare un giorno allo stesso modo con
    clonazione terapeutica, che esclude cloni umani, a produrre una riserva di
    cellule di ricambio per pazienti con malattie altrimenti incurabili.

    Potrebbe essere stata una nuova tecnica a permettere di ottenere embrioni di
    scimmia a partire da cellule staminali adulte, nell'esperimento condotto nel
    Centro di ricerca sui primati dell'Oregon e anticipato sulla stampa. E' questa
    l'ipotesi di Angelo Vescovi, dell'universita' Bicocca di Milano. Secondo
    l'esperto potrebbe essere stata usata una tecnica che permette di riprogrammare
    la cellula adulta senza produrre l'embrione.
    L'ipotesi di Vescovi e' che la cellula adulta sia stata introdotta, anziche'
    nell'ovocita come si fa tradizionalmente, in un terreno di coltura che l'ha
    spinta a 'deprogrammarsi', ossia ad azzerare il suo programma e a tornare ad
    essere pluripotente, capace cioe' di svilupparsi in numerosi tipi di cellule ma
    non in un embrione. Se questo processo, chiamato 'deprogrammazione' o
    'dedifferenziamento', ha avuto successo nelle scimmie, per Vescovi non c'e'
    ragione di non applicarlo all'uomo per ottenere in futuro 'fabbriche individuali
    di pezzi di ricambio'.

    'Dubbi' e 'perplessita'' scientifiche, oltre che morali, di fronte
    all'esperimento statunitense che sarebbe riuscito a 'clonare' una scimmia: li
    avanza l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede.
    'I dubbi e le perplessita' su questo tipo di esperimento sono molti, e
    consistenti, innanzitutto dal punto di vista della fattibilita' della ricerca
    stessa e dei risultati che si possono ragionevolmente ottenere, e andrebbero
    chiariti ancora prima di affrontare lo spinosissimo problema bioetico della
    creazione di nuove entita' ibride uomo/animale', si legge in un articolo
    intitolato 'Irresponsabilita' scientifica prima ancora che morale'.
    'Ci si chiede com'e' possibile prendere a riferimento un modello cellulare
    ibrido uomo/animale, in cui la funzionalita' mitocondriale non corrisponde a
    nessun modello vivente esistente, perche' alterato in partenza rispetto sia a
    modelli animali che umani, e considerare questo modello valido per malattie
    umane che sono dovute a un'alterazione patologica di tali funzionalita'',
    prosegue l'articolo. 'E, piu' in generale, ci si chiede per quale motivo un
    eventuale sistema cellulare misto uomo/animale, di cui non si sa nulla, dovrebbe
    essere un modello piu' efficace di quelli animali', conclude il quotidiano
    pontificio, che cita invece ad esempio le ricerche del premio Nobel
    italo-americano Mario Capecchi.


    - Italia. Garaci confermato alla presidenza dell'Istituto Superiore della
    Sanita'
    Il ministro della Salute Livia Turco difende la sua scelta, ma la conferma per
    un triennio del professor Enrico Garaci a presidente dell'Istituto superiore di
    sanita' (approvata dal Consiglio dei ministri di oggi appunto su proposta della
    Turco) ha suscitato aspre polemiche. Ed il 'caso' ha conquistato anche le pagine
    della prestigiosa rivista scientifica Nature.
    Il ministro della Salute, e' la posizione espressa da Nature gia' nei giorni
    scorsi, dovrebbe rinnovare il presidente dell'Istituto superiore di sanita'
    (Iss) e individuare il successore dell'attuale presidente sulla base di una rosa
    di candidati proposti dalla comunita' scientifica. Il ministro, prosegue Nature,
    'dovrebbe nominare un comitato indipendente per la selezione': questo dovrebbe
    individuare e proporre una rosa di nomi fra i quali il ministro selezionera' il
    nuovo presidente dell'Iss. Un presidente, rileva Nature, che 'dovrebbe in questo
    modo godere della piena fiducia della comunita' italiana per la ricerca
    biomedica'.
    Ma lo scorso 16 novembre e' arrivata la conferma di Garaci (alla presidenza
    dell'Iss dal 2001) da parte del Consiglio dei ministri.
    Netta la posizione di Livia Turco: 'Sono abituata a scegliere le persone solo in
    base al merito e ai risultati ottenuti', ha affermato, sottolineando che 'questi
    sono stati i criteri, gli unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei
    Ministri il rinnovo alla Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci'. Il
    suo curriculum professionale, ha proseguito il ministro, 'e' di certa
    significativita' sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla
    capacita' di gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss. La sua e' stata una
    gestione efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno
    dell'Istituto e in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss'.

    Il Consiglio dei Ministri ha confermato il professor Enrico Garaci alla
    presidenza dell'Istituto Superiore di Sanita', come proposto dal Ministro della
    Salute Livia Turco. "Sono abituata a scegliere le persone solo in base al merito
    e ai risultati ottenuti", sottolineando che "questi sono stati i criteri, gli
    unici, attraverso i quali ho proposto al Consiglio dei Ministri il rinnovo alla
    Presidenza dell'Iss del professor Enrico Garaci".
    "Il suo curriculum professionale - ha proseguito - e' di certa significativita'
    sia per gli aspetti scientifici che per quelli connessi alla capacita' di
    gestire e promuovere l'innovazione nell'Iss" "La sua e' stata una gestione
    efficiente, apprezzata dalla comunita' scientifica e all'interno dell'Istituto e
    in particolare da parte di tutti i Capi dipartimento dell'Iss".

    "Estremamente contento per la fiducia espressa dal Governo e dal ministro della
    Salute Livia Turco".
    Cosi' il presidente dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) Enrico Garaci,
    appena riconfermato dal Consiglio dei ministri alla guida dell'ente pubblico di
    ricerca, commenta la sua nomina all'Adnkronos Salute.
    "Mi impegnero' ora a portare avanti i programmi di ricerca. E a potenziare
    questa prestigiosa istituzione sanitaria italiana, in coerenza con quanto fatto
    in questi anni - conclude - per offrire un contributo particolare al
    funzionamento del Servizio sanitario nazionale".

    "Trovo che non aver tenuto conto del parere della commissione Sanita' del Senato
    sia un atto grave da parte del ministro Livia Turco". Gianpaolo Silvestri,
    senatore dei Verdi ed ex vicepresidente della commissione, polemizza con la
    conferma di Garaci.
    "Garaci e' stato bocciato, con motivazioni che fanno riferimento anche alla
    discontinuita' nell'Istituto", dice Silvestri. Quello del ministro della Salute,
    conclude il senatore Verde, "e' un grave schiaffo alla commissione e
    all'istituzione del Senato".

    "Noi ci siamo espressi come ci compete, il ministro non e' tenuta ad attenersi
    alle nostre indicazioni, anche perche' la Camera invece ha dato il via libera".
    Erminia Emprin, senatrice di Rifondazione e componente della commissione Sanita'
    di Palazzo Madama, commenta la conferma di Garaci: "Politicamente, pero'-
    sottolinea- avrebbe dovuto cogliere il significato del voto in commissione
    Sanita' del Senato, e tenerne conto". Su questioni "delicate come questa forse",
    conclude, "si sarebbe dovuto prestare piu' attenzione ai segnali politici che
    sono arrivati".

    A schierarsi contro la decisione e' anche l'immunologo Fernando Aiuti,
    presidente dell'Associazione Nazionale per la Lotta all'Aids (Anlaids).
    'Sono stupito che il ministro Turco abbia confermato Garaci nonostante le
    critiche dei giorni scorsi - afferma Aiuti - che sono venute sia da ambienti
    politici, con la bocciatura da parte della commissione Sanita' del Senato, sia
    scientifici, con le principali riviste internazionali, Science e Nature, che
    hanno pubblicato articoli contro di lui e con gli stessi ricercatori che si sono
    espressi contro la sua riconferma'.
    Secondo Aiuti la scelta del ministro ricadra' sull'immagine della ricerca
    italiana:'Il premio che ha dato Livia Turco a Garaci avvilisce la ricerca
    scientifica italiana - afferma l'immunologo - la cui immagine all'estero ne
    risentira' pesantemente, visto che le principali testate si sono espresse
    contro. Posso solo dire che sono veramente allibito'.

    "Voglio esprimere le mie piu' vive congratulazioni al presidente Enrico Garaci
    per la sua riconferma al vertice dell'Istituto superiore di Sanita'.
    L'esperienza e la professionalita' che ha mostrato in questi anni in cui ha
    guidato l'ente pubblico di ricerca rappresentano la migliore garanzia che egli
    continuera' a svolgere l'importante compito assegnatogli in maniera ottimale. Mi
    aspetto dal presidente Garaci e dall'Iss una spinta decisiva verso il
    potenziamento della ricerca in Italia". Lo dichiara Luigi Canali, presidente
    della Commissione Sanita' del consiglio regionale del Lazio.

    Dopo l'editoriale apparso sulla prestigiosa rivista 'Nature', dove si invita il
    ministro della Salute a cambiare i vertici dell'Istituto superiore di sanita',
    sei diversi ricercatori italiani e stranieri, hanno preso carta e penna per
    scrivere al ministro Turco. Ma in difesa del presidente dell'Iss, Enrico Garaci,
    che proprio oggi ha ricevuto la conferma del suo incarico dal Consiglio dei
    Ministri.
    A lanciare l'appello sono Ruggero De Maria, del Dipartimento di Ematologia,
    Oncologia e Medicina Molecolare dell'Iss, Gerry Melino, dell'Universita' di Roma
    Tor Vergata, Stefano Piccolo, dell'Universita' di Padova, Angelo Vescovi,
    dell'Universita' Milano-Bicocca, ed Emanuel F. Petricoin e Lance A Liotta, della
    George Mason University.
    'Gentile Ministro, Le scriviamo a proposito dell'editoriale pubblicato ieri da
    Nature - si legge nella lettera - Garaci e' tra i pochi manager italiani che,
    malgrado i suoi notevoli impegni istituzionali, continua ad avere una
    consistente produzione scientifica riconosciuta a livello internazionale'.
    E' stato l'unico inoltre, continua la lettera, 'attraverso l'Iss e quindi il
    Ministero della Salute, ad aver elaborato un piano di finanziamento dedicato
    alla tematica delle cellule staminali, che ha finanziato tutti i gruppi di
    ricerca italiani del settore noti al livello internazionale'.
    La richiesta dunque e' di 'prendere in considerazione anche le osservazioni
    formulate da ricercatori che vivono in questo Paese - conclude la lettera - e
    tenere presente il nostro sostegno alla Sua scelta di confermare il Professor
    Garaci alla guida dell'Istituto Superiore di Sanita''.


    - Usa. Al via banca del sangue mestruale, tra lo scetticismo degli esperti
    Una banca in cui conservare cellule staminali estratte dal sangue mestruale. Il
    nuovo servizio offerto da una ditta statunitense ha scatenato una bufera di
    polemiche. C'e' infatti chi accusa la Cryo-Cell di "sfruttare" le paure della
    gente, disposta a tutto pur di garantirsi maggiori speranze di cure in caso di
    malattie.
    A lanciare il prodotto, un'azienda statunitense specializzata nella raccolta e
    conservazione delle staminali cordonali: per 499 dollari, la societa' si offre
    di trasformare e conservare le cellule staminali estratte dal sangue mestruale.
    Alla signora interessata viene inviato un "discreto" kit per la raccolta, con
    tanto di contenitore, tubicini e materiale per la spedizione di ritorno. Secondo
    l'azienda, le cellule derivanti dal sangue mestruale hanno il vantaggio di poter
    essere prelevate mensilmente, in grande quantita', senza sforzo ne' dolore. Non
    solo: il loro utilizzo aggira i dubbi etici di chi si fa scrupolo
    dall'utilizzare cellule prelevate da embrioni. "Anche solo un ciclo mestruale
    da' la possibilita' di raccogliere milioni di cellule staminali", spiega Stephen
    Noga, direttore del Cellular Therapeutics Program, al Sinai Hospital di
    Baltimora, parlando a nome dell'azienda.
    Ma quante possibilita' ci sono che, a breve, le cellule staminali prelevate dal
    sangue mestruale possano trasformarsi in medicine in grado di curare? Secondo il
    web-site della Cryo-Cell, "realisticamente" occorreranno ancora "alcuni anni".
    Ma c'e' chi e' decisamente piu' scettico: "Si tratta solo di ipotesi e
    pubblicita'", taglia corto Peter Braude, docente di ostetricia e ginecologia,
    del London's King's College e St Thomas' Hospital. "Non vedo alcuna ragione di
    raccogliere il proprio sangue mestruale, ma quello che mi preoccupa e' che ci si
    approfitti delle paure della gente.


    - Italia. Isolate cellule staminali del cancro alla tiroide
    Isolate da ricercatori italiani le cellule staminali che danno vita al cancro
    alla tiroide nell'uomo, scoperta che ha permesso anche di individuare una
    possibile cura per una quota di questi tumori tuttora non trattabili poiche' non
    rispondono alle terapie usate contro gli altri cancri tiroidei.
    Realizzata insieme a Giorgio Stassi dell'Universita' di Palermo e con l'Istituto
    Oncologico del Mediterraneo (IOM) di Catania, e' la scoperta anticipata da
    Ruggero De Maria dell'Istituto Superiore di Sanita' (ISS) a margine della
    serata-dibattito organizzata dall'Associazione 'I Vespri' tenutasi ieri sera per
    promuovere le eccellenze siciliane nel campo della ricerca.
    'Grazie alla scoperta di queste staminali abbiamo per la prima volta la
    possibilita' di trattare i tumori anaplastici della tiroide, quelli piu'
    insidiosi perche' caratterizzati da cellule molto indifferenziate che non
    rispondono alla terapia standard. Infatti, oltre alle staminali tumorali,
    abbiamo scoperto due molecole che proteggono le cellule malate (interleuchina 4
    e 10 IL-4 e IL-10), le aiutano a proliferare e a resistere alle terapie'.
    'Trattando topolini malati con anticorpi specifici per le due molecole abbiamo
    portato a guarigione gli animali'.
    'Al momento una compagnia farmaceutica tedesca sta lavorando alla produzione di
    anticorpi umanizzati contro queste due molecole utilizzabili in studi clinici
    che potrebbero partire tra un anno'.
    Il tumore alla tiroide, ha spiegato l'esperto, e' molto diffuso (qualcosa come 4
    casi ogni 100.000 persone l'anno) soprattutto tra le donne che possono
    rappresentare il 77% dei casi. Oggi si cura bene con chirurgia e iodio
    radiattivo.
    Tuttavia, purtroppo, almeno il 10% delle neoplasie alla tiroide resta incurabile
    perche' sono tumori anaplastici, fatti di cellule indifferenziate che non
    rispondono allo iodio. Per questi tumori presto, grazie alla scoperta di De
    Maria che e' anche direttore scientifico della Fondazione dell'IOM, potrebbe
    arrivare una cura a base dei due anticorpi contro IL-4 e IL-10.
    Conoscendo l'identita' delle staminali che sono la sorgente dei tumori alla
    tiroide, adesso si ha un'arma in piu' contro questo male e soprattutto contro le
    forme tuttora incurabili, ha concluso l'esperto che col suo lavoro ha
    recentemente scoperto anche le cellule staminali di un altro tumore, quello al
    colon.


    - Italia. Milano. Scienziati e filosofi spiegano la ricerca sui tumori
    Molti sono venuti per vederli finalmente da vicino, quasi tutti li ascoltano in
    religioso silenzio, e qualcuno addirittura li fotografa, come fossero delle
    star. E' una scena un po' insolita quella che a Milano ha visto confrontarsi i
    ricercatori e il pubblico, piu' di 250 persone di tutte le eta', in un incontro
    ospitato dal Museo della scienza e della tecnologia in occasione della Giornata
    per la ricerca sul cancro organizzata in tutta Italia dall'Airc.
    Il tema di quest'anno e' l'ambiente, sia quello esterno che quello interno
    all'organismo, dato che entrambi hanno un ruolo importante nello sviluppo del
    cancro. 'Non dobbiamo dimenticarci -dice il filosofo della scienza Giulio
    Giorello- che il deterioramento dell'ambiente e' stato il prezzo del progresso.
    E' difficile distinguere il confine tra il 'dentro' e il 'fuori', perche' ad
    esempio attraverso il fumo o i cibi l'ambiente esterno entra dentro di noi, e
    modifica difese per noi cosi' importanti'.
    'Non c'e' dubbio che l'ambiente esterno possa innescare un processo tumorale
    -aggiunge Pier Giuseppe Pelicci, direttore di oncologia sperimentale
    all'Istituto europeo di oncologia- ma la stragrande maggioranza dei problemi
    viene da dentro di noi. Il nostro Dna subisce almeno 30 mila attacchi al giorno,
    e le cellule hanno imparato a riparare questi danni'. Ma a volte, prosegue,
    l'equilibrio tra il danno e la sua riparazione si spezza, e le cellule coinvolte
    possono diventare tumorali. Per fortuna 'gia' dal prossimo anno partiranno le
    prime sperimentazioni per farmaci che cercano di ripristinare le nostre difese,
    e il giusto equilibrio tra danno e riparazione', agendo sul micro-ambiente che
    circonda il tumore stesso.
    'Anche se l'ambiente esterno fosse perfetto, e questo e' impossibile concordano
    i ricercatori, tra cui Eva Negri dell' Istituto Mario Negri di Milano e Maria
    Grazia Daidone dell' Istituto Nazionale Tumori- avremmo comunque a che fare con
    il cancro. Per questo dobbiamo lavorare su due piani: bonificare l'ambiente, e
    continuare a far ricerca per saper curare sempre meglio i tumori'.
    Il pubblico, con molte domande, ha evidenziato quali sono i temi che piu'
    preoccupano i non addetti ai lavori: dal perche' non si insegni ancora la
    prevenzione nelle scuole, a quanto e' migliorata negli anni la chemioterapia, a
    qual e' il ruolo delle cellule staminali nella lotta al cancro. Ma, a prova del
    fatto che il tema e' molto sentito dai cittadini, diverse persone hanno chiesto
    che fine ha fatto la cura Di Bella, e di chiarire i rischi e i benefici del
    vaccino contro il cancro al collo dell'utero.
    Comunque l'incontro ha visto sia gli scienziati sia il pubblico fiduciosi nel
    futuro della ricerca, con un ottimismo che si puo' riassumere in una frase di
    Gianni Bonadonna, uno dei padri della ricerca sui tumori, citata da Giorello:
    'Cancro: la cura, oggi, e' possibile'.


    - Italia. Dove sono finiti i fondi alla ricerca in Finanziaria 2007?
    La Finanziaria stanzia tre milioni per la ricerca sulle staminali e, sebbene
    finora non sia stato assegnato alcun bando per accedere ai finanziamenti, i
    fondi sono stati di fatto gia' assegnati: e' la vicenda sulla quale tre
    ricercatori tra i piu' impegnati in Italia in questo campo chiedono di fare
    chiarezza e di intervenire al ministro della Salute, Livia Turco.
    'Come stabilito dalla legge finanziaria 2007, il governo ha stanziato 3,000,000
    di euro per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali', ma 'non
    risulta che sia mai stato pubblicato un bando, o che singoli ricercatori o
    istituzioni abbiano potuto liberamente presentare progetti o domande di
    finanziamento. Sarebbero invece gia' stati definiti a priori i destinatari dei
    finanziamenti, senza alcuna pubblicita' e senza alcuna procedura di valutazione
    scientifica', scrivono al ministro il direttore del Laboratorio cellule
    staminali scheletriche del Parco Biomedico San Raffaele di Roma Paolo Bianco, la
    direttore del Centro di ricerca sulle staminali dell'universita' di Milano,
    Elena Cattaneo, e il direttore del laboratorio di Medicina rigenerativa
    dell'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Ranieri Cancedda.
    I firmatari della lettera chiedono quindi al ministro sia informazioni circa la
    procedura di assegnazione dei finanziamenti e che 'la procedura di finanziamento
    venga comunque sospesa e che nessun finanziamento sia erogato o semplicemente
    formalmente assegnato, fino a che non sia pubblicato un bando a cui possano
    accedere, secondo regole prestabilite e pubbliche, tutti i ricercatori
    soggettivamente e oggettivamente interessati al tema del finanziamento, e
    istituita una procedura competitiva, rigorosa e trasparente di peer-review
    affidata alla valutazione nel merito scientifico da parte di ricercatori
    anonimi, competenti, terzi e indipendenti, se necessario stranieri'.
    Sulla base alle informazioni disponibili, prosegue la lettera, 'la situazione
    descritta configurerebbe un caso esemplare di impropria attribuzione di
    finanziamenti pubblici per la ricerca, secondo una prassi distante anni luce
    dalle normali procedure di assegnazione di risorse per la ricerca (peer-review),
    storicamente (128 anni fa) concepite proprio per escludere qualunque forma (o
    parvenza) di diretta negoziazione tra pubblica amministrazione e singoli
    ricercatori o istituzioni scientifiche'.
    Bianco, Cattaneo e Cancedda rilevano inoltre che, 'consistendo de facto nella
    assegnazione individualizzata e diretta di finanziamenti scientifici da parte di
    pubblici amministratori a singoli ricercatori o istituzioni, queste procedure
    attribuiscono impropriamente alla pubblica amministrazione competenze nella
    valutazione scientifica, le quali invece appartengono alla scienza', mentre la
    valutazione della ricerca 'va obbligatoriamente esercitata con imprescindibili
    garanzie di competenza, autorevolezza, terzieta' e indipendenza'. Le procedure
    'top-down', come quelle in base a cui sono stati assegnati i tre milioni per la
    ricerca sulle staminali, sono quindi 'oggettivamente e pericolosamente vicine a
    pratiche clientelari nelle quali si degradano con estrema facilita'. Per i
    ricercatori e' percio' 'urgente che la politica colmi il ritardo secolare del
    nostro Paese in tema di politica scientifica e identifichi istituzioni adeguate
    e procedure adeguate e uniformi per il finanziamento della ricerca, gia' in uso
    nel mondo scientificamente avanzato, e anzi volano unico di quell'avanzamento'.

    I tre milioni di euro stanziati per progetti di ricerca sulle staminali nella
    Finanziaria 2007 "non sono stati ancora assegnati" perche' "e' ancora in corso
    una procedura di valutazione da parte di una nuova commissione, che si riunira'
    nei prossimi giorni al ministero della Salute". Lo afferma, a margine di un
    convegno sulle staminali adulte, il presidente dell'Istituto superiore di
    sanita', Enrico Garaci, rispondendo cosi' indirettamente alla lettera dei tre
    ricercatori.
    "Va inoltre tenuto presente che questi fondi sono, in base a una normativa di
    legge, a destinazione vincolata" e che dunque andranno solo "a destinatari
    istituzionali, come le Regioni, gli Istituti di ricovero e cura a carattere
    scientifico (Irccs) e l'Iss".

    'Siamo lieti che nessun finanziamento sia stato assegnato'. Lo affermano in una
    nota i ricercatori Elena Cattaneo, Paolo Bianco e Ranieri Cancedda che nei
    giorni scorsi avevano sollevato il problema del finanziamento di alcuni studi
    sulle staminali da parte dell'Istituto superiore di sanita'.
    Rispondendo ad una dichiarazione in merito del presidente dell'Iss Enrico
    Garaci, i tre scienziati sostengono che 'rimane da chiarire come mai alcuni
    ricercatori abbiano dichiarato gia' alcune settimane fa di avere avuto accesso a
    fondi provenienti dall'ISS per la ricerca sulle cellule staminali, perfino
    indicando alla stampa nazionale l'importo del finanziamento'.
    'Rinnoviamo la richiesta di conoscere quali siano i progetti in corso di
    valutazione, e come siano stati acquisiti e selezionati, non essendo mai
    esistito un bando pubblico.
    Rinnoviamo la richiesta che i finanziamenti non siano assegnati se non dopo una
    formale e credibile procedura di peer-review con garanzie di terzieta',
    indipendenza e competenza, e dopo l'emanazione di un bando pubblico e
    accessibile a tutti i ricercatori che lavorano sulle cellule staminali, bando
    che nessuno ha finora visto'.

    Per le nomine dei vertici degli enti di ricerca "e' importante l'adozione di
    nuovi criteri". Cosi' il ministro dell'Universita' Fabio Mussi, a margine di una
    conferenza al ministero, commenta le recenti polemiche seguite anche alla
    riconferma di Enrico Garaci a capo dell'Istituto superiore di sanita'. "Per
    quanto mi riguarda anche se la legge non mi obbligava ho previsto dei comitati
    di alta valutazione per gli enti di ricerca, ho utilizzato questo metodo per i
    presidenti dell'Agenzia spaziale italiana e dell'Istituto nazionale di
    astrofisica e ora sto lavorando allo stesso modo per la presidenza del Cnr".
    Secondo Mussi questo e' "il metodo giusto: comitati di valutazione incaricati di
    presentare ai decisori politici delle terne di nomi". In questo modo si frena
    "il conflitto interno alla comunita' scientifica" e si toglie influenza "ai
    partiti politici".

    "Vogliamo dircela tutta: questa e' una vergognosa guerra per bande". Non usa
    mezzi termini il ministro della Salute, Livia Turco, respingendo su 'La Stampa'
    le accuse di gestione clientelare dei fondi per la ricerca, e difendendo la
    riconferma di Enrico Garaci al vertice dell'Istituto superiore di sanita' (Iss),
    dopo le polemiche dei giorni scorsi.
    "Ho semplicemente valutato il merito e la competenza della persona - spiega - E
    ho seguito la procedura, che prevede che la nomina sia fatta dal Consiglio dei
    ministri, previa segnalazione del ministro della Salute e parere del
    Parlamento". E, di fronte alla lettera dei tre ricercatori che lamentano una
    gestione clientelare dei fondi per la ricerca, il ministro chiarisce che "un
    conto e' chiedere dei chiarimenti e un conto e' fare delle denunce. In
    quest'ultimo caso bisognerebbe fondarle sui fatti".
    La somma complessiva ammonta a 8 milioni di euro e non a 3, precisa la Turco,
    "perche' nelle more dell'assegnazione abbiamo acquisito altri 5 milioni".
    Inoltre, il ministro sottolinea di aver "dato disposizione affinche'
    l'assegnazione di questi finanziamenti avvenga attraverso un bando pubblico, e
    che la valutazione dei progetti sia fatta da figure esterne". La riunione della
    Commissione ricerca e' prevista per il 5 dicembre, e si tratta di "una
    commissione completamente rinnovata", presieduta da Alessandro Liberati. La
    Turco ricorda di aver 'stracciato' il decreto che stabiliva l'assegnazione
    diretta dei finanziamenti. "Dal luglio 2006 l'unico criterio che vale - precisa
    - e' il bando pubblico". Il ministro rivendica, cosi', di aver introdotto nel
    settore competenza e trasparenza.
    Respinte al mittente anche le polemiche sulla riconferma di Garaci. E sulla
    questione dei pareri discordi da parte delle Commissioni di Camera e Senato, la
    Turco precisa che si trattava di una discordanza "solo nel voto. Perche' nelle
    dichiarazioni di voto una larga maggioranza di senatori era d'accordo".
    Secondo il ministro, la domanda da farsi e' un'altra: "Come mai i pareri erano
    quasi tutti in una direzione e poi l'esito della votazione e' stato un altro?
    Rispetto il Parlamento, ma in questo caso non mi si venga a parlare di
    trasparenza". La Turco ribadisce di essere "molto" convinta della conferma di
    Garaci, anche perche' sostiene di aver sentito "da parte di tutti i ricercatori
    una richiesta di continuita' nella gestione dell'ente".
    In questa direzione anche una lettera dei capi dipartimento, "le persone piu'
    autorevoli dell'Iss, fior di ricercatori", che il ministro dice di conservare
    come preziosa. Insieme al consenso ricevuto dalla comunita' scientifica
    nazionale e internazionale. "Che cosa dovevo fare d'altro? Ascoltare il politico
    di turno?", si chiede la Turco, alludendo a segnalazioni e suggerimenti ricevuti
    "su chi fare presidente". "Ci si metta d'accordo - conclude il ministro della
    Salute - perche' le segnalazioni politiche non vanno bene ne' quando arrivano da
    destra, ne' quando arrivano da sinistra".

    L'annuncio del ministro della Salute Livia Turco di un aumento dei finanziamenti
    da tre a otto milioni per la ricerca sulle staminali e dell'arrivo di un bando
    per l'assegnazione dei fondi e' 'una prima vittoria per i ricercatori'. A dirlo
    e' Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali, commentando l'intervista della
    titolare della Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'.
    'Facendo mie tutte le considerazioni di Donatella Poretti, che ha avuto il
    merito di aver portato in Parlamento dall'inizio della legislatura la battaglia
    per la trasparenza nell' assegnazione dei fondi e contro l'operato di Enrico
    Garaci, e sorvolando sulle parole poco rispettose rivolte a ricercatori che
    trovano nella comunita' scientifica il rispetto e la stima che meritano, c'e'
    comunque - prosegue il segretario dell' associazione Luca Coscioni - da salutare
    l'annuncio importante reso dal ministro'.
    'Si tratta - spiega - di una prima vittoria anche di Bianco, Cattaneo e
    Cancedda, oltre che di Poretti e nostra. Certo, si potrebbe sostenere che il
    bando sarebbe stato fatto comunque.
    Rimarrebbero da spiegare alcune dichiarazioni pubbliche, come quelle del
    Professor Angelo Vescovi, che il 19 settembre dichiarava su Avvenire 'pare che
    ci abbiano assegnato trecentomila euro', o dello stesso Enrico Garaci'.
    'Ma cio' riguarda, spero, il passato. Per il futuro, e' necessario che questo
    bando per l'assegnazione dei fondi preveda subito la valutazione (in 'peer
    review', cioe' 'tra pari') dei progetti da parte di scienziati non-italiani,
    escludendo qualsiasi conflitto di interesse tra valutatori e finanziati.
    Visti i metodi seguiti finora, Enrico Garaci - conclude - certamente non e' la
    persona che puo' garantire questo risultato'.

    'Il ministro Livia Turco non puo' definire una 'banda' i ricercatori che hanno
    chiesto chiarezza sulla piu' che discutibile gestione dell'Istituto Superiore di
    Sanita' da parte di Garaci'. E' quanto afferma in una nota il parlamentare
    socialista Lanfranco Turci in seguito all' intervista della titolare della
    Salute rilasciata al quotidiano 'La Stampa'.
    'Per anni - continua - i fondi della ricerca sulle cellule staminali hanno
    seguito percorsi non trasparenti'. Di qui la decisione di 'prendere atto che il
    ministro garantisce che ci sara' un cambio di metodo nella gestione dei fondi
    per la ricerca scientifica'. Secondo Turci, il ministro, dovrebbe comunque
    'mostrare piu' rispetto per ricercatori come Elena Cattaneo, Paolo Bianco e
    Ranieri Cancedda che tengono alto il prestigio della ricerca scientifica
    italiana sulle cellule staminali anche a livello internazionale, nonostante gli
    attacchi ideologici dei fondamentalisti di Scienza e Vita e le discriminazioni
    subite sul piano dei finanziamenti pubblici'.

    E' "incomprensibile", per la deputata della Rosa nel Pugno Donatella Poretti, la
    posizione della Turco sull'assegnazione dei fondi pubblici per la ricerca
    scientifica. "Forse troppo arrabbiata per essere lucida - dice la Poretti -, la
    Turco rimprovera chi le chiede trasparenza e indipendenza nell'assegnazione dei
    fondi pubblici alla ricerca scientifica e loda chi assegna fondi agli amici. Un
    calderone da cui gli unici colpevoli di chiedere chiarezza diventano
    irriconoscenti e bande in guerra, mentre chi ha gestito un ente che il ministro
    ha riconosciuto avere somministrato i soldi adottando criteri spartitori e
    clientelari, diventa un eroe buono da confermare al proprio posto". La deputata
    chiede inoltre al ministro la ragione della riconferma del direttore dell'Iss
    Enrico Garaci: "Il fatto che la commissione Sanita' del Senato le abbia dato un
    parere contrario alla rielezione di Enrico Garaci alla guida dell'Istituto
    Superiore della Sanita' (Iss), per il ministro non conta perche' sono piu'
    importanti le dichiarazioni di voto, come se a decidere il Governo fossero i
    sondaggi, invece che le urne".


    - Mondo. Onu: si' a clonazione umana terapeutica, no a quella riproduttiva
    La comunità internazionale dovrà mettersi alla ricerca di un accordo su
    un'eventuale messa al bando mondiale della clonazione umana, se non vuole
    assistere alla realizzazione dei primi cloni nel giro di pochi anni, a quanto ha
    concluso un rapporto pubblicato da ricercatori delle Nazioni Unite.
    I tentativi di raggiungere un accordo del genere su scala planetaria si sono
    finora incagliati sulle divisioni tra coloro che sono favorevoli alla totale
    proibizione e coloro che propendono per la sola clonazione a scopi terapeutici.
    Secondo il rapporto dell'Istituto di Studi avanzati dell'Università delle
    Nazioni Unite -consegnato lo scorso 10 novembre- la soluzione migliore sarebbe
    l'interdizione della clonazione umana, ma, nello stesso tempo, autorizzare
    alcuni paesi a condurre ricerche terapeutiche in un contesto molto serio.
    La grande maggioranza dei paesi è attualmente contraria alla clonazione umana ed
    oltre 50 stati espresso un voto in tal senso.
    Ma la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta aperta agli
    scienziati per clonare esseri umani in paesi, le cui leggi non ne prevedono
    espressamente il divieto.

    Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno:
    Tra le possibili scelte, quella politicamente piu' percorribile e' quella di
    porre un divieto mondiale alla creazione di cloni umani insieme alla
    possibilita' di autorizzare ricerche sulla clonazione terapeutica sotto rigidi
    controlli per cercare di trovare cure a malattie come diabete e Alzheimer.
    Cosi' ieri uno studio dell'Istituto Studi avanzati delle Nazioni Unite ha
    proposto una soluzione pragmatica: e' solo questione di tempo perche' si creino
    dei cloni umani, percio' vietiamo la clonazione umana riproduttiva e
    regolamentiamo quella terapeutica. Avere cercato il bando mondiale sulla
    clonazione (anche quella terapeutica) ha di fatto impedito il divieto per quella
    riproduttiva e la mancanza di un accordo su scala mondiale lascia la porta
    aperta agli scienziati per clonare esseri umani in Paesi le cui leggi non ne
    prevedono espressamente il divieto.
    Dagli esperti dell'Onu un suggerimento che facciamo nostro, con l'auspicio che
    anche in Italia le posizioni ragionevoli possano trovare ospitalita'!




    - Italia. Veronesi: contro fuga cervelli creare centri avanzati di ricerca
    Creare in Italia centri capaci di attrarre cervelli da tutto il mondo: per
    l'oncologo Umberto Veronesi e' questa l'arma vincente contro la fuga dei
    cervelli.
    'Vorremmo creare in Italia organizzazioni, strutture e centri di ricerca
    avanzata che attraggano ricercatori dall'estero, che siano italiano o inglesi o
    di qualsiasi altra nazionalita'', ha detto il 10 novembre a Roma, nella giornata
    organizzata dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
    L'obiettivo, ha proseguito Veronesi, e' 'creare una comunita' multicentrica
    nella scienza perche' e' questa che crea innovazione, attraverso la capacita' di
    vedere uno stesso problema da punti di vista diversi'. Nella scienza, ha
    aggiunto, 'non vogliamo un paleonazionalismo: e' utile che un ricercatore
    italiano lavori in Italia come che lavori negli Stati Uniti o in Australia'.
    E' della stessa idea l'oncologo Riccardo Dalla Favera, che da piu' di 30 anni
    lavora negli Stati Uniti, nella Columbia University di New York. 'E' importante
    che i giovani che vanno all'estero abbiamo la possibilita' di tornare: bisogna
    innescare una dinamica virtuosa'. Quanto alla sua storia personale, spiega: 'non
    sono fuggito. Era il 1976 quando sono andato negli Stati Uniti, dove la ricerca
    era piu' organizzata. Era del tutto naturale cercare un'esperienza all'estero.
    Avevo 28 anni ed ero andato li' con l'idea di restare due anni, poi ne sono
    trascorsi 30'. Ancora oggi, ha rilevato, si notano grandi differenze con il
    sistema italiano, prima fra tutte la meritocrazia: 'sentire che il merito
    determinera' il proprio futuro e' molto forte negli Stati Uniti, mi auguro che
    possa accadere anche in Italia. Non ho mai avuto nessuna raccomandazione nella
    mia carriera scientifica e poter contare solo sui propri meriti e' un'ottima
    sensazione'.


    - Italia. Mussi: ricercatori italiani pagati meno di operai
    I redditi dei ricercatori italiani sono ormai al di sotto del salario operaio. E
    l'allarme per la fuga di cervelli e' una questione reale. Lo ha detto lo stesso
    ministro dell'Universita' e ricerca, Fabio Mussi, che il 14 novembre al Question
    time alla Camera, ha ricordato anche l'impegno del Governo, pari a 20 milioni di
    euro, per l'aumento delle Borse di dottorato.
    Mussi ha riconosciuto la fondatezza dell'allarme sulla fuga dei cervelli.
    "Scienza e conoscenza - ha detto - non hanno piu' frontiere.
    Ma la criticita' italiana e' doppia: poca creativita' proveniente dall'esterno e
    un'uscita non per libera scelta, ma spinti dal bisogno.
    I redditi dei ricercatori sono ormai sotto il salario operaio: borsisti a 800
    euro, assegnisti a 1.100, ricercatori a 1.200". Questa, dunque, per Mussi " e'
    una priorita' da affrontare e un problema aperto, non ancora risolto ne' da
    questo ne' da precedenti Governi.
    Stamani ho presentato al Consiglio universitario nazionale il mio decreto sul
    dottorato, il Governo distribuira' per aumentare le borse 20 milioni di euro".
    Mussi ha ricordato che questo esecutivo ha stanziato, in Finanziaria, 630
    milioni di euro per tre anni, facendo risalire la curva degli investimenti nel
    settore, in discesa negli ultimi anni.
    "Credo che gli investimenti pubblici e privati per la ricerca scientifica e per
    l'universita' siano una questione che merita l'attenzione di tutto il
    Parlamento, perche' da questo dipende gran parte del destino del Paese".


    - Italia. Potenza. Ospedale San Carlo: 30 trapianti di staminali emopoietiche in
    un anno
    Negli ultimi 12 mesi, nell'Unita' operativa di Ematologia dell'ospedale San
    Carlo di Potenza sono stati effettuati 30 trapianti di cellule staminali
    emopoietiche, sei delle quali da donatore familiare e due associati a terapia
    radiometabolica, 'con una mortalita' trapianto-correlata pari a zero'. Lo ha
    reso noto, in un incontro con i giornalisti, il direttore, Attilio Olivieri, che
    ha definito 'estremamente positivo del suo primo anno di attivita''.
    In un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del San Carlo e' spiegato che
    'l'attivita' di trapianto di cellule staminali emopoietiche, avviata grazie al
    contributo di Olivieri, ha comportato una serie di interventi fondamentali,
    realizzati ex novo e ad isorisorse, per garantire l'adeguato decollo di tale
    attivita': l'attivazione (in collaborazione con il Centro Trasfusionale) del
    Laboratorio di criopreservazione, manipolazione e stoccaggio di cellule
    staminali emopoietiche, l'inizio dell'attivita' di espianto di midollo osseo e
    delle attivita' di mobilitazione e raccolta di cellule staminali, l'inizio
    dell'attivita' di monitoraggio (mediante analisi citofluorimetrica) delle
    cellule staminali emopoietiche CD34+'.
    'Ho accettato con grande entusiasmo la proposta di creare un centro trapianti
    presso il San Carlo di Potenza. Poter gestire e riorganizzare un'attivita' in
    cui ho sempre creduto ha rappresentato per me una sfida che considero oggi, in
    parte, vinta: ci sono, infatti, ancora importanti obiettivi da raggiungere
    soprattutto sul versante trapiantologico. Solo attraverso una costante ricerca e
    una forte motivazione, spinta principale che ha contraddistinto l'attivita' del
    reparto negli ultimi 12 mesi per la tensione all'eccellenza, si potranno
    raggiungere nuovi traguardi e vincere nuove sfide'.


    - Italia. Litio efficace contro Sla
    Litio per "rallentare, con una sicurezza pari a oltre il 95%, la progressione
    della sclerosi laterale amiotrofica (Sla)". Questo l'eccezionale risultato
    raggiunto da uno studio italiano condotto su 48 malati, 32 trattati con la
    terapia standard a base di riluzolo, 16 con il farmaco e il litio. Conclusioni
    che sono state gia' inviate a un'importante rivista internazionale che ora sta
    verificando i dati, e che a breve potrebbe decidere di pubblicare la ricerca.

    "A 15 mesi dall'inizio della sperimentazione nel gruppo trattato con il solo
    riluzolo si e' assistito al decesso del 30% dei pazienti.
    Nel secondo non si e' verificata nessuna morte, seppure la meta' del campione
    aveva la forma piu' aggressiva di Sla, quella bulbare", afferma uno dei
    ricercatori italiani che ha iniziato a studiare il litio contro la Sla,
    Francesco Fornai, professore associato del dipartimento di Morfologia umana e
    biologia applicata all'universita' di Pisa. Non solo: "Secondo i parametri
    rilevati dalla scala neurologica per misurare la progressione della Sla, la
    Alsfrs-R nei malati trattati con litio non abbiamo assistito ad alcun
    peggioramento significativo, mentre negli altri il declino era gia' evidente a 3
    mesi. E alla fine della sperimentazione pari al 50%". La notizia 'bomba' e'
    stata anticipata lo scorso 8 novembre nel corso del XXXIV congresso nazionale
    della Limpe, la Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson.
    La patologia neurodegenerativa e la Sla, infatti, spiegano i ricercatori, hanno
    molti elementi in comune. Tanto che il litio sara' studiato anche contro il
    Parkinson, "fondi permettendo". Intanto lo studio 'made in Italy' rischia di
    oscurare le conclusioni attese dai malati a gennaio prossimo da un altro studio,
    questa volta statunitense, sull'Igf-1.

    L'attenzione sulle terapie contro la Sla in Italia si e' intensificata nelle
    ultime settimane dopo che il Consiglio superiore di sanita' ha deciso di dare
    parere contrario al trattamento dei malati con il farmaco Igf-1 o con la
    combinazione Igf-1/Igf-Bp3.
    Medicinali non previsti dal Servizio sanitario nazionale e ottenuti da alcuni
    malati grazie a sentenze di tribunali.
    Fornai ha iniziato a studiare gli effetti del litio due anni fa su topi
    geneticamente modificati per sviluppare la Sla, partendo dalla capacita' della
    sostanza di intervenire su alcuni processi di degenerazione cellulare. "Man mano
    che andavo avanti potevo osservare come il litio rallentasse altri meccanismi di
    danneggiamento cellulare".

    Il ricercatore italiano spiega come, con i relativi distinguo, Sla e Parkinson
    siano malattie simili negli effetti che hanno sulle cellule. "Nella prima si
    registra una lieve compromissione dei neuroni danneggiati nel Parkinson, in
    quest'ultima si verificano danni al livello spinale come nella sclerosi laterale
    amiotrofica". Il litio, che e' conosciuto in medicina come trattamento per il
    disturbo bipolare, "accelera i meccanismi di rimozione delle proteine e dei
    mitocondri alterati. E fa aumentare la velocita' con cui le cellule stesse
    smaltiscono i segni delle malattie, in pratica se ne liberano.
    Oltre al fatto che sempre il litio promuove la nascita di nuovi mitocondri. Nei
    fatti, dunque non si blocca il gene che innesca la malattia ma si accelera a tal
    punto il ricambio da arrestarne di fatto la progressione. Un processo a cui
    contribuisce la terza caratteristica tipica del litio, cioe' la neurogenesi.
    Tanto che in alcuni studi sulle cellule staminali si e' potuto osservare come la
    sostanza ne aumenti la sopravvivenza nel midollo spinale".
    Una volta conclusa la prima sperimentazione, altri 100 malati di Sla sono in
    trattamento, dopo l'invio di un nuovo protocollo all'Agenzia italiana del
    farmaco (Aifa). "E se i risultati positivi dovessero essere confermati come
    speriamo allargheremo ancora il campione. Come faranno probabilmente altri
    colleghi nel resto del mondo".

    Lo scienziato italiano continuera' a lavorare su questo filone di ricerca, e
    aggiunge: "Non e' detto che il litio si confermi la sostanza migliore per
    ottenere i risultati che ci prefiggiamo. Per esempio dovremo provare con altre
    molecole come la rapamicina che pero', rispetto al litio, costa molto di piu'".
    La caccia dunque non e' finita, anche se la strada e' chiara. Un percorso che
    l'universita' di Pisa ha condiviso finora con l'Irccs Neuromed, l'ateneo del
    Piemonte orientale, l'Irccs Santa Lucia e il policlinico uiversitario
    Sant'Andrea di Roma.


    - Usa/Giappone. Staminali embrionali create da cellule di pelle umana. Padre
    "Dolly" abbandona ricerca embrioni
    Cellule di pelle umana 'riprogrammate' e trasformate, in modo da risultare
    indistinguibili dalle staminali embrionali. A riuscire nell'impresa di
    'ringiovanire' cellule umane adulte sono stati due team di ricercatori, uno
    statunitense l'altro nipponico, che hanno lavorato in modo indipendente e
    impiegato tecniche diverse, e hanno pubblicato i loro lavori rispettivamente
    sull'edizione online di 'Science' e su 'Cell'.
    Due studi epocali, che segnano un importante passo avanti nella ricerca sulle
    'cellule madri'. In pratica, questi lavori possono tradursi in un colpo di
    spugna per i dilemmi etici sull'uso delle staminali embrionali. E
    nell'inutilita' della clonazione a scopo terapeutico. Se, infatti, si possono
    riprogrammare cellule adulte, non occorre creare embrioni 'ad hoc' o utilizzare
    quelli in sovrannumero come fonte di preziose cellule pluripotenti, capaci di
    trasformarsi nei 220 tipi cellulari che compongono il corpo umano.
    Nel loro lavoro, pubblicato su 'Science', gli scienziati del Genome Center
    dell'Universita' di Wisconsin-Madison, diretti da Junying Yu, hanno lavorato nel
    laboratorio di James Thomson, uno dei 'papa' delle cellule staminali embrionali.
    Ottenendo cellule 'indotte' che "fanno tutto quello che fanno le staminali
    embrionali. Una cosa che cambiera' completamente questo settore". Oltre al
    vantaggio di eliminare ogni dilemma etico, il fatto di usare cellule della pelle
    riprogrammate fa si' che, per ogni uso, si possa usare come fonte il paziente
    stesso. Cosi' "le reazioni immunitarie non dovrebbero piu' essere un problema",
    aggiunge lo scienziato.
    Naturalmente, avverte il ricercatore, sono necessari ulteriori studi sulle
    cellule neo-prodotte, per assicurarsi che "non differiscano dalle staminali
    embrionali in un modo inatteso". L'isolamento e la coltura con successo di
    staminali embrionali nel 1998 segno' un passo importante per la ricerca. Nel
    nuovo studio, per indurre le cellule della pelle a uno stato pluripotente, Yu,
    Thomson e i colleghi hanno introdotto un set di quattro geni in fibroblasti
    umani. Il loro lavoro risponde a una questione posta ai tempi della nascita
    della pecora Dolly. Il primo animale clonato era risultato, infatti, dal
    trasferimento del nucleo di una cellula adulta in un ovocita non fertilizzato.
    Un'allora ignota combinazione di fattori nell'ovulo hanno riprogrammato le
    cellule adulte del nucleo e, quando l'ovulo e' stato impiantato, ne e' risultato
    un animale formato. Il nuovo studio rivela alcuni dei fattori genetici 'chiave'
    di quella riprogrammazione. E offre la possibilita' di creare linee di staminali
    personalizzate per ogni paziente senza l'uso della clonazione. E delle tecniche
    impiegate dai creatori di Dolly. Non e' un caso, dunque, che Ian Wilmut, celebre
    papa' della pecora 'fotocopia', abbia deciso di abbandonare le ricerche sulla
    clonazione a scopo terapeutico.
    "Esistono geni specifici, che abbiamo identificato attraverso uno screen
    combinatori", spiega Thomson. "Questo significa che ogni laboratorio con
    capacita' di biologia molecolare standard puo' fare la riprogrammazione senza
    difficolta', per ottenere ovociti". Le nuove cellule accelereranno gli studi su
    nuove terapie, dice il ricercatore, ma serve ancora molto lavoro per raffinare
    le tecniche ed evitare ogni rischio di errori. Inoltre i ricercatori devono
    ancora individuare metodi per rimuovere i vettori, cioe' i virus usati per
    portare i geni nelle cellule della pelle. Usando le nuove tecniche di
    riprogrammazione, il gruppo del Wisconsin ha sviluppato otto nuove linee di
    staminali, alcune delle quali sono state coltivate per 22 settimane.
    Dal canto loro, gli studiosi nipponici diretti da Shinya Yamanaka della Kyoto
    University, su 'Cell' forniscono un cocktail di quattro ingredienti per
    trasformare una cellule umana adulta della pelle in 'simil-embrionale'. Che,
    dunque, ha molti degli aspetti fisici e genetici delle staminali embrionali e
    puo' differenziarsi per produrre tessuti diversi.
    Secondo le analisi, le cosiddette "cellule staminali pluripotenti indotte (iPS)"
    sono simili, ma non identiche, alle 'cellule madri' embrionali. Il cocktail
    chimico usato nel nuovo studio e' identico a quello usato dallo stesso team per
    'ringiovanire' cellule adulte di topo, come si spiegava nella ricerca pubblicata
    su 'Cell' un anno fa. In ogni caso, ammonisce lo scienziato nipponico, sarebbe
    "prematuro concludere che le cellule iPS possono rimpiazzare le staminali
    embrionali".
    L'anno scorso il team aveva scoperto che quattro fattori, noti come Oct3/4,
    Sox2, c-Myc e Klf4, potevano restituire a fibroblasti di topo adulto la
    pluripotenza tipica delle staminali embrionali. Questi quattro 'fattori di
    trascrizione', ora, si sono rivelati in grado di generare cellule iPS da
    fibroblasti prelevati da pelle umana.
    "Da circa 50mila cellule umane abbiamo ottenuto circa 10 cellule clonate iPS
    -racconta Yamanaka- Puo' sembrare molto poco, ma significa che da un solo
    esperimento si possono ottenere diverse linee di cellule iPS". Queste ultime
    sono indistinguibili dalle staminali embrionali per aspetto e comportamento in
    coltura. Esprimono anche i marker genetici normalmente usati dagli scienziati
    per identificare le staminali embrionali.
    I ricercatori hanno visto che queste super-cellule possono differenziarsi e
    formare neuroni, cellule muscolari cardiache e altri tipi di cellule. Iniettate
    sotto la pelle dei topi, producono tumori dopo nove settimane. "Ora dovremmo
    essere in grado di generare cellule iPS specifiche per pazienti e malattie
    diversi, e quindi di produrre differenti tipi di cellule, come quelle cardiache,
    del fegato e neurali", dice Yamanaka. Cellule che dovrebbero essere molto utili
    nello studio dei meccanismi che stanno dietro a numerose malattie e nella messa
    a punto di medicinali sicuri ed efficaci.
    "Una volta dimostrata la loro sicurezza potremo usare le iPS umane in terapie di
    trapianto cellulare".

    "Vanno potenziati i campi di ricerca sui quali c'e' concordia. Ho apprezzato gli
    incentivi di Terni nella ricerca sulle staminali adulte. Sfruttiamo fino in
    fondo le leggi che ci sono". Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, sulla
    ricerca sulle cellule staminali, intervenendo a Repubblica tv.
    "Cosi' come applichero' la legge 40 nel modo piu' aperto possibile- sottolinea
    Turco-. Mi accingo ad aggiornare le linee guida, e lo faro'- prosegue- cercando
    di dare l'applicazione piu' corretta possibile legge. Sinora- conclude Turco- e'
    stato fatto in modo piu' restrittivo di quanto questa prevede".

    Positivo anche il commento di Maurizio Zuccotti, dell'universita' di Parma, uno
    degli autori della clonazione del primo topo. 'E' un passo in avanti
    importantissimo. Adesso - ha detto - si ridimensiona il dibattito
    sull'ottenimento di cellule staminali da embrioni'.
    Quelle ottenute dal gruppo giapponese e da quello americano sono infatti molto
    simili alle staminali embrionali. 'Queste ultime - ha aggiunto - sono sempre
    migliori, ma il sistema utilizzato per ottenerle e' fantastico. Risolve infatti
    il problema della compatibilita''. Nel caso di un eventuale futuro uso
    terapeutico le cellule staminali utilizzate sarebbero infatti ottenute da
    cellule prelevate dallo stesso paziente.
    Prima di giungere all'uso terapeutico va inoltre risolto il problema legato al
    fatto che anche le cellule riprogrammate, come le staminali embrionali, possono
    generare tumori. Finche' non si risolvera' questo problema, ha concluso, e'
    impossibile prevedere quando potra' essere avviata una sperimentazione
    sull'uomo.

    "Le premesse sono buone, ma per arrivare a fabbricare un pancreas nuovo o curare
    malattie come l'Alzheimer passeranno comunque degli anni". Lo sottolinea
    Giovanni Neri, direttore dell'Istituto di genetica medica dell'universita'
    Cattolica di Roma, commentando l'annuncio dei due team di colleghi nipponici e
    statunitensi, che hanno 'ringiovanito' cellule della pelle umana, trasformandole
    in 'simil-staminali' embrionali. "I tempi sembrano maturi per questa scoperta -
    dice l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - che supera in un colpo il dilemma etico
    sull'uso degli embrioni e il problema dell'incompatibilita'.
    In futuro, infatti, dallo stesso paziente si potrebbero prelevare le cellule da
    sottoporre al trattamento 'ringiovanente', per un trattamento personalizzato e a
    prova di rigetto. La promessa e' che queste nuove 'cugine' delle staminali
    abbiano, come le 'originali', il potere di trasformarsi per andare a formare
    nuovi organi e tessuti.
    "Certo, i dati ottenuti dai due team vanno confermati, ma il fatto che due
    gruppi siano arrivati a uno stesso risultato attraverso ricerche e tecniche
    indipendenti e' un po' una 'prova del nove", dice il genetista. Si tratta,
    insomma, di una buona notizia, "a patto che - conclude - le promesse vengano
    mantenute".

    Produrre cellule staminali con le stesse potenzialita' delle embrionali, ma
    risparmiando gli embrioni e tutte le derive etiche legate al loro uso. In altre
    parole, una 'macchina del tempo' molecolare nella quale una cellula adulta e
    specializzata torna bambina per essere usata per riparare lesioni o rimpiazzare
    cellule simili distrutte da una malattia. Ad indicare questa strada, da oggi
    piu' vicina grazie a due studi, uno nipponico e l'altro statunitense - che hanno
    condotto i ricercatori a 'riprogrammare' e trasformare cellule di pelle umana
    rendendole indistinguibili dalle staminali embrionali - e' stata proprio
    l'Italia. Parola di Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio di Biologia
    dello sviluppo dell'universita' di Pavia, che all'ADNKRONOS SALUTE ricorda come
    la commissione presieduta nel 2001 dal premio Nobel Renato Dulbecco, e voluta
    dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi, fosse giunta alla
    conclusione che era proprio questo l'obiettivo da perseguire.
    "E oggi - sottolinea Redi, che all'epoca faceva parte della Commissione Dulbecco
    - la ricerca sembra darci perfettamente ragione.
    Eravamo arrivati a questa conclusione convinti che si trattasse dell'unica via
    percorribile per superare i problemi etici legati all'uso di embrioni". Dilemmi
    "verso i quali la comunita' scientifica si e' mostrata altamente sensibile", e i
    due studi che oggi raccolgono l'entusiasmo degli scienziati di tutto il mondo
    "ne sono la prova".
    Quello perseguito separatamente dai due team di ricercatori e' "infatti un
    risultato importantissimo - riconosce Redi - che giunge 10 anni dopo la
    derivazione della prima linea embrionale. I gruppi guidati da James Thomson e
    Junying Yu - assicura il ricercatore - sono due team di altissimo valore, che
    hanno guadagnato una stima enorme a livello internazionale".
    Anche se a un risultato simile - ovvero fabbricare staminali pluripotenti senza
    usare embrioni - e' giunta anche l'Italia, con un gruppo di studiosi guidato
    dallo stesso Redi.
    "Abbiamo usato una tecnica differente - spiega lo studioso - e sicuramente meno
    affascinante di quella adottata da Thomson e Junying Yu. La nostra ricerca, che
    ha tuttavia guadagnato le pagine della rivista Cloning and Stem Cells, mira a
    riprodurre artificialmente quel fantastico laboratorio in miniatura che e'
    l'ovocita, per trovare gli elementi capaci di riprogrammare il nucleo di cellule
    adulte".
    "Il primo passo - prosegue Redi - e' stato compiuto riproducendo in laboratorio
    il citoplasto artificiale. Da qui abbiamo ottenuti estratti di cellule che ci
    hanno consentito di ottenere una riprogrammazione genetica", ovvero lo stesso
    ringiovanimento cellulare conseguito, per altre via, dai team statunitense e
    nipponico. Del resto nel rapporto Dulbecco "erano indicate tutte e due le strade
    possibili, sia quella battuta da Thomson e Junying Yu, sia quella perseguita dal
    nostro gruppo nonche' da altri quattro team: uno svedese, l'altro statunitense,
    uno giapponese e infine l'ultimo tedesco".
    Quel che e' certo "e' che la possibilita' indicata dall'Italia sembra destinata
    a divenire 'il futuro' in questo delicato campo della ricerca. Spero che al
    nostro Paese - conclude lo studioso - venga almeno riconosciuto questo indubbio
    merito".

    Un traguardo epocale, di quelli che "possono cambiare la storia" della ricerca
    scientifica del settore. Cosi' Giulio Cossu, professore all'universita' degli
    Studi di Milano e direttore dell'Istituto cellule staminali dell'Irccs San
    Raffaele del capoluogo lombardo.
    Dopo le ricerche analoghe condotte sul topo, "c'era da attendersi che si sarebbe
    arrivati all'uomo - spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE - I vantaggi di questi
    risultati si annunciano enormi - aggiunge - Potenzialmente, infatti, e'
    sufficiente prelevare cellule della propria pelle, e trasferirvi 4 geni tipici
    delle cellule staminali embrionali, per ottenere staminali embrionali dotate del
    proprio corredo genetico. Il tutto senza scomodare l'embrione - precisa Cossu -
    quindi 'bypassando' tutti i problemi etici correlati".
    Non solo. "Non e' piu' necessario nemmeno ricorrere a un numero elevato di
    ovociti umani, che comunque sono di difficile reperimento e comportano altri
    problemi etici".
    Ma quando questi studi potranno tradursi in effettivi successi clinici?
    "Prevederlo e' impossibile. Ci saranno risvolti clinici - sottolinea lo
    scienziato - quando sara' possibile indirizzare queste cellule staminali a
    produrre con alta efficienza i tipi di tessuto danneggiati dalle differenti
    patologie", conclude.

    L'innovativo studio sulle cellule staminali sperimentato in Giappone e Stati
    Uniti viene accolto 'con grande favore' dal presidente americano George W. Bush.
    Lo ha detto la sua portavoce, Dana Perino, in una dichiarazione diffusa dalla
    Casa Bianca sulla scia dell'annuncio di un nuovo metodo per far tornare
    'bambine' le cellule adulte della pelle umana.
    Bush incoraggia 'l'avanzamento della scienza all'interno dei confini
    dell'etica', ha detto la portavoce, ed e' quello che avviene quando 'si evitano
    tecniche che distruggono la vita'.
    'Il presidente Bush - afferma la Casa Bianca - e' stato il primo a mettere a
    disposizione fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali
    umani e la sua linea politica e' stata quella di farlo con modalita' che non
    incoraggino la distruzione di embrioni'.
    Bush ritiene, ha detto la portavoce, 'che i problemi medici possano essere
    risolti senza compromettere ne' gli alti obiettivi della scienza, ne' la
    sacralita' della vita umana'.
    La Casa Bianca 'continuera' a incoraggiare gli scienziati a espandere le
    frontiere della ricerca sulle cellule staminali e a continuare ad avanzare la
    comprensione della biologia umana con una modalita' eticamente responsabile'.

    La ricerca sulle staminali embrionali "resta indispensabile, e di fatto ha
    costituito l'unica via possibile per arrivare a 'ringiovanire' staminali adulte,
    trasformando anche queste in cellule totipotenti". Cosi' Giuseppe Novelli,
    professore di Genetica all'universita' Tor Vergata di Roma, commenta
    all'ADNKRONOS SALUTE le due ricerche distinte, una guidata da un team giapponese
    l'altra da un gruppo statunitense, che hanno messo a segno la riprogrammazione
    di cellule di pelle umana ottenendo 'simil-staminali' embrionali.
    Un risultato "reso possibile solo attraverso lo studio di cellule embrionali,
    che ha permesso di conoscerne nel tempo le caratteristiche da replicare in
    staminali adulte". Non a caso, la ricerca statunitense "e' firmata da James
    Thomson, lo stesso uomo che nel '97 isolo' per primo staminali embrionali
    umane". Ecco, dunque, che gli studi che oggi hanno acceso l'entusiasmo della
    comunita' scientifica internazionale "non vanno scisse dalla ricerca sulle
    embrionali, che di fatto le hanno rese possibili costituendo un passaggio
    obbligato". Perche' nella scienza "non si puo' distinguere tra cellule 'buone' e
    'cattive' - sottolinea Novelli 'battendo' proprio su quel conflitto etico che
    questi due studi promettono di superare - La ricerca deve, per forza di cose,
    lavorare e operare a 360 gradi. Solo lo studio sulle embrionali puo' infatti
    consentirci di superare l'uso di embrioni, donando alle staminali adulte quelle
    caratteristiche che rendono le embrionali piu' promettenti". "I due studi non
    fanno altro che coronare un disegno gia' scritto - aggiunge il genetista -
    perche', sin dall'inizio, era questo l'obiettivo che la comunita' scientifica si
    riprometteva di perseguire. Anche se, senz'altro, a questi team di studiosi
    dobbiamo riconoscere il merito di aver bruciato i tempi, ottenendo in tempi
    brevissimi un risultato estremamente agognato".
    Quanto ai prossimi passi da compiere, Novelli mostra di non aver alcun dubbio.
    "I geni che in questi due studi hanno permesso di 'riprogrammare' le cellule
    della pelle - spiega - vengono inseriti attraverso l'impiego di vettori virali.
    In altre parole, dei virus fungono da 'navette' per trasportare i geni in grado
    di ringiovanire le cellule. Ma questi virus potrebbero creare dei problemi. Ecco
    dunque che occorre battere altre strade, trovare altre vie che consentano di
    introdurre i geni lasciando fuori dall'organismo i vettori virali. Penso, ad
    esempio, all'impiego di proteine al posto dei virus attualmente impiegati".

    "Scoperte da Nobel, che rendono merito ad anni di battaglie in difesa della
    vita".
    Angelo Vescovi, professore di Biologia cellulare all'universita' di
    Milano-Bicocca e direttore dell'Istituto cellule staminali di Terni, non
    nasconde la sua gioia alla notizia dei traguardi raggiunti sul fronte delle
    'cellule madri' da due team americano e giapponese.
    Le due e'quipe, autrici di due lavori pubblicati su 'Science' online e su
    'Cell', seguendo strade separate sono riuscite infatti a riprogrammare cellule
    di pelle umana riportandole allo stadio di 'simil-staminali' embrionali.
    "Per me e' un giorno felice - spiega lo scienziato all'ADNKRONOS SALUTE - Pur da
    agnostico, mi sono sempre espresso contro la manipolazione dell'embrione perche'
    non la ritenevo ne' ammissibile ne' necessaria. E avevo ragione".
    L'esperto non si definisce sorpreso dei traguardi raggiunti. "Da Dolly in poi la
    strada era segnata - assicura - Quella clonazione ha dimostrato che il nucleo di
    una cellula adulta puo' essere re-istruito fino a tornare allo stadio di
    totipotenza. Da allora ho sempre pensato che se era possibile riottenere cellule
    totipotenti, sarebbe stato possibile ottenerne anche di pluripotenti: in grado
    cioe' di diventare qualunque di tipo di cellula, ma non di dare un embrione". In
    questo modo, insomma, "ogni problema etico viene superato". E l'ha capito anche
    Ian Wilmut, papa' della prima pecora 'fotocopia': per Vescovi il suo
    'pentimento' e' stato "un segno di grande onesta' morale", dice.
    Anche in Italia, continua lo specialista, "stiamo conducendo studi simili". I
    possibili risvolti sono infatti due, "uno piu' scientifico e uno pratico".
    Primo: "In qualche modo in questa tecnica e' nascosto il 'germe
    dell'immortalita', perche' permettera' di scoprire tutti i meccanismi di
    regolazione necessari a 'svecchiare' una cellula riportandola, per esempio,
    dall'eta' di 50 anni all'eta' di zero". Secondo: "Potenzialmente ognuno di noi
    potra' farsi prelevare una qualunque cellula adulta e ottenere staminali
    embrionali clonate proprie, da congelare come 'scorta' per terapie rigenerative
    utili in caso di malattia", conclude Vescovi.

    "Ci rallegriamo, non essendo tifosi di una staminale piuttosto che di un altra,
    ma considerando equivalenti tutte le strade che possono portare a risultati
    significativi in favore dei malati". Rocco Berardo, vicesegretario
    dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica, commenta
    cosi' gli studi pubblicati oggi su Science e Cell. Due ricerche distinte hanno
    mostrato la possibilita' di riprogrammare le cellule staminali adulte in modo da
    farle tornare ad essere totipotenti come quelle embrionali. "Una novita' di
    straordinaria importanza", commenta in una nota.
    "Se la scoperta si dimostrasse fondata - dice - avremmo a disposizione un fronte
    di ricerca potenzialmente equivalente a quello delle cellule staminali
    embrionali. Ci sono tuttavia - aggiunge - due elementi da non sottovalutare: in
    primo luogo, non e' la prima volta che una scoperta del genere viene
    preannunciata in modo entusiastico, per rivelarsi poi infondata. La seconda e'
    che non vorremmo che anche in tale tecnica e dalle conseguenti cellule prodotte
    venissero riscontrate qualita' di tipo 'embrionale', quindi potenzialmente
    vitali e, come di consueto, intoccabili".

    Una 'svolta che spazza via le manipolazioni': e' entusiasta il commento
    dell'Associazione Scienza & Vita sulle ricerche condotte in Giappone e Stati
    Uniti, che hanno riprogrammato cellule adulte.
    Il risultato, afferma l'Associazione in una nota, e' stato ottenuto 'dopo un
    lungo e sofferto cammino, che ha immolato sull'altare della ricerca tanti esseri
    umani in fase embrionale'. Ma il condizionale, prosegue la nota 'e' d'obbligo,
    come mettono in evidenza gli stessi ricercatori, e la prudenza e' sempre
    necessaria. Saranno infatti indispensabili adeguate sperimentazioni sull'animale
    per chiarire i tanti aspetti non ancora noti e la possibilita' di una puntuale,
    efficace e sicura applicazione clinica'. Prima di 'creare false aspettative',
    rileva Scienza e vita, e' opportuno cercare di disporre di tutti gli elementi
    concreti per poter dare risposte adeguate'. L'Associazione si augura che 'la
    tappa odierna segni il ritorno alla compostezza e alla sobrieta' e riporti al
    centro del dibattito la verita' scientifica'.

    Ringiovanire cellule umane adulte per ottenere staminali embrionali 'indotte'
    "e' certamente possibile, perche' tutto e' possibile in medicina. Ma e' un
    doppio lavoro". La via piu' diretta per ricavare 'cellule bambine' resta quella
    di "prenderle dagli embrioni abbandonati", frutto degli interventi di
    fecondazione assistita prima della legge 40. Cosi' Umberto Veronesi, direttore
    scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, commenta gli
    studi pubblicati su 'Science' online e su 'Cell' da scienziati americani e
    giapponesi che sono riusciti a produrre simil-staminali embrionali da cellule di
    pelle dell'uomo.
    Oggi nel capoluogo lombardo, a margine di un incontro sul Cerba (Centro europeo
    di ricerca biomedica avanzata) organizzato dalla Provincia di Milano, Veronesi
    ricorda che nei centri specializzati italiani "abbiamo i frigoriferi pieni di
    ovuli fecondati che stanno li' solo in attesa di morire, e mi sembrerebbe
    ragionevole utilizzarli come fonti di staminali. Non si danneggerebbe nessuno,
    perche' questi poveri embrioni sono destinati a essere buttati nel lavandino un
    giorno o l'altro". Quanto all'effettiva utilita' clinica delle staminali
    embrionali, lo scienziato precisa che si tratta di "un settore in grande
    sviluppo, con risultati per ora molto parziali" perche' le ricerche vanno
    portate avanti.
    Tuttavia, sottolinea l'oncologo, "le staminali embrionali hanno per loro natura
    tante potenzialita'. Possono dare origine a cellule di diverso tipo, e quindi
    possono essere indirizzate a svilupparsi in un senso o in un altro ed essere
    utili a 'riempire' gli organi che si sono svuotati di cellule a causa di
    malattie degenerative, neurologiche, cardiache o altre".

    BOTTA E RISPOSTA GALLI DELLA LOGGIA - RADICALI ITALIANI - Sul Corriere della
    Sera del 20 novembre, Ernesto Galli della Loggia scrive: "E adesso ci aspettiamo
    che Piergiorgio Odifreddi o Telmo Pievani, o Rita Bernardini, che insomma
    qualcuno del partito del "Dagli all'embrione" parli, dica qualcosa, magari
    esprima al piu' presto la sua sdegnata protesta. Per anni, infatti, ci hanno
    spiegato per filo e per segno che chi si opponeva alla ricerca sulle staminali
    embrionali, giudicandola oltre che eticamente riprovevole di fatto inutile - dal
    Papa al cardinale Ruini, a tutta l'altra pretaglia, in sottana e no - non erano
    altro che degli oscurantisti nemici della scienza, e adesso e' lo stesso
    pioniere della clonazione e della ricerca sulle staminali, Ian Wilmut, il
    "padre" della pecora Dolly, a dichiarare che intende abbandonare le ricerche a
    base di staminali embrionali perche' scientificamente assai poco promettenti
    rispetto a quelle con staminali di altra origine. Ma non erano proprio le
    cellule embrionali che dovevano salvarci da tutte le malattie, renderci
    immortali? Non era arcisicuro? Che e' successo?".
    Non si fa attendere la risposta di Rita Bernardini, segretaria di Radicali
    Italiani: "Ernesto Galli della Loggia mi iscrive al Partito dei "Dagli
    all'embrione", forte del "ripensamento" del clonatore della pecora Dolly
    sull'efficacia terapeutica delle cellule staminali embrionali. Per rendere piu'
    efficace la sua invettiva poi, mi mette anche fra coloro che affermano che tali
    cellule dovrebbero curarci da tutte le malattie, rendondoci "immortali".
    Quanto al Partito, io sono "radicale", termine piu' che mai appropriato nel caso
    citato, visto che vuol dire "andare alla radice delle cose", e le radici, si sa,
    vanno alla ricerca di sostanze vitali per mantenere in vita, far crescere e
    sviluppare l'albero, la pianta. A differenza di Ernesto Galli della Loggia che
    esclude la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali schierandosi
    per quella sulle adulte, noi radicali non escludiamo ne' l'una ne' l'altra,
    tanto che il nostro compianto Presidente Luca Coscioni ha letteralmente voluto
    fare da cavia sottoponendosi ad un autotrapianto di cellule staminali ricavate
    dal suo midollo osseo e percio' "adulte". Niente tifo da stadio, dunque.
    Cio' che trovo orribile nella posizione degli Ultras dell'embrione e' che
    escludono di "toccarlo" anche nel caso in cui sia destinato ad essere gettato
    nella spazzatura o a sopravvivere - fino a morire e senza alcuna possibilita' di
    svilupparsi - nell'azoto liquido a -196 gradi. Non lo si puo' toccare nemmeno
    per la conoscenza, nemmeno per scoprire, per esempio, quali siano i meccanismi
    che portano le cellule staminali embrionali a svilupparsi in qualsiasi tipo
    tessuto.
    Si tranquillizzino (o si rassegnino) gli Ultras dell'embrione o i pentiti:
    nessuno potra' fermare la peculiarita' tutta umana della volonta' di ricerca, di
    conoscenza, di scoperta. Di fronte agli oscurantismi, noi pragmaticamente
    affermiamo che e' meglio "regolamentare" la ricerca (come hanno fatto in Gran
    Bretagna) piuttosto che relegarla nel buio - si' pericoloso - della
    clandestinita'.".

    Bernat Soria, ministro di Sanita' e Consumo, spera che le nuove vie della
    ricerca, volte allo sviluppo di cellule staminali ricavate da tessuto cutaneo,
    contribuiscano a far si' che il pur necessario dibattito etico "non sia cosi'
    aspro come prima" e si tasformi in una discussione "su dati oggettivi e
    risultati scientifici". Ritiene poco sensato che, a ogni nuova scoperta, si dia
    per superato il problema etico, giacche' e' applicando le conoscenze ottenute
    con le staminali embrionali che si sono aperti nuovi campi con le staminali
    adulte. Per il ministro, la nuova conoscenza e' "un salto in piu' dentro una
    traiettora nella quale si sono prodotti progressi, e ne vedremo altri in
    futuro". Ha ricordato che un lavoro come quello di cui si parla in questi
    giorni, condotto nello stesso laboratorio dove sono state scoperte le cellule
    staminali, "non si sarebbe potuto realizzare in Spagna durante il Governo del
    Partido Popular perche' era proibito".
    "Speriamo che la nuova Ley de Investigacion Biomedica permetta ai gruppi
    spagnoli d'avanzare su queste linee e di produrre conoscenze vantaggiose per i
    pazienti", ha affermato il responsabile della Sanita' sottolineando che la
    Spagna, "in questo momento ha vari gruppi che lavorano nella riprogrammazione
    cellulare", la tecnica che ha dato luogo all'ultima scoperta. Ha chiarito che il
    Governo ha firmato convenzioni con comunita' quali Andalusia, Catalogna,
    Comunita' Valenciana, Aragon y Castilla Leon per finanziare progetti di questo
    tipo, e che Sanidad sta sostenendo economicamente Red de Terapia Celular. "Spero
    che la Spagna possa essere all'avanguardia in questo campo, che e' un campo
    molto orientato ad aiutare i pazienti". In qualita' di ricercatore, Soria e'
    ancora pronto a dire che i due tipi di cellule staminali potrebbero avere usi
    del tutto equivalenti. La ricerca di una delle opzioni deriva dalle conoscenze
    scaturite dallo studio della prima, per cui non c'e' da sostituire una
    all'altra; e' molto meglio che le ricerche procedano in modo complementare.

    Soddisfatta la Consulta di Bioetica sui risultati delle ricerche condotte in
    Giappone e negli Stati Uniti per la riprogrammazione delle cellule adulte in
    cellule simili a staminali embrionali. Le scoperte, rileva la Consulta in una
    nota, 'mostrano la fecondita' della ricerca sulle staminali embrionali'.
    I risultati annunciati ieri su due importanti riviste scientifiche
    internazionali, prosegue la nota, 'non tolgono valore alla significativita''
    delle cellule staminali embrionali, ma 'confermano la loro importanza'. Per la
    Consulta di Bioetica 'spostare la questione sul piano delle modalita' con cui si
    arriva alle cellule embrionali si presta all'interpretazione che queste stesse,
    in verita', non vengano tutelate di per se'. Se cosi' fosse, infatti, questo
    dovrebbe essere indipendentemente dalla via attraverso la quale le si
    raggiunge'.

    Il governo italiano blocchi con una moratoria la ricerca sulle cellule staminali
    embrionali nei laboratori europei: lo chiedono il capogruppo Udc alla Camera,
    Luca Volonte', e la senatrice Paola Binetti (Pd), firmatari di una mozione
    presentata oggi nei rispettivi rami del Parlamento.
    Commentando le ricerche sulla riprogrammazione di cellule adulte, trasformate in
    cellule simili alle staminali embrionali, Volonte' e Binetti rilevano che i due
    studi 'confermano la necessita' di sospendere al piu' presto la ricerca sugli
    embrioni umani. Il governo italiano blocchi la loro distruzione praticata nei
    laboratori europei promuovendo una moratoria che, sulla base delle recenti
    acquisizioni scientifiche ed evitando opportunamente le ideologie, ponga fine
    anche a uno spreco ingente di denaro pubblico'. In Italia, prosegue la nota, 'la
    legge non consente ricerche sulle staminali embrionali, ma in Europa queste
    ricerche sono permesse e sono finanziate anche sulla base della posizione
    assunta mesi fa dal ministro Mussi.
    La destinazione di fondi europei alla ricerca sugli embrioni va rivista con la
    massima urgenza, per motivi scientifici, economici ed etici'.

    Concordi nel riconoscere la grande validità scientifica della ricerca, ma non
    perfettamente d'accordo sul fatto che sul piano etico non cambi nulla, dopo i
    risultati ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi su cellule staminali
    embrionali pluripotenti ottenute da cellule adulte di pelle umana. Per Demetrio
    Neri, ordinario di Biotica all'Università di Messina e per Carlo Flamini, membro
    del Comitato Nazionale di Bioetica, la ricerca pubblicata su Science non cambia
    nulla da un punto di vista etico.
    "Dal punto di vista scientifico è evidente che si tratta di un risultato molto
    importante", ha commenta Demetrio Neri. "Quello che mi sorprende è l'entusiasmo
    mostrato su uno studio che si è mosso a 360 gradi sperimentando su tutte le
    possibili fonti di cellule staminali embrionali. Quindi sul piano etico non
    cambia nulla. Perché anche se queste cellule sono state derivate, ora, da
    cellule adulte, si basano su ricerche precedenti in cui embrioni veri sono stati
    coinvolti in precedenza. E' come se si volesse condonare tutta la ricerca che è
    stata fatta negli ultimi dieci anni. E, per chi dice che l'embrione è
    inviolabile, non dovrebbe essere contento, in quanto il risultato poggia su
    ricerche che hanno avuto bisogno degli embrioni".
    Dello stesso avviso Carlo Flamini, Membro del Comitato Nazionale di Bioetica,
    che pur riconoscendo l'importanza della ricerca e del metodo con il quale si
    possono ottenere da cellule adulte embrionali staminali esprime riserve. "Primo
    perché - spiega - non si sa se queste cellule staminali hanno le proprietà delle
    cellule della massa cellulare interna della blastocisti, per cui sono
    pluripotenti e capaci di fare un embrione; se hanno, invece, le stesse
    potenzialità delle cellule della morula sono totipotenti e sono embrioni. Quindi
    il problema morale si pone esattamente allo stesso modo".
    Per arrivare a questi risultati scientifici, commenta ancora Flamini, sono state
    utilizzate una massa di informazioni che derivano dalla ricerca sulle staminali
    embrionali fatte su embrioni. "Quindi questa linea di ricerca - ha detto - ha
    contaminato tutte le altre linee di ricerca e questo comporta una condizione di
    complicità, come dicono i cattolici, per cui, come affermano loro, è una ricerca
    illecita e contaminata"
    Non abbiamo accontentato nessuno e non c'è stata una "svolta etica", ha
    proseguito Flamini, "c'è solo una grande ipocrisia e qualsiasi risultato
    ottenuto da queste ricerche non potrà essere utilizzato da un cattolico sul
    piano pratico, altrimenti diventa complice".
    Al centro di questa controversia c'è il fatto di considerare l'embrione un
    essere umano da proteggereà."Dico ancora che c'è molta ipocrisia anche tra i
    cattolici. Bisognerebbe essere più onesti ognuno, in questo grande villaggio
    scientifico deve fare quello che è più utile e semplice. Ma immaginare che per
    il futuro ricercare su embrioni sia inutile, è stupido e sbagliato, lo ha detto
    anche Yamanaka (Kyoto University). C'è ancora bisogno di fare confronti e
    approfondimenti continuando la ricerca sull'embrione, che non considero uno di
    noi. E' l'unica che può darci le maggiori informazioni sul piano biologico e che
    ci ha portato a questi risultati".
    Da quando, nel 1998, James Thomson, Università del Wisconsin-Madison ha dato
    inizio alla ricerca sulle cellule staminali, sono infatti montate le
    controversie sull'utilizzo degli embrioni umani, sia da parte del mondo
    cattolico, che di gruppi religiosi e, in generale, di tutti i credenti,
    compresi, tra questi, anche gli scienziati.
    Il principio era ed è quello dell'"inviolabilità dell'embrione", un principio
    secondo il quale l'embrione fin dal suo concepimento è un essere umano, per cui
    uccidere un essere umano innocente è "sbagliato. Un principio, dunque, che lo
    difende sia dalla sperimentazione che dall'aborto e che ora, dopo l'introduzione
    in Italia della legge 40 del 2004 vieta qualsiasi diagnosi genetica
    preimpiantatoria, che tenda a stabilirne o meno l'integrità fisica, in caso di
    fecondazione assistita, o di congelare embrioni.

    'Se questa tecnica avra' le sue convalide, rappresenta una novita' che possiamo
    definire storica'. Cosi' monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia
    Accademia per la Vita, commenta la scoperta da parte di due equipes di studiosi,
    una giapponese ed una statunitense, di una nuova tecnica per 'trasformare'
    cellule della pelle in cellule staminali simili a quelle embrionali. Una tecnica
    che apre nuove frontiere per la cura delle malattie senza ricorrere alla
    distruzione di embrioni umani e alla cosiddetta clonazione terapeutica.
    'Ora, degli embrioni non c'e' piu' bisogno e non c'e' piu' bisogno della
    clonazione cosiddetta 'terapeutica' - dice Sgreccia ai microfoni della Radio
    Vaticana - e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude. La
    Chiesa l'aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i
    ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando
    illecita l'immolazione dell'embrione'.
    'Ora - aggiunge -, qui ci sono arrivati questi scienziati, non tanto per motivi
    di fede - bisogna dire - ma per il successo della ricerca. Il successo si e'
    presentato qui, e questo ci consente anche di dire che tra l'etica e la scienza,
    quella vera, c'e' una parentela. L'etica che rispetta l'uomo e' utile anche per
    la ricerca, e conferma anche che non e' vero che la Chiesa e' contraria alla
    ricerca: e' contraria alla cattiva ricerca, a quella che e' dannosa per l'uomo,
    in questo caso l'uomo-embrione'.
    Mons. Sgreccia definisce 'uno spreco' l'investimento di ingenti somme di denaro
    nella ricerca sulle cellule staminali embrionali negli ultimi anni. 'Il danno
    c'e' stato - osserva -.
    Tanti embrioni immolati, tanti miliardi dalle casse dello Stato e quindi dei
    cittadini, in definitiva, sono stati buttati mentre potevano servire alla 'good
    science', alla scienza buona, alla ricerca quella vera'.

    Nel 1998 James Thomson, dell'università del Wisconsin, diede avvio alla ricerca
    sulle cellule staminali embrionali e, con essa, a un'accesa controversia sulle
    implicazioni etiche degli esperimenti, spesso sfociata in una vera e propria
    battaglia morale. Ora, a quasi dieci anni di distanza, è proprio lui a chiedere
    che siano metaforicamente deposte le armi, soprattutto alla luce dei risultati
    ottenuti dai ricercatori americani e giapponesi che hanno ottenuto cellule
    staminali non da embrioni ma da cellule adulte della pelle umana.
    Come riporta il New York Times, Thomson ha spiegato che i risultati ottenuti
    consentono di porre fine alle discussioni.
    "Nell'arco di dieci anni, le polemiche saranno solo un ricordo distante, una
    divertente nota storica", ha dichiarato.
    A suo tempo si pose interrogativi di carattere etico, ma decise comunque che la
    ricerca sarebbe stata fondamentale per il suo potenziale nello sviluppo di cure
    per le malattie. "Ho pensato e riflettuto a lungo, chiedendomi se dovessi farlo
    e poi ho deciso di andare avanti", ha detto Thomson, sottolineando di non essere
    mai stato interessato a sollevare polveroni su questioni di bioetica, ma di
    avere cercato una risposta a domande scientifiche sullo sviluppo delle cellule.
    "Dolly (la pecora che fu il primo mammifero a essere stato clonato da una
    cellula adulta) ha cambiato il modo in cui si pensa alla biologia dello
    sviluppo. Lo sviluppo diventava reversibile", ha detto Thomson, parlando
    dell'esperimento condotto con successo in Scozia nel 1997.


    - Gb. Figli di due mamme ed un papa' contro malattie genetiche
    Nel giro di dieci anni, grazie all'impetuoso sviluppo delle ricerche genetiche,
    si potranno mettere al mondo bambini 'con due mamme e un papa'' eliminando cosi'
    il rischio delle catastrofiche malattie mitocondriali e in Gran Bretagna, tra
    molte polemiche, si sta decidendo in anticipo se vada o no spianata la strada a
    questa prospettiva.
    Le malattie del mitocondrio (una parte esterna al nucleo, ricca di enzimi
    respiratori e nutritivi) colpiscono in media con effetti devastanti e spesso
    mortali un neonato ogni diecimila.
    Un laboratorio di Newscastle, The North of England Stem Cell Research Cell, e'
    all'avanguardia nell'elaborazione di una tecnica per poter impiantare il nucleo
    sano di un ovulo con il mitocardio danneggiato dentro l'ovulo di una donatrice
    con il mitocardio in perfetta regola.
    'Non siamo ancora alla fase dei test clinici ma lo saremo tra qualche anno', ha
    detto al domenicale 'Independent on Sunday' un professore coinvolto nelle
    ricerche, Alison Murdoch, capo del reparto 'Medicina Riproduttiva'
    all'universita' di Newscastle.
    Le tecniche di manipolazione genetica degli ovuli praticate a Newscastle
    prevedono di utilizzare il Dna di ovuli appartenenti a due donne diverse (il
    primo fecondato, il secondo no) e hanno dato la stura a grosse polemiche perche'
    al parlamento tocca decidere se un progetto di legge-quadro riguardante le
    ricerche sugli embrioni e sulla fecondazione clonazione ('The Human Embryology
    and Fertilisation Bill') debba o no autorizzarle.
    Le chiese cristiane hanno reagito con 'orrore' alle ricerche condotte a
    Newcastle, ci vedono un inizio bello e buono di clonazione umana e denunciano
    una deriva sempre piu' preoccupante verso 'la scienza di Frankenstein'.
    Il mondo medico e scientifico e' di tutt'altro avviso, nega che a Newcasltle si
    lavori in modo surrettizio alla clonazione e sottolinea l'importanza di terapie
    genetiche in grado di evitare le malattie congenite del mitocondrio, spesso
    causa di epilessia, diabete e degenerazione fatale di organi.
    Il mondo politico e' spaccato ma finora ha evitato di fissare eccessivi paletti
    alla ricerca genetica, un campo potenzialmente molto lucroso in cui la Gran
    Bretagna ha avuto negli ultimi decenni posizioni di leadership.
    Il progetto di legge sulla fecondazione e l'embriologia, da domani all'esame dei
    Comuni, ha l'ambizione offrire un quadro normativo anche per i prevedibili
    progressi che saranno fatti in questo settore nei prossimi anni. Ed e' possibile
    che il parlamento permetta al laboratorio di Newcastle di andare avanti
    riservandosi il diritto di pronunciarsi definitivamente in materia a ricerche
    ultimate.
     
    .
  8. Sym
     
    .

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    URL: http://staminali.aduc.it

    Anno 2008 Numero 161
    14-03-2008
    la prossima edizione: 28-03-2008

    EDITORIALE
    New York. Le ricerca sulle staminali non 'andra' a puttane'
    di Redazione

    ARTICOLI
    - Brasile. Il Tribunale Federale Supremo rinvia decisione su ricerca con staminali embrionali
    di Rosa a Marca


    NOTIZIE
    - Italia. Messa a punto nuova tecnica per bypassare divieti su diagnosi preimpianto
    - San Marino. Authority: via libera a seconda cell factory
    - Usa. Individuato meccanismo che causa sindrome senilita' precoce
    - Italia. Tar Lazio: inammissibile ricorso Osidea Onlus su conservazione staminali cordonali
    - Italia. Soddisfazione dal settore privato per legalizzazione della
    conservazione autologa delle staminali cordonali
    - Italia. Terapia a base di staminali per riparare il rene
    - Italia. Furure Health denuncia: solo l'1% dei cordoni e' conservato
    - Italia. Veneto. Parte progetto pilota per conservazione del cordone ombelicale
    - Italia. Brindisi. Ancora adesioni alla richiesta banca del cordone
    - Corea del Sud. Ancora scandali su ricerche scientifiche 'truccate'
    - Mondo. Unesco premia ricercatrice italiana per studio su trealosio
    - Italia. Prof. Bernardini su 'New Scientist': il Papa danneggia scienza e societa' italiana
    - Olanda. Dopo scandali sudcoreani, arriva kit contro i falsi scientifici
    - Italia. Brescia. Compie un anno l'unita' di trapianti del midollo agli Spedali Civili
    - Italia. Roma. Al San Camillo nuova banca per la manipolazione delle 'cellule bambine'
    - Usa. Nanotubi di carbonio per riprogrammare cellule adulte in staminali
    - Gb. Acceso il dibattito sul 'seme artificiale'
    - Italia. Primi studi clinici sull'uomo contro staminali del cancro al colon
    - Usa. Iniezioni di staminali fanno ringiovanire il cervello
    - Ue. Italia al primo posto per donazione di tessuti
    - Corea del Sud. I vescovi si preparano a dare battaglia sulla bioetica
    - Vietnam. Presto al via prima banca di cellule staminali cordonali
    - Italia. Staminali non differenziate nel latte materno
    - Italia. Via libera a sperimentazione di Fase III contro la leucemia
    - Usa. Agenzia federale riconosce brevetti Universita' Wisconsin su staminali embrionali
    - Brasile. 75% dei cittadini favorevole alla ricerca con le staminali embrionali
     
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  9. GTencomruRS
     
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